Calendaria 2021 - Marcelle Lentz Cornette

Marcelle Lentz Cornette
Maria Pia Di Nonno



Martina Zinni

 

Su Marcelle Lentz Cornette (1927-2008), se ci affidassimo alle sole fonti rintracciabili sul web, non vi sarebbe quasi nulla da scrivere. E questo non perché il suo impegno a livello comunitario sia stato irrisorio o irrilevante, ma perché – e permane ancora oggi – esiste una forma ancora più subdola di discriminazione che affligge le donne, ovvero “l’oblio storico”. Tale forma di dimenticanza può essere imputata ad una serie di motivi tra cui: il non aver rivestito incarichi apicali, il non essere state al centro dell’interesse mediatico, l’essere proiettate verso azioni più concrete che di prestigio e così via discorrendo. Se invece ci affidassimo ad una ricerca di tipo tradizionale la situazione apparirebbe leggermente meno nebulosa, ma ad ogni modo poco soddisfacente. Ricercare documenti relativi alla storia delle donne negli archivi istituzionali risulta essere un’impresa non sempre agile. I documenti che pure, piano piano, è possibile rinvenire sono spesso non ordinati e catalogati univocamente – trattandosi, nella maggioranza dei casi, di tematiche considerate di secondaria importanza – sono spesso conservati in fondi e archivi differenti. Questo implica che una ricerca su una donna necessita, per forza maggiore, di un più intenso impegno e di più ingenti risorse. Ecco, dunque, un ulteriore motivo che potrebbe minare la buona volontà di studiose e studiosi nell’impegnarsi in siffatti percorsi di studio. Nel caso specifico di Marcelle Lentz, anche se si tratta di una prima ed iniziale ricerca, i documenti sono stati rivenuti principalmente negli Archivi Storici dell’Unione Europea di Firenze e presso gli Archivi Storici del Gruppo Ppe al Pe. Di estrema utilità sono risultate essere alcune risorse come: le riviste dell’epoca come "CD Europe" e "Donne d’Europa", i report ufficiali prodotti dal Gruppo del Ppe e i documenti ufficiali delle sedute plenarie del Parlamento Europeo. Sul profilo personale di Marcelle Lentz non è stato rinvenuto molto, ma se ne condividono le principali note biografiche affinché possano essere d’aiuto a future studiose e, si spera, anche futuri studiosi. Sappiamo che è nata il 2 marzo 1927 a Niederkorn e che ha conseguito un dottorato in Chimica alla Sorbona. Prima di giungere al Parlamento Europeo è stata insegnante, consigliera comunale di Belvaux e assessora comunale. Il 10 giugno del 1979 viene eletta alla Camera dei Deputati lussemburghese per poi assumere l’incarico, il 5 marzo del 1980, di europarlamentare in rappresentanza del Partito cristiano sociale del Lussemburgo in sostituzione dell’on. Jean Spautz che viene, a sua volta, designato Ministro dell’Interno.

