Le vie delle donne che vorremmo

 

Nora Federici

Nora FedericiNora (1910-2001) nacque, visse e morì a Roma. I genitori scelsero il suo nome ispirandosi alla protagonista di Casa di bambola di Ibsen, che lottava contro una società borghese fatta di ingiustizie e conformismo.

Nel 1933 si laureò in Scienze Politiche con una tesi in statistica e, subito dopo, iniziò la carriera accademica, tenendo corsi di statistica, sociologia, antropometria, sviluppo della popolazione, sociologia rurale e urbana, nelle Università di Perugia, Palermo e Roma.

Nel 1962 vinse il primo concorso bandito in Italia per una cattedra universitaria di demografia. L’utilizzo a scopo politico che il fascismo aveva fatto della disciplina, nel dopoguerra rischiava di emarginarla dagli studi sociali; se ciò non avvenne, in larga parte fu suo merito: Nora Federici ha dato alla demografia innovativi contributi, evidenziandone il carattere di disciplina ponte fra le scienze biologiche e quelle sociali.

Non meno importante è stato il suo contributo nella lotta per l’emancipazione femminile in Italia, che l’ha vista impegnata direttamente nell’UDI. Le sue ricerche, ben prima della nascita dei women studies, si sono rivolte alle problematiche del lavoro e dell’istruzione della donna, della salute delle lavoratrici, del rapporto esistente tra lavoro femminile e fecondità. Era assolutamente convinta, e lo sosteneva con forza in ogni sede, che l’emancipazione dovesse necessariamente passare per una più ampia ed equa partecipazione delle donne al mercato del lavoro e per un più paritario rapporto fra uomo e donna all’interno della famiglia.

di Mara Gasbarrone


Vera Cao Pinna

Vera Cao PinnaUna sola donna figura fra le biografie raccolte nell’Archivio Storico della Società Italiana degli Economisti: Vera Cao Pinna.

Nata nel 1909 a Siliqua (Cagliari), si è occupata inizialmente dei problemi economici e sociali della sua isola. In seguito è diventata, a livello nazionale, una figura importante fra quelle che, nell’ambito delle tecniche di programmazione, cercavano di impostare i problemi economici secondo metodi innovativi.
Nel 1944 fu incaricata dalla Commissione alleata di riordinare le indagini ISTAT sulla produzione, sui prezzi, sul costo della vita e sui censimenti industriali.
Ha svolto ricerche sulle relazioni intersettoriali: nel 1952 ha elaborato, insieme a economisti americani, le tavole delle interdipendenze settoriali dell’economia italiana, molto prima che l’ISTAT pubblicasse, nel 1965, la prima tavola input-output per l’economia.

Malgrado il suo prestigio di studiosa, Vera Cao Pinna non è mai diventata professora ordinaria; oltre alla chiusura del mondo accademico italiano verso le donne, ha giocato contro di lei la diffidenza verso un campo di ricerca troppo nuovo, l’econometria, che stentava ad accreditarsi all’interno del mondo universitario nazionale. Ciò nonostante è stata maestra di un’intera generazione di economisti e di statistici, alcuni dei quali –a differenza di Vera– hanno avuto accesso a prestigiosi ruoli accademici.
È morta a Roma nel 1986.

di Marina Capparucci


Joan Robinson

Joan RobinsonJoan Violet Maurice (1903-1983), questo il suo nome da nubile, è stata definita "il più grande Nobel per l'economia mancato".

Nacque da una famiglia dell'alta borghesia di tradizioni illustri, ma anticonformiste. Intraprese nel 1922 gli studi economici a Cambridge, dove acquisì la concezione dell'economia quale ricerca delle cause del benessere materiale, la convinzione che la fonte dei problemi analitici debba essere il mondo reale, la preferenza per la presentazione dei modelli in forma testuale anziché matematica.
In quegli anni Cambridge era il centro della rivoluzione teorica guidata da John Maynard Keynes. Del gruppo di "apostoli" che lo circondavano, Joan Robinson aveva una parte di rilievo.

Dopo la laurea, si sposò con Austin Robinson, suo docente, di sette anni più anziano, circostanza che ostacolò la sua carriera; autrice di opere famose in tutto il mondo, Joan avrebbe ottenuto la cattedra solo nel 1965, dopo il ritiro del marito dall'insegnamento. A partire dagli anni Quaranta, Robinson valorizzò il contributo di Marx alla teoria economica presso gli economisti liberali.
Invitata da studenti di tutto il mondo, accettava sempre con molta disponibilità di tenere conferenze e lezioni.

Joan non guidava, non portava con sé il portafogli, era vegetariana, portava spesso abiti acquistati in India o in Cina: quanto bastava per sembrare eccentrica.

Tratto da Joan Robinson. La ribelle di Cambridge, di Chiara Rossignoli.

di Maria Grazia Rossilli