emilia romagna-fe-porto maggiore

TOTALE STRADE / VIE / PIAZZE / ETC.: 264
INTITOLATE A UOMINI: 87
INTITOLATE A DONNE: 5
CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE STRADE INTITOLARE A DONNE
Madonne (Immacolata, Beata Vergine, Santa Maria etc.):

--

Sante, beate, martiri: 1
Santa Margherita
Suore e benefattrici religiose, benemerite, fondatrici ordini religiosi e/o enti assistenziali-caritatevoli: --
Benefattrici laiche, fondatrici enti assistenziali-caritatevoli: --
Letterate / umaniste (scrittrici, poete, letterate, critiche, giornaliste, educatrici, pedagoghe, archeologhe, papirologhe...):

--

Scienziate (matematiche, fisiche, astronome, geografe, naturaliste, biologhe, mediche, botaniche, zoologhe...): --
Donne dello spettacolo (attrici, cantanti, musiciste, ballerine, registe, scenografe...): 1
Mafalda Favero
Artiste (pittrici, scultrici, miniaturiste, fotografe, fumettiste...): --
Figure storiche e politiche (matrone romane, nobildonne, principesse, regine, patriote, combattenti della Resistenza, vittime della lotta politica / guerra / nazismo, politiche, sindacaliste, femministe...): 2
Eleonora Fonseca Pimentel
Maria Margotti
Lavoratrici / imprenditrici / artigiane: --
Figure mitologiche o leggendarie, personaggi letterari: --
Atlete e sportive: --
Altro (nomi femminili non identificati; toponimi legati a tradizioni locali, ad es. via delle Convertite, via delle Canterine, via della Moretta, via delle Zoccolette; madri di personaggi illustri...):

1
Marianna

 


 Censimento a cura di: Roberta Pinelli  

 

 

Mafalda Favero (1903-1981)

Nativa di Portomaggiore, all'età di diciassette anni iniziò lo studio del canto con Alessandro Vezzani al Conservatorio di Bologna. Iniziò la carriera nel 1926 a Cremona con lo pseudonimo di Maria Bianchi, interpretando poi diversi ruoli a Parma nei due anni successivi, prima di giungere al Teatro alla Scala, dove debuttò nel 1929 nel ruolo di Eva ne I Maestri Cantori di Norimberga, con la direzione di Arturo Toscanini.

Divenne una presenza fissa alla Scala fino al 1950, esibendosi inoltre all'Opera di Roma e negli altri principali teatri italliani. Apparve anche all'estero: a Londra, negli Stati Uniti e a Buenos Aires .

 

Eleonora Fonseca Pimentel (1752-1799)

Patriota e politica italiana. È stata una delle figure più rilevanti della breve esperienza della Repubblica Napoletana del 1799.

Intellettualmente precoce e molto vivace,  si dedicò allo studio delle lettere e si cimentò nella composizione di versi . Parlava inoltre diverse lingue moderne. Ancor giovane, fu ammessa all'Accademia del Filaleti e all'Accademia dell'Arcadia. Ebbe scambi epistolari con letterati. In seguito si dedicò allo studio delle discipline storiche, giuridiche ed economiche. Scrisse un testo di argomento finanziario e tradusse dal latino all'italiano, commentandola, la dissertazione dell'avvocato napoletano Nicola Caravita sui pretesi diritti dello Stato Pontificio sul Regno di Napoli.

Frequentò i salotti degli illuminati napoletani, affiliati alla massoneria.Nell'ottobre del 1798 Eleonora fu incarcerata con l'accusa di giacobinismo. Fu liberata dopo qualche mese dai "Lazzaroni", che avevano aperto le carceri per avvalersi dell'aiuto dei delinquenti comuni. Volle allora cancellare dal suo cognome il "de" nobiliare e divenne una protagonista della vita politica della Repubblica Napoletana. In primo luogo partecipò alla formazione del Comitato centrale che favorì l'entrata dei francesi a Napoli. Poi fu il direttore del giornale ufficiale della Repubblica . Dai suoi articoli emerge un atteggiamento democratico ed egualitario, contrario ad ogni compromesso con le correnti moderate e volto soprattutto a diffondere nel popolo gli ideali repubblicani, attività nella quale la Pimentel si impegnava attivamente anche della Sala d'Istruzione Pubblica. In realtà, Eleonora non poteva avere una reale conoscenza delle condizioni delle classi inferiori, e i suoi tentativi di rendere popolare il nuovo regime ebbero scarso successo.Fu impiccata a Napoli il 20 agosto 1799

Maria Margotti (1915 –1949)

Maria Margotti nasce alla Chiavica di Legno di Filo di Alfonsine e abita con la famiglia a Molino di Filo.Giovanissima, dopo la morte del padre, diventa mondina. Partecipa attivamente alla Resistenza, diventa vedova di guerra e, dopo la Liberazione, nel 1946 entra come operaia in una fornace della cooperativa di Filo d'Argenta. Partecipa alle lotte sindacali per le sette ore di lavoro, il miglioramento del vitto, il rispetto della legge di collocamento, l'assistenza in caso di malattia. La lotta raggiunge il culmine con lo sciopero bracciantile del 1949, allorché oltre seimila braccianti e mondine si concentrano nelle campagne cercando di dissuadere i crumiri, che rendono vane le loro proteste. Interviene la polizia con un'azione di repressione particolarmente dura e violenta ed il giorno dopo – 17 maggio - viene organizzata una manifestazione di protesta durante la quale nuovamente la polizia si presenta in forze con cariche violente e sparatorie. Maria Margotti viene falciata da una raffica di mitra sparata dal carabiniere Francesco Galeati nei pressi di Marmorta di Molinella, mentre altre 30 persone rimangono ferite. La sua storia è ricordata in molti canti popolari.