Campagna Nazionale Toponomastica Femminile. Il Cilento terra della femminile Dea Cilens non risponde

art cilentoPubblicato su "Logos Sud", maggio 2014
di Marisa Russo 
 

Uno studio dell’archeologo FABIO ASTONE esalta il misterioso fascino del CILENTO, dando una identità femminile sacra a questo territorio, con l’attribuzione dell’origine del suo nome alla Dea “CILENS”. Diffusa l’attribuzione dell’origine del nome Cilento a Cis-Alento, al di qua del fiume Alento, nemmeno reale configurazione geografica. Le ricerche invece dell’archeologo Fabio Astone, ritrovando un collegamento con il mondo Etrusco, danno a questo nome, e quindi a questa terra, la sintesi di quel fascino che intuitivamente la sensibilità coglie. Verrebbe da Cilens, Divinità Etrusca Femminile alla quale attribuivano il presiedere dei passaggi luce-ombre, giorno-notte e viceversa. Allora ci appare Cilens in tutta la sua bellezza nei magnifici tramonti cilentani e nelle sue chiare albe. Affascinante pensare che questo movimentato territorio, tra montagne, colline, coste, mare, tra boschi ed assolate spiagge fosse dedicato alla Dea che presiedeva al passaggio luci-ombre! Sembra ritrovare anche nel carattere cilentano, ora solare, vitale, ora malinconico, ombroso, con un forte senso della morte, una memoria genetica di quella che dovette essere una profonda influenza della Dea delle luci e delle ombre che determinava anche gli influssi esistenziali.

 Quando, agli inizi del primo secolo dopo Cristo, Augusto organizzò in Regiones l’amministrazione dell’Italia, i nomi attribuiti furono sintesi non puramente geografiche, ma della storia, della cultura, dell’etnia delle popolazioni. Allora il Cilento venne a far parte della Lucania, a sud del fiume Sele. Il toponimo Cilento così come lo conosciamo compare per la prima volta nel medioevo, forse di poco precedente all’actus Cilenti del 1134, e strettamente associato al monte della Stella. Molte le considerazioni dell’Archeologo Astone che ritrova origini Etrusche per questa terra, non ultima per importanza la scelta di Poseidonia per le emissioni monetali: Poseidonia, diversamente dalle altra città achee dell’Italia, adotta il peso detto “fenicio”, già usato dagli Etruschi. Ulteriori testimonianze vengono anche da ritrovamenti archeologici, sempre a Poseidonia, da collegarsi alla cultura Etrusca. Inoltre anche i nomi di diversi Centri cilentani sono riconducibili a nomi Etruschi. Non posso in questo articolo riproporre tutte le disquisizioni dell’archeologo alle quali i più interessati possono ricondursi (l'articolo si può leggere integralmente su www.academia.edu).

Per la sua tesi, risulta fondamentale la scoperta nel 1877 in località Ciavernasco di Settima a Gossolengo, presso Piacenza, di un modello di fegato ovino, datato tra la fine del II secolo e gli inizi del I secolo a.C., in bronzo con iscrizioni in lingua Etrusca, preziosa testimonianza dell’aruspicina, antica disciplina divinatoria dei Tirreni. Sulla fascia perimetrale di questo bronzo è segnato l’elenco delle divinità che sovraintendevano alle sedici regioni in cui, per gli Etruschi, era suddivisa la volta celeste. Nella prima casella , insieme al nome del Dio Tinia (Zeus-Giove), compare quello di una seconda Divinità, Cilens, accanto ad un rilievo piramidale che ricorda il Monte Stella! Purtroppo questo affascinante territorio che ci piace “sentire” illuminato dalla femminile Dea Cilens, non risponde all’appello della Campagna Nazionale di Toponomastica Femminile.

Da Roma con un’idea di Maria Pia Ercolini, professoressa da anni interessata alla didattica di genere, autrice del libro, che ha ottenuto molto successo, “Roma_Percorsi di genere femminile” Edizione Iacobelli, è partita una campagna Nazionale, che ha già ottenuto riconoscimenti importanti, per la richiesta alle Amministrazioni Comunali di intitolare alcune strade a donne, cosa molto rara, come si è constatato con una ricerca toponomastica attuata in varie città e paesi in Italia. Se è pur vero che le donne hanno nel passato svolto per lo più ruoli anche importanti, ma dietro figure maschili predominanti, non mancano personalità femminili che si sono evidenziate in ogni campo, o anche solo per attività in difesa di un miglioramento sociale locale. Per lo più si è constatato che quando compaiono nomi di donne nello stradario sono solo di sante o di qualche Madonna. Fare questa ricerca e dare visibilità a donne, dedicando loro i nomi delle vie è un simbolico importante segnale per una nuova “via”, ovvero per un nuovo sistema di incentivare e riconoscere l’importanza del mondo femminile in modo palesemente visibile. La Campagna vuole vedere Sindaci che aderiscono per sottolineare l’intenzione di far partire una ricerca storica e sociale per attuare questo progetto. E’ anche attivo su Facebook il gruppo di “Toponomastica femminile”, con moltissimi aderenti sparse/i su tutto il territorio nazionale, che si prefigge di raggiungere i seguenti obiettivi: 1) censire in forma autogestita le strade intitolate a donne_2) commentare i risultati e rilevare le tante assenze_3) indirizzare il futuro toponomastico verso scelte di parità La campagna per la memoria femminile prevede strade, biblioteche, parchi pubblici ed altro intitolati a donne, di richiamo locale, di importanza nazionale e di personalità straniere. Alla ricerca si dovrebbero richiamare storici locali e la stessa cittadinanza tutta, affinchè facciano le loro proposte con le relative motivazioni. Formata quindi una commissione, questa esaminerà le proposte e prenderà le decisioni conseguenti. Le intitolazioni, composte secondo il progetto, potranno contribuire al riequilibrio di una odonomastica al momento troppo sbilanciata in senso maschile. “Nell’Italia preunitaria prevalevano i riferimento ai santi, a mestieri e professioni esercitate sulle strade e alle caratteristiche fisiche del luogo-afferma l’ideatrice del Progetto Maria Pia Ercolini_ in seguito, la necessità di cementare gli ideali nazionali, portò a ribattezzare strade e piazze dedicandole a protagonisti, uomini del Risorgimento e in generale della patria; con l’avvento della Repubblica, si decise di cancellare le matrici di regime e di valorizzare fatti ed eroi, uomini, della Resistenza. Ne deriva un immaginario collettivo di figure illustri esclusivamente maschili. Chiediamo che tutte le Giunte Comunali, sulla scia di qualche buona pratica in corso, correggano la palese discriminazione in atto.” Molte le adesioni a livello nazionale di Sindaci dal Nord al Sud che si sono impegnati per colmare questo eccessivo divario, ci auguriamo che anche questo territorio cilentano ancora silente si esprima adeguatamente. Rimaniamo in attesa delle adesioni, personali e pubbliche, che vengono raccolte anche via mail, per il Cilento ad Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , a livello nazionale a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.".

art cilento2