Dalla rubrica SIGNORE SI NASCE di Toponomastica femminile
Io mi sentivo libera e leggera
come quei fiocchi bianchi di pelurie
che si sprigionano dai pioppi, in maggio
e cercan l’alto.
Antonia Pozzi ci introduce con questi versi alle donne nate a maggio che “cercan l’alto”.
Dalla rubrica SIGNORE SI NASCE di Toponomastica femminile
Io mi sentivo libera e leggera
come quei fiocchi bianchi di pelurie
che si sprigionano dai pioppi, in maggio
e cercan l’alto.
Antonia Pozzi ci introduce con questi versi alle donne nate a maggio che “cercan l’alto”.
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“Nacque ad un certo punto e comunque, sia chiaro, nacque e visse al di fuori della storia”, così scrive di sé Laura Betti, che in realtà inaugura il nostro mese perché nata il primo giorno di maggio. La ammiriamo come cantante e attrice, donna intelligentissima e dal carattere difficile, ideatrice e direttrice del Fondo Pier Paolo Pasolini.
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Il 2 di maggio ci regala ancora due attrici: Fiammetta Baralla, grande caratterista del cinema e della televisione, ma anche interprete del teatro d’avanguardia e Norma Aleandro, la “pasionaria” argentina, combattente dello schermo e della vita, attrice e intellettuale di posizioni progressiste.
Il 3 ci porta Mary Astor, un’attrice che ha saputo reinterpretarsi più di una volta, da femme fatale, alla più classica delle dark lady (Il mistero del falco) fino a diventare la madre saggia di Piccole donne (edizione del 1949) o di Incontriamoci a Saint Louis di Vincente Minnelli.
Il giorno 4 è la volta di Audrey Hepburn, troppo fragile per realizzare il suo sogno di fare la ballerina, ma che divenne invece un’attrice talentuosa che impose un nuovo modello di bellezza femminile. Fu ambasciatrice dell’UNICEF e icona dell’eleganza. L’abito bianco a fiori che Givenchy creò per lei quando vinse l’Oscar per “Vacanze romane” è considerato ancor oggi il migliore abito di tutti i tempi indossato alla premiazione degli Oscar.
Voglio ricordare Anna Maria Mozzoni, nata il 5 maggio, attraverso queste sue parole del 1906: “tutto ci ha ormai persuaso che la giustizia non riguarda che gli elettori e non si estenderà a noi se non quando e in quanto saremo elettrici perché siamo cittadine, perché paghiamo tasse e imposte, perché siamo produttrici di ricchezza, perché paghiamo l’imposta del sangue nei dolori della maternità, perché infine portiamo il contributo dell’opera e del denaro al funzionamento dello Stato”.
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Il giorno 6 abbiamo un volto noto: Lianella Carell. Era l’epoca del neorealismo e degli attori presi dalla strada. Lei, giornalista, andò da De Sica per fargli un’intervista. Lui, colpito dall’intensità del suo volto, la scelse per fare la moglie di Lamberto Maggiorani in”Ladri di biciclette” e in quel ruolo l’abbiamo conosciuta tutti.
Giorno 7: Ruth Prawer Jhabvala che come sceneggiatrice ha avuto 3 nomination e ha vinto 2 Oscar con “Camera con vista” e “Casa Howard”e come scrittrice ha vinto il Booker Prize con “Calore e polvere”.
Quando ero bambina le magliette e i cappellini con stampati i marchi delle ditte erano capi da lavoro che muratori e contadini indossavano per non rovinare i vestiti buoni. Te li regalavano al giro d’Italia o nei negozi di sementi o di ferramenta. Nessuno si sarebbe sognato di spendere dei soldi per fare pubblicità a qualcuno. Poi è cambiato tutto e i marchi sono diventati status symbol. Poi è uscito NO LOGO. Il giorno 8 è il compleanno di Naomi Klein.
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Il 9 maggio nascono a distanza di circa cento anni l’una dall’altra due donne assolutamente diverse ma simili, credo, per l’intraprendenza e il coraggio, tutte e due francesi, tutte due, a modo loro, eroine.
La prima, Olympe Pélissier all’età di 15 anni fu venduta dalla madre a un giovane aristocratico. Oggi queste cose non avvengono più? Non saprei. E comunque Olympe da lì iniziò il suo faticoso percorso di formazione da cortigiana a modella, e poi da “cortigiana cattiva”, come la definì Balzac, a moglie devota di Gioacchino Rossini.
La seconda donna del giorno 9 è Marise Hilsz, che da modista, presa dalla passione per il volo, diventa prima paracadutista poi aviatrice. È una donna dai molti record e dai molti meritati riconoscimenti: le sono stati dedicati un campo sportivo, una scuola, diverse vie, un monumento e almeno tre francobolli.
