Ursula Hirschmann
Claudia Speziali
Martina Zinni
Ursula Hirschmann è una donna straordinaria: non solo ha incisivamente contribuito a “fare l’Europa”, ha vissuto da «europea errante», come lei stessa si definisce. In Noi senzapatria, l’autobiografia incompiuta uscita postuma nel 1993, scrive di sé:
«Non sono italiana benché abbia figli italiani, non sono tedesca benché la Germania fosse una volta la mia patria. E non sono nemmeno ebrea, benché sia un puro caso se non sono stata arrestata e poi bruciata in uno dei forni di qualche campo di sterminio».
Ursula nasce a Berlino il 2 settembre 1913, prima dei tre figli del chirurgo Carl Hirschmann e di Hedwig Marcuse, figlia di un banchiere, entrambi ebrei non praticanti e così attenti alla loro posizione sociale da far battezzare la prole. Lei e il fratello Albert Otto, che sarà poi candidato al Nobel per l'economia, si staccano ben presto dall’agiato mondo alto borghese della famiglia, impegnandosi in politica e aderendo all’organizzazione giovanile del partito socialdemocratico. Il socialismo appare, allora, a Ursula, come scriverà nel 1973 «una scoperta e una conquista». Tuttavia, la ragazza si allontana ben presto dai socialdemocratici, che non si oppongono concretamente alla crescente ondata nazista, e lavora con altri gruppi socialisti e comunisti. Quando Hitler va al potere, i due fratelli Hirschmann lasciano Berlino per Parigi, ma Ursula, che si è avvicinata ad ambienti comunisti, pur senza iscriversi al partito, rimane presto profondamente delusa dalle divisioni e dal velleitarismo dell’ambiente antifascista e nel 1935 si trasferisce in Italia da Eugenio Colorni, un giovane filosofo conosciuto a Berlino, che sposa quasi immediatamente. Dopo il matrimonio Ursula si iscrive all’università e nel 1937 dà alla luce la prima figlia. Il matrimonio, benché assai stimolante sul piano intellettuale e politico, è però piuttosto complicato e non sempre sereno. Tuttavia, quando nel 1938 Eugenio è arrestato e nel 1939 condannato al confino, prima a Ventotene e poi a Melfi, Ursula lo segue a Ventotene, nell’autunno dello stesso anno si laurea in letteratura tedesca a Venezia e una settimana dopo nasce la seconda figlia. Ventotene è una piccola isola che ospita centinaia di detenuti politici, oltre a delinquenti comuni, ed Eugenio Colorni, socialista, stringe subito rapporti con Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, elaborando con loro e con Ursula il “Manifesto per un’Europa libera e unita”, che sarà poi noto come manifesto di Ventotene. Scritto di nascosto su cartine di sigarette, è sia una dichiarazione politica, sia un modello per la federazione democratica d’Europa, che invita a rompere con il passato del continente per formare un nuovo sistema istituzionale, cambiando la politica e attuando una profonda riforma sociale. Ursula possiede una non comune intelligenza politica e Altiero Spinelli ne è profondamente colpito. Dirà in seguito di lei:
«La sua tendenza a tradurre ogni impegno ideale in azione pratica, le fece percepire immediatamente dove risiedesse l’originalità della nostra posizione».
Non è facile stabilire quanto e in quali punti lei abbia contribuito al manifesto federalista; tuttavia Rossi e Spinelli nella loro corrispondenza verso l’Italia si riferiscono a Ursula come la “numero 2” del federalismo italiano. La giovane abbraccia con entusiasmo l’idea federalista, come ricorda nella sua autobiografia: «Noi déracinés dell’Europa che abbiamo “cambiato più volte di frontiera che di scarpe” – come Brecht, questo re dei déracinés – anche noi non abbiamo altro da perdere che le nostre catene in un’Europa unita e perciò siamo federalisti». A differenza dei confinati, Ursula può lasciare l’isola e ne approfitta per portare clandestinamente il manifesto sul continente, con l’aiuto prezioso di Ada Rossi e delle sorelle Spinelli, Fiorella e Gigliola. In breve tempo il testo è diffuso, letto, discusso e commentato da buona parte dei dirigenti antifascisti italiani e raccoglie adesioni importanti, da Ugo La Malfa a Lelio Basso. Nel 1943 Ursula rientra a Milano con le figlie e dà alle stampe “L’Unità europea”, organo clandestino con le tesi di Ventotene, e partecipa all’organizzazione dell’incontro di fondazione ufficiale dell’Mfe (Movimento federalista europeo), in cui sono approvate le sei tesi politiche che traducono in proposte concrete le idee di Ventotene. Il matrimonio con Eugenio è ormai finito e, dopo l’8 settembre, Altiero Spinelli e Ursula Hirschmann, ormai divenuti una coppia, vanno insieme in Svizzera per dare inizio all’azione federalista oltre confine, come deciso durante la riunione costitutiva dell’Mfe.
