Sardegna e Toponomastica:{jb_br}i numeri della disparità

Un incalzante video dell’associazione Pari o Dispare racconta i numeri della disparità femminile così come pure diversi studi specifici stanno evidenziando in maniera sempre più frequente.
La Relazione annuale 2011 della Banca d'Italia ha dedicato –per la prima volta– un capitolo al ruolo delle donne nell'economia italiana: questo studio evidenzia un divario di genere che riguarda il livello delle retribuzioni, il raggiungimento delle posizioni apicali, la carriera e l'iniziativa imprenditoriale non più sostenibile anche dal punto di vista economico.

Bene, grazie alla ricerca che conduce Toponomastica femminile possiamo aggiungere un altro dato.
Meno del 5% delle strade sono dedicate alle donne e questo in tutt'Italia, isole comprese. Il divario di genere contraddistingue dunque anche le scelte operate per l’intitolazione degli spazi urbani che percorriamo e frequentiamo nella nostra quotidianità. Dall’inizio dell’anno abbiamo chiesto ai Comuni gli stradari, quando non presenti nei siti istituzionali, e abbiamo letto le intitolazioni con un’ottica di genere. I dati sono ancora parziali ma emergono comunque i primi e significativi elementi che dubitiamo possano essere sostanzialmente smentiti una volta completato il censimento.
Potenza della matematica: con tre numeri t’inquadra una realtà. I dati sono incontrovertibili e, in questo caso, non lasciano molto spazio a fantasiose interpretazioni.

In Sardegna i Comuni esaminati sono 96 su un totale di 377 (25%) e sinora questi sono numeri: su 14.170 strade censite, ben 6.764 hanno un’intitolazione al maschile (48%) e soltanto 649 (4,6%) sono le strade dedicate alle donne comprese madonne, sante e beate (un totale di 247 vie che, in diversi casi, fanno riferimento a edifici chiesastici presenti nei centri abitati).La componente “laica” della rappresentanza femminile quindi si riduce ulteriormente e, se si affina la lettura del dato, si rileva che dominano le figure di Grazia Deledda (presente in 84 Comuni), Eleonora D’Arborea (60) quindi le Regine Margherita (28) ed Elena (25).Seguono in ordine Emanuela Loi (12 Comuni), Maria Carta (9), Maria Montessori (8). Compaiono in non più di tre o cinque Comuni figure femminili di rilevanza nazionale o internazionale come Nilde Iotti, Ilaria Alpi e Marie Curie assieme alle nostre Giudicesse Adelasia e Benedetta . In pratica assenti le artiste e le scienziate: Edina Altara (1 Comune), Artemisia Gentileschi (1), Caterina Scarpellini (1), e Ernestina Paper (1).
La presenza di un gruppo di donne che rivestono interesse per le comunità locali (maestre, politiche, benefattrici, scrittrici) completano questo quadro sintomatico non solo di una diffusa misoginia ambientale, ma soprattutto di una scarsa “fantasia” – che ha caratterizzato sino ad oggi queste scelte.

Alcuni esempi: Cagliari: su 1520 vie, piazze e vicoli, 787 sono intestate a uomini e 59 a donne; Sassari: su 946 vie, 488 intestate a uomini e 38 a donne; Olbia: su 1519 strade, 484 intestate agli uomini e 43 a donne; Quartu S.E.: su 791 strade, 320 intestate a uomini e 22 a donne; Iglesias: su 519 strade, 191 intestate a uomini e 22 a donne; Tortolì: su 340 strade, 158 intestate a uomini e 5 a donne; Porto Torres: su 243 strade, 154 intestate a uomini e 8 a donne; Ozieri: su 289 strade, 201 a intestate uomini e 17 a donne; Ortacesus, unico Comune totalmente androcentrico sinora rilevato (su 44 strade, 32 sono intestate a uomini e nessuna alle donne), mentre nei Comuni di Belvì, Cheremule, Escalaplano, Gonnoscodina, Laerru, Lotzorai, Mamoiada, Putifigari una sola via è dedicata all’altra metà del cielo, rappresentata in genere da Grazia Deledda. Certo, non tutti i Comuni intestano le loro vie a personaggi (maschili o femminili che siano) nella stessa misura: alcuni stradari rilevano una impostazione meno “celebrativa” e le strade ricordano località, date, mestieri, flora etc. più che “personaggi”. In questa ottica di lettura i Comuni meno misogini sono Villanovatulo, Pau, Sennariolo, Escolca, S.Anna Arresi, Silius, Siniscola, Sadali mentre quelli dove è maggiore la disparità sono: Ortacesus, S.Giusta, Palmas Arborea, Ollastra, Escalaplano, Donori, Ussana, Paulilatino, Putifigari. La visione maschio-centrica nella odonomastica, si badi bene, non è un retaggio del passato: è viva e vegeta anche oggi.

