Anna de Medici Granduchessa d'Austria

Anna de’ Medici venne al mondo nel luglio del 1616, ultima delle figlie femmine nate dall’unione fra Cosimo II e Maria Maddalena d’Austria.  Anna giocò un po’ il ruolo del jolly in una partita di alleanze fra dinastie dominanti.

La piccola Anna, suo malgrado, fu coinvolta nei destini matrimoniali delle sorelle maggiori Maria Cristiana e Margherita: rifiutata la prima a causa della sua infermità, scelta la seconda come nuova consorte per Odoardo Farnese, Anna giocò un po’ il ruolo del jolly in una partita di alleanze fra dinastie dominanti.

Il suo nome venne suggerito alla famiglia Farnese al posto di quello di Margherita quando la regina Maria de’ Medici provò a tessere i fili di un rinnovato legame fra Parigi e Firenze; vista l’impossibilità di cambiare le clausole matrimoniali con il ducato di Parma e Piacenza, la famiglia Medici pensò allora di proporre Anna alla corte francese nella speranza di mantenere in vita la possibilità di un matrimonio con Gastone d’Orléans. Entrambe le trattative fallirono e per lei si chiusero per il momento le prospettive nuziali.
Si riaprirono anni dopo quando fu deciso di farle sposare Ferdinando Carlo, arciduca d’Austria e conte del Tirolo, figlio di Claudia de’ Medici e quindi cugino diretto di Anna, che sposandolo diventava nuora di sua zia. Un bell’intreccio, non c’è che dire.
Anna non era più la ragazzina delle prime trattative matrimoniali, ma una giovane donna di trent’anni, un’età anomala per una sposa di quei tempi, soprattutto se confrontata con quella del marito che di anni ne aveva solo diciotto. Il matrimonio era stato voluto in primo luogo dalla zia Claudia de’ Medici che, morto il marito Leopold, era stata reggente per conto del figlio.
La ricordano non brillante come la sorella Margherita ma dal carattere gioviale, meno colta ma pur sempre una Medici e quindi amante dell’arte e della musica. A lei venne dedicata, dopo il 1630, una raccolta di monodie del compositore barocco Pietro Antonio Giramo, intitolata Hospedale degli Infermi d’amore, in cui le varie forme di follia amorosa erano presentate in toni scherzosi e alla nobildonna fiorentina venivano attribuiti modi ammiccanti capaci di produrre effetti taumaturgici: “i potenti sguardi degli occhi di Anna che possono curare tutte queste infermità di follia fantasiose e vani desideri del cuore umano”; anche la celebre compositrice e cantante Barbara Strozzi le dedicò, nel 1655, uno dei suoi componimenti, l’Opus 5, Sacri musicali affetti, ricambiata con ricchi doni dalla nobildonna toscana: una scatola e una collana entrambe d’oro e decorate con rubini.
Anna lasciò Firenze per recarsi a Innsbruck e sposare Ferdinando Carlo nel 1646, accompagnata dal fratello Leopoldo. La partenza fu preceduta da giorni di festeggiamenti “con festini, giostre, commedie in Musica, et altre allegrie”. Le nozze erano già state celebrate in Firenze e prima della partenza “si decise la mattina non solo per solennizzare con divozione tante festività ma per prendere i veri auguri d’un prospero viaggio andò la Ser.ma sposa insieme con la Ser.ma Gran Duchessa alla S.ma Nunziata con numeroso corteggio; al quale precedeva il S.r Principe Leopoldo per servir di braccio la Ser.ma Sposa. Sparsasi la voce che si dovessi scoprire quella miracolosissima imagine concorse quantità grandissima di popolo. Arrivate che furono le Ser.me Altezze alla chiesa si scoperse la detta imagine, incominciandosi poi la messa, alla quale si communicarono dette Altezze, onde terminata quella, e finite l’orazioni ritornarono a Palazzo con la Medesima pompa.”

Dall’unione fra Anna e Ferdinando Carlo vennero al mondo tre femmine. Quando Anna restò vedova, nel 1662, cominciarono i problemi con Vienna. Dato che dal matrimonio non erano nati eredi maschi, ad Anna e alle sue figlie venne sottratto il potere sui territori del Tirolo e dell’Austria Anteriore che passarono di diritto all’altro figlio di Claudia de’ Medici, Sigismondo Francesco. Alla morte di quest’ultimo quegli stessi diritti passarono alla corona asburgica, nonostante Anna rivendicasse per sé e per le figlie la discendenza e il controllo di quella parte dell’Austria un tempo guidata dal marito. Le trattative furono lunghe ma senza risultati positivi; la fortuna cambiò solo quando una figlia di Anna, Claudia Felicita, sposò l’imperatore Leopoldo I.
Della principessa Medici divenuta Arciduchessa d’Austria e contessa del Tirolo ci rimangono due dipinti:uno di Sustermans e uno di Giovanni Maria Morandi. Il primo ritratto ce la mostra ancora giovane, vestita con una sontuosa veste scura a campana decorata con perle, trine ai polsi e una gonfia gorgiera al collo. Composta e seria nell’espressione, Anna indossa anche dei preziosi gioielli, un elegante fermaglio fra i capelli e una ricchissima collana d’oro con perle e pietre preziose. Nel secondo dipinto, datato al 1666 circa, si mostra più in là con gli anni, chiusa negli abiti vedovili; un leggero velo scuro le copre il capo e l’acconciatura, isolandola dal panorama montuoso e dal cielo azzurro dietro alle spalle.
La vita non le ha risparmiato i dolori: quegli occhi “taumaturgici” capaci di curare i mali d’amore videro non solo la scomparsa del marito, ma anche la morte di tutte e tre le figlie, l’ultima delle quali, l’imperatrice Claudia Felicita, la precedette di pochi mesi nella tomba. Anna de’ Medici morì a Vienna nel 1676.

Il testo è tratto dalla ricostruzione storica pubblicata su “Memorie” nel sito www.toponomasticafemminile.com

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