Nel maggio 1944 Eugenio Colorni è ucciso a Roma dalla banda Koch. Ursula e Altiero si sposano con rito civile in Svizzera, nel gennaio del 1945. Da allora i coniugi intrecciano vita privata e missione politica; nel marzo 1945 organizzano il convegno federalista internazionale di Parigi, cui partecipano intellettuali di grande fama come George Orwell, Lewis Mumford e Albert Camus. Alla fine della guerra Ursula e Altiero si trasferiscono a Roma, con le tre figlie da lei avute da Eugenio Colorni – Silvia, Renata ed Eva – cui seguiranno Diana, Sara e Barbara Spinelli. Nonostante questa collaborazione e una vita familiare complicata – un nucleo numeroso, che si sposta continuamente in Europa per gli impegni politici di Altiero – Ursula prosegue un’instancabile attività di collegamento tra le diverse anime del progressismo europeo. Porta nel movimento europeista le istanze femministe, convinta che, se è giusto che le donne si occupino in primo luogo della conquista dei loro diritti, ciò vada fatto in collegamento con altri movimenti e dall’interno delle istituzioni. Questo paziente e lungo lavoro di mediazione e di dialogo porta nel 1975 alla creazione di Femmes pour l’Europe, un movimento per unire le donne della politica, della cultura e del femminismo in battaglie comuni, quali la partecipazione paritaria delle donne all’istruzione, una disciplina paritaria del lavoro femminile, il miglioramento delle condizioni di vita anche delle donne immigrate e dei paesi in via di sviluppo. Hirschmann considera necessario per le donne delle istituzioni e le femministe superare le reciproche diffidenze per battersi unite su tutti i fronti, compreso quello europeo, poiché, come afferma: «la battaglia per l’unificazione dell’Europa può essere una tappa importante ed esemplare per le donne». Pochi mesi dopo aver scritto queste righe, è colpita da una grave emorragia cerebrale, rimanendo pressoché paralizzata fino alla morte, sedici anni più tardi, l’8 gennaio 1991, a Roma. Nel frattempo, il 14 febbraio 1984, il Parlamento europeo aveva adottato il progetto di trattato che istituiva l’Unione europea, il primo passo fondamentale verso quell’unione politica per cui Ursula e Altiero avevano speso anni della loro vita.
Traduzione francese
Giuliana Gaudenzi
Ursula Hirschmann est une femme extraordinaire : non seulement elle a contribué de manière incisive à « faire l'Europe », elle a vécu comme une « européenne errante », comme elle-même se définit. Dans Nous sans patrie, l'autobiographie inachevée publiée à titre posthume en 1993, écrit sur elle-même:
«Je ne suis pas italienne bien que j'aie des enfants italiens, je ne suis pas allemande bien que l'Allemagne ait été autrefois ma patrie. Et je ne suis même pas juive, bien que ce soit un pur hasard si je n'ai pas été arrêtée et puis brûlée dans l'un des fours d'un camp d'extermination».
