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Jessie Boswell

(Leeds, 1881 – Moncrivello (VC), 1956)

Jessie Boswell non viene ricordata né a Torino, dove visse molti anni, né a Moncrivello, in provincia di Vercelli, dove morì in una casa di riposo.

Una pittrice fra pittori

di Barbara Belotti

Jessie Boswell è stata l’unica donna dei “Sei pittori di Torino”, un gruppo artistico della fine degli anni Venti del XX secolo nato su posizioni contrarie alla pittura tradizionale e accademica, collegato alla cultura europea e appoggiato da critici e studiosi come Lionello Venturi, Persico e Bardi.
Jessie nasce a Leeds nel 1881 e studia musica diplomandosi nel 1901.
Si trasferisce nel 1906 in Italia, raggiungendo la sorella che, dopo il matrimonio, viveva a Biella. Nel 1913 si sposta a Torino e entra nella cerchia della famiglia Gualino. Jessie fu “dama di compagnia” di Cesarina Gurgo Salice Gualino, proprio come in una corte antica, divenendone in seguito amica e mantenendo con lei un costante rapporto epistolare anche quando le esistenze delle due donne prendono percorsi differenti. In casa Gualino il ruolo di Jessie è più ampio di quello di “dama di compagnia”, visto che si occupa anche di pittura e, mettendo a frutto il diploma conseguito anni prima alla Royal Academy of Music di Londra, anima le serate organizzando intrattenimenti musicali e concerti. Nelle foto che la ritraggono la si vede in compagnia dei coniugi Gualino sulla spiaggia di Sestri oppure accennare passi di danza accanto a Cesarina e alla danzatrice Bella Hutter.
Nel 1928 lascia l’ambiente colto e illuminato di casa Gualino e comincia a dedicarsi unicamente all’arte sostenendosi economicamente con le lezioni di musica. La sua ricerca artistica era già cominciata nel 1923 con l’esposizione alla Società Promotrice di Belle Arti di Torino; dell’anno successivo è il suo “Le tre finestre”, uno sguardo pacato su uno scenario collinare attraverso le finestre di una stanza pressoché vuota, fatta eccezione per due sedie e un libro in terra. Il silenzio e il vuoto della stanza possiedono un gusto quasi metafisico, un senso di attesa pervade lo spazio quasi ci si potesse aspettare il ritorno di qualcuno.
Nel 1926 e nel 1928 partecipa alla Biennale di Venezia, nel 1927 alla Quadriennale di Torino. A partire dal 1929 fa parte del gruppo dei Sei pittori di Torino e prende parte a tutte le mostre organizzate fino al 1930, dall’esordio torinese nella Galleria Guglielmi fino alle esposizioni di Genova e Milano. La sua ricerca artistica si muove fra ritratti, scene di paesaggio, interni di abitazioni, con o senza figure umane, e la sua pittura si serve di note cromatiche intense e vivaci, giustapposte con pennellate a macchia.
Unica donna del gruppo artistico torinese, la critica le riserva attenzioni minori e giudizi poco rilevanti fin dall’inizio. Nell’estate del ’29, quando I Sei di Torino esordiscono, le sue opere fanno scrivere a Edoardo Persico, che pure sostiene il gruppo, che “né la composizione, né il disegno reggono le sue tele: sensibilità pacata e realistica, alla quale si mescolano gli slanci commoventi di un lirismo infantile e senza pretese. E’, in fondo, questa purezza di cuore che allontanò la Boswell dalla scuola di Casorati: per il gusto che hanno certe signore di preferire ai ricami a macchina quelli che esse fanno in casa con le proprie mani e con tante piccole trovatine”. Poche righe, meno di quelle dedicate agli altri pittori del gruppo, e un giudizio severo che sembra domandare: può una donna esprimere passione artistica, può uscire dagli stretti confini di un perenne dilettantismo? Gli fa eco, sulle pagine della Gazzetta del Popolo dell’8 gennaio 1930, un altro giudizio poco lusinghiero, quello di Emilio Zanzi: “La Boswell è molto lontana dalle doti e dalle possibilità tecniche dei suoi colleghi maschi. Però la sua pittura tranquilla e onesta ha ancora qualche nota di cromatica gaiezza”. Una tecnica corretta, un fare artistico pacato, quasi il capriccio di una signora annoiata che trascorre in questo modo il suo tempo. Nulla che possa essere degno di nota.
Dopo la Biennale di Venezia del 1930 Jessie Boswell si distacca dal gruppo proseguendo la sua attività artistica in maniera autonoma, riuscendo a dare continuità alla sua ricerca ed esponendo con regolarità i suoi lavori fino al 1941. Nonostante gli anni difficili della guerra e la sospensione delle mostre e delle manifestazioni culturali a Torino, l’esperienza pittorica di Jessie prosegue e nel 1944 ha modo di esporre a Biella nella Galleria d’Arte Garlanda. Dopo il 1945 il suo stato di salute comincia a peggiorare e le impedisce piano piano di proseguire il lavoro. Nel 1952 è accolta nella Casa di Riposo delle Figlie di Sant’Eusebio di Moncrivelli, in provincia di Vercelli, dove muore nel 1956.

Fonti
A. Bovero, Archivi dei Sei pittori di Torino, Roma 1965, pp. 17-19 e passim
Simona Weller, Il complesso di Michelangelo, Pollenza – Macerata, 1976, pp. 176 – 177 e passim
http://www.treccani.it/enciclopedia/jessie-boswell_(Dizionario_Biografico)/
http://www.paginadellarte.it/index.php?method=section&action=zoom&id=3686&format=print
http://www.paginadellarte.it/index.php?method=section&action=zoom&id=3508
http://torino.repubblica.it/dettaglio/omaggio-a-jessie-boswell-la-pittrice-dei-sei-di-torino/1604066
http://www.undo.net/it/mostra/89357
http://www.sottocoperta.net/eventi/piemonte/marzo-2009/3075/jessie-boswell-pittrice-inglese-che-aveva-scelto-torino.html
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