In realtà nel 1979, sebbene Lentz sia tra le candidate alle elezioni a suffragio universale, è un’altra la donna che viene eletta per il Lussemburgo. Su un totale di 6 seggi il granducato vede, a ridosso degli scrutini del giugno 1979, l’elezione dell’on. Colette Flesch, del Partito democratico – classe 1937 e tuttora vivente – dimessasi dal Parlamento Europeo il 22 novembre 1980. Colette Flesch è, inoltre, la seconda donna lussemburghese, ed ancora prima delle elezioni a suffragio universale, a sedere nell’Assemblea Europea. La prima donna in assoluto, invece, a rappresentare il Lussemburgo è la celeberrima Astrid Lulling, esponente del Partito cristiano sociale. Ma Astrid Lulling (classe 1929 e vivente) non solo è la prima lussemburghese a sedere nel Parlamento Europeo (seppure ancora non eletto a suffragio universale) nel 1965, ma è anche una delle pochissime (forse l’unica) personalità che si è vista intitolare una sala di un’istituzione europea prima della propria morte, ovvero la sala di lettura, accessibile ai soli membri del Parlamento, posta al piano terra della sede del Parlamento Europeo di Bruxelles. Simone Veil e Louise Weiss hanno dovuto attendere molto di più, ad esempio, per vedersi riconoscere la prima l’Agora Simone Veil, nel 2017, adiacente all’entrata dell’edificio Altiero Spinelli del Parlamento a Bruxelles e la seconda il nuovo edificio del Pe a Strasburgo inaugurato nel 1999. Ma torniamo a Marcelle Lentz Cornette. Marcelle è dunque la terza lussemburghese a sedere nel Parlamento Europeo e, a partire dal marzo 1980, viene coinvolta nei lavori di alcuni Commissioni come: la Committee on the Environment, Public Health and Consumer Protection in veste di membro ufficiale e la Commissione sui diritti delle donne in veste di membro supplente. In quest’ultimo caso, sebbene non sia tra i membri ufficiali della Commissione temporanea costituita nell’ottobre del 1979, ne segue attivamente vicissitudini e iniziative. Partecipa attivamente anche ai lavori che conducono il 10 e l’11 febbraio del 1981 alla discussione, e alla votazione in seduta plenaria del Pe, del Rapporto finale prodotto dalla Commissione ad hoc ed anche noto, dal nome della relatrice, come Rapporto Maij Weggen. In quel rapporto – che rappresenta la pietra miliare della storia dei diritti delle europee prima nella Cee e poi nella Ue – Marcelle Lentz interviene senza negare i propri valori e prospettive politiche. Afferma, ad esempio, che l’aborto a suo avviso vada visto come un «dramma e una sconfitta individuale e sociale» e che è necessario limitarne il ricorso tramite apposite misure di prevenzione e di educazione sessuale. Rammenta, inoltre, che è non è sufficiente focalizzare l’attenzione solo sulle donne che svolgono un’attività professionale e che l’emancipazione femminile passa in primo luogo dalla famiglia. Certo la questione dell’aborto (ma ce ne sono altre) rappresenta uno dei temi più annosi che la Commissione ad hoc si trova ad affrontare. Se questo è innegabile, è altrettanto vero che le europarlamentari dimostrano di saper affrontare ogni questione nel giusto modo – consapevoli anche delle diverse prospettive di ogni componente – e ponendo sempre al centro, innanzitutto, i diritti delle donne europee.

In particolare sono le elette del 1979 a poter essere definite le pioniere dell’attuale Commissione Femm al Parlamento Europeo. Grazie alla loro capacità di fare rete e di trovare un punto di accordo e di mediazione, senza rinnegare i loro valori e diverse visioni politiche, non solo il Rapporto Weggen viene approvato (molte furono le opposizioni soprattutto degli uomini circa la questione dell’aborto, già citata), ma la stessa Commissione ad hoc, con natura temporanea, non viene soppressa. Al suo posto, nel 1981, viene istituita una seconda Commissione temporanea – la Commissione d’Inchiesta sui Diritti delle Donne (anch’essa temporanea) e nel 1984 la Commissione sui Diritti delle Donne con status di Commissione permanente. L’attuale Commissione Femm del Parlamento europeo è, dunque, la diretta discendente del lavoro e del contributo delle donne della Prima legislatura. Vi è, infine, un’ultima annotazione da fare e che potrebbe risultare utile per chi volesse in futuro approfondire la figura e la biografia di questa donna. Marcelle Lentz in alcuni documenti dell’epoca viene confusa con un’altra europarlamentare della Prima legislatura ed ovvero la tedesca Marlene Lenz (membro della Cdu): anch’ella coinvolta nella Commissione ad hoc e membro del Gruppo del Ppe al Pe. Un’assonanza che potrebbe rendere ancora più insidiosa la ricerca e l’analisi dei documenti d’archivio. Dunque, è questo un aspetto al quale dedicare dovuta attenzione. Intanto dopo il 1979 la carriera politica di Marcelle prosegue. Viene eletta al Pe nel 1984 (II legislatura 1984-1989) e, a seguire, riceve dei mandati al Consiglio d’Europa (1989-1999). Lì è altrettanto attiva nei lavori di alcune commissioni e nella predisposizione di studi, report e analisi. Si occupa ad esempio, nei primi anni Novanta, della condizione in Albania, dopo la caduta di Enver Hoxha, del rispetto dei diritti umani in Turchia e della situazione politica in Iran. Dopo questa data, a causa della mancanza di reperimento di fonti, le tracce di Marcelle Lentz Cornette si perdono. L’ultimo elemento che è stato possibile rinvenire sul sito ufficiale del Pe è la data della sua scomparsa: il 29 gennaio 2008.