Ursula naît à Berlin le 2 septembre 1913, première des trois enfants du chirurgien Carl Hirschmann et de Hedwig Marcuse, fille d'un banquier, tous les deux juifs non pratiquants et si attentifs à leur position sociale qu'ils ont fait baptiser leurs enfants. Elle et son frère Albert Otto, qui sera plus tard nominé pour le prix Nobel d'économie, se sont rapidement éloignés du monde aisé de la haute bourgeoisie de la famille, s'engageant dans la politique et rejoignant l'organisation de jeunesse du Parti social-démocrate. Le socialisme apparaît alors à Ursula, comme elle l'écrit en 1973, « une découverte et un accomplissement ». Cependant, la jeune fille se détourne bientôt des sociaux-démocrates, qui ne s'opposent pas concrètement à la vague nazie grandissante et travaille avec d'autres groupes socialistes et communistes. Lorsque Hitler arrive au pouvoir, les deux frères Hirschmann quittent Berlin pour Paris mais Ursula, qui s'est rapprochée des milieux communistes, même sans adhérer au parti, est vite profondément déçue par les divisions et l’attitude velléitaire du milieu antifasciste et en 1935 elle se déplace en Italie chez Eugenio Colorni, un jeune philosophe connu à Berlin, qu'elle épouse presque immédiatement. Après le mariage, Ursula s’inscrit à l'université et donne naissance à sa première fille en 1937. Le mariage, bien que très stimulant sur le plan intellectuel et politique, est cependant assez compliqué et pas toujours serein. Toutefois, lorsqu'Eugenio est arrêté en 1938 et condamné à résidence forcée en 1939, d'abord à Ventotene puis à Melfi, Ursula le suit à Ventotene ; à l'automne de la même année elle obtient son diplôme de littérature allemande à Venise et une semaine plus tard naît sa deuxième fille. Ventotene est une petite île qui accueille des centaines de prisonniers politiques ainsi que des criminels de droit commun et Eugenio Colorni, socialiste, établit immédiatement des relations avec Altiero Spinelli et Ernesto Rossi, élaborant avec eux et avec Ursula le "Manifeste pour une Europe libre et unie ", qui sera plus tard connu sous le nom de manifeste de Ventotene. Écrit en secret sur des papiers à cigarettes, c'est à la fois une déclaration politique et un modèle pour la fédération démocratique de l'Europe, appelant à une rupture avec le passé du continent pour former un nouveau système institutionnel, changer la politique et mettre en œuvre une profonde réforme sociale. Ursula possède une intelligence politique hors du commun et Altiero Spinelli en est profondément impressionné. Il dira plus tard d'elle:
«Sa tendance à traduire chaque engagement idéal en action pratique lui a fait immédiatement percevoir où se trouvait l'originalité de notre position».
Il n'est pas facile d'établir combien et en quels points elle a contribué au manifeste fédéraliste ; cependant Rossi et Spinelli dans leur correspondance vers l'Italie se réfèrent à Ursula comme le « numéro deux » du fédéralisme italien. La jeune femme embrasse avec enthousiasme l'idée fédéraliste, comme elle le rappelle dans son autobiographie : «Nous, les déracinés d'Europe qui avons ‘’changé plus de frontières que de chaussures ‘’ - comme Brecht, ce roi des déracinés - nous aussi n'avons rien d'autre à perdre que nos chaînes dans une Europe unie et donc nous sommes fédéralistes ». Contrairement aux assignés à résidence forcée, Ursula peut quitter l'île et en profite pour faire passer clandestinement le manifeste sur le continent, avec l'aide précieuse d'Ada Rossi et des sœurs Spinelli, Fiorella et Gigliola. En peu de temps, le texte est diffusé, lu, discuté et commenté par la plupart des dirigeants antifascistes italiens et reçoit d'importantes adhésions, d'Ugo La Malfa à Lelio Basso. En 1943, Ursula retourne à Milan avec ses filles et publie "L'Unità Europea", un organe clandestin avec les thèses de Ventotene et participe à l'organisation de la réunion officielle de fondation du Mfe (Mouvement fédéraliste européen), au cours de laquelle les six thèses politiques qui traduisent les idées de Ventotene en propositions concrètes sont approuvées. Le mariage avec Eugenio est désormais terminé et, après le 8 septembre, Altiero Spinelli et Ursula Hirschmann, désormais en couple, se rendent ensemble en Suisse pour engager une action fédéraliste transfrontalière, comme décidé lors de la réunion de fondation du MFE.
