Calendaria 2023 - Bertha von Suttner

Bertha von Suttner
Fiorenza Taricone



Giulia Tassi

 

Motivazione del Premio Nobel per la Pace, assegnato nel 1905: «per la sua audacia nell'opporsi agli orrori della guerra».

A tutt’oggi, il personaggio e l’opera di Bertha von Suttner non sono molto noti presso il grande pubblico; attenzione tanto più parziale se si considera che fu la prima donna a essere insignita del Nobel per la Pace. Bertha Sophia Felicita nasce alla metà del XIX secolo, nel 1843, dai conti Kinsky von Chinic und Tettau, figlia postuma dell’imperial regio tesoriere e feldmaresciallo Franz Joseph, morto pochi mesi prima a settantotto anni, e di Sophia Wilhelmine, di ventotto anni, discendente della famiglia del poeta della libertà tedesca Theodore von Korner. L’educazione è quella impartita secondo le regole dell’aristocrazia asburgica: studia francese, inglese, italiano, poi russo. A trent’anni, nel 1873, decise di rendersi indipendente, considerate anche le non più floride condizioni economiche della madre. S’impiega quindi presso la famiglia del barone von Suttner, come insegnante accompagnatrice delle figlie, e s’innamora ricambiata del figlio minore, Artuhr Gundaccar, di sette anni più giovane.

L’avversione della famiglia von Suttner a questo legame la spinge nel 1876 ad abbandonare Vienna per Parigi, dopo aver risposto a un annuncio lavorativo di Alfred Bernhard Nobel (Stoccolma 1833-Sanremo 1896), il chimico e industriale svedese che nel 1867 aveva scoperto la dinamite; Nobel deciderà successivamente per testamento di destinare l’enorme ricchezza accumulata alla nascita di una Fondazione omonima e all’attribuzione del prestigioso Premio per la Pace, per testimoniare la sua convinzione che anche le scoperte più temibili, come quella della dinamite, devono essere indirizzate ai fini del progresso e non della distruzione. Bertha viene assunta in qualità di segretaria e governante, ma dopo appena una settimana, dietro invito di Arthur e delle sorelle, torna a Vienna, e si sposa segretamente con l'amato, partendo con lui per il Caucaso. I due vi restano nove anni, dal 1876 al 1885. Arthur esercita la professione d’ingegnere, Bertha dà lezioni di letteratura e musica, iniziando a scrivere le prime opere, in cui si trova già l’idea di una società in cui pace e progresso vanno di pari passo. Nel 1885 i coniugi fanno ritorno a Vienna, nella residenza di famiglia. Durante la stagione invernale del 1886, Bertha si reca a Parigi e incontra di nuovo Alfred Nobel, con cui era rimasta in contatto epistolare; lo informa dei suoi progetti per la pace e sente parlare per la prima volta di Società per la pace e per la Corte d’arbitrato. Fra il 1888 e il 1889 finisce di scrivere L’era delle macchine, contro l’esagerato nazionalismo e l’eccesso d’armamenti. Pubblica nello stesso anno Giù le armi!, tradotto in molte lingue, che ha subito un successo enorme. Nella sua frenetica attività pacifista, fonda nel 1891 la Società austriaca per la pace di cui resta presidente fino alla morte, avvenuta nel 1914, e che rappresenta, durante il terzo Congresso mondiale della pace, a Roma; in quell’occasione tiene il suo primo discorso pubblico, con meraviglia dei presenti alla vista di una oratrice. Arthur, da parte sua, contribuisce alla fondazione a Vienna della Società per la difesa contro l’antisemitismo. Anche a Berlino, i due coniugi diedero vita alla Società tedesca per la pace. Al quarto Congresso mondiale della pace, tenutosi a Berna, tiene una relazione insieme a Teodoro Moneta, futuro Nobel italiano, sul tema: La Confederazione degli Stati Uniti d’Europa. Nel 1896 muore Alfred Nobel: nel testamento assegna un premio rispettivamente per la fisica, la chimica, la medicina, la letteratura e la pace. In uno scritto del 1897 Bertha ricorda il testamento di Nobel come un avvenimento di massima importanza per il movimento pacifista. Dinanzi a tutto il mondo per la prima volta viene dichiarato che «l’affratellamento dei popoli, la riduzione degli eserciti e la sfida dei congressi della pace» potevano significare la felicità dell’intera umanità.

