Ponte della scienza carico di ritardi: dedicarlo a Rita Levi Montalcini

Dalla storia di una lenta e complessa riqualificazione alle polemiche dei minisindaci Catarci e Paris che non sono stati invitati all'inaugurazione del Ponte della Scienza. Fino alla proposta di omaggiare il ricordo del premio Nobel, che arriva dai Municipi XI e XV e dal gruppo di ricerca 'Toponomastica Femminile'. Addio-a-Rita-Levi-Montalcini full

A distanza di oltre due millenni dal primo i Romani costruiscono ancora ponti sul Tevere e, dopo 13 anni dal Concorso di idee per la sua realizzazione, il nuovo ponte della Scienza sarà presto inaugurato. Collegherà il quartiere Portuense e l’Ostiense ed è già stata avanzata in questi giorni dai Municipi XI e XV e dal gruppo di ricerca “Toponomastica Femminile” una proposta di intitolazione alla scienziata Rita Levi Montalcini, recentemente scomparsa.

I RITARDI NELLA REALIZZAZIONE - Nel 1999 la giunta Rutelli promosse un Concorso Internazionale di idee per la realizzazione di due ponti sul Tevere: il ponte della Scienza tra i quartieri Portuense e Ostiense e il ponte della Musica, inaugurato nel 2011 nel quartiere Flaminio ove connette l'Auditorium di Renzo Piano e il Museo Maxxi di Zaha Hadid.Il progetto vincitore per il ponte della Scienza fu quello degli architetti Maximiliano Pintore, Gianluca Andreoletti e Stefano Tonucci di Studio APsT Architettura per la realizzazione di una struttura asimmetrica lunga 140 metri e larga 10 che avrebbe connesso la Cittadella della Scienza, nel frattempo scomparsa dai piani di sviluppo dell’Urbe. I lavori hanno avuto inizio nel novembre 2008 e la prima ipotesi circa la loro conclusione si riferiva all’aprile 2011. Il varo del ponte, invece, è avvenuto il 2 marzo 2012 e la data di fine lavori prevista per il maggio dello stesso anno ha oltrepassato la soglia del 2013.

 

LA PISTA CICLABILE - “Soprattutto gli ultimi 3 anni hanno visto un rallentamento significativo dei lavori” spiega Andrea Catarci, presidente del Municipio XI che accoglie la campata orientale del ponte. Secondo il minisindaco la prima ricaduta positiva dell’operazione sul territorio c’è però già stata in virtù della bonifica della riva Ostiense, richiesta decine di volte e mai ottenuta, che ha riportato alla normalità un paesaggio abbandonato all’incuria e ormai più somigliante alla giungla di Salgari che al lungofiume di una capitale europea. Si tratta anche di una valida occasione per l’ampliamento della rete ciclabile, che, tra le altre cose, collegherà di fatto il Rettorato e le facoltà ostiensi dell’Università degli Studi Roma Tre con le segreterie studenti di recente ubicate in via Blaserna. Le suggestioni per il futuro del Municipio sono tutte all’insegna della creazione di azioni di sistema e mobilità alternativa, con l’idea di collegare via pista ciclabile il nuovo ponte Settimia Spizzichino sull’Ostiense al ponte della Scienza e al Rettorato di Roma Tre. Il finanziamento per la pista tra la circonvallazione Ostiense e la via Cristoforo Colombo, invece, già esiste e l’associazione BiciRoma nel giugno scorso ha già richiesto a gran voce congiuntamente al Municipio il riconoscimento dei fondi. “Nell’agenda del dopo Alemanno - precisa Catarci - devono esserci misure che consentano alla città di ritrovare il suo legame intenso col fiume, che non sia più orpello ma strumento alternativo di viabilità. Il vero asset per uscire dalla crisi è Roma stessa, col suo territorio e le sue bellezze”.