En mai 1944, Eugenio Colorni est tué à Rome par le gang Koch. Ursula et Altiero se marient civilement en Suisse, en janvier 1945. Depuis lors, les époux entremêlent vie privée et mission politique ; en mars 1945, ils organisent à Paris la convention fédéraliste internationale, à laquelle assistent des intellectuels célèbres tels que George Orwell, Lewis Mumford et Albert Camus. A la fin de la guerre Ursula et Altiero s'installent à Rome, avec les trois filles qu'elle a eues d'Eugenio Colorni - Silvia, Renata et Eva - suivies de Diana, Sara et Barbara Spinelli. Malgré cette collaboration et une vie de famille compliquée - un noyau nombreux, qui se déplace constamment en Europe à cause des engagements politiques d'Altiero - Ursula continue une activité inlassable de connexion entre les différentes âmes du progressisme européen. Elle apporte des instances féministes dans le mouvement pro-européen, convaincue que, s'il est juste que les femmes se préoccupent avant tout de la conquête de leurs droits, cela doit se faire en concertation avec d'autres mouvements et au sein des institutions. Ce long et patient travail de médiation et de dialogue conduit en 1975 à la création de Femmes pour l'Europe, un mouvement crée pour unir les femmes de la politique, de la culture et du féminisme dans des combats communs, tels que l'égale participation des femmes à l'éducation, une égale discipline du travail des femmes, l'amélioration des conditions de vie également des femmes immigrées et des pays en voie de développement. Hirschmann considère qu'il est nécessaire que les femmes des institutions et les féministes dépassent leur méfiance mutuelle afin de lutter ensemble sur tous les fronts, y compris celui européen, car, comme elle l’affirme : «la bataille pour l'unification de l'Europe peut être une étape importante et exemplaire pour les femmes". Quelques mois après avoir écrit ces lignes, elle est atteinte d'une grave hémorragie cérébrale, demeurant presque paralysée jusqu'à sa mort, seize ans plus tard, le 8 janvier 1991, à Rome. Entre-temps, le 14 février 1984, le Parlement européen avait adopté le projet de traité instituant l'Union européenne, premier pas fondamental vers cette union politique pour laquelle Ursula et Altiero avaient passé des années de leur vie.
Traduzione inglese
Francesca Foppoli
Ursula Hirschmann was an extraordinary woman: not only did she contribute to 'making Europe', she lived as a 'wandering European', as she called herself. In Noi senzapatria, her unfinished autobiography published posthumously in 1993, she wrote about herself:
«I am not Italian, although I have Italian children, I am not German, although Germany was once my homeland. And I am not Jewish either, although it is pure chance that I was not arrested and then burnt in one of the ovens of some extermination camps»
Ursula was born in Berlin on 2 September 1913, the first of three children of surgeon Carl Hirschmann and Hedwig Marcuse, a banker’s daughter, both of whom were non-practising Jews and so concerned about their social position that they had their offspring baptised. She and her brother Albert Otto, who would later be nominated for the Nobel Prize in economics, soon broke away from the family's affluent upper middle-class world, becoming involved in politics and joining the youth organisation of the Social Democratic Party. As Ursula wrote in 1973, Socialism appeared to her as «a discovery and a conquest». However, she soon distanced herself from the Social Democrats, who did not concretely oppose the rising tide of Nazism, and worked with other socialist and communist groups. When Hitler came to power, the two Hirschmann brothers left Berlin for Paris, but Ursula, who had become close to communist circles without joining the party, was soon deeply disappointed by the divisions and illusions of the anti-fascist milieu. In 1935 she relocated to Italy and moved in with Eugenio Colorni, a young philosopher she had met in Berlin, whom she married almost immediately. After her marriage Ursula enrolled at university and in 1937 gave birth to her first daughter. Although the marriage was intellectually and politically stimulating, it was complicated and not always peaceful. However, when Eugenio was arrested in 1938 and sentenced to confinement in 1939, first to Ventotene and then to Melfi, Ursula followed him to Ventotene. In autumn of that year she graduated in German literature in Venice and a week later gave birth to her second daughter. Ventotene is a small island that was home to hundreds of political prisoners, as well as common criminals, and Eugenio Colorni, a socialist, immediately established relations with Altiero Spinelli and Ernesto Rossi, drafting with them and Ursula the "Manifesto for a Free and United Europe", which would later be known as the Ventotene Manifesto. Written secretly on cigarette papers, it is both a political statement and a blue-print for the democratic federation of Europe, calling for a break with the continent's past to form a new institutional system, through a restructuring of politics and extensive social reform. Ursula possessed an uncommon political intelligence and Altiero Spinelli was deeply impressed. He would later say of her: «Her tendency to translate her ideals into practical action made her immediately recognise where the originality of our position was to be found».
