Maria Letizia e Laura Giuliani
Barbara Belotti
Giulia Tassi
Maria Letizia e Laura Giuliani, pittrici e maestre vetraie, sono nate a pochissimo tempo l’una dall’altra: la prima il 9 febbraio del 1908 e la seconda il 12 novembre dell’anno successivo. Insieme hanno attraversato il Novecento legate non solo da affetto e sorellanza, ma dalla stessa passione per l’arte.
![]() |
Giulio Cesare Giuliani, Madonna con Bambino
|
Figlie di Giulio Cesare, a capo delle prestigiose Vetrerie d’arte Giuliani di Roma, e di Angelina Cisterna, figlia a sua volta del pittore Eugenio Cisterna, Maria Letizia e Laura hanno assorbito la sensibilità per le forme e per il colore dentro le mura domestiche, come fosse un nutriente pane quotidiano. Il laboratorio artistico paterno, uno dei più prolifici e rinomati della capitale fin dai primi anni del XX secolo, non fu subito lo scopo professionale e artistico delle due ragazze, indirizzate al contrario verso studi magistrali; la vicinanza con i linguaggi e i mezzi artistici del padre e del nonno alla fine però ebbe la meglio e le condusse al confronto con quel mondo.
![]() |
Maria Letizia e Laura Giuliani, 1930
|
Aldilà degli insegnamenti in famiglia, le due sorelle frequentarono anche corsi di disegno e pittura in alcune scuole private romane, come quella delle artiste Giulia e Maria Biseo, nell’Accademia di Francia e nella Scuola Libera del Nudo, istituzione intrecciata all’Accademia di Belle Arti, dove si esercitarono nello studio dal vero di modelli maschili, esperienze e insegnamenti non così scontati per quel periodo. Siamo tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta e anche per le due giovani cominciarono le prime esperienze dirette nel mondo artistico: Maria Letizia affiancò il nonno nel ciclo di affreschi per la chiesa di San Giuseppe a Iesi, nella realizzazione della decorazione musiva della cappella funeraria della famiglia Agnelli a Villar Perosa, nei pressi di Torino, e nella cappella di San Sisto nella Cattedrale di Anagni; in collaborazione con il padre Giulio Cesare realizzarono i cartoni per le vetrate della navata centrale della chiesa di Santa Teresa d’Avila a Roma, raffiguranti immagini di santi, sante e beati dell’ordine carmelitano.
![]() |
![]() |
Roma, Chiesa di Santa Teresa d’Avila, cartoni di Maria Letizia e Laura Giuliani, foto di Barbara Belotti |
Roma, Chiesa di Santa Teresa d’Avila, cartoni di Maria Letizia e Laura Giuliani, foto di Barbara Belotti
|
La pittura, soprattutto quella su cavalletto, mantenne per entrambe le sorelle un fascino particolare e, tra gli anni Trenta e Quaranta, furono diverse le partecipazioni a mostre. Cominciò Laura esponendo Paesaggio e Natura morta alla VI Mostra del Sindacato fascista Belle Arti del Lazio, nel gennaio del 1936, replicando pochi mesi dopo con Testa, ad affresco, e il dipinto Paesaggio rustico nella Mostra di Belle Arti organizzata dall’Associazione Nazionale Fascista Donne Artiste e Laureate, istituzione alla quale erano iscritte. L’anno successivo, alla VII Mostra del Sindacato fascista Belle Arti del Lazio, esposero entrambe con due opere ciascuna. Il sodalizio pittorico tra Maria Letizia e Laura si fece sempre più stretto con la personale organizzata, tra gennaio e febbraio del 1939, nella Galleria Bragaglia fuori commercio. «In quell’occasione — che vede Laura esporre trenta opere, fra oli, affreschi e disegni, e Maria Letizia undici, in maggioranza oli — la critica si esercita anche nel tentare di districare il “groviglio che annoda le due artiste”, una “specchio dell’altra”, legate da una “complicità silenziosa”, che “non ha per oggetto l’amore ma la pittura, così che il continuo riflettersi dell’una nell’altra serve, all’una e all’altra, per scandagliare meglio le tante sollecitazioni offerte dalla pittura romana degli anni Trenta e Quaranta». Questo il giudizio critico di Mario Quesada che Francesca Lombardi riporta nel suo libro Le artiste e la città, pubblicato da Anicia, col quale recentemente ha contribuito alla riscoperta artistica di Maria Letizia e Laura Giuliani. I decenni Trenta e Quaranta furono gli anni della loro migliore espressione, poi il sodalizio artistico tra le due sorelle in parte si allentò e fu la vita a farlo. L’allontanamento di Laura dalla casa paterna dopo il matrimonio con l’architetto Mario Redini, le sopraggiunte maternità con compiti e doveri nuovi, gli impegni familiari resero meno allineate quelle strade fino ad allora parallele.
