Lavoratrici in piazza

Lo scorso mese di settembre, dal 18 al 20, si è tenuto l’annuale incontro di Toponomastica femminile (Tf), il gruppo fondato da Maria Pia Ercolini nel gennaio del 2012 e giunto ormai al suo quarto convegno nazionale. Il luogo era “un paradiso con un nome infernale”, come è stato detto: Alcatraz, località Casa del Diavolo (non è uno scherzo!) vicino a Santa Caterina di Gubbio, fra le verdi colline dell’Umbria. Il titolo del convegno è stato suggerito dal forte accento dato quest’anno al tema del lavoro femminile.

In anteprima (16/ 17 settembre) la presentazione del libro “Camicette bianche”, di Ester Rizzo, frutto di una ricerca che ha riportato alla luce nomi e vicende delle sfortunate operaie (in gran parte immigrate dal Sud Italia) perite nel rogo della Triangle Waist Company, a New York nel 1911; appuntamento il primo giorno presso la Biblioteca comunale di Terni, il secondo nelle sale del Museo dell’emigrazione di Gualdo Tadino. 

Il convegno vero e proprio è iniziato la mattina di venerdì 18 settembre, con una interessante visita, a Perugia, di due laboratori artigiani a conduzione femminile; nel pomeriggio, ritornate in sede, le congressiste hanno scelto i “tavoli di lavoro” cui partecipare: gli argomenti vertevano su toponomastica e didattica, sul lavoro delle donne, sulle esperienze di collegamento tra Tf e altre realtà, sul concetto di Dea madre dal matriarcato al postfemminismo. La sera Iacopo Fo, il “padrone di casa” della “Libera Università di Alcatraz” (questo il nome dell’originale struttura fondata nel 1981), ha intrattenuto le ospiti sul tema dell’educazione ai sentimenti.

Sabato mattina, dopo i saluti delle istituzioni e delle associazioni coinvolte, si sono tirate la fila dei lavori del giorno precedente; il pomeriggio è stato  dedicato alla visita di Terni in ottica di genere e la sera al secondo incontro con Iacopo Fo.

Domenica mattina, dopo l’assemblea delle socie di Tf, è giunto il momento della conclusione dei lavori, poi la maggior parte delle persone intervenute ha iniziato il viaggio di ritorno, chi verso Roma, chi verso le regioni del Nord, chi verso il Sud e le Isole; per chi si poteva fermare era prevista un’altra attività, una passeggiata sul “sentiero delle lavandaie”.

È stata un’occasione unica di confronto e di scambio tra le iscritte al gruppo, favorite dal fatto di risiedere per due, tre giorni nello stesso luogo, di condividere i momenti dei pasti, di stare insieme. È emerso in modo chiaro l’ampio ventaglio di interessi, che include anche contatti internazionali. Sono state infatti nostre ospiti due giovani aderenti del gruppo francese “Oser le féminisme”, la cui azione provocatoria in favore della toponomastica femminile a Parigi ha avuto recentemente una certa eco mediatica. Tra le relatrici “esterne” interessate al progetto di Tf ricordiamo ancora l’assessora riminese Irina Imola e la presidente del Consiglio comunale di Imola Paola Lanzon, i cui interventi ci hanno indotte a riflettere su quanto possa essere qualitativamente diversa una politica gestita al femminile. L’attesa relazione della teologa femminista Benedetta Selene Zorzi ha introdotto un punto di vista per molte nuovo e certamente interessante. 

L’esposizione, nelle sale del convegno, di mostre fotografiche “leggere” ha illustrato i temi di volta in volta trattati , mentre a Terni, nelle sale del Museo archeologico Caos, era allestita la ricca mostra  sul lavoro delle donne già comparsa a Roma alla Centrale Montemartini, e la Biblioteca comunale ha ospitato la mostra “Donne di penna”.

Una piacevole sorpresa per molte è stata infine la scoperta di Terni, città un tempo a vocazione industriale che si è dovuta riconvertire e che rivela oggi una notevole vivacità culturale, pienamente apprezzata durante le visite in programma al Museo archeologico, alla Biblioteca comunale e alla Casa delle donne.

Tre giorni intensissimi e stimolanti