Nel 1902 muore il marito Arthur, ma Bertha intensifica comunque la sua attività, partecipando al Congresso mondiale per la pace a Boston, cui fa seguito un lungo giro di conferenze negli Stati Uniti, che replica nel 1912. A Washington viene ricevuta dal Presidente Roosevelt. Nel 1905 ottiene il Premio Nobel per la Pace, ma in seguito si allontana dalla cosiddetta "pace armata" di Nobel, per sostenere il disarmo totale di tutte le nazioni, con l’istituzione di una Corte d’arbitrato per ogni conflitto internazionale. Qualche anno dopo partecipa alla seconda Conferenza dell’Aja dalla quale nasce la Corte permanente d’arbitrato. Nel 1910 André Carnegie, industriale americano, istituisce una Fondazione per la pace su ispirazione di Bertha von Suttner e tre anni dopo, al XX Congresso universale all’Aja, viene inaugurato il Palazzo della Pace dovuto alla generosità di Carnegie che offre il terreno, mentre gli altri Stati contribuiscono al decoro della costruzione e all’arredamento. L’Italia fornisce i marmi per il magnifico vestibolo, la città dell’Aja fa realizzare a sue spese lo scalone, la Germania offre le porte monumentali in ferro battuto, l’Austria i grandi candelabri dorati ai piedi della scala, l’Ungheria vasi di porcellana, la Danimarca una fontana, l’Inghilterra le vetrate a colori, il Mikado arazzi giapponesi, il Belgio il carillon della torre. Appena un anno dopo, alle avvisaglie della Prima guerra mondiale, la scrittrice è sfiduciata. «Il movimento pacifista borghese – scrive – è da noi così fiacco che è condannato all’insuccesso. Dove sono i giovani pieni d’energie e di entusiasmo? E alla guida non c’è che una donna anziana…» La data di morte, 21 giugno 1914, una settimana prima dell'attentato di Sarajevo, in fondo è per lei una salvezza. Secondo le sue volontà, il corpo viene cremato. A testimonianza dell’ininterrotta attività pacifista, con l’introduzione della nuova moneta europea nel 2001, la sua effigie è stata posta sulla moneta da 2 euro del conio austriaco.

Il suo attivismo, oltre ai tratti della continuità e della coerenza, unisce alla forza ideale anche la progettualità politica: Bertha von Suttner ha sempre privilegiato l’individuare un sovrano o un presidente di uno Stato neutrale che funga da mediatore, quindi una sorta di arbitrato internazionale. La sua modernità è nell’aver capito subito il volto bifronte del progresso. Tanto le moderne conquiste come le ferrovie, il telegrafo, e la stessa dinamite scoperta da Alfred Nobel erano indici positivi, altrettanto, applicate alla guerra, si rivelavano nemiche del progresso stesso. Infine, la modernità della sua scrittura: Bertha vuole istruire, come si sarebbe detto nell’Ottocento, dilettando; Abbasso le armi! in Italia era comparso per la prima volta nel 1897, per le edizioni dei Fratelli Treves, basato sull’edizione del 1892. Il romanzo si presenta a tratti come un apparente feuilleton, che a conti fatti sembra però trasformarsi in un’abile operazione letteraria, tesa ad avvicinare lettori e lettrici a un tema politico-militare, attraverso i sentimenti.

 

Traduzione francese
Guenoah Mroue

Motivation du Prix Nobel de la Paix, décerné en 1905 : «pour son audace à s’opposer aux horreurs de la guerre».

