Il teatro di Elena Guerrini e la toponomastica femminile

di   Loretta Junck

Poche e quasi tutte sante. Corriere TV. LA27ORA. Il video: https://video.corriere.it/poche-quasi-tutte-sante/25967a26-164a-11e7-b176-94ba31b8546a

“Via delle donne” parla di noi, del progetto di Toponomastica femminile, di Maria Pia Ercolini fondatrice del gruppo nato nel gennaio del 2012 a Roma e poi diffusosi in tutta Italia, in Europa e anche oltre.

  

 

“Via delle donne” parla di noi, del progetto di Toponomastica femminile, di Maria Pia Ercolini fondatrice del gruppo nato nel gennaio del 2012 a Roma e poi diffusosi in tutta Italia, in Europa e anche oltre. Parla di quelle donne che hanno lasciato un segno, tanto da essere ricordate con una targa, come Alfonsina Strada, la prima donna a partecipare al Giro d’Italia, o come Santa Marina, la santa travestita da uomo patrona di Venezia, oppure come Giuseppina Pizzigoni, che all’inizio del ‘900, da sola, senza mezzi ma con tanta determinazione creò a Milano la sua scuola e la chiamò “La Rinnovata”. Ma parla anche di quelle che pur avendo fatto cose egregie non sono ricordate nelle intitolazioni stradali, come Rosa Genoni, Annie Londonderry e altre. Parla insomma delle donne, della loro forza e della loro passione. E lo fa con l’impeto travolgente e l’ironia spiazzante che sono i segni distintivi delle affabulazioni di Elena Guerrini. A Siviglia, nel Congresso del Gruppo di ricerca internazionale “Escritoras y escrituras”, Fabio Contu, esperto di teatro e studi di genere, ha definito questo teatro come una “sistematica sovversione di tutti i canoni”, perché Guerrini ribalta il rapporto con il pubblico e lo coinvolge, chiedendogli per esempio di far partire le musiche con gli smartphone (“tanto qui si sente bene”) o di riprendere l’azione scenica (“Qualcuno può farmi delle foto? Mi hanno chiesto di allegare a un bando foto e video di uno spettacolo inedito”) e persino di illuminarla con le torce dei telefonini. L’indubbio fascino di queste narrazioni consiste proprio in questo loro essere vive, e trasgressive, e stimolanti. Nessun rischio di addormentarsi, con il teatro di Elena Guerrini, anche se rimane in scena da sola per più di un’ora, e da sola scrive i testi (“sono una scrittrice – ama dire – non una scritturata”), decide quali oggetti deve avere intorno, quali immagini proiettare, fa tutto lei insieme al suo pubblico. 

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Tratto da:

http://www.dols.it/2018/03/12/il-teatro-di-elena-guerrini-e-la-toponomastica-femminile/