It is not easy to establish how much and on what points she contributed to the federalist manifesto; however, Rossi and Spinelli in their correspondence to Italy refer to Ursula as the “number 2” of Italian federalism. The young woman enthusiastically embraced the federalist idea, as she recalled in her autobiography: «We déracinés of Europe who have "changed borders more times than we have changed shoes" - like Brecht, this king of déracinés - we too have nothing to lose but our chains in a united Europe and therefore we are federalists». Unlike the internees, Ursula was able to leave the island managing to smuggle the manifesto onto the mainland, with the invaluable help of Ada Rossi and the Spinelli sisters, Fiorella and Gigliola. In a short time, the text was circulated, read, discussed and commented on by a large part of the Italian anti-fascist leadership and gathered important supporters, from Ugo La Malfa to Lelio Basso. In 1943 Ursula returned to Milan with her daughters and published "L'Unità Europea", an underground paper containing the so called Tesi di Ventotene (Ventotene theses), six cornerstones of federal thought. In Milan, she took part in the organisation of the official founding meeting of the EFM (European Federalist Movement), at which the six political theses were approved, translating Ventotene’s ideas into concrete proposals. The marriage with Eugenio was by then over and, after 8 September, Altiero Spinelli and Ursula Hirschmann, who had become a couple, went together to Switzerland to begin federalist action across the border, as decided at the founding meeting of the EFM.
In May 1944 Eugenio Colorni was killed in Rome by the Koch gang. Ursula and Altiero married in Switzerland in a civil ceremony in January 1945. Since then, the couple combined their private lives with their political mission; in March 1945 they organised the international federalist conference in Paris, attended by such renowned intellectuals as George Orwell, Lewis Mumford and Albert Camus. At the end of the war Ursula and Altiero moved to Rome, with her three daughters by first husband Eugenio Colorni - Silvia, Renata and Eva - followed by Diana, Sara and Barbara Spinelli. In spite of this collaboration and a complicated family life - a large household, constantly moving around Europe due to Altiero's political commitments - Ursula continued her tireless activity of liaising between the different minds of European progressivism. She brought feminist demands into the European movement, convinced that if it is right for women to be primarily concerned with winning their rights, this should be done in conjunction with other movements and from within the institutions. This patient and long work of mediation and dialogue led in 1975 to the creation of Femmes pour l'Europe, a movement to unite women of politics, culture and feminism in common battles, such as the equal participation of women in education, equal regulation of women's work, the improvement of living conditions also for immigrant women and women in developing countries. Hirschmann considered it necessary for women in institutions and feminists to overcome their mutual distrust in order to fight together on all fronts, including the European one, because, as she said: «the battle for the unification of Europe can be an important and exemplary landmark for women». A few months after writing these lines, she suffered a serious cerebral haemorrhage and was almost paralysed until her death 16 years later, on 8 January 1991, in Rome. Meanwhile, on 14 February 1984, the European Parliament had adopted the draft treaty establishing the European Union, the first fundamental step towards the political union for which Ursula and Altiero had spent years of their lives.
Traduzione tedesca
Laura Gelati
Ursula Hirschmann ist eine außergewöhnliche Frau: Sie hat nicht nur einen entscheidenden Beitrag zum "Europa machen" geleistet, sie hat auch als "wandernde Europäerin", wie sie sich selbst bezeichnete, gelebt. In Noi senzapatria (Wir heimatlose Weltbürger), der unvollendeten Autobiografie, die 1993 posthum veröffentlicht wurde, schreibt sie über sich selbst:
"Ich bin keine Italienerin, obwohl ich italienische Kinder habe, ich bin keine Deutsche, obwohl Deutschland einmal meine Heimat war. Und ich bin auch keine Jüdin, obwohl es reiner Zufall ist, dass ich nicht verhaftet und dann in einem der Öfen irgendeines Vernichtungslagers verbrannt wurde".