À ce jour, le personnage et l’œuvre de Bertha von Suttner ne sont pas très connus auprès du grand public; attention d’autant plus partielle qu’elle fut la première femme à recevoir le prix Nobel de la Paix. Bertha Sophia Felicita naît au milieu du XIXe siècle, en 1843, des comtes Kinsky von Chinic und Tettau, fille posthume du trésorier royal impérial et maréchal Franz Joseph, mort quelques mois plus tôt à soixante-huit ans, et de Sophia Wilhelmine, 28 ans, descendante de la famille du poète de la liberté allemande Theodore von Korner. L’éducation est celle donnée selon les règles de l’aristocratie des Habsbourg : elle étudie le français, l’anglais, l’italien, puis le russe. À l’âge de trente ans, en 1873, elle décide de devenir indépendante, étant donné les conditions économiques de sa mère qui ne sont plus florissantes. Elle s’engage donc auprès de la famille du baron von Suttner, comme enseignante accompagnant ses filles, et tombe amoureuse en retour de son fils cadet, Artuhr Gundaccar, sept ans plus jeune.

L’aversion de la famille von Suttner pour ce lien la pousse en 1876 à quitter Vienne pour Paris, après avoir répondu à une annonce d’emploi d’Alfred Bernhard Nobel (Stockholm 1833-Sanremo 1896), le chimiste et industriel suédois qui avait découvert la dynamite en 1867; Nobel décidera ensuite par testament d’allouer l’énorme richesse accumulée à la naissance d’une Fondation homonyme et à l’attribution du prestigieux Prix pour la Paix, pour témoigner de sa conviction que même les découvertes les plus redoutables, comme celle de la dynamite, doivent être dirigées vers le progrès et non vers la destruction. Bertha est engagée comme secrétaire et gouvernante, mais après seulement une semaine, à l’invitation d’Arthur et de ses sœurs, elle retourne à Vienne et épouse secrètement son bien-aimé, partant avec lui pour le Caucase. Les deux y restent neuf ans, de 1876 à 1885. Arthur exerce la profession d’ingénieur, Bertha donne des leçons de littérature et de musique, commençant à écrire les premiers opéras, dans lesquels se trouve déjà l’idée d’une société où paix et progrès vont de pair. En 1885, les époux retournent à Vienne, dans la résidence familiale. Pendant la saison hivernale 1886, Bertha se rend à Paris et rencontre à nouveau Alfred Nobel, avec qui elle est restée en contact épistolaire; elle l’informe de ses projets pour la paix et entend parler pour la première fois de Société pour la paix et de la Cour d’arbitrage. Entre 1888 et 1889, elle finit d’écrire L’era delle macchine, contre le nationalisme exagéré et l’excès d’armement. Elle publie la même année Giù le armi! , traduit en plusieurs langues, qui a connu un énorme succès. Dans sa frénétique activité pacifiste, elle fonde en 1891 la Société autrichienne pour la paix dont elle reste président jusqu’à sa mort en 1914, et qui représente, au cours du troisième Congrès mondial de la paix, à Rome; à cette occasion, elle prononce son premier discours public, à la surprise des personnes présentes à la vue d’une oratrice. Arthur, pour sa part, contribue à la fondation à Vienne de la Société pour la défense contre l’antisémitisme. À Berlin aussi, les deux époux ont créé la Société allemande pour la paix. Au quatrième Congrès mondial de la paix, qui s’est tenu à Berne, elle fait un exposé avec Teodoro Moneta, futur Nobel italien, sur le thème : La Confédération des États-Unis d’Europe. En 1896, Alfred Nobel meurt : dans son testament, il décerne un prix respectivement pour la physique, la chimie, la médecine, la littérature et la paix. Dans un écrit de 1897, Bertha rappelle le testament de Nobel comme un événement de la plus haute importance pour le mouvement pacifiste. Devant le monde entier, pour la première fois, il est déclaré que «l’affranchissement des peuples, la réduction des armées et le défi des congrès de la paix» pouvaient signifier le bonheur de l’humanité tout entière.