 

Traduzione francese
Joelle Rampacci

Sur Marcelle Lentz Cornette (1927-2008), si on ne comptait que sur les sources traçables sur le web, il n'y aurait presque rien à écrire. Et ce n'est pas parce que son engagement au niveau communautaire ait été négligeable ou insignifiant, mais parce que - et ceci encore aujourd'hui - il existe une forme de discrimination encore plus subtile qui afflige les femmes, à savoir «l'oubli historique». Cette forme d'oubli peut être attribuée à un certain nombre de raisons dont: ne pas avoir occupé des postes de direction, ne pas avoir été au centre de l'intérêt médiatique, être projeté vers des actions plus concrètes que le prestige, et ainsi de suite... Si, en revanche, nous nous appuyions sur des recherches traditionnelles, la situation apparaîtrait un peu moins nébuleuse, mais en tout les cas peu satisfaisante. La recherche de documents relatifs à l'histoire des femmes dans les archives institutionnelles n'est pas toujours une entreprise agile. Les documents qu'il est cependant possible de trouver ne sont souvent pas triés et catalogués de manière univoque - car, dans la plupart des cas, les questions considérées comme d'importance secondaire - sont souvent conservées dans des fonds et des archives différents. Cela implique qu'une recherche sur une femme nécessite, par force majeure, un engagement plus intense et des ressources plus conséquentes. Voici donc une autre raison qui pourrait saper la bonne volonté des savants et des universitaires à s'engager dans de telles voies d'étude. Dans le cas particulier de Marcelle Lentz, même s'il s'agit d'une première et initiale recherche, les documents ont été retrouvés principalement dans les Archives historiques de l'Union européenne à Florence et dans les Archives historiques du Groupe Ppe al Pe. Certaines ressources ont été extrêmement utiles, comme : les magazines d'époque tels que "CD Europe" et "Femmes d'Europe", les rapports officiels produits par le Groupe PPE et les documents officiels des sessions plénières du Parlement européen. Peu de choses ont été trouvées sur le profil personnel de Marcelle Lentz, mais ses principales notes biographiques sont divulguées afin qu'elles puissent être utiles aux futurs chercheuses et, espérons-le, aux futurs chercheurs également. On sait qu'elle est née le 2 mars 1927 à Niederkorn et qu'elle a obtenu un doctorat en chimie à la Sorbonne. Avant de rejoindre le Parlement européen, elle était enseignante, conseillère municipale de Belvaux et adjointe au maire. Le 10 juin 1979, elle est élue à la Chambre des députés luxembourgeoise puis assume le poste, le 5 mars 1980, de député européen représentant le Parti chrétien-social du Luxembourg en remplacement du député Jean Spautz qui est, à son tour, désigné ministre de l'Intérieur.

En effet, en 1979, alors que Lentz figurait parmi les candidats aux élections au suffrage universel, une autre femme a été élue pour le Luxembourg. Sur un total de 6 sièges, le Grand-Duché voit, à peine après le scrutin de juin 1979, l'élection de la députée Colette Flesch, du Parti démocrate - née en 1937 et toujours en vie - elle a démissionné du Parlement européen le 22 novembre 1980. Colette Flesch est aussi la deuxième Luxembourgeoise, et avant même l’élection au suffrage universel, à siéger à l'Assemblée européenne. La première femme à représenter le Luxembourg est la célèbre Astrid Lulling, membre du Parti chrétien-social. Mais Astrid Lulling (née en 1929 et encore vivante) n'est pas seulement la première Luxembourgeoise à siéger au Parlement européen (même si pas encore élu au suffrage universel) en 1965, mais elle est aussi l'une des très rares (peut-être la seule) personnalité à avoir eu une salle d'une institution européenne intitulée à son nom avant sa mort, la salle de lecture, accessible uniquement aux députés, située au rez-de-chaussée du siège du Parlement européen à Bruxelles. Simone Veil et Louise Weiss ont dû attendre beaucoup plus longtemps, par exemple, pour être reconnues, la première, Agora Simone Veil, en 2017, à côté de l'entrée du bâtiment du Parlement Altiero Spinelli à Bruxelles et la seconde, le nouveau bâtiment de la Pe à Strasbourg inauguré en 1999. Mais revenons à Marcelle Lentz Cornette. Marcelle est donc la troisième Luxembourgeoise à siéger au Parlement européen et, à partir de mars 1980, elle est impliquée dans les travaux de certaines commissions telles que: la commission de l'environnement, de la santé publique et de la protection des consommateurs en tant que membre officiel et la Commission des droits des femmes comme membre suppléant. Dans ce dernier cas, bien qu'elle ne fasse pas partie des membres officiels de la Commission provisoire créée en octobre 1979, elle en suit activement les vicissitudes et les initiatives. Elle participe également activement aux travaux qui ont conduit les 10 et 11 février 1981 à la discussion et au vote, en séance plénière du PE, du rapport final produit par la Commission ad hoc et également connu sous le nom du rapporteur, le rapport Maij Weggen. Dans ce rapport - qui représente le jalon dans l'histoire des droits européens d'abord dans la CEE puis dans l'UE - Marcelle Lentz intervient sans nier ses propres valeurs et perspectives politiques. Elle affirme, par exemple, qu'à son avis, l'avortement doit être considéré comme un "drame et une défaite individuelle et sociale" et qu'il est nécessaire de limiter son utilisation par des mesures spécifiques de prévention et d'éducation sexuelle. Il rappelle également qu'il ne suffit pas de se concentrer uniquement sur les femmes qui exercent une activité professionnelle mais que l'émancipation des femmes passe en premier lieu par la famille. Bien sûr, la question de l'avortement (mais il y en a d'autres) est l'une des plus anciennes et difficiles questions auxquelles la Commission ad hoc doit faire face. Si cela est indéniable, il est tout aussi vrai que les eurodéputés démontrent qu’ils savent comment traiter chaque question de la bonne manière - conscients également des différentes perspectives de chacun des composants - et en plaçant toujours et surtout les droits des femmes européennes au centre.