![]() |
Maria Letizia Giuliani, Presepe
|
Dopo la morte del padre Giulio Cesare, avvenuta nel 1954, Maria Letizia e Laura si dedicarono maggiormente al laboratorio di famiglia, sia realizzando i cartoni sia seguendo la realizzazione di vetrate per alcuni edifici sacri.
![]() |
Roma, Chiesa di S. Eugenio, S. Gregorio VII papa e San Pio V papa, foto e rielaborazione grafica di Barbara Belotti
|
Ancor prima della morte del padre, nel 1949, le due sorelle avevano preso parte alla creazione di nove raffigurazioni di pontefici per la chiesa romana di Sant’Eugenio e si trovarono impegnate, tra il 1953 e il 1971, nel completamento del ciclo di vetrate per la basilica di San Giuseppe nel quartiere Trionfale di Roma; in seguito furono realizzate le vetrate colorate dell’unica navata della chiesa di Santa Barbara alle Capannelle (1957-1961), quelle dell’Istituto penale per i minori di Casal del Marmo, sempre a Roma, e il rosone del Santuario di Santa Maria della Quercia a Viterbo, opere attribuibili alla creatività di Maria Letizia.
![]() |
Maria Letizia Giuliani, Rosone del Santuario di Santa Maria della Quercia a Viterbo
|
Alla sola Laura sono riferibili invece le vetrate delle chiese romane di S. Ignazio di Antiochia allo Statuario (1958-1965) e Regina Mundi (1971-1972). Per quest’ultima impresa furono utilizzate le “dalles de verre”, porzioni di vetro simili a mattonelle piuttosto spesse ottenute per colatura in appositi stampi, lasciate raffreddare e infine tenute insieme con cemento o resine epossidiche. A parità di superficie il vetro “dalles”, che si presenta in forma diversa uno dall’altro per levigatezza di superficie, colore e spessore, consentiva il passaggio di una quantità inferiore di luce, rispetto alla tradizionale tecnica con legatura a piombo, ma permetteva lo sviluppo di superfici molto ampie.
![]() |
Laura Giuliani, Regina Mundi, vetrata della chiesa Regina Mundi di Roma
|
Nell'abside della chiesa Regina Mundi Laura Giuliani rappresentò la Madonna, Regina del mondo e Madre del Carmelo come si legge nella parte inferiore della grande vetrata, secondo l’iconografia della donna vestita di luce dell'Apocalisse, « [...] con la luna ai suoi piedi e una corona di dodici stelle [...]»; al lato il profeta Elia con la spada di fuoco e san Simon Stock, protettore dell’ordine carmelitano. All’inaugurazione della vetrata presenziò Paolo VI, sotto il cui pontificato venne realizzata l’opera interamente finanziata dallo stesso papa.