En 1902, son mari Arthur meurt, mais Bertha intensifie son activité, participant au Congrès mondial pour la paix à Boston, suivi d’une longue tournée de conférences aux États-Unis, qui réplique en 1912. À Washington, elle est reçue par le président Roosevelt. En 1905, elle obtient le Prix Nobel de la Paix, mais s’éloigne ensuite de la soi-disant "paix armée" de Nobel, pour soutenir le désarmement total de toutes les nations, avec la création d’une Cour d’arbitrage pour tous les conflits internationaux. Quelques années plus tard, elle participe à la deuxième Conférence de La Haye de laquelle naît la Cour permanente d’arbitrage. En 1910, André Carnegie, industriel américain, fonde une Fondation pour la paix sur l’inspiration de Bertha von Suttner et trois ans plus tard, au XXe Congrès universel à La Haye, est inauguré le Palais de la Paix dû à la générosité de Carnegie qui offre le terrain, tandis que les autres États contribuent à la décoration de la construction et à l’ameublement. L’Italie fournit les marbres pour le magnifique vestibule, la ville de La Haye fait réaliser à ses frais l’escalier, l’Allemagne offre les portes monumentales en fer forgé, l’Autriche les grands chandeliers dorés au pied de l’escalier, la Hongrie vases en porcelaine, le Danemark une fontaine, l’Angleterre les vitraux, le Mikado tapisseries japonaises, et la Belgique le carillon de la tour. À peine un an plus tard, à l’annonce de la Première Guerre mondiale, l’écrivain est découragée. « Le mouvement pacifiste bourgeois - écrit-elle - est si faible chez nous qu’il est condamné à l’échec. Où sont les jeunes pleins d’énergie et d’enthousiasme ? Et au volant, il n’y a qu’une vieille femme...» La date de sa mort, le 21 juin 1914, une semaine avant l’attentat de Sarajevo, est au fond un salut pour elle. Selon sa volonté, le corps est incinéré. Preuve de l’activité pacifiste ininterrompue, avec l’introduction de la nouvelle monnaie européenne en 2001, son effigie a été placée sur la pièce de 2 euros de l’émission de monnaie autrichienne.

Son activisme, outre les traits de continuité et de cohérence, unit à la force idéale également la projectualité politique : Bertha von Suttner a toujours privilégié la recherche d’un souverain ou d’un président d’un État neutre agissant comme médiateur, donc une sorte d’arbitrage international. Sa modernité est d’avoir tout de suite compris le visage à double face du progrès. Tant les conquêtes modernes comme les chemins de fer, le télégraphe, et la dynamite même découverte par Alfred Nobel étaient des indices positifs, tout comme, appliquées à la guerre, elles se révélaient ennemies du progrès lui-même. Enfin, la modernité de son écriture : Bertha veut enseigner, comme on l’aurait dit au XIXe siècle, en se délectant; À bas les armes! en Italie, il est apparu pour la première fois en 1897, pour les éditions des Frères Treves, basé sur l’édition de 1892. Le roman se présente parfois comme un feuilleton apparent, qui en fin de compte semble se transformer en une habile opération littéraire, visant à rapprocher les lecteurs et les lectrices d’un thème politico-militaire, à travers les sentiments.

 

Traduzione inglese
Syd Stapleton

Bertha von Suttner was awarded the Nobel Peace Prize in 1905 with this motivation: «for her boldness in opposing the horrors of war».

To this day, Bertha von Suttner's character and work are not well known among the general public, especially surprising considering that she was the first woman to be awarded the Nobel Peace Prize. Bertha Sophia Felicita was born in the mid-19th century, in 1843, as the Countess Kinsky von Chinic und Tettau, the daughter of an Austrian Lieutenant-General who died at the age of seventy-five a few months before her birth, and of Sophia Wilhelmine, aged twenty-eight, a descendant of the family of German poet Theodore von Korner. Her education was that given according to the rules of the Habsburg aristocracy. She studied French, English, Italian, then Russian. At the age of 30, in 1873, she decided to become independent, in part due to her mother's no longer prosperous economic condition. She was then employed by Baron von Suttner's family, as a teacher and caregiver for their daughters, and fell in love with their youngest son, Arthur Gundaccar von Suttner, seven years her junior.

