ITALIA – “Oltre l’8 marzo”: le “Camicette bianche” di Ester Rizzo


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Camicette Bianche racconta la storia del rogo che il 25 marzo 1911 colpì la Triangle Waist Company di New York, una fabbrica di camicette alla moda, dove lavoravano centinaia di giovani donne immigrate provenienti in gran parte dalla Russia e dall’Italia.

Delle 146 vittime 129 erano donne di cui 38 italiane.

Vite che per decenni sono rimaste nell’oblio e alle quali si è cercato di restituire dignità attribuendo loro un nome, un cognome, un luogo di nascita ed una storia.

Queste donne furono uccise dall’avidità, dalla superficialità e dalla cupidigia umana.

Avrebbero potuto restare nei propri paesi di origine e accettare la sorte che era loro toccata, invece con coraggio affrontarono un viaggio faticoso e pieno di incognite. All’arrivo a New York, molte trovarono lavoro. Spesso però erano costrette a lavorare in luoghi malsani, inadeguati ed erano retribuite con salari bassissimi, ma ciò rappresentava comunque il primo passo verso la loro emancipazione.

Nell’aprile 2014, in contemporanea alla pubblicazione del libro, l’associazione Toponomastica femminile ha lanciato un appello rivolto a tutte le amministrazioni dei comuni italiani da cui esse partirono affinché, con una intitolazione, si possa loro rendere onore e restituire il posto che meritano nella storia del nostro paese. Un’intitolazione per ricordare il coraggio di queste donne, la loro dignità lavorativa ed il triste epilogo della loro esistenza.

Molti comuni hanno già accolto l’appello.

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FOTO 1 – foto di Giovanni Salvio

Vittoria – 23 ottobre 2015 – una piazzetta della villa comunale è stata intitolata a Rosaria Maltese, la vittima più giovane dell’incendio della Triangle, morta a soli 14 anni.

Rosaria perse la vita nel rogo insieme alla madre Caterina e alla sorella Lucia.

Rosaria e Lucia furono identificate dal padre all’alba del 26 marzo: erano ancora abbracciate in uno stanzino dove si erano rifugiate per tentare di sfuggire alla morte.

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FOTO 2 – foto di Giovanni Salvio

Sciacca – 5 marzo 2015 – una lapide commemorativa è stata apposta in ricordo di Vincenza Bellotto, vittima dell’incendio della Triangle a soli quindici anni.

Vincenza era nata a Sciacca il 27 agosto 1895 ed era arrivata a New York l’11 giugno 1910.

Alla Triangle era operaia-capo al nono piano.

Allo scoppiare dell’incendio restò intrappolata all’interno dell’edificio e morì bruciata.

Come riportato dal New York Times dell’epoca, determinante nel riconoscimento dei suoi miseri resti fu il tacco della sua scarpa che era stato precedentemente riparato da un calzolaio.

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FOTO 3 – foto di Giovanni Salvio

Erice – 5 marzo 2015 – un Centro Sociale Polivalente è stato intitolato a Giuseppina Cammarata.

Di lei si presume sia nata in provincia di Enna intorno al 1893. Era cugina di Concetta Prestifilippo, altra vittima della Triangle.

Una foto dell’epoca ritrae Giuseppina con il volto da ragazzina dall’atteggiamento un po’ imbronciato, i capelli alzati e una camicetta bianca abbottonata fino a coprire il collo.

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FOTO 4 – foto di Giovanni Salvio

Cerami – 4 settembre 2015 – una lapide commemorativa per Rosa Grasso e Concetta Prestifilippo.

Rosa Grasso nacque a Cerami il 24 luglio 1896. Nell’aprile 1907, con le sorelle e il fratello, emigrò a New York.

Concetta Prestifilippo era nata a Cerami il 21 ottobre 1888. Per quasi cento anni è stata ricordata solo con un numero, è stata identificata solamente nel 2011.

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FOTO 5 – foto di Giovanni Salvio

Sperlinga – 6 agosto 2015 – una lapide commemorativa è stata apposta in ricordo di Giuseppa Buscemi Carlisi e Maria Grazia Gullo Floresta.