En particulier, les femmes élues en 1979 peuvent être définies comme les pionnières de l'actuelle Commission Femm au Parlement européen. Grâce à leur capacité à réseauter et à trouver un point d'accord et de médiation, sans renier leurs valeurs et leurs différentes visions politiques, non seulement le rapport Weggen est approuvé (il y eut de nombreuses oppositions, notamment de la part des hommes sur la question de l'avortement, déjà citée), mais la Commission ad hoc elle-même, à caractère temporaire, n'est pas abolie. A sa place, en 1981, une deuxième Commission temporaire a été créée - la Commission d'enquête sur les droits de la femme (également temporaire) et en 1984 la Commission des droits de la femme avec le statut de Commission permanente. L'actuelle Commission Femm du Parlement européen est donc la descendante directe du travail et de la contribution des femmes au sein de la première législature. Enfin, il y a une dernière note à faire et qui pourrait être utile à ceux qui souhaitent approfondir la figure et la biographie de cette femme dans le futur. Marcelle Lentz dans certains documents de l'époque est confondue avec une autre eurodéputée de la première législature, à savoir l'Allemande Marlene Lenz (membre de la CDU): elle aussi a été impliquée dans la Commission ad hoc et membre du groupe Ppe du Pe. C’est donc un aspect auquel il faudra consacrer une grande attention. Entre-temps, après 1979, la carrière politique de Marcelle se poursuit. Elle a été élue au PE en 1984 (deuxième législature 1984-1989) et, par la suite,elle a reçu des mandats au Conseil de l'Europe (1989-1999). Là, elle est également active dans les travaux de certaines commissions et dans la prédisposition d'études, de rapports et d'analyses. Par exemple, au début des années 90, elle a traité de la situation en Albanie, après la chute d'Enver Hoxha, du respect des droits de l'homme en Turquie et de la situation politique en Iran. Après cette date, faute de découvertes de sources nouvelles, les traces de Marcelle Lentz Cornette se perdent. Le dernier élément que l'on a pu trouvé sur le site officiel du PE est la date de son décès: le 29 janvier 2008.

 

Traduzione inglese
Syd Stapleton

If we relied only on the sources available on the web, there would be almost nothing to write about Marcelle Lentz Cornette (1927-2008). And this is not because her commitment to the community was insignificant or irrelevant, but because - and this still persists today - there exists even more insidious form of discrimination that afflicts women, namely "historical oblivion". This form of oblivion can be attributed to a number of reasons, including women not having held top positions, not having been at the center of media interest, being projected towards actions that are more concrete than prestigious, and so on. On the other hand, if we were to rely on a traditional type of research, the situation would appear slightly less nebulous, but in any case still not very satisfactory. Researching documents related to the history of women in institutional archives is not always easy. The documents that can be found are often not ordered and catalogued carefully - since, in most cases, they deal with topics considered of secondary importance - and are often kept in different funds and archives. This means that research on a woman requires a greater commitment and more resources. This is another factor that could undermine the good will of scholars to engage in such studies. In the specific case of Marcelle Lentz, even though this is an early and initial research, the documents were found mainly in the Historical Archives of the European Union in Florence and in the Historical Archives of the PPE Group at the European Parliament. Some resources were extremely useful, such as the magazines of the time, for example, "CD Europe" and "Donne d'Europa", the official reports produced by the PPE Group, and the official documents of the plenary sessions of the European Parliament. Not much has been found about Marcelle Lentz's personal profile, but we share the main biographical notes so that they may be helpful to future scholars, male and female. We do know that she was born on March 2, 1927 in Niederkorn and earned a doctorate in Chemistry from the Sorbonne. Before coming to the European Parliament, she was a teacher, town councillor of Belvaux and town assessor. On June 10, 1979 she was elected to the Luxembourg Chamber of Deputies and on March 5, 1980 she became a member of the European Parliament representing the Christian Social Party of Luxembourg, replacing Jean Spautz, who in turn was appointed Minister of the Interior.