The von Suttner family's aversion to this connection prompted her in 1876 to leave Vienna for Paris, after responding to a job advertisement from Alfred Bernhard Nobel (b. Stockholm 1833- d. Sanremo 1896), the Swedish chemist and industrialist who had invented dynamite in 1867. Nobel would later decide in his will to allocate the enormous wealth he had accumulated to the establishment of a foundation of the same name and to the awarding of the prestigious Peace Prize, as a testament to his belief that even the most fearsome discoveries, such as that of dynamite, should be directed toward the ends of progress and not destruction. Bertha was hired as a secretary and housekeeper, but after only a week, at the invitation of Arthur and his sisters, she returned to Vienna and secretly married her beloved, leaving with him for the Caucasus. The two stayed there for nine years, from 1876 to 1885. Arthur worked as an engineer, Bertha gave lessons in literature and music, and began to write her first works, in which there was already the idea of a society in which peace and progress go hand in hand. In 1885 the couple returned to Vienna, to the family residence. During the winter season of 1886, Bertha traveled to Paris and met again with Alfred Nobel, with whom she had remained in correspondence. She informed him of her plans for peace and heard for the first time about the Peace Society and the Court of Arbitration. Between 1888 and 1889 she finished writing The Machine Age, against exaggerated nationalism and excessive armament. She published Lay Down your Arms! in the same year, translated into many languages, which was an immediate success. In her committed pacifist activity, she founded the Austrian Peace Society in 1891, of which she remained president until her death in 1914, and which she represented during the Third World Peace Congress in Rome. On that occasion she made her first public speech, to the amazement of those present at the sight of a female speaker. Arthur, for his part, helped found the Society for the Defense Against Anti-Semitism in Vienna. Also, in Berlin, the couple founded the German Peace Society. At the Fourth World Peace Congress, held in Bern, she presented a paper together with Teodoro Moneta, a future Italian Nobel laureate, on the theme, The Confederation of the United States of Europe. In 1896 Alfred Nobel died. His will provided for awards of prizes for physics, chemistry, medicine, literature and peace, respectively. In an 1897 essay Bertha recalled Nobel's will as a document of utmost importance for the peace movement. Before the whole world, for the first time, it was declared that «the brotherhood of peoples, the reduction of armies and the challenge of peace congresses» could greatly enhance the happiness of all mankind.

In 1902 her husband Arthur died, but Bertha nevertheless intensified her activities, attending the World Peace Congress in Boston, which was followed by a long lecture tour of the United States, which she repeated in 1912. In Washington she was received by President Roosevelt. In 1905 she was awarded the Nobel Peace Prize, but later moved away from Nobel's so-called "armed peace" to advocate total disarmament of all nations, with the establishment of a Court of Arbitration for every international conflict. A few years later she participated in the Second Hague Conference from which the Permanent Court of Arbitration was born. In 1910, Andrew Carnegie, an American industrialist, established a Peace Foundation inspired by Bertha von Suttner, and three years later, at the 20th Universal Congress in The Hague, the Peace Palace was inaugurated due to the generosity of Carnegie who offered the land, while other states contributed to the construction of the building and its furnishings. Italy provided the marble for the magnificent vestibule, the City of The Hague had the grand staircase made at its own expense, Germany offered the monumental wrought-iron doors, Austria the large gilded candelabra at the foot of the staircase, Hungary porcelain vases, Denmark a fountain, England stained glass windows, Mikado Japanese tapestries, and Belgium the tower carillon. Just a year later, seeing the warnings of World War I, the writer issued a challenge. "The bourgeois pacifist movement," she wrote, "is so sluggish that it is doomed to failure. Where are the young people full of energy and enthusiasm? And at the helm there is but one old woman...." The date of her death, June 21, 1914, a week before the Sarajevo assassination of Archduke Ferdinand, was basically a salvation for her. According to her wishes, the body was cremated. As a testament to her uninterrupted pacifist activity, with the introduction of the new European currency in 2001, her image was placed on the 2-euro coin of Austrian coinage.

