Toponomastica femminile a Torino


Ed eccoci qui a parlare ancora di toponomastica in Piemonte e in particolare a Torino. Già abbiamo dato notizia del Terzo Convegno  diToponomastica femminile nella capitale della nostra Regione, all’inizio di ottobre, evento che è stato un successo per l’interesse suscitato e gli apprezzamenti raccolti. Ma non stiamo a contemplare gli allori e passiamo ad altro. Eh già! Perché, come è stato chiaro anche da quanto è emerso nella Tavola rotonda finale, c’è ancora molto lavoro che ci attende, a Torino.

Partiamo da qualche dato sulla situazione attuale. Come risulta dal censimento pubblicato sul sito di Toponomasticafemminile a Torino ci sono 2235 aree di circolazione, cioè vie, corsi, piazze, viali, vicoli di cui poco meno della metà (1054) intitolate a personaggi maschili, mentre solo 64 (!) sono quelle dedicate a donne illustri. Se poi andiamo a vedere chi sono i personaggi femminili che si sono meritati una targa, scopriamo che undici sono diverse declinazioni della Madonna (via e piazza della Consolata, via Madonna delle Rose, via Madonna della Salette, via Santa Maria ecc.) dieci sono le sante. C’è poi una suora (suor Michelotti) tre benefattrici laiche tra cui Giulia di Barolo, undici tra scrittrici, letterate, giornaliste, critiche, pedagogiste ecc. piemontesi e non solo (Sibilla Aleramo, Matilde Serao, Amalia Guglielminetti, Barbara Allason, Annie Vivanti, Grazia Deledda…) tre sono le donne dello spettacolo (Eleonora Duse, Giacinta Pezzana e Adelaide Ristori), una sola pittrice (Rosalba Carriera) e ventuno le donne che possono considerarsi personaggi storici o hanno avuto un ruolo politico. Tra queste, molte regine e principesse di Savoia: la regina Margherita, prima regina del Regno d’Italia, e poi le regine del regno di Sardegna e alcune principesse e reggenti, tra cui la celebre Cristina di Francia detta anche Madama Reale, donna di notevoli capacità politiche  ricordata in una importante arteria cittadina, via Madama Cristina.

Tre sono le intitolazioni collettive (via delle Orfane, via delle Rosine, via Figlie dei militari) Di tutte le donne che a fianco degli uomini hanno contribuito alla Resistenza sono ricordate solo Ada Gobetti e Vera e Libera Arduino, in una targa collettiva insieme al padre Gaspare. Nessuna delle Madri Costituenti compare nelle targhe di Torino, eppure di piemontesi ce n’era più d’una… Nessuna scienziata (l’intitolazione di una piazza a Rita Levi Montalcini, proposta dal Sindaco di Torino alla notizia della morte del Premio Nobel non si sa che fine abbia fatto…), nessuna sportiva, nessuna imprenditrice. Solo nel dicembre del 2012 un piccolo giardino in strada Altessano è stato dedicato alla memoria di Marisa Bellisario.

Quindi, tolte le sante e le madonne, le donne che si sono meritate una targa cittadina a Torino non raggiungono le cinquanta unità. Poche, pochissime, solo il 2, 86% sul totale delle strade contro il 47% degli uomini. L’indice di femminilizzazione a Torino è solo del 6,07%: ciò significa che ogni cento intitolazioni maschili poco più di sei sono femminili. Peggio che a Genova, dove è il 9%, a Bari (7,1%), a Cagliari (7,6%), a Palermo (9,9%), a Perugia (22%). Ma c’è chi sta peggio: Milano (5,3%) Padova (5%) e Trieste (3%) solo per fare qualche esempio.

Il peggio è che nella toponomastica torinese questa situazione di evidente squilibrio, che sappiamo non corrispondere assolutamente alla presenza attiva delle donne in tutti i campi dell’attività sociale, non accenna a cambiare. Ci si chiede come mai, dal momento che sembra ormai chiaro che sempre di più le donne offrono il loro contributo in tutti i campi, e anche se tanti sono ancora gli ostacoli che si frappongono, nel nostro Paese, ad un pieno riconoscimento dell’azione femminile, oggi la situazione è migliore rispetto a cento anni fa.