Le vie delle donne che vorremmo

 

Elena Freda

elena-fredaElena Freda è romana, nasce alla fine dell’Ottocento ed è una matematica e una fisica, avendo conseguito la laurea in entrambe le discipline. Questo fatto le consente di coniugare l’astrattezza del linguaggio matematico con la concretezza dell’osservazione dei fenomeni fisici. L’originalità dei suoi lavori sta nel trattare le misure sperimentali all'interno di una rigorosa analisi matematica, seguendo le tradizioni di due scuole: quella di Vito Volterra e quella di Orso Maria Corbino. L’opera di Elena Freda è ancora poco studiata e conosciuta. Ha sempre lavorato in stretto contatto con Volterra di cui è stata una valida collaboratrice, anzi si può affermare che non ci sia lavoro di Volterra che non sia passato al vaglio di Freda.

Il maggior contributo scientifico di Elena Freda è rappresentato da un libro in francese del 1937 (Méthode des Caractéristiques pour l’intégration des équations aux dérivées partielles linéaires hyperboliques, Gauthier-Villars, Paris 1937) del quale Volterra stesso sottolinea l’originalità, il completamento di più risultati, l’attenzione ai rapporti tra analisi matematica e applicazioni fisiche, l’apertura a una prospettiva storica.

Il testo, che raccoglie un corso di lezioni di Freda, è anche innovativo per l’impiego dello strumento matematico in problemi ecologici ed economici. Elena Freda morì a Roma nel 1978.

di Rossella Palomba


Giuseppina Aliverti

giuseppina alivertiNata a Somma Lombardo (Varese) il 4 dicembre 1894, Giuseppina Aliverti si laureò in fisica a Torino nel 1919 col massimo dei voti; assistente di Alfredo Pochettino alla cattedra di Fisica sperimentale, si dedicò poi all’insegnamento universitario e alla ricerca sperimentale in Fisica terrestre. Già nel 1931 aveva inventato il cosiddetto “metodo dell’effluvio elettrico” per misurare la radioattività atmosferica.

Il metodo si basava sulla proprietà che ha l’effluvio, cioè il passaggio di cariche elettriche fra due elettrodi a elevata differenza di potenziale, di depositare su uno dei due elettrodi le particelle radioattive presenti nell’aria. Diresse dal 1937 al 1950 l'Osservatorio geofisico di Pavia e dal 1950 insegnò Meteorologia e Oceanografia all'Istituto superiore navale di Napoli. Ricevette nel 1963 la medaglia d'oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte; fu nominata Grande ufficiale al merito della Repubblica Italiana, Socia dell’Accademia Pontaniana di Napoli (1958), Socia corrispondente dei Lincei (1964) e dell’ Accademia di scienze e lettere di Milano (1969). Numerose le sue ricerche, in particolare nel campo dell’oceanografia.

Aliverti studiò l’interazione aria-mare, responsabile di quasi tutti i processi dinamici oceanici e atmosferici, e mise a punto il metodo di misurazione della radioattività atmosferica ancora oggi noto col suo nome. Pubblicò in volumi le sue lezioni e scrisse articoli in diverse riviste. Morì a Napoli nel 1982.

di Livia Capasso


Sophie Germain

sophie-germainNata e cresciuta nel democratico mondo delle discipline scientifiche allo scoppio della Rivoluzione Francese, la matematica Sophie Germain è un esempio di come il sessismo sia un fenomeno radicato anche in tempi e ambienti che celebrano Ragione e apertura culturale. Sophie dovette studiare da autodidatta perché la conoscenza della matematica non era considerata opportuna per una ragazza e, quando la biblioteca paterna non le fu più sufficiente, si finse uomo per ottenere le dispense dell’École Polytechnique di Parigi e poter inviare i propri lavori ai professori che vi insegnavano.

L’importanza delle sue scoperte fu riconosciuta già da alcuni contemporanei: Lagrange fu molto colpito dall’intelligenza di Antoine-August Le Blanc (lo pseudonimo usato da Sophie) e il più grande matematico moderno, Gauss, si prodigò per farle ottenere una laurea ad honorem. Entrambi gli studiosi, scoperta la vera identità di Le Blanc, sostennero il coraggio e la perseveranza con cui Sophie portava avanti le proprie ricerche, nonostante l’indifferenza ostentata dalla comunità scientifica nei confronti di una donna. Ma anche l’impegno di personaggi tanto illustri non fu sufficiente a salvarla dal maschilismo del suo tempo. I lavori che sottopose all’Institut de France vennero sistematicamente ignorati, senza tener conto della loro obiettiva rilevanza.

La sua maggiore conquista matematica è ancora oggi nota ai più come equazione di Lagrange.

di Tullia Padellini