Trieste alla ricerca di memorie femminili

Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, nata duchessa a Monaco di Baviera il 24 dicembre 1837, come moglie di Francesco Giuseppe fu imperatrice d’Austria, regina apostolica d’Ungheria, regina di Boemia e di Croazia.
Nel giardino davanti alla stazione ferroviaria di Trieste, in piazza della Libertà, le è stato dedicato un monumento realizzato dallo scultore viennese Franz Seifert. La statua venne tolta dal suo sito nel 1921 a seguito di forti movimenti irredentisti e rimessa alla fine degli anni ’90. La sua effige troneggia sulla pietra del Carso, circondata da bassorilievi che omaggiano i suoi popoli e i simboli di bellezza e libertà che l’Imperatrice perseguì per tutta la sua vita.

Non ci piace il sito – perché lascia supporre che Elisabetta non entro in città ma si limitò a far visita a Massimiliano a Miramare – non è bella la statua e, soprattutto, la scritta posta in basso, con il solo nome di Elisabetta, non aiuta a sapere chi rappresenti.
Statue a lei dedicate sono a Vienna, Budapest, Merano, due a Ginevra, di cui una sul lungolago dov’è stata uccisa e un’altra, recente, nei giardini del Casino Park Hotel a Madeira. Un suo busto si trova nella sua villa a Corfù. Forse sono poche, per ciò che Elisabetta ha rappresentato.

amaliaIn questa sede, più che esaltare la sua figura, vorremmo semplicemente dire che il monumento in piazza Libertà dovrebbe essere quanto meno arricchito di una targa descrittiva che parli di lei alle nuove generazioni e ai tanti cittadini del mondo che passano di lì. Sarebbe bello, in realtà, intitolare a lei quella piazza che conserva l’unico monumento cittadino dedicato ad una donna. A Maria Teresa d’Asburgo, come a tante altre triestine di rilievo, non è stata dedicata neppure una via. L’artista Miela Reina ha dato il suo nome al teatro comunemente chiamato Miela, mentre la partigiana Alma Vivoda è ricordata da un piccolo monumento che ne segna il luogo della morte, ma pesa la mancanza di un’immagine che ritragga la prima donna italiana assassinata dal fascismo. Qualche raro busto nel Giardino Pubblico è dedicato a donne della cultura.

Altro, ci sembra che non vi sia, ma siamo invece rappresentate dalle due sarte senza nome che cuciono bandiere aspettando i bersaglieri arrivati nel 1918 e da due belle ragazze alla fontana di Barcola e alla fine della pineta, anch’esse anonime!
Mi chiedo, e chiedo al Sindaco e al Consiglio comunale, se non sarebbe ora di scrivere pagine nuove della storia per sottrarre all’oblio la cittadinanza femminile.
Con questo obiettivo, il Forum delle donne di Trieste propone alle scuole di ogni ordine e grado di aiutare la città a riscoprire le sue memorie femminili partecipando al Concorso nazionale “Sulle vie della parità”, indetto da Toponomastica femminile e FNISM e patrocinato dal Senato della Repubblica.
Mercoledì 15 gennaio, alle ore 12.30, il Forum presenterà il bando all’ Harry’s Bar del Grand Hotel “Duchi d’ Aosta” di piazza Unità, perché crede, fermamente crede, che sia necessario valorizzare il contributo offerto dalle donne alla costruzione della società.

logoTrieste.definitivocastellomiramaretrieste520