Toponomastica femminile e democratica

In occasione della ricorrenza dell'otto marzo, sulle pagine di Sardegna Democratica avevamo raccontato dell'iniziativa promossa dal gruppo facebook di Toponomastica femminile, volta a censire su tutto il territorio nazionale la presenza femminile nell'odonomastica.
In conseguenza alle prime ma significative rilevazioni, che avevano evidenziato una presenza femminile assolutamente residuale (meno del 5%), il gruppo ha rivolto a tutte le amministrazioni l'invito ad aderire all'iniziativa 8 marzo: 3 donne, 3 strade impegnandosi a dedicare alle donne le successive tre intitolazioni.

L'iniziativa ha suscitato l'interesse dei media nazionali e internazionali e dopo tre mesi di ricerca e di censimento degli stradari, che ha sino a oggi riguardato un migliaio di Comuni italiani, il trend si è confermato: l'indice di femminilizzazione medio, vale a dire il numero di strade dedicate alle donne per ogni 100 vie intitolate a uomini, si aggira intorno all'8%.
Anche in Sardegna, dove sono stati oggetto di censimento per ora un centinaio di Comuni, si regista un situazione analoga. Quando si cerca di capire chi siano queste donne, il discorso e le considerazioni si fanno ancora più interessanti. Organizzando i censimenti per “categorie” (benefattrici, letterate, artiste, storiche... etc.) si evidenziano due elementi caratterizzanti: da un lato si evince che il martirologio è un tema dominante dei nostri stradari, dall'altro risulta evidente che la presenza femminile, già di per sé esigua, è per lo più composta da sante, madonne e beate.

In occasione del 25 aprile, il gruppo di Toponomastica femminile ha aperto un nuovo campo di indagine con l'obiettivo di individuare le partigiane ricordate dalle nostre strade. Quante sono e chi sono queste figure femminili della storia recente oggetto di memoria collettiva negli spazi urbani?
Il 2 giugno, festa della Repubblica, nasce un ulteriore filone di ricerca, che indaga in chiave toponomastica, sulle Madri della Costituzione, sul loro lavoro e l'eredità che ci hanno lasciato e si scopre che ben poche strade le separano dall'oblio.
Iniziative importanti sono state attivate con diversi Comuni, testate giornalistiche, blog...
Napoli studia un nuovo regolamento toponomastico, in ottica di genere, Catania apre alle scuole un concorso per la segnalazione di donne a cui intitolare le nuove vie, Potenza intraprende una consultazione popolare sul sito del Comune, Paese Sera crea una rubrica domenicale fissa sulle strade femminili della capitale, Dol's pubblica settimanalmente i resoconti toponomastici regionali.

In ultimo l'ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) ha dato il suo patrocinio alla ricerca e al convegno nazionale di Toponomastica femminile che si terrà a Roma il 6 e 7 ottobre prossimi.
Tante piccole e grandi realtà locali, stimolate da segnalazioni e pressing da parte del gruppo, cominciano ad immaginare un impianto viario in ottica di genere e lo fanno partendo dalle nostre proposte ma anche, come è più giusto che sia, individuando autonomamente percorsi virtuosi partecipativi e normativi che consentano di correggere l'attuale misoginia ambientale. Non manca però nemmeno uno sguardo alle esperienze all'estero che pure ci sono e con le quali ci stiamo raccordando e confrontando.

Da oggi inizieremo con Sardegna Democratica una collaborazione che racconterà e illustrerà questo percorso, con l’auspicio che anche in Sardegna le amministrazioni si dimostrino sensibili e adottino atteggiamenti inclusivi.
Toponomastica femminile si mette al sevizio delle amministrazioni locali per segnalare assenze, individuare figure locali degne di memoria, elaborare biografie con l'obiettivo di fornire strumenti utili per rivedere la toponomastica con criteri paritari e democratici.
A partire da questa settimana, dunque, pubblicheremo una serie di articoli tematici sulla toponomastica femminile, collegando quadri della nostra isola a realtà nazionali, schede biografiche su protagoniste locali ad analisi trasversali sulle memorie femminili.