DA UN’AZIONE “CORSARA” A UNA PETIZIONE PER LA PARITA’

Dalla scorsa settimana i lettori e le lettrici più attente avranno notato, nella colonna “Sapete che…” la notizia di una petizione che riguarda la toponomastica torinese.
È stata lanciata due settimane fa da M.A.I.S, una grossa Ong che lavora soprattutto in Africa e America Latina in difesa dei diritti delle persone svantaggiate, in particolare donne e minori, ma di recente ha deciso di allargare la propria sfera di attività anche a favore delle pari opportunità di genere.
A Torino la sede di M.A.I.S. è in via Saluzzo 23.
Le responsabili di via Saluzzo si erano messe in contatto con Toponomastica femminile piemontese e quindi con la sottoscritta, invitandola per il 25 novembre scorso a un’azione dimostrativa con la quale la Ong voleva esordire in città sul tema della parità nella toponomastica. Agli… arresti domiciliari per un forte raffreddore, ci avevo rinunciato, ma il giorno seguente mi aveva fatto piacere vedere che la stampa non si era fatta scappare la notizia.
Di cosa si trattava? Di un’azione corsara, ma alla luce del sole e rivendicata, sulla scia di quella condotta a Parigi dalle ragazze di “Oser le féminisme”. Qui è un giovanotto barbuto  ad attaccare, a fianco delle targhe in marmo dedicate a uomini illustri,  dei cartelli di carta con una intitolazione alternativa.
Scelta a caso? Niente affatto, perché in via Palazzo di Città si suggeriva il nome di Magnani Noya, prima sindaca di Torino alla fine degli anni ‘80, mentre al posto di Luigi Lagrange c’era Ada Lovelace, che oltre a essere la figlia di Lord Byron fu anche una matematica, e in pratica la prima programmatrice di computer. Via San Tommaso diventava via Adriana Zarri, teologa, e così via… giusto per dimostrare che per ogni uomo celebrato nella nostra città c’è una donna meritevole che è stata dimenticata.
Dopo l’incursione nel centro di Torino un incontro in via Saluzzo ha sancito l’alleanza tra Tf e M.A.I.S. e in questa occasione è nata l’idea di rivolgersi alla politica torinese perché discuta con noi il modo in cui si scelgono le nuove intitolazioni. Condividiamo infatti la convinzione che è ormai tempo di intervenire sulla toponomastica, non per cambiare i nomi delle vie, naturalmente, ma per riequilibrare una situazione adesso troppo sbilanciata sul genere maschile. La situazione però non può cambiare se, dopo solenni dichiarazioni di principio a favore delle donne, le si continua a dimenticare quando si sceglie il nome delle strade: occorre intervenire sul  regolamento della Commissione toponomastica, modificandolo  in modo che possa recepire davvero le nostre istanze.
Ecco, questa è la storia di un’azione vagamente corsara, di un’alleanza e di una petizione.
Che attraverso Bradipodiario vi chiediamo di firmare, anche se sappiamo che c’è un abuso di petizioni e la gente non firma più volentieri. Ma la questione è cruciale per il tema che ci interessa, e Piero Fassino, oltre che sindaco di Torino (che si ripresenta alle prossime e ormai vicine elezioni amministrative) è anche presidente di Anci, l’associazione attraverso cui potrebbe sensibilizzare tutti i comuni italiani.
Quindi tornate alla colonna “Sapete che…”, leggete attentamente quanto chiediamo, perché vogliamo un’adesione informata e non una firma qualsiasi, e poi firmate. Con calma, certo, da buoni bradipi, ma firmate, è importante!