Her activism, in addition to the traits of continuity and consistency, combined ideological strength with political planning. Bertha von Suttner always favored identifying a sovereign or a president of a neutral state to act as a mediator, thus a kind of international arbitration. Her modernity is in having understood early on the two-sided face of progress. As much as modern achievements such as railroads, the telegraph, and the very dynamite discovered by Alfred Nobel were positive contributions, equally, applied to war, they proved to be the enemy of progress itself. Finally, the modernity of her writing was key. Bertha aimed to instruct, as would have been said in the nineteenth century, by delighting. In Italy, Abbasso le armi! (Lay Down Your Arms) had first appeared in 1897, in the Fratelli Treves editions, based on the 1892 edition. The novel is presented at times as a call to action, which on balance, however, seems to turn into a skillful literary operation, aimed at bringing readers to a political-military understanding through an appeal to their emotions.

 

Traduzione spagnola
Martina Randazzo

Motivo del Premio Nobel de la Paz, otorgado en 1905: «por su audacia en oponerse a los horrores de la guerra.»

Hoy en día el personaje y la obra de Bertha von Suttner no son muy populares entre el gran público; aún más parcial es su popularidad, puesto que ella fue la primera mujer condecorada con el Nobel de La Paz. Bertha Sophia Felicita nació a mediados del siglo XIX, en 1843, descendiente de los condes Kinsky von Chinic y Tettau, hija póstuma de Franz Joseph, tesorero imperial regio y mariscal de campo, quien había muerto con 78 años pocos meses antes, y de Sophia Wilhelmine de 28 años, descendiente de la familia del poeta de la libertad alemana Theodore von Korner. Su educación fue la que se impartía conforme a los preceptos de la aristocracia habsbúrgica: estudió francés, inglés, italiano y luego ruso. Con 30 años, en 1873, decidió independizarse, también al no ser ya prósperas las condiciones económicas de su madre. Por lo tanto se empleó en la familia del barón Von Suttner como maestra y acompañadora de sus hijas y se enamoró correspondida de su hijo menor, Arthur Gundaccar, siete años más joven que ella.

En 1876 la aversión de la familia von Suttner a esta relación la indujo a abandonar Viena por París, después de haber contestado a un anuncio de empleo de Alfred Bernhard Nobel (Estocolmo 1833-San Remo 1896), el químico e industrial sueco, quien en 1867 había descubierto la dinamita; sucesivamente Nobel decidirá destinar por testamento la enorme riqueza acumulada para la creación de una Fundación homónima y para la atribución del prestigioso Premio de la Paz, a fin de testificar su creencia, según la cual también los descubrimientos más temibles, como el de la dinamita, deberían estar dirigidos hacia el progreso y no hacia la destrucción. Bertha fue contratada en calidad de secretaria y gobernanta, pero sólo una semana después volvió a Viena por invitación de Arthur y de sus hermanas, se casó en secreto con su amado y viajó con él a la vuelta del Cáucaso. Los dos se quedaron ahí durante 9 años, desde 1876 hasta 1885. Arthur ejercitaba la profesión de ingeniero, Bertha impartía clases de literatura y música, mientras empezaba a escribir sus primeras obras, en las cuales ya se encontraba la idea de una sociedad en que paz y progreso iban de la mano. En 1885 los cónyuges volvieron a Viena, a la residencia de familia. A lo largo de la estación invernal de 1886 Bertha fue a París y se encontró de nuevo con Alfred Nobel, con quien ella había seguido estando en contacto epistolar; le dio noticias acerca de sus proyectos a favor de la paz y oyó hablar por primera vez de Sociedad de la Paz y de la Corte de Arbitraje. Entre 1888 y 1889 terminó de escribir Das Maschinenzeitalter (La era de las máquinas) L’era delle macchine contra el excesivo nacionalismo y el exceso de armamentos. En el mismo año publicó Die Waffen nieder! (¡Abajo las armas!), traducido a muchos idiomas y que en seguida tuvo un gran éxito. Con su frenética actividad pacifista fundó en 1891 la Sociedad de la Paz austríaca de la que fue presidenta hasta su muerte en 1914 y que representó en el tercer Congreso mundial de la paz en Roma; en dicha ocasión pronunció su primer discurso público frente a la admiración de los presentes a la vista de una oradora. Arthur, por su parte, contribuyó a la fundación en Viena de la Sociedad para la defensa contra el antisemitismo. Los cónyuges crearon también en Berlín la Sociedad alemana de la Paz. En el cuarto Congreso mundial de la Paz, que se celebró en Berna, presentó una comunicación junto a Teodoro Moneta, el futuro Nobel italiano, sobre el tema: La Confederación de los Estados Unidos de Europa. En 1896 Alfred Nobel murió: en su testamento dispuso respectivamente un premio de física, de química, de medicina, de literatura y de paz. En una nota del año 1897 Bertha mencionó el testamento de Nobel en términos de un evento de importancia máxima para el movimiento pacifista. Por primera vez se declaró ante todo el mundo que «el hermanamiento de las poblaciones, la reducción de los ejércitos y el reto de los congresos de la paz» podían significar la felicidad de toda humanidad.

