Treia (MC)

 

TOTALE STRADE / VIE / PIAZZE / ETC.: 182
INTITOLATE A UOMINI: 96
INTITOLATE A DONNE: 12
CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE STRADE INTITOLARE A DONNE
Madonne (Immacolata, Beata Vergine, Santa Maria etc.): 5
Santa Maria in Paterno (contrada)
Santa Maria in Piana (contrada)
Santa Maria in Selva (contrada)
Madonna della pace (largo)
Madonna del Ponte (via)
Sante, beate, martiri:

5
 Santa Caterina da Siena (via)
Madre Teresa di Calcutta (via)
Santa Dorotea (via)
Santa Lucia (via)
Santa Chiara (vicolo)

Suore e benefattrici religiose, benemerite, fondatrici ordini religiosi e/o enti assistenziali-caritatevoli: --
Benefattrici laiche, fondatrici enti assistenziali-caritatevoli: --
Letterate / umaniste (scrittrici, poete, letterate, critiche, giornaliste, educatrici, pedagoghe, archeologhe, papirologhe...): 1
Dolores Prato (largo)
Scienziate (matematiche, fisiche, astronome, geografe, naturaliste, biologhe, mediche, botaniche, zoologhe...): --
Donne dello spettacolo (attrici, cantanti, musiciste, ballerine, registe, scenografe...): --
Artiste (pittrici, scultrici, miniaturiste, fotografe, fumettiste...): --
Figure storiche e politiche (matrone romane, nobildonne, principesse, regine, patriote, combattenti della Resistenza, vittime della lotta politica / guerra / nazismo, politiche, sindacaliste, femministe...): 1
Anna Frank (via)
Lavoratrici / imprenditrici / artigiane: --
Figure mitologiche o leggendarie, personaggi letterari: --
Atlete e sportive: --
Altro (nomi femminili non identificati; toponimi legati a tradizioni locali, ad es. via delle Convertite, via delle Canterine, via della Moretta, via delle Zoccolette; madri di personaggi illustri...): --

Fonte: dati gentilmente forniti dal Comune di Treia (2010 e 2019)       Censimento a cura di: Roberta Pinelli. Aggiornamento a cura di Barbara Belotti (2019)

DOLORES PRATO (1892-1983)
Scrittrice, poetessa e docente. Nacque da una relazione della madre Maria Prato, rimasta vedova, con un avvocato calabrese. Dopo averla lasciata a balia sui Monti Lepini, la madre riuscì ad affidarla a due suoi cugini residenti nelle Marche. È vissuta fino ai diciotto anni a Treia con gli zii Domenico e Paolina Ciaramponi, i quali dopo le scuole elementari decisero che il proseguimento della sua educazione dovesse essere il collegio e scelsero quello delle suore della Visitazione nel Monastero di Santa Chiara, sempre a Treia. In seguito a Roma frequentò la Facoltà di Magistero e si laureò nel 1918 con una tesi sul carteggio di Prospero Viani e Pietro Fanfani. Insegnò Lettere in diverse città: dal 1919 al 1921 a Sansepolcro, dal 1922 al 1927 a San Ginesio e nel breve periodo fra il 1924 e il 1925 mentre fu a Macerata. Dal 1927 al 1928 visse a Milano. Si stabilì definitivamente a Roma nel 1930, dove ebbe modo di frequentare molti esponenti della cultura laica e cattolica, stringendo tra questi varie amicizie. Insegnò per un breve periodo all’Istituto Marymount. Decise poi di occuparsi, a pagamento, di una ragazza con gravi problemi psichici.
Stabilì la collaborazione con diverse testate giornalistiche, anche se prevalentemente scrisse per Paese Sera e partecipò a diversi premi letterari. Nel 1948 con Nel paese delle campane ottenne una segnalazione speciale della giuria del Premio Prato. Nel 1949 con Calycanthus. E lui che c’entra? attirò l’attenzione di Giuseppe Ungaretti nel Premio Taranto. Nel 1963 pubblicò a sue spese il primo romanzo dal titolo San Giocondo, versione rimaneggiata del testo che aveva inviato al Premio Prato. Nel 1965 con Scottature ottenne il primo premio al concorso Premio Stradanova e di nuovo in autoedizione lo pubblicò due anni dopo. A partire dal 1973 fu impegnata nella stesura di quello che sarà il suo romanzo più famoso Giù la piazza non c'è nessuno, dedicato alla sua infanzia trascorsa nella città del maceratese. L'opera (Premio Lerici 1981) fu pubblicata da Einaudi nel 1980 in una versione fortemente ridotta da Natalia Ginzburg; la riduzione non venne approvata dalla scrittrice, che la riteneva uno stravolgimento della sua opera; la versione integrale del romanzo venne pubblicata solo nel 1985, dopo la sua morte, grazie a Giorgio Zampa il quale curò anche l’edizione di Le Ore. Grazie al suggerimento di un amico, Fausto Coen, la scrittrice nel 1981 affidò una parte molto consistente delle sue carte all’Archivio Contemporaneo del Gabinetto Vieusseux di Firenze. Morì il 13 luglio 1983 ad Anzio e venne sepolta nel cimitero di Prima Porta a Roma. Dal 1987, per volontà del Comune, il suo corpo riposa nel cimitero di Treia.