Ursula wird am 2. September 1913 in Berlin als erste von drei Kindern des Chirurgen Carl Hirschmann und Hedwig Marcuse, Tochter eines Bankiers, geboren. Beide Eltern sind nicht praktizierende Juden, die auf ihre soziale Stellung achten und ihre Nachkommen evangelisch taufen lassen. Zusammen mit ihrem Bruder Albert Otto, der später für den Wirtschaftsnobelpreis nominiert werden sollte, löst sich Ursula bald aus der großbürgerlichen Welt der Familie, engagiert sich in der Politik und tritt in die Jugendorganisation der Sozialdemokratischen Partei ein. Der Sozialismus ist für Ursula, wie sie 1973 schreibt, "eine Entdeckung und eine Eroberung". Sie entfernt sich jedoch bald von den Sozialdemokraten, die sich dem Anwachsen der Nationalsozialisten nicht konkret entgegensetzen, und arbeitet mit anderen sozialistischen und kommunistischen Gruppen zusammen. Als Hitler die Macht ergreift, verlassen die Geschwister Hirschmann Berlin und ziehen nach Paris; doch Ursula, die sich kommunistischen Kreisen angeschlossen hat, ohne der Partei beizutreten, wird bald von den Spaltungen und der Inkonsequenz des antifaschistischen Umfelds tief enttäuscht. 1935 zieht sie nach Italien, um in Triest den jungen Philosophen Eugenio Colorni zu treffen, den sie in Berlin kennengelernt hatte und den sie jetzt gleich heiratet. Nach der Hochzeit schreibt sich Ursula an der Universität Venedig ein, 1937 kommt ihre erste Tochter zur Welt. Obwohl die Ehe intellektuell und politisch sehr anregend ist, ist sie ziemlich kompliziert und nicht immer harmonisch. Als Eugenio jedoch 1938 verhaftet und 1939 auf die Insel Ventotene verbannt wird, folgt ihm Ursula, im Herbst desselben Jahres macht sie ihren Universitätsabschluss in deutscher Literatur und eine Woche später bringt sie ihre zweite Tochter zur Welt. Ventotene ist eine kleine Insel im Golf von Gaeta zwischen Rom und Neapel, auf der Hunderte von politischen Gefangenen sowie gewöhnliche Kriminelle inhaftiert sind. Der Sozialist Eugenio Colorni nimmt dort sofort Kontakt zu Altiero Spinelli und Ernesto Rossi auf und arbeitete mit ihnen und Ursula am "Manifest für ein freies und vereintes Europa", das später als "Manifest von Ventotene" bekannt werden sollte. Heimlich auf Zigarettenpapier geschrieben, ist es sowohl eine politische Erklärung, als auch ein Modell für die demokratische Föderation Europas, die einen Bruch mit der Vergangenheit des Kontinents fordert, um ein neues institutionelles System zu formen, die Politik zu verändern und eine tiefgreifende soziale Reform durchzuführen. Ursula verfügt über eine ungewöhnliche politische Intelligenz, und Altiero Spinelli ist von ihr tief beeindruckt. Später hat er über sie geschrieben: "Ihre Neigung, jedes ideelle Engagement in praktisches Handeln umzusetzen, ließ sie sofort erkennen, wo die Originalität unserer Position lag".