![]() |
Laura Giuliani col fratello Tommaso presenta il bozzetto della vetrata Regina Mundi a papa Paolo VI, 1971
|
«Considero la vetrata per quello che è: pezzi di vetro colorato uniti con piombo che formano il disegno» — il commento di Laura Giuliani è riportato da Francesca Lombardi nel suo libro citato ‒ «Per questo impreziosisco la forma sfaccettandola, facendo brillare pezzi chiari sugli scuri; rompo l’intero colore delle figure facendo rientrare il colore del fondo. Cerco cioè di non costruire la figura sopra il fondo, ma di frammentarla in modo che essa non appaia in piena evidenza, intagliata sul fondo, e che non sia plastica. Dal punto di vista della grafica cerco che vi sia un equilibrio di fattura sull’intera vetrata: parti più elaborate e parti meno, non insistendo troppo sui volti».
![]() |
Laura Giuliani, Crocifissione
|
Traduzione francese
Lucrezia Pratesi
Maria Letizia et Laura Giuliani, peintres et maîtres verriers, sont nées à très peu de temps d’intervalle: la première le 9 février 1908, la seconde le 12 novembre de l’année suivante. Ensemble, elles ont traversé le XXe siècle, unies non seulement par l’affection et la sororité, mais aussi par une passion commune pour l’art.
![]() |
Giulio Cesare Giuliani, Vierge à l’Enfant
|
Filles de Giulio Cesare, à la tête des prestigieuses Vetrerie d’arte Giuliani de Rome, et d’Angelina Cisterna, elle-même fille du peintre Eugenio Cisterna, Maria Letizia et Laura ont nourri leur sensibilité pour les formes et les couleurs dans le cadre familial, comme un pain quotidien essentiel. L’atelier de leur père, l’un des plus prolifiques et réputés de la capitale dès les premières années du XXe siècle, ne fut pas immédiatement leur objectif professionnel et artistique, les deux jeunes filles ayant été initialement orientées vers des études d’institutrices; mais la proximité des langages et des techniques artistiques du père et du grand-père l’emporta finalement, les amenant à embrasser ce monde.
![]() |
Maria Letizia et Laura Giuliani, 1930
|
Au-delà des enseignements familiaux, les deux sœurs suivirent également des cours de dessin et de peinture dans certaines écoles privées romaines, telles que celle des artistes Giulia et Maria Biseo, à l’Académie de France, ou encore à l’École libre du nu, institution rattachée à l’Académie des Beaux-Arts, où elles pratiquèrent l’étude d’après modèle masculin — des expériences et des apprentissages loin d’être courants à l’époque. Nous sommes à la fin des années 1920 et au début des années 1930, lorsque les deux jeunes femmes firent leurs premières expériences dans le monde artistique: Maria Letizia accompagna son grand-père dans le cycle de fresques pour l’église San Giuseppe à Jesi, dans la réalisation de la mosaïque funéraire de la famille Agnelli à Villar Perosa, près de Turin, et dans la chapelle San Sisto de la cathédrale d’Anagni. Avec leur père Giulio Cesare, elles réalisent les cartons pour les vitraux de la nef centrale de l’église Santa Teresa d’Avila à Rome, représentant des images de saints, saintes et bienheureux de l’ordre carmélite.