En 1902 murió su marido Arthur y, sin embargo, Bertha aumentó su actividad, participó en el Congreso mundial de la Paz en Boston, al que siguió una larga gira de conferencias en los Estados Unidos, que ella replicó en 1912. En Washington fue recibida por el presidente Roosvelt. En 1905 obtuvo el Premio Nobel de la Paz, pero más tarde se apartó de la llamada “paz armada” de Nobel, a fin de apoyar el desarme total de todas las naciones, con la institución de una Corte de Arbitraje para cada conflicto internacional. Unos años después participó en la segunda Conferencia de La Haya, de la que tuvo origen La Corte permanente de Arbitraje. En 1910 André Carnegie, industrial americano, instituyó una Fundación de la Paz inspirándose en Bertha von Suttner y tres años después, en el XX Congreso universal de La Haya, se inauguró el Palacio de la Paz, gracias a la generosidad de Carnegie, quien ofreció el terreno, mientras que los demás Estados contribuyeron al aspecto de la construcción y al mobiliario. Italia proporcionó los mármoles para el magnífico vestíbulo, la ciudad de la Haya hizo construir a su cargo la escalinata, Alemania ofreció las puertas monumentales de hierro forjado, Austria los grandes candelabros dorados al pie de la escalera, Hungría jarrones de porcelana, Dinamarca una fuente, Inglaterra vidrieras de colores, el Mikado tapices japoneses, Bélgica el carillón de la torre. Después de sólo un año, a la primera señal de la Primera guerra mundial, la escritora estaba muy preocupada. «El movimiento pacifista burgués –escribió– es tan débil entre nosotros que su destino es el fracaso. ¿Dónde está la juventud llena de energía y entusiasmo? Y al frente de esto sólo hay una mujer anciana…». La fecha de su muerte, 21 de junio de 1914, una semana antes del atentado de Sarajevo, fue en el fondo salvífica para ella. Conforme a su voluntad su cuerpo fue incinerado. Como prueba de su incesante actividad pacifista, con la introducción de la nueva moneda europea en 2001, se insertó su efigie en la moneda de 2 euros del cuño austríaco.

