X Municipio - Le vie delle donne

 

Livia Drusilla

Livia DrusillaLivia Drusilla ha incarnato nell'antica Roma un modello di donna che ancora oggi, dopo più di duemila anni, fatica ad affermarsi: infatti per tutta la vita ha voluto essere una donna a tutto tondo, allo stesso tempo moglie, madre, imperatrice.

Nata nel 58 a.C. da una delle famiglie romane più antiche ed illustri, la gens Livia, dopo un primo matrimonio con il pretore Tiberio Claudio Nerone, nel 39 a.C. incontra a Roma Ottaviano: la tradizione ci parla di un amore travolgente, che spingerà il futuro imperatore a divorziare dalla prima moglie e a prendere subito in sposa Livia. I due resteranno legati per oltre cinquant’anni, visti alternativamente come una coppia di saldi principi o come una coppia caratterizzata da una doppia moralità. Livia fu sempre vicina al marito e attenta consigliera, ebbe un ruolo importante anche nelle scelte per la successione. Si iniziò presto a sospettare di sue ingerenze volte a favorire l'ascesa politica dei due figli di primo letto, in particolare l'ascesa di Tiberio al potere imperiale. Le interferenze dell'imperatrice si spinsero forse troppo in là e finirono col guastare i rapporti con il figlio. L'astio fu talmente forte da indurre Tiberio a impedire al Senato di divinizzare la madre una volta morta, operazione avvenuta settanta anni dopo con l'imperatore Claudio che vorrà rendere onore a una personalità controversa ma grandiosa come quella della nonna.

di Livia Baldinelli


Livia Orestilla

Livia OrestillaNon capita spesso a una sposa di essere rapita durante il suo banchetto nuziale e ritrovarsi sposata al suo rapitore. Nessuna meraviglia se quest'uomo è il giovane imperatore Caligola (37-41 d.c.) già vedovo della prima moglie.
Le esigue fonti storiche su Caligola lo hanno reso noto solo per stravaganza, eccentricità e depravazione; sappiamo poco anche su Livia Orestilla. Svetonio riporta che Caligola, invitato alle nozze del brillante senatore Calpurnio Pisone –più tardi implicato nella congiura fallita contro Nerone– la porta via e la fa sua sposa, adducendo a giustificazione l'esempio di Romolo (ratto delle Sabine) e di Augusto (rapimento di Scribonia e Livia Drusilla, bisnonna dello stesso Caligola). Dunque il "buon esempio" in famiglia non mancava!

Livia Orestilla fu sua per breve tempo: nell'autunno del 38 Caligola s'invaghì di un'altra donna, la fece divorziare e la sposò, salvo ripudiare anche lei subito dopo. Delle quattro mogli di Caligola queste due sono quelle che hanno avuto vita coniugale più breve, ma nulla poteva il loro fascino agli occhi di un imperatore che divideva il suo cuore tra mogli, amanti e le tre sorelle, in particolare Drusilla, tenute more uxorio.

Di certo Livia Orestilla non ebbe vita felice: a due anni dal ripudio di Caligola fu mandata in esilio perché si diceva che fosse tornata con Pisone; entrambi relegati in isole diverse perché non stessero insieme.
Insomma un esempio di stalking vero e proprio.

di Giulia Basile


Lucrezia

LucreziaL'educazione femminile, nell'antica Roma, era articolata esclusivamente intorno all'ambiente domestico e alle virtù ad esso connesse: castità, riservatezza, modestia, pietà e senso dell'onore avevano un peso preponderante.
Per indurre le donne a tenere tali comportamenti, i romani utilizzavano esempi di personaggi femminili, veri o leggendari, sui quali veniva impostato il complesso sistema di racconti mitologici sulle origini della città e dello stato. La nascita della Repubblica, ad esempio, si fonda su un crimine compiuto contro una donna che rappresenta, in questo caso, l'intera comunità femminile romana: è Lucrezia, moglie di Collatino.

Sesto Tarquinio, figlio di Tarquinio il Superbo, ospite in casa di Collatino, in sua assenza si introdusse nella camera da letto di Lucrezia per abusare di lei. Di fronte alla resistenza della donna usò l'arma del ricatto: se non avesse acconsentito, l'avrebbe uccisa mettendole accanto il corpo di uno schiavo per dimostrare di averla colta in flagrante adulterio. Per evitare il disonore Lucrezia cedette, ma non potendo tollerare l'onta subita, richiamò marito e padre e sotto i loro occhi si trafisse con un pugnale. Il marito e il padre decisero di vendicarla guidando una sommossa popolare che cacciò i Tarquini da Roma.
L’episodio trasforma un oltraggio privato in una rivoluzione politica che abbatte la monarchia e instaurare la repubblica: a una donna, quindi, viene assegnato l’apice di un momento di transizione epocale per la loro storia romana. Ancora una volta però, a prezzo di uno stupro e di un sacrificio di sangue.

Tratto da: Roma. Percorsi di genere femminile, volume 1, Iacobelli, Roma, 2011.

di Alessandra Forteschi