![]() |
![]() |
Rome, église Santa Teresa d’Avila, cartons de Maria Letizia et Laura Giuliani, photo de Barbara Belotti |
Rome, église Santa Teresa d’Avila, cartons de Maria Letizia et Laura Giuliani, photo de Barbara Belotti
|
La peinture, en particulier celle de chevalet, conserve un charme particulier pour les deux sœurs, qui participèrent à plusieurs expositions dans les années 1930 et 1940. Laura débuta en exposant Paysage et Nature morte à la VIe Exposition du Syndicat fasciste des Beaux-Arts du Latium, en janvier 1936, et revint quelques mois plus tard avec Tête (fresque) et Paysage rustique lors de l’exposition des Beaux-Arts organisée par l’Association nationale fasciste des femmes artistes et diplômées, à laquelle elles étaient inscrites. L’année suivante, à la VIIe Exposition du même syndicat, elles exposèrent toutes deux deux œuvres chacune. Le lien pictural entre Maria Letizia et Laura se resserra encore lors de leur exposition personnelle organisée entre janvier et février 1939 à la galerie Bragaglia fuori commercio. «À cette occasion — où Laura présente trente œuvres, parmi des huiles, des fresques et des dessins, et Maria Letizia onze, majoritairement des huiles — la critique tente de démêler le “nœud qui unit les deux artistes”, l’une étant “le miroir de l’autre”, unies par une “complicité silencieuse”, non fondée sur l’amour mais sur la peinture. Ce jeu de reflets constant leur permettait d’explorer en profondeur les nombreuses sollicitations offertes par la peinture romaine des années 1930 et 1940 », écrit Mario Quesada, cité par Francesca Lombardi dans son livre Les artistes et la ville, publié par Anicia, qui a récemment contribué à redécouvrir le travail artistique de Maria Letizia et Laura Giuliani. Les décennies 1930 et 1940 furent les plus fécondes pour leur expression artistique. Par la suite, leur collaboration se relâcha quelque peu, du fait de la vie elle-même : le départ de Laura du foyer paternel après son mariage avec l’architecte Mario Redini, la maternité avec ses nouvelles responsabilités et tâches, ainsi que les engagements familiaux, éloignèrent peu à peu leurs chemins jusque-là parallèles.
![]() |
Maria Letizia Giuliani, Crèche
|
Après la mort de leur père Giulio Cesare, survenue en 1954, Maria Letizia et Laura se consacrent davantage à l’atelier familial, réalisant les cartons et supervisant la production de vitraux pour divers édifices religieux.
![]() |
Rome, eglise S. Eugenio, saint Grégoire VII pape et saint Pie V pape, photo et composition graphique de Barbara Belotti
|
Dès 1949, avant même la disparition de leur père, elles avaient participé à la création de neuf représentations de papes pour l’église romaine de Sant’Eugenio, puis elles s’occupèrent, entre 1953 et 1971, de l’achèvement du cycle de vitraux pour la basilique San Giuseppe, dans le quartier Trionfale de Rome. Ensuite vinrent les vitraux colorés de la nef unique de l’église Santa Barbara alle Capannelle (1957-1961), ceux de l’Institut pénitentiaire pour mineurs de Casal del Marmo, toujours à Rome, et la rosace du Sanctuaire Santa Maria della Quercia à Viterbo — des œuvres attribuées à la créativité de Maria Letizia.
![]() |
Maria Letizia Giuliani, rosace du sanctuaire Santa Maria della Quercia à Viterbo
|
Laura, quant à elle, est seule responsable des vitraux des églises romaines de S. Ignazio di Antiochia allo Statuario (1958-1965) et Regina Mundi (1971-1972). Pour cette dernière œuvre, elle utilisa la technique des “dalles de verre”, blocs épais obtenus par coulage dans des moules spécifiques, refroidis, puis assemblés avec du ciment ou des résines époxy. À surface égale, le verre “dalle”, dont chaque pièce varie par sa texture, sa couleur et son épaisseur, laisse passer moins de lumière que la technique traditionnelle au plomb, mais permet de couvrir de très grandes surfaces.
![]() |
Laura Giuliani, Regina Mundi, vitrail de l’église Regina Mundi de Rome
|
Dans l’abside de cette église, Laura Giuliani représenta la Vierge, Reine du monde et Mère du Carmel — comme l’indique la base du grand vitrail — selon l’iconographie de la femme vêtue de lumière de l’Apocalypse, « [...] avec la lune à ses pieds et une couronne de douze étoiles [...]» ; à ses côtés, le prophète Élie, brandissant son épée de feu, et saint Simon Stock, protecteur de l’ordre carmélite. Paul VI assista à l’inauguration du vitrail, réalisé entièrement sous son pontificat et financé par ses soins.