Su activismo, más allá del aspecto de continuidad y coherencia, reúne el proyecto político con la fuerza ideal: Bertha von Suttner siempre privilegió considerar un monarca o un presidente de un Estado neutral, que pudiera servir de intermediario, es decir una especie de arbitraje internacional. Su modernidad se encuentra en la comprensión inmediata de la cara bifronte del progreso. Tanto las conquistas modernas, es decir el ferrocarril, el telégrafo, así como la la misma dinamita descubierta por Alfred Nobel, eran señales positivas, tanto estas se revelaban enemigas del mismo progreso si se aplicaban a la guerra. Por fin, la modernidad de su escritura: Bertha quiso enseñar deleitando, como hubieran dicho en el siglo XIX; ¡Abajo las armas! había hecho su aparición en Italia por primera vez en ya 1897, con las ediciones de los hermanos Treves, basándose en la edición de 1892 mientras que en España parece haberse publcado por primera vez en 1905 (barcelona, Sopena). En unos puntos la novela se parece a un feuilleton, pero en definitiva parece convertirse en una hábil operación literaria, destinada a acercar lectores y lectoras a un tema político-militar, a través de los sentimientos.

 

Traduzione ucraina
Alina Petelko

Мотивація Нобелівської премії миру, присудженої у 1905 році: «за сміливість у протистоянні жахам війни».

До сьогодні постать і діяльність Берти фон Саттнер не надто відома широкому загалу, тим більше, що вона була першою жінкою, яка стала лауреатом Нобелівської премії миру. Берта Софія Фелісіта народилася в середині 19 століття, у 1843 році, в родині графів Кінських фон Чинік і Теттау, посмертної дочки імперського королівського скарбника і фельдмаршала Франца Йосифа, який помер кількома місяцями раніше у віці сімдесяти восьми років, і двадцятивосьмирічної Софії Вільгельміни, нащадка роду німецького поета-визволителя Теодора фон Корнера. Освіту здобув за правилами габсбурзької аристократії: вивчав французьку, англійську, італійську, потім російську мови. У віці тридцяти років, у 1873 році, він вирішив стати незалежним, в тому числі з огляду на вже неблагополучне матеріальне становище своєї матері. Потім вона працювала в сім'ї барона фон Саттнера, як вчителька, що супроводжувала його дочок, і закохалася в їхнього молодшого сина, Артура Гундакара, на сім років молодшого за неї.

Неприйняття сім'єю фон Саттнер цього зв'язку спонукало її виїхати з Відня до Парижа в 1876 році, після того, як вона відповіла на оголошення про роботу Альфреда Бернхарда Нобеля (Стокгольм 1833 - Сан-Ремо 1896), шведського хіміка і промисловця, який відкрив динаміт в 1867 році; Пізніше Нобель у своєму заповіті вирішив спрямувати накопичені ним величезні багатства на створення однойменного фонду і на присудження престижної премії миру, щоб засвідчити своє переконання в тому, що навіть найстрашніші відкриття, такі як відкриття динаміту, повинні бути спрямовані на прогрес, а не на руйнування. Берту наймають секретарем і економкою, але вже через тиждень, на запрошення Артура і його сестер, вона повертається до Відня і таємно виходить заміж за коханого, виїжджаючи з ним на Кавказ. Вони пробули там дев'ять років, з 1876 по 1885 рік. Артур працював інженером, Берта давала уроки літератури і музики, почала писати свої перші твори, в яких вже можна знайти ідею суспільства, в якому мир і прогрес йдуть пліч-о-пліч. У 1885 році подружжя повернулося до Відня, до родинної резиденції. Взимку 1886 року Берта здійснила поїздку до Парижа, де знову зустрілася з Альфредом Нобелем, з яким листувалася; вона розповіла йому про свої плани щодо миру і вперше почула про Товариство Миру та Третейський суд. Між 1888 і 1889 роками він закінчив написання книги "Епоха машин", спрямованої проти перебільшеного націоналізму і надмірного озброєння. У тому ж році він опублікував книгу "Геть зброю!", перекладену багатьма мовами світу, яка одразу ж мала величезний успіх. У своїй несамовитій пацифістській діяльності в 1891 році він заснував Австрійське товариство миру, президентом якого залишався до своєї смерті в 1914 році і яке представляв на Третьому Всесвітньому конгресі миру в Римі; з цієї нагоди він виголосив свою першу публічну промову, на подив присутніх, побачивши