Le vie delle donne che vorremmo

 

Anna Maria Lorenzetto

AnnaLorenzetto Nata a Roma nel 1914, pedagogista, ha contribuito alla fondazione dell' UNLA (Unione Nazionale per la Lotta contro l'Analfabetismo) di cui viene eletta presidente nel 1964 e confermata fino al 1981. Come presidente del Comitato Promotore dell'UNLA, intraprende un’importante campagna contro l’analfabetismo del sud Italia, attività che avrà un'importante incidenza nella vita civile del Paese.

Nel 1949 crea i primi Centri di Cultura Popolare dell'UNLA, che vedranno una diffusione capillare in tutto il Meridione. Questa realtà viene descritta in due documentari commissionati dalla stessa Anna Maria: il primo, del ’51 e diretto da Michele Gandin, si intitola Cristo non si è fermato ad Eboli; il secondo, di qualche anno più tardi e sempre dello stesso regista, si intitola Non basta soltanto l'alfabeto. Entrambi vengono premiati alla Mostra del Cinema di Venezia. Sempre nel 1951 inizia anche un progetto per due classi sperimentali dell'UNLA in Calabria con Maria Montessori, della quale era stata allieva da bambina per breve tempo.

È stata professora ordinaria di Educazione degli adulti e membro del comitato direttivo della Commissione Nazionale Italiana UNESCO. Proprio questa organizzazione internazionale la chiama a Parigi, nel ’71, a dirigere la Divisione alfabetizzazione e la Divisione educazione degli adulti. Per la sua incessante attività a favore della diffusione della democrazia e della conoscenza ha ricevuto la Medaglia d'oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte. Si è spenta nel 2001.

di Laura Pedone


Sara (Sarina) Levi Nathan

Sara-Levi-Nathan Nata a Pesaro nel 1819, a soli 17 anni sposò Meyer Moses Nathan dal quale ebbe 12 figli che la costrinsero per molti anni a una vita tutta domestica. Vivendo a Londra, ebbe modo di conoscere Mazzini con il quale collaborò in iniziative benefiche e raccolte di fondi a sostegno delle attività cospirative. Rientrata in Italia dopo la morte del marito, in piena sintonia con Mazzini non accettò la conclusione monarchica del processo di unificazione. I contatti con l'opposizione repubblicana non tardarono ad attirare su di lei l'attenzione della polizia; spostatasi a Lugano, la sua casa divenne un punto di riferimento e di rifugio per molti fuorusciti italiani. Alla morte di Mazzini, Sarina assunse un ruolo di primo piano nella trasmissione del suo pensiero ai posteri. Tornata a Roma, parte del suo impegno si rivolse alla formazione giovanile con l’istituzione, nel 1873, della Scuola G. Mazzini che offriva alle bambine di Trastevere un'educazione profondamente radicata nell’etica mazziniana.

Pur riprendendo l’esempio della scuola per i figli degli operai italiani, voluta a Londra da patriota italiano, era convinzione di Sarina che l'insegnamento andasse rivolto anche alle fanciulle. Tra le altre battaglie merita di essere ricordata la lotta per l'abolizione dei regolamenti di Stato sulla prostituzione, condotta in appoggio al forte impegno profuso sul tema dal figlio Giuseppe, che aveva introdotto in Italia le posizioni dell’inglese Josephine Butler. Morta a Londra nel 1882, è stata sepolta a Roma. Si leggerà nel suo necrologio: Israelita d'origine, ebbe solo la fede inalterata e profonda nel Dio dell'umanità.

di Rosa Oliva


Flora Tristan

flora tristanFlora Tristan (Parigi 1803 – Bordeaux 1844) scrittrice, pioniera del femminismo e del socialismo, si batte per i diritti delle donne (Petizione per ristabilire il divorzio in Francia e Necessità di fare una buona accoglienza alle donne straniere). Oltre a Peregrinazioni di una paria scrive L’unione operaia, in cui presenta l’organizzazione unitaria degli operai e delle donne su scala internazionale. Si reca in Inghilterra per studiare miserie e nobiltà: frequenta bettole e bordelli, annotando con precisione ambienti e sensazioni. Da questa esperienza nasce Passeggiate londinesi in cui denuncia la grande miseria, il traffico dei bambini e la prostituzione.

Trasgressiva nelle scelte esistenziali e coraggiosa interprete dei suoi tempi, il vissuto è alla base di gran parte della sua riflessione teorica. La coerenza e la forte dedizione la sostengono e la animano nella lotta all’oppressione e allo sfruttamento, rivolgendosi agli ultimi, in particolare alle donne: “Rivendico i diritti delle donne, perché sono convinta che tutte le sofferenze del mondo derivino dalla mancanza del rispetto e dal disprezzo dei diritti naturali e imprescindibili dell’essere femminile”.

Facendosi portavoce di un progetto e di una speranza di unione solidale e lottando contro i pregiudizi e la cultura del suo tempo, non lesina le forze, certa di avere una missione da compiere. La sua indomabile volontà e il suo senso di giustizia sociale lasciano un testimone, ripreso cinque anni dopo da Marx e Engels.

di Daniela Mattolini Valgiusti