![]() |
Laura Giuliani avec son frère Tommaso présente l’esquisse du vitrail Regina Mundi au pape Paul VI, 1971
|
«Je considère le vitrail pour ce qu’il est : des morceaux de verre coloré assemblés au plomb formant un dessin », commente Laura Giuliani, citée par Francesca Lombardi dans son ouvrage. « C’est pourquoi j’enrichis la forme en la facettant, en faisant briller des morceaux clairs sur les foncés ; je casse la couleur uniforme des figures en y intégrant celle du fond. J’essaie de ne pas construire la figure au-dessus du fond, mais de la fragmenter de manière à ce qu’elle ne se détache pas de manière évidente, ni ne paraisse sculptée. Du point de vue graphique, je cherche un équilibre de traitement sur l’ensemble du vitrail : des parties plus élaborées et d’autres moins, sans trop insister sur les visages.».
![]() |
Laura Giuliani, Crucifixion
|
Traduzione spagnola
Gabriela Zappulla
Maria Letizia y Laura Giuliani, pintoras y maestras sopladoras del vidrio, nacieron a poca distancia de tiempo: la primera nació el 9 de febrero de 1908 y la segunda el 12 de noviembre del año siguiente. Juntas atravesaron el siglo XX, unidas no sólo por el afecto y la hermandad, sino también por la misma pasión por el arte.
![]() |
Giulio Cesare Giuliani, Virgen con niño
|
Hijas de Giulio Cesare Giuliani, director de las prestigiosas cristalerías de arte Giuliani de Roma, y de Angelica Cisterna, hija a su vez del pintor Eugenio Cisterna, Maria Letizia y Laura absorbieron la sensibilidad por las formas y por el color dentro del hogar como si fuera un nutritivo pan cotidiano. El laboratorio de arte paterno, uno de los más prolíficos y renombrados de la capital desde los primeros años del siglo XX, no fue inmediatamente el objetivo profesional y artístico de las chicas, orientadas en cambio hacia estudios para ser maestras; sin embargo, la proximidad con el lenguage y los medios artísticos de su padre y de su abuelo acabó por imponerse y las llevó a medirse con este mundo.
![]() |
Maria Letizia y Laura Giuliani, 1930
|
Mas allá de las enseñanzas en la familia, las dos hermanas atendieron también cursos de dibujo y de pintura en algunas escuelas privadas romanas, como la de las artistas Giulia y Maria Biseo, en la Academia de Francia y en la Escuela Libre del Desnudo, institución entrelazada con la Academia de Bellas Artes, donde practicaban el estudio de modelos masculinos, experiencias y enseñanzas no tan obvias para esa época. Estamos a finales de los años veinte y principios de los años treinta y también para las dos jóvenes comienzan las primeras experiencias directas en el mundo artístico: Maria Letizia ayudó a su abuelo en el ciclo de frescos para la iglesia de San José en Iesi, en la realización de la decoración de mosaicos de la capilla funeraria de la familia Agnelli en Villar Perosa, cerca de Turín, y en la capilla de San Sixto en la catedral de Anagni; en colaboración con el padre Giulio Cesare realizaron los cartones para las vidrieras de la nave central de la iglesia de Santa Teresa de Ávila en Roma, que representan imágenes de santos, santas y beatos de la orden carmelita.