Giuseppa Buscemi era nata a Sperlinga il 23 agosto 1876. Nel 1899 si sposò con Giuseppe Carlisi e con lui emigrò in America.

Fu tra le vittime che si gettarono nel vuoto, lasciando per sempre tre figli in tenera età.

Maria Grazia Gullo era nata a Sperlinga il 23 marzo 1881. Era partita per l’America nel 1900 e nel 1906 si sposò con Girolamo Floresta.

Alla Triangle lavorava al nono piano insieme alla sorella minore Anna che, fortunatamente, riuscì a salvarsi.

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FOTO 6 – foto di Giovanni Salvio

Marineo – 11 aprile 2015 – una via è stata intitolata a Vincenza Benanti.

Vincenza era nata a Marineo il 18 febbraio 1888 ed era emigrata intorno al 1906.

Dalle ferite riportate si presume che si sia lanciata nel vuoto.

Vincenza, con il suo lavoro alla Triangle, provvedeva al mantenimento della madre e di un fratello disoccupato.

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FOTO 7 – foto di Giovanni Salvio

Casamassima – 8 marzo 2015 – una via è stata intitolata alle sorelle Antonia e Anna Vita Pasqualicchio.

La prima era nata l’otto ottobre 1895 ed era arrivata a New York nel 1910.

La seconda era nata il 28 aprile 1882 ed era emigrata intorno al 1901.

Entrambe lavoravano al nono piano della Triangle.

Anna Vita morì bruciata, invece Antonia per sfuggire alle fiamme si gettò nel vuoto.

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FOTO 8 – foto di Giovanni Salvio

Casteldaccia – 8 marzo 2011 – una targa in memoria di Provvidenza Bucalo Panno e Vincenza Pinello è stata apposta all’interno del Palazzo di Città.

Provvidenza Bucalo Panno era nata a Casteldaccia il 2 febbraio 1869 ed era arrivata a New York il 10 gennaio 1905 insieme alle figlie Angela di dieci anni e Letizia di appena dieci mesi. Lavorava al nono piano.

Vincenza Pinello era nata a Casteldaccia il 26 marzo 1881.

Provvidenza e Vincenza morirono entrambe bruciate e i loro corpi furono ritrovati abbracciati sotto una macchina da cucire.

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FOTO 9 – foto di Giovanni Salvio

Cerda – 28 novembre 2014 – una targa in memoria di Rosa Cirrito, Giuseppa Concetta Rosa Del Castillo e Maria Santa Salemi è stata apposta nella sacrestia della chiesa Madre.

Rosa Cirrito era nata a Cerda il 6 ottobre 1891 ed era emigrata a New York a soli tredici anni. Morì lanciandosi da una finestra.

Giuseppa Concetta Rosa Del Castillo era nata a Cerda il 20 gennaio 1891. Era operaia capo al nono piano e si ritiene che sia morta bruciata.

Maria Santa Salemi era nata a Cerda l’undici ottobre 1884 ed era emigrata a New York all’età di quindici anni. Morì gettandosi dal nono piano e fu identificata dai familiari grazie al rammendo sulla calza che indossava fatto il giorno prima da sua madre.

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FOTO 10 – foto di Giovanni Salvio

Licata – 25 marzo 2013 – una lapide commemorativa in memoria di Clotilde Terranova è stata apposta sul prospetto della Biblioteca comunale.

Clotilde Terranova era nata a Licata il 27 settembre 1887 ed era partita per New York il 17 dicembre 1907.

Si trovava al decimo piano quando scoppiò l’incendio e, presa dal panico, si gettò da una finestra.

Avrebbe dovuto sposarsi tre settimane dopo quel tragico 25 marzo.

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FOTO 11 – foto di Margherita Marengo

NE (Genova) – 25 marzo 2013 – un giardino è stato intitolato ad Emilia Prato.

Emilia Prato era nata a New York nel 1890 da genitori italiani che erano partiti dalla Val Graveglia, alle spalle di Chiavari.

Dalle ferite riportate si presume sia stata tra quelle che, per sfuggire alle fiamme, si gettarono nella tromba dell’ascensore.