A Cagliari, nel 2011, si sono decise le intitolazioni per 34 strade e una giunta tutta al maschile ha deliberato che una sola fosse dedicata ad una donna: Chiara Lubich. La nuova giunta comunale di Alghero si appresta (forse?) a deliberare una quantità notevolissima di intitolazioni per le quali, da quanto appreso mesi fa dalla stampa, sono state già proposti in gran parte nominativi al maschile.
Ciò dimostra ancora una volta l’inerzia e la difficoltà che un processo di cambiamento culturale incontra senza adeguati supporti normativi. Forse più donne nelle commissioni toponomastiche avrebbero potuto restituirci un quadro differente, forse norme inclusive e partecipative nei regolamenti avrebbero quanto meno favorito una discussione e delle scelte differenti? Forse.

Forse Comuni guidati da prime cittadine potrebbero mostrarsi più sensibili, dal momento che comunque l’intitolazione di una via è prerogativa della giunta. Può darsi. Certo è che, ad esempio, in Italia ci sono attualmente 110 province e solo cinque di loro non hanno neanche una sindaca al governo; e tra queste, quella di Carbonia–Iglesias (dati elaborati dall’Ancitel 2012 per il sito Comuniverso.it). Ma allora possiamo immaginare che giunte meno squilibrate potrebbero mostrarsi più sensibili? Peccato però che, ad esempio, e sempre con riferimento alla provincia di Carbonia-Iglesias, su 23 giunte ben 10 sono totalmente al maschile e senza alcuna assessora. Ma non ci distraiamo con questi discorsi di politica, parliamo di topononomastica.

Quando abbiamo evidenziato questi numeri agli amministratori locali in occasione dell’iniziativa “8 Marzo: 3 donne, 3 strade”, poche e di differente segno sono state le reazioni da parte delle Amministrazioni. Alcune hanno fatto spallucce (roba frivola la toponomastica!…), altre hanno tentato pietose giustificazioni, alcune hanno promesso e/o attivato future azioni risarcitorie, qualcuna si è subito arresa all’evidenza e, nel giro di pochi giorni, ha voluto provvedere. Il Comune di Olmedo, aderendo all’iniziativa di Toponomastica Femminile (con delibera di giunta n. 21 del 8 Marzo 2012), ha deciso che le prossime nuove vie saranno dedicate ad Antonia Mesina, Madre Teresa di Calcutta, Nilde Jotti, Emanuela Loi, Elsa Morante, Anna Frank, Graziella Campagna, Edvige Carboni, Grazia Dore, Matilde Serao, Sibilla Aleramo, Principessa Mafalda (di Savoia), Rosa Luxemburg, Clara Zetkin, Teresa Noce, Teresa Mattei, Rita Montagnana, Lina Merlin, Joyce Lussu.

Donne di rilevanza straniera, italiana e locale, come avevamo suggerito, che affiancheranno le già presenti N. S. di Talia, Grazia Deledda, Eleonora d’Arborea e Maria Carta, programmando in questo modo un riequilibrio di genere nell’odonomastica che pone il Comune di Olmedo a livello della più civile Oslo (womensenews.org).

Per inciso e per caso a Olmedo la giunta è equilibrata, due assessori e 2 assessore? Il Comune di Gesico (combinazione… ancora una giunta equilibrata) ha recentemente aderito alla nostra iniziativa deliberando strade di donne e il Consiglio Comunale di Cagliari, in occasione della recente modifica del regolamento toponomastico, ha votato una mozione (il caso vuole presentata da una donna consigliera) che individua un interessante percorso inclusivo e democratico per la scelta di intitolazioni femminili, che ci auguriamo si attivi quanto prima. E Iglesias decide l’intitolazione di due strade a Maria Montessori e alla botanica sassarese Eva Mameli Calvino.
Insomma, qualcosa si muove. Siamo consapevoli che collegare “i numeri” delle donne nella vita politica delle comunità e i “numeri” della toponomastica può essere considerata operazione ardita: ma i numeri sempre quelli restano, da una parte e dall’altra.