![]() |
![]() |
Roma, Iglesia de Santa Teresa de Ávila, cartones de Maria Letizia y Laura Giuliani, foto de Barbara Belotti |
Roma, iglesia de Santa Teresa de Ávila, figuras de cartón de Maria Letizia y Laura Giuliani, foto de Barbara Belotti
|
La pintura, especialmente la de caballete, ejercía una fascinación particular sobre ambas hermanas y, entre los años treinta y cuarenta, participaron en varias exposiciones. Laura empezó exponiendo Paisaje y Naturaleza muerta en la VI Exposición del Sindicato Fascista Bellas Artes del Lacio, en enero de 1936, respondiendo unos meses más tarde con Cabeza, un fresco, y el cuadro Paisaje rustico en la Exposición de Bellas Artes organizada por la Asociación Nacional Fascista Mujeres Artistas y Graduadas, institución a la que ambas estaban afiliadas. El año siguiente, en la VII Exposición del Sindicato fascista Bellas Artes del Lacio, ambas expusieron dos obras cada una. La colaboración pictórica entre Maria Letizia y Laura se hizo cada vez más estrecha con la exposición personal organizada, entre enero y febrero de 1939, en la Galería Bragaglia, fuera de comercio. <>. Esta es la valoración crítica de Mario Quesada que Francesca Lombardi recoge en su obra Las artistas y la ciudad, publicado por Anicia, con la que recientemente ha contribuido al redescubrimiento artístico de Maria Letizia y Laura Giuliani. Los años Treinta y Cuarenta fueron los de su mejor expresión, después la asociación artística entre las dos hermanas se aflojó en parte y la vida también. La marcha de Laura de la casa paterna tras su matrimonio con el arquitecto Mario Redini, la llegada de la maternidad con nuevas tareas y obligaciones, y los compromisos familiares hicieron que esos caminos hasta entonces paralelos, estuvieran menos alineados.
![]() |
Maria Letizia Giuliani, Pesebre
|
Tras la muerte del padre Giulio Cesare, ocurrida en el 1954, Maria Letizia y Laura se dedicaron más al laboratorio familiar, tanto a la realización de cartones como a la producción de vidrieras para algunos edificios sagrados
![]() |
Roma, Iglesia de S. Eugenio, S. Gregorio VII papa y San Pio V papa, foto y reelaboración grafica de Barbara Belotti
|
Ya antes de la muerte del padre, en el 1949, las dos hermanas habían participado en la creación de nueve retratos de papas para la iglesia romana de San Eugenio y, entre 1953 y 1971, participaron en la realización del ciclo de vidrieras de la basílica de San José en el barrio Trionfale de Roma; luego fueron realizadas la vidrieras coloradas de la única nave de la iglesia Santa Barbara alle Campanelle (1957-1961), las del Instituto Penal de menores de Casal del Marmo, también en Roma, y el rosetón del Santuario de Santa Maria della Quercia de Viterbo, obras atribuibles a la creatividad de Maria Letizia.
![]() |
Maria Letizia Giuliani, Rosetón del Santuario de Santa Maria della Quercia en Viterbo
|
Las vidrieras de las iglesias romanas de S. Ignacio de Antioquia en el Estatuario (1958-1965) y Regina Mundi (1971-1972), se deben exclusivamente a Laura. Para estas últimas empresas se utilizaron las “dalles de verre”, losas de vidrio parecidas a azulejos bastante gruesas obtenidas colando el vidrio fundido en moldes especiales, dejadas enfriar y finalmente unidas con cemento o resinas epoxídicas. Con la misma superficie las losas de vidrio “dalles”, cada una diferente de la otra por la lisura de su superficie, el color y el grosor, dejaban pasar menos luz comparadas con la técnica tradicional de pegado con plomo, pero permitían desarrollar superficies muy amplias.
![]() |
Laura Giuliani, Regina Mundi, vidriera de la iglesia Regina Mundi de Roma
|
En el ábside de la iglesia Regina Mundi, Laura Giuliani representó a la Virgen, Reina del mundo y Madre del Carmelo, como se lee en la parte inferior de la gran vidriera, según la iconografía de la mujer vestida de luz del Apocalipsis, « [...] con la luna a sus pies y una corona de doce estrellas [...]», al lado el profeta Elia con la espada de fuego y san Simón Stock, protector de la orden carmelita. A la inauguración de la vidriera Asistió Pablo VI, bajo cuyo pontificado la obra fue realizada y enteramente financiada por el propio papa.