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Il 10 maggio è il giorno di Rosanna Benzi che ha trascorso gran parte della sua vita a Genova, dentro un polmone d’acciaio, ma che sorprendentemente diceva di sé: “La mia vita tutto sommato è normale, anche se me ne sto qua dentro, immobile. Faccio le cose che fanno tutti. Studio, lavoro, dirigo una rivista, GLI ALTRI. Faccio politica”.
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11 maggio: “Le nostre braccia hanno origine dalla schiena perché un tempo erano ali”. E sembravano ali le braccia di Martha Graham che fu per la danza quello che Picasso rappresentò per la pittura e Stravinsky per la musica.
Il 12 maggio il sipario è per Giulietta Simionato, una signora del Bel Canto che si ritirò dalle scene “in bellezza”, quando la sua voce non aveva ancora incrinature, perché il suo pubblico potesse ricordarla al meglio, ma che nella sua lunga vita non cessò mai di occuparsi di musica.
Maria Teresa d’Asburgo, 13 maggio, dimostra che per una donna, a tutti i livelli, è difficile far valere i propri diritti. Pur potendo succedere al padre grazie alla Prammatica Sanzione, Maria Teresa dovette combattere sette anni, rinunciare a diversi territori per vedersi riconosciuto alla fine il titolo di sovrana ma non di imperatrice. Fu il marito a diventare imperatore e lei dovette accontentarsi del titolo di imperatrice consorte.
Spesso la narrazione storica si dimentica delle donne, ma può anche succedere che le racconti male o che le diffami scientemente. È il caso di Margherita di Valois, 14 maggio, consegnata alla memoria collettiva come la bellissima, scaltra e intelligente ma dissoluta “regina Margot”. D’altra parte, essendo Margherita l’ultima dei Valois, per legittimare ancor più la successiva dinastia dei Borboni, si volle vedere in lei l’ultimo frutto di una dinastia marcia e depravata.
Il 15 maggio è il giorno di Maria Reiche, famosa per le sue ricerche sulle linee di Nazca, proclamate nel 1995 dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Di lei si dice: “vive di certo ancora a Nasca. Ed è il vento, qua onnipresente, che lo racconta.”
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16 maggio: ecco Gaetana Agnesi, matematica, filosofa e benefattrice, alla quale sono stati tributati tanti riconoscimenti e sono intitolate tante strade in tutta Italia, “una delle più grandi matematiche di tutti i tempi, fu la prima donna autrice di un libro di matematica e la prima a ottenere una cattedra universitaria di matematica”.
Ed ecco, il 17 maggio, Candida Mara, cantadora sarda, che fu la prima donna a partecipare alle gare a chitarra, fino ad allora riservate ai soli uomini. Girava in calesse di paese in paese armata di pistola e ci viene descritta dal musicologo Gavino Gabriel come un “vulcano di passioni che ha sconvolto cuori e famiglie”. Dal suo canto traeva “un potere di dominio che piegava ogni volontà”, con una voce che le dava “una strana personalità di fattucchiera e di dea”.
Chi ha una certa età, come me, ha molti ricordi in bianco e nero. Nella colonna sonora di questi ricordi non possono mancare i Cetra. Lucia Mannucci, 18 maggio, era la voce femminile del quartetto Cetra, ma è stata anche cantante solista, attrice di musical, presentatrice di programmi televisivi e doppiatrice. Inoltre assieme al marito, Virgilio Savona, svolse attività di ricerca nell’ambito della musica popolare.
19 maggio: cambia completamente il quadro, è la scena del finto orgasmo di “Harry ti presento Sally”. Solo una donna la poteva scrivere, la stessa che ha detto: “E soprattutto cerca di essere l’eroina della tua vita, non la vittima” e cioè Nora Ephron, scrittrice, sceneggiatrice, regista, giornalista, saggista che, attraverso le lenti dell’arguzia e dell’ironia seppe trarre ispirazione da tutto: i tradimenti del marito Carl Bernstein, la madre alcolizzata, i gatti dell’ex marito, il complesso del seno piccolo, la torta al limone, il collo che invecchia e il dolore.
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20 maggio: due donne durante il regime fascista. La prima, Paola Masino, è una scrittrice malvista dal regime, ma il cui romanzo “Nascita a morte della massaia” è ancora attualissimo. La seconda, Ondina Valla, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Berlino, a soli 20 anni, diventa un simbolo per le ragazze in un’Italia che dava molta importanza all’esercizio fisico, per fare dei maschi dei forti guerriere e delle femmine delle sane riproduttrici. Racconta Ondina: “avrei dovuto partecipare anche all’Olimpiade precedente, quella del 1932 a Los Angeles. Ma sarei stata l’unica donna della squadra di atletica e così mi dissero che avrei creato dei problemi su una nave piena di uomini. La realtà è che il Vaticano era decisamente contrario allo sport femminile”.