Es ist nicht leicht festzustellen, wie viel und in welchen Punkten sie zum föderalistischen Manifest beigetragen hat, aber Rossi und Spinelli bezeichnen Ursula in ihrem Briefwechsel als die "Nummer 2" des italienischen Föderalismus. Die junge Frau nimmt den föderalistischen Gedanken begeistert auf, wie sie sich in ihrer Autobiographie erinnert: "Wir, die déracinés Europas, - die öfter die Grenzen als die Schuhe gewechselt haben, wie Brecht, dieser König der déracinés, sagte - haben auch nichts anderes zu verlieren als unsere Ketten in einem vereinten Europa, und deshalb sind wir Föderalisten". Im Gegensatz zu den Verbannten kann Ursula die Insel verlassen und schmuggelt das Manifest mit der Hilfe von Ada Rossi und der Geschwister Fiorella und Gigliola Spinelli auf den Kontinent. In kurzer Zeit wird der Text in Umlauf gebracht, von den italienischen Antifaschisten gelesen und diskutiert, und erhält wichtige Zustimmung von Ugo La Malfa bis Lelio Basso. 1943 übersiedelt Ursula mit ihren Töchtern nach Mailand und veröffentlicht dort "L'Unità europea", ein geheimes Organ mit den Thesen von Ventotene, und beteiligt sich an der Organisation des offiziellen Gründungstreffens des Movimento Federalista Europeo (MFE), auf dem die sechs politischen Thesen, die die Ideen Ventotenes in konkrete Vorschläge umsetzen, angenommen werden. Die Ehe mit Eugenio ist mittlerweile vorbei, und nach dem 8. September flieht das neue Paar Altiero Spinelli und Ursula Hirschmann in die Schweiz, um die föderalistische Aktion über die Grenze zu starten, wie es bei der konstituierenden Sitzung der Mfe beschlossen wurde.
Im Mai 1944 wird Eugenio Colorni in Rom von der faschistischen Koch-Bande ermordet. Ursula und Altiero heiraten standesamtlich im Januar 1945 in der Schweiz. Seitdem sind Privatleben und die politische Mission des Ehepaars eng verflochten. Im März 1945 organisieren sie die internationale Föderalistenkonferenz in Paris, an der berühmte Intellektuelle wie George Orwell, Lewis Mumford und Albert Camus teilnehmen. Am Ende des Krieges ziehen Altiero und Ursula mit ihren drei Töchtern von Eugenio Colorni - Silvia, Renata und Eva - nach Rom, dort werden später weitere drei Töchter - Diana, Sara und Barbara Spinelli - geboren. Obwohl die zahlreiche Familie aufgrund der politischen Verpflichtungen Altieros stets in Europa unterwegs ist - setzt Ursula unermüdlich ihre Tätigkeit fort, um die verschiedenen Strömungen der europäischen fortschrittlichen Bewegungen miteinander zu verbinden. Sie bringt feministische Forderungen in die europäische Bewegung ein, in der Überzeugung, dass, wenn es richtig ist, dass sich Frauen in erster Linie um die Eroberung ihrer Rechte bemühen, dies in Zusammenarbeit mit anderen Bewegungen und aus den Institutionen heraus geschehen sollte. Diese lange und geduldige Arbeit der Vermittlung und des Dialogs führt 1975 zur Gründung von Femmes pour l'Europe, einer Bewegung, die Frauen in Politik, Kultur und Feminismus in gemeinsamen Kämpfen vereinen soll, wie z.B. die gleichberechtigte Teilnahme von Frauen an der Bildung, eine gleichberechtigte Disziplin der Frauenarbeit, die Verbesserung der Lebensbedingungen auch für Migrantinnen und Entwicklungsländer. Hirschmann hält es für notwendig, dass Frauen in Institutionen und Feministinnen ihr gegenseitiges Misstrauen überwinden, um an allen Fronten, auch der europäischen, gemeinsam zu kämpfen, denn, wie sie sagt, "der Kampf für die Einigung Europas kann für Frauen eine wichtige und beispielhafte Etappe sein". Einige Monate, nachdem sie diese Zeilen geschrieben hat, erleidet sie eine schwere Hirnblutung und bleibt praktisch gelähmt bis zu ihrem Tod sechzehn Jahre später, am 8. Januar 1991, in Rom. In der Zwischenzeit hat das Europäische Parlament am 14. Februar 1984 den Entwurf des Vertrags zur Gründung der Europäischen Union angenommen, den ersten grundlegenden Schritt hin zur politischen Union, der Ursula und Altiero Jahre ihres Lebens gewidmet haben.