![]() |
Laura Giuliani con el hermano Tommaso presenta el boceto de la vidriera Regina Mundi al papa Pablo VI, 1971
|
«Considero la vidriera por lo que es: trozos de vidrio coloreado, unidos con plomo que forman el diseño» - el comento de Laura Giuliani es recogido por Francesca Lombardi en el estudio ya citado - «Por eso embellezco la forma facetándola, haciendo brillar los trozos claros sobre los oscuros; rompo todo el color de las figuras haciendo entrar el color del fondo. Es decir, intento no construir la figura sobre el fondo, sino fragmentarla para que no aparezca plenamente a la vista, tallada en el fondo, y para que no sea plástica. Desde el punto de vista del grafismo, intento que haya un equilibrio de factura en toda la vidriera: partes más elaboradas y partes menos, sin insistir demasiados en los rostros».
![]() |
Laura Giuliani, Crucifixión
|
Traduzione inglese
Syd Stapleton
Maria Letizia and Laura Giuliani, painters and master glassmakers, were born very close to each other - the former on February 9, 1908, and the latter on November 12 of the following year. Together they traversed the twentieth century bound not only by affection and sisterhood, but by the same passion for art.
![]() |
Giulio Cesare Giuliani, Madonna and Child
|
Daughters of Giulio Cesare, head of the prestigious Giuliani Art Glassworks in Rome, and Angelina Cisterna, daughter in turn of the painter Eugenio Cisterna, Maria Letizia and Laura absorbed a sensitivity to form and color within the walls of their home, as if it were a nourishing daily bread. Their father's art workshop, one of the most prolific and renowned in the capital since the early 20th century, was not immediately the professional and artistic goal of the two girls, who were instead directed toward teaching studies. Their proximity to the languages and artistic means of their father and grandfather, however, eventually prevailed and led them to an engagement with that world.
![]() |
Maria Letizia and Laura Giuliani, 1930
|
Beyond the teachings in the family, the two sisters also attended drawing and painting courses in some private schools in Rome, such as that of the artists Giulia and Maria Biseo, in the Academy of France and in the Free School of the Nude, an institution intertwined with the Academy of Fine Arts, where they practiced in the study from life of male models, experiences and teachings not so obvious for that period. In the late 1920s and early 1930s the first direct experiences in the artistic world for the two young women began. Maria Letizia joined her grandfather in a cycle of frescoes for the church of San Giuseppe in Iesi, in the realization of the mosaic decoration of the Agnelli family's funeral chapel in Villar Perosa, near Turin, and in the chapel of San Sisto in the Cathedral of Anagni. In collaboration with her father Giulio Cesare, they made the designs for the stained-glass windows of the nave of the church of Santa Teresa d'Avila in Rome, depicting images of saints, holy men and women and blessed of the Carmelite order.
![]() |
![]() |
Rome, Church of St. Teresa of Avila, designs by Maria Letizia and Laura Giuliani, photo by Barbara Belotti |
Rome, Church of Santa Teresa d’Avila, cardboard cutouts by Maria Letizia and Laura Giuliani, photo by Barbara Belotti
|
Painting, especially easel painting, remained a particular fascination for both sisters, and between the 1930s and 1940s, there were several participations in exhibitions. Laura began by exhibiting Landscape and Still Life at the VI Exhibition of the Fascist Fine Arts Union of Lazio, in January 1936, replicating a few months later with Head, in fresco, and the painting Rustic Landscape in the Fine Arts Exhibition organized by the National Fascist Women Artists and Graduates Association, an institution of which they were members. The following year, at the 7th Exhibition of the Fascist Fine Arts Union of Lazio, they both exhibited two works each. The pictorial association between Maria Letizia and Laura grew closer and closer with the solo exhibition organized, between January and February 1939, at the off-trade Galleria Bragaglia. "On that occasion - which saw Laura exhibit thirty works, including oils, frescos and drawings, and Maria Letizia eleven, mostly oils - critics also exerted themselves in attempting to untangle the "tangle that knots the two artists," one "mirroring the other," linked by a "silent complicity," which "has for its object not love but painting, so that the continuous reflection of one in the other serves, for one and the other, to better fathom the many solicitations offered by Roman painting in the 1930s and 1940s." This is the critical judgment of Mario Quesada that Francesca Lombardi reports in her book Le artiste e la città, published by Anicia, with which she recently contributed to the artistic rediscovery of Maria Letizia and Laura Giuliani. The 1930s and 1940s were the years of their best expression, then the artistic partnership between the two sisters partly loosened as did the links between their lives. Laura's estrangement from her father's house after her marriage to architect Mario Redini, the onset of motherhood with new tasks and duties, and family commitments made those hitherto parallel paths less aligned.