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Il 21 maggio abbiamo una donna che è addirittura finita sulla banconota da 5 sterline inglesi: è Elisabeth Fry,la filantropa che promosse la riforma del sistema carcerario inglese.
Il 22 nasce Elvira Badaracco, politica, pubblicista, femminista, che ha lasciato tutto il suo patrimonio economico, scientifico e politico alla Fondazione che porta il suo nome e che ha la finalità di raccogliere, organizzare, conservare e rendere fruibile il patrimonio di conoscenze e pratiche elaborato dal movimento delle donne.
Il 23 maggio ci porta la voce di Marilyn Monroe e di tantissime altre attrici famose: è Rosetta Calavetta, esempio della grande professionalità dei nostri doppiatori, talmente bravi che a volte riescono a dare un tocco in più ai film e all’interpretazione degli attori che doppiano.
Il 24 è il giorno di Felicia Bartolotta Impastato, che aveva aperto la sua casa a quanti volevano conoscere il suo Peppino. Ai giovani che le chiedevano come si fa a combattere la mafia dava questo consiglio: “Tenete la testa alta e la schiena dritta” e, aggiungeva: “Studiate, perché studiando si apre la testa e si capisce quello che è giusto e quello che non è giusto”. Costituitasi parte civile, riuscì ad ottenere giustizia e a vedere condannati i mandanti dell’omicidio del figlio.
Colette Rosselli, giorno 25, autrice di libri per ragazzi, illustratrice di moda, pittrice, giornalista, come Donna Letizia, raccolse le confessioni, i timori, le speranze le angosce, le inquietudini di almeno quattro generazioni di italiani, quando, piuttosto che all’analista, ci si rivolgeva alla posta del cuore.
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“Mia sete grande era poter dire in versi tutto ciò che mi passava per l’anima”, sono parole di Vittoria Aganoor Pompilj, la donna del 26 maggio. I temi delle le sue liriche sono la vita, la morte, la natura, i ricordi, i temi sociali, ma su tutti domina l’amore, che è per Vittoria bisogno di superare la condizione esistenziale della solitudine.
Con Amelia Bloomer, 27 maggio, si coniugano insieme abbigliamento e impegno femminista. Nella sua lotta a favore dei diritti delle donne, la Bloomer volle riformare l’abbigliamento femminile con una sorta di pantaloni, i bloomers. L’epoca non era matura. Si pensò che la donna volesse indossare i pantaloni in senso metaforico e che all’interno della famiglia si potesse realizzare una rivoluzione di ruoli senza precedenti, perciò Amelia fu coperta di improperi e di ridicolo.
Il 28 è il giorno di Giuliana Dal Pozzo che nel 1988, quando il termine femminicidio non era di moda e non si parlava della violenza sulle donne, specie di quella domestica, si inventò il Telefono Rosa: cinque volontarie con un quaderno e una penna che si alternavano in una stanza nell’ascolto di donne che chiamavano chiedendo aiuto da tutta Italia
29 maggio: Alfonsina Storni, una poetessa così importante che ora la poesia femminile argentina viene divisa in due tappe: prima e dopo Alfonsina Storni. La sua ultima poesia “Voy a dormir”, scritta prima del suicidio in mare, ispirò la notissima canzone “Alfonsina y el mar”, una canzone struggente e malinconica, dolce e triste, tragica ed epica allo stesso tempo.
L’attrice Anna Proclemer, 30 maggio, negli ultimi suoi anni si era organizzata un sito web interessante, intelligente e divertente, con tanto di istruzioni per l’uso, insomma è obbligatorio andarci anche perché, confessa, è l’autobiografia che si era sempre rifiutata di scrivere e, aggiunge, “Il prodotto può essere conservato a temperatura ambiente e non ha data di scadenza. Vale a dire che quando l’attrice “tirerà il calzino”, come dicono magnificamente a Firenze, il Sito resterà qui, per vostro uso e consumo”.
Il mese di maggio si chiude in bellezza con Alida Maria Altenburger von Markenstein und Frauenberg, nota come Alida Valli, attrice straordinaria e intensa che ha dato il suo splendido volto a personaggi indimenticabili.
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Queste sono le donne di maggio, messe una dopo l’altra, come le perle di una preziosissima collana:
“Il giardino era fiorito, tutte le porte erano aperte sul cielo azzurro di maggio.”
(Anna Maria Ortese)