Consacrata Beata la Reginella Santa e Sarda

  di Angelica Scanu, 31 gennaio 2014

Topografia femminile. Maria Cristina di Savoia, il cui nome completo è Maria Cristina Carlotta Giuseppina Gaetana Efisia, è stata consacrata Beata, sabato 25 gennaio, nella Basilica di Santa Chiara a Napoli, alla presenza dell’Arcivescovo di Napoli Crescentio Sepe, del Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e del Monsignor Arrigo Miglio Arcivescovo di Cagliari. Alla cerimonia, oltre ai diversi esponenti delle famiglie reali dei Savoia e dei Borbone, era presente anche l’artista sarda Claudia Tronci, che in un film-documentario interpreterà la futura santa. Principessa del Regno di Sardegna, figlia di Vittorio Emanuele I di Savoia e dell’Arciduchessa Maria Teresa d’Asburgo-Este, Maria Cristina nacque a Cagliari il 14 novembre 1812 – dove Casa Savoia si trovava in esilio – durante il periodo rivoluzionario in cui la capitale del regno era a Torino e il Piemonte era occupato dalle truppe napoleoniche.

Fu battezzata davanti alla Madonna di Bonaria e consacrata alla Madonna dalla regina sua madre, consacrazione che fu poi rinnovata da Maria Cristina stessa, appena fu in grado d’intendere e volere. Lasciò la Sardegna nel 1815 assieme alla madre e le sorelle per raggiungere il re Vittorio Emanuele che vi aveva fatto ritorno l’anno precedente e in seguito visse a Nizza e a Genova. Appena ventenne, nonostante avesse manifestato il desiderio di diventare suora di clausura, per ragion di stato e su disposizione di Carlo Alberto, divenuto suo tutore alla morte dei genitori, sposò Ferdinando II di Borbone re delle Due Sicilie, abbandonando cosi la sua vocazione monastica e si stabilì a Napoli.

Snobbata dalla storiografia, fu invece magnificata dalla chiesa come esempio di virtù, di dedizione ai poveri e agli indifesi. Maria Cristina con il matrimonio si convinse che la vita di corte avrebbe potuto esaudire il suo sogno di politica della carità, come lo stesso Benedetto Croce ebbe a dire. Mise a disposizione del popolo i suoi averi e stabilì che una parte del denaro destinato ai festeggiamenti per le nozze fosse utilizzato per donare una dote a 240 spose e per riscattare un buon numero di pegni depositati al Monte di Pietà. Inviava ai poveri denaro e biancheria, dava ricovero agli ammalati, diede assegni di mantenimento a giovani donne. La sua opera sociale più nota fu la riattivazione della seteria di San Leucio di Caserta.

Fu donna di grande fede. Un aneddoto racconta che obbligò le ballerine del San Carlo a indossare castigati mutandoni neri, nei pochi anni del suo regno riuscì a impedire l’esecuzione di tutte le condanne capitali e finché fu in vita, tutti i condannati a morte furono graziati. Aveva capito che la vera ricchezza era quella del cuore. Il 16 gennaio del 1836 diede alla luce Francesco, che poi sarebbe diventato l’ultimo re del glorioso Regno, per la gioia di tutti i napoletani che l’amavano, gli stessi che, dopo due settimane, a causa di complicazioni dovute al parto, piansero la sua prematura morte avvenuta ad appena ventiquattro anni il 31 gennaio. Fu sepolta nella Basilica di Santa Chiara dove si trova tuttora.

Molteplici i miracoli attribuiti alla Regina, tanto che il 10 luglio 1859 Papa Pio IX comunicò che era stata proclamata Venerabile. Le virtù eroiche vennero riconosciute il 6 maggio 1937. La chiesa ha riconosciuto il miracolo ricevuto da Giuseppina Urru di Ortacesus, per intercessione della sovrana. Papa Francesco, il 2 maggio 2013, dà il via alla sua beatificazione autorizzando la promulgazione del decreto riguardante il miracolo.

Un importante riconoscimento per una delle più amate regine del Regno delle Due Sicilie, “la reginella santa” viene ricordata nella toponomastica di Napoli-Mergellina, ma non nell’isola che le ha dato i natali. In Sardegna, infatti, troviamo spesso nelle nostre strade regine e principesse di casa Savoia ma nessun comune ricorda la nostra nuova “beata” nata nella nostra isola, neppure Cagliari che l’ha vista nascere.