IL LUNGOMARE GASSMAN E LA FILIERA CULTURALE - Il pilone occidentale del nuovo ponte insiste invece sull’area dell’ex lungotevere Papareschi che ha già subito una completa riqualificazione, nel tratto compreso tra via Fermi e il ponte dell’Industria, chiuso fino a 2 anni fa e degradato. Si è trattato di un intervento del Municipio XV per ridare dignità al quartiere Marconi, che con i suoi oltre 40.000 abitanti è una delle zone più popolose di Roma. Secondo il presidente, Gianni Paris, è stato un grande lavoro di recupero delle particelle di proprietà non comunale, presso privati e Vaticano, che ha portato alla realizzazione di una viabilità a scorrimento veloce per alleggerire il traffico di viale Marconi, a 309 nuovi posti auto creati semplicemente aprendo il lungotevere e ad una nuova pista ciclabile. Il risanamento ha indotto alcune funzioni culturali come il Teatro India, la Città del Gusto del Gambero Rosso e una multisala cinematografica a spostarsi nell’area recuperata, peraltro riconosciuta a livello internazionale patrimonio d’interesse per l’archeologia industriale. La dedica del lungotevere a Vittorio Gassman ha poi ulteriormente sottolineato la vocazione culturale della zona. “Il nuovo ponte fa bene alla città - dichiara Gianni Paris - e teniamo molto alla nostra proposta di intitolazione a Rita Levi Montalcini, di recente scomparsa. L’intenzione assume una doppia valenza: la dedica alla studiosa ben s’inserisce nel quartiere degli scienziati ed è un contributo significativo al riequilibrio delle attribuzioni toponomastiche nettamente sbilanciate a favore degli uomini”.

L'INVITO ALL'INAUGURAZIONE NEGATO - Nonostante il chiaro impulso di rinnovamento proveniente dai municipi, vere fucine di idee e di operato, i due presidenti non sono stati invitati all’inaugurazione del Ponte della Scienza. “Provo molta amarezza per il mancato invito” - sottolinea Paris - “Siamo rappresentanti delle istituzioni e davanti a questo tipo di eventi il colore politico va accantonato perché il fine ultimo è il bene della città. Questa cialtronaggine istituzionale si lega all’incapacità clamorosa di gestire situazioni di mobilità e modernità”.


toponomastica-femminile fullTOPONOMASTICA FEMMINILE - Il Municipio XV si era già dimostrato molto attento al tema della toponomastica femminile, cioè all’intitolazione di aree urbane a figure femminili per dar loro giusta visibilità, inaugurando lo scorso anno due aree verdi dedicate alle scienziate Elena Lucrezia Cornaro Piscopia e Laura Maria Caterina Bassi. Un ulteriore passo verso il raggiungimento della parità di genere in tal senso è evidente anche nella recente dedica del nuovo ponte sulla via Ostiense a Settimia Spizzichino, l’unica superstite della retata del 16 ottobre 1943 nel Ghetto di Roma. “Intitolare oggi alla Montalcini un’area di circolazione ben visibile, in deroga a ogni norma restrittiva che suggerisce di attendere un decennio, significa riconoscerle di essere benemerita e offrire nel contempo alle giovani generazioni un modello di rigore intellettuale e morale, di impegno sociale e civile, di cui hanno enorme bisogno” sostiene Maria Pia Ercolini, promotrice del gruppo di ricerca “Toponomastica Femminile”. Un ricordo che assume ancor più valore se pensiamo che solo il 4% dei premi Nobel è stato assegnato a donne e sono pochissime le scienziate che hanno avuto tale onore:2 fisiche, 4 chimiche, 1 economista, 10 mediche. Rita Levi Montalcini è stata una di loro. “Val la pena inoltre ricordare - incalza la Ercolini - che il 53% delle donne apparse sui nostri schermi non ha voce, il 43% è associato a sesso, moda, spettacolo e bellezza, e appena il 2% viene collegato a partecipazione socio-politica e professionalità”.

 

 

di Astrid D'Eredità