Le vie delle donne che vorremmo

 

Elsa Schiaparelli

Elsa SchiaparelliUn linguaggio di haute couture assolutamente originale ed eccentrico quello di Elsa Schiaparelli, spesso contrapposto a quello sobrio e classico di Chanel.
Nata a Roma nel 1890 e cresciuta a Palazzo Corsini in un ambiente intellettuale, si trasferì poco più che ventenne prima a Londra e poi a New York, dove frequentò gli ambienti dadaisti. Giunta nel 1922 a Parigi cominciò la sua carriera di stilista inventando una moda in continua evoluzione, rivolta a una donna indipendente e libera da pregiudizi, coinvolgendo nella progettazione delle collezioni gli amici artisti come Cocteau, Dalì, Man Ray. Capì presto l’importanza dell’abito impostato su taglie standard e pronto per la vendita, intuendo che le sfilate erano vetrine, ma che la vera moda si faceva con il prêt–à-porter. Fu lei a introdurre la cerniera lampo, più comoda e pratica dei piccoli bottoncini che chiudevano gli abiti, ad inventare il colore rosa shocking.
L’immaginazione e l’inconsueto con lei entrarono nell’abbigliamento: ecco quindi i cappelli scarpa, i tailleurs con tasche che evocano cassetti, i guanti con le unghie lunghe, i primi bracciali e orecchini in plexiglas, i bottoni dalle forme più strane (labbra, trapeziste, calamai). Dagli anni ’30 cominciò anche a creare e produrre profumi nel suo atelier di profumeria.

Elsa Schiaparelli chiuse la sua casa di moda nel 1954 e si dedicò a scrivere le sue memorie Shocking Life.
È morta a Parigi nel 1973.

di Barbara Belotti


Fernanda Gattinoni

Fernanda GattinoniNata a Cocquio Trevisago, in provincia di Varese, nel 1906, Fernanda Gattinoni lasciò giovanissima l’Italia negli anni Venti, dividendosi tra Londra e Parigi.
Iniziò la sua carriera dapprima come costumista per passare in breve tempo a lavorare a pieno titolo nel mondo della moda. Frequentò Buckingam Palace e conobbe molte donne famose, da Wally Simpson a Mae West, l'attrice americana prediletta da Dalì.
Nel salotto parigino di Ina Claire, dove era stata invitata a mostrare i modelli della Maison Molyneux per cui lavorava, incontrò Coco Chanel che le offrì di lavorare nel suo atelier. Ma la giovane le preferì l'Italia e la sartoria milanese Ventura, dove andò a lavorare nel 1930. Da subito apprezzata per le sue straordinarie capacità creative, quattro anni dopo ottenne la direzione stilistica della sede romana della Maison e nella capitale rimase fino alla fine dei suoi giorni, nel novembre 2002.

Nel 1946, aperto il proprio atelier, realizzò finalmente il primo abito con l'etichetta Gattinoni: un tailleur di velluto verde per l'attrice Clara Calamai. Ebbe clienti famose dell'aristocrazia, del mondo della politica e soprattutto dello spettacolo, da Ingrid Bergman ad Anna Magnani, a Elisabeth Taylor, fino a Audrey Hepburn per cui realizzò gli abiti indossati nel film Guerra e Pace, ottenendo la nomination all'Oscar per i costumi.
Negli anni Sessanta fu la prima stilista a portare la moda italiana negli Stati Uniti dove i suoi capi sfilarono alla Casa Bianca per Jackie Kennedy.

di Alessandra Uguccioni


Coco Chanel

Coco ChanelCreatrice di moda, traeva la sua ispirazione dalla gente comune, in un’epoca in cui dominavano lustrini, piume, impalcature.
Mademoiselle Chanel, all’anagrafe Gabrielle Bonheur Chanel, era nata a Saumur nel 1883, in una famiglia povera. Allevata dalle suore in un orfanatrofio (da qui la sua predilezione per il bianco e nero e l’austerità del suo stile), iniziò a lavorare come commessa e fece anche la cantante (pare che il soprannome “Coco” fosse dovuto ad una canzone con cui si esibiva). Dagli amanti preferì farsi finanziare piuttosto che farsi sposare: grazie a loro aprì i suoi primi negozi.
Impose uno stile sobrio ed elegante, con i suoi “tailleur” di foggia maschile, creati per una donna dinamica e moderna. Lanciò la moda del capello corto, accorciò anche le gonne. Disegnò gioielli e costumi per il teatro.>br>Il celeberrimo profumo Chanel N°5 fu innovativo anche per la stranezza del nome e l'essenzialità del flacone.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale impose però un'improvvisa battuta di arresto. Coco fu costretta a chiudere. Sospettata per una sua relazione con un ufficiale tedesco, nel ’44 fu addirittura arrestata e rilasciata poco dopo. Nel '54 riaprì la Maison e inventò la borsa matelassée, trapuntata, con un cinturino affinché si potesse portare più comodamente a tracolla.
Morì nel 1971.

Il suo genio, il suo carattere, il suo coraggio ne hanno fatto una protagonista della storia e del costume del ’900. Fino all’ultimo non ha smesso di combattere, regale e generosa, impetuosa e collerica.

di Livia Capasso