In 1979, although Lentz was among the candidates in the universal suffrage elections, it was another woman who was elected for Luxembourg. Out of a total of 6 seats the Grand Duchy saw, at the close of the June 1979 polls, the election of Colette Flesch, of the Democratic Party - born in 1937 and still living - who resigned from the European Parliament on November 22nd, 1980. Colette Flesch was actually the second woman from Luxembourg, even before the elections by universal suffrage, to sit in the European Assembly. The first woman ever, instead, to represent Luxembourg was the famous Astrid Lulling, exponent of the Christian Social Party. But Astrid Lulling (born in 1929 and still living) is not only the first Luxembourger to sit in the European Parliament (although not yet elected by universal suffrage) in 1965, but she is also one of the very few personalities (perhaps the only) who has had a room of a European institution named after her before her death, namely the reading room, accessible only to members of Parliament, located on the ground floor of the European Parliament building in Brussels. Simone Veil and Louise Weiss had to wait much longer, for example, for the former to be honored by the Agora Simone Veil in 2017, adjacent to the entrance of the Altiero Spinelli building of the Parliament in Brussels, and for the latter to be recognized in the name of the new EP building in Strasbourg, inaugurated in 1999. But let's go back to Marcelle Lentz Cornette. Marcelle was therefore the third Luxembourger to sit in the European Parliament. Beginning in March of 1980, she became involved in the work of some Commissions such as the Committee on the Environment, Public Health and Consumer Protection as an official member, and the Commission on Women's Rights as an alternate member. In this last case, although she was not among the official members of the temporary Commission constituted in October 1979, she actively followed its vicissitudes and initiatives. She also took an active part in the work that led, on February 10 and 11, 1981, to the discussion and vote in the plenary session of the EP on the Final Report produced by the ad hoc Commission and also known, from the name of the rapporteur, as the Maij Weggen Report. In that report - which represents a milestone in the history of the rights of European women first in the EEC and then in the EU - Marcelle Lentz intervened without denying her own values and political perspectives. She affirmed, for example, that in her opinion abortion should be seen as a "drama and an individual and social defeat" and that it is necessary to limit its use through appropriate measures of prevention and sex education. She also pointed out that it is not enough to focus attention only on women in the workplace, and that women's emancipation comes primarily from the family. Certainly, the question of abortion (but there are others) was one of the most pressing issues facing the ad hoc Commission. If this is undeniable, it is equally true that the MEPs showed that they were able to address each issue in the right way - aware of the different perspectives of each component - and always focusing, first and foremost, on the rights of European women.

In particular, the women elected in 1979 can be defined as the pioneers of the current Femm Commission in the European Parliament. Thanks to their ability to network and to find points of agreement and mediation, without denying their sometimes different values and political visions, not only was the Weggen Report approved (there was a great deal of opposition, especially from men, on the issue of abortion, already mentioned), but the ad hoc Commission itself, of a temporary nature, was not suppressed. In its place, in 1981, a second temporary Commission was established - the Commission of Inquiry into Women's Rights (also temporary) and in 1984 the Commission on Women's Rights with the status of a permanent Commission. The current Femm Committee of the European Parliament is, therefore, the direct descendant of the work and contribution of women from the First Legislature. There is, finally, a last note to make that could be useful for those who want, in the future, to deepen the understanding and biography of this woman. Marcelle Lentz, in some documents of the time, is confused with another MEP of the First Legislature, the German Marlene Lenz (member of the CDU). Lenz was also involved in the Ad Hoc Commission and member of the PPE Group at the EP. The similarity of their names could make research and analysis of archival documents even more difficult. This, therefore, is an aspect to which due attention should be paid. Meanwhile, after 1979, Marcelle's political career continued. She was elected to the European Parliament in 1984 (second legislature 1984-1989) and then received a mandate in the Council of Europe (1989-1999). There she was equally active in the work of some commissions and in the preparation of studies, reports and analyses. In the early nineties, for example, she dealt with the situation in Albania after the fall of Enver Hoxha, issues of human rights in Turkey, and the political situation in Iran. With the turn of the 21st century, the traces of Marcelle Lentz Cornette are largely lost, due to the lack of available sources. The last information about her that could be found on the official website of the EP is the date of her death - January 29, 2008.