![]() |
Maria Letizia Giuliani, Nativity
|
After the death of their father, Giulio Cesare, in 1954, Maria Letizia and Laura devoted themselves more to the family workshop, both making designs and pursuing the creation of stained-glass windows for some sacred buildings.
![]() |
Rome, Church of S. Eugenio, S. Gregory VII pope and St. Pius V pope, photo and graphic reworking by Barbara Belotti
|
Even before their father's death in 1949, the two sisters had taken part in the creation of nine depictions of pontiffs for the Roman church of St. Eugene and found themselves engaged, between 1953 and 1971, in completing the cycle of stained-glass windows for the basilica of St. Joseph in Rome's Trionfale district. Later they created the stained-glass windows of the single nave of the church of Santa Barbara alle Capannelle (1957-1961), those of the penal institute for minors in Casal del Marmo, also in Rome, and the rose window of the Sanctuary of Santa Maria della Quercia in Viterbo, works attributable to Maria Letizia's creativity.
![]() |
Maria Letizia Giuliani, Rosone of the Sanctuary of Santa Maria della Quercia in Viterbo
|
The stained-glass windows of the Roman churches of S. Ignazio di Antiochia allo Statuario (1958-1965) and Regina Mundi (1971-1972), on the other hand, can be attributed to Laura alone. For the latter undertaking, "dalles de verre," portions of glass similar to rather thick tiles obtained by casting in special molds, left to cool and finally held together with cement or epoxy resins, were used. For the same surface area, "dalles" glass, which differed in shape from one another in surface smoothness, color and thickness, allowed less light to pass through, compared to the traditional lead-bonded technique, but allowed the development of very large surfaces.
![]() |
Laura Giuliani, Regina Mundi, stained-glass window of the Regina Mundi church in Rome
|
In the apse of the Regina Mundi church Laura Giuliani represented Our Lady, Queen of the World and Mother of Carmel as seen in the lower part of the large stained-glass window, according to the iconography of the woman clothed in light of Revelation, «[...] with the moon at her feet and a crown of twelve stars [...]» ,at the side the prophet Elijah with the sword of fire and St. Simon Stock, protector of the Carmelite order. The unveiling of the stained-glass window was attended by Paul VI, under whose pontificate the work was made, financed entirely by the pope himself.
![]() |
Laura Giuliani with her brother Tommaso presenting the sketch of the Regina Mundi stained-glass window to Pope Paul VI, 1971
|
«I consider the stained-glass window for what it is: pieces of colored glass joined with lead that form the design» - Laura Giuliani's comment is reported by Francesca Lombardi in her cited book - «For this I embellish the form by faceting it, making light pieces shine on the dark ones. I break the whole color of the figures by making the color of the background re-enter. That is, I try not to build the figure on top of the background, but to fragment it so that it does not appear in full view, carved into the background, and so that it is not plastic. From the point of view of graphics, I try for there to be a balance of workmanship on the whole stained-glass window: more elaborate parts and less elaborate parts, not insisting too much on the faces»..
![]() |
Laura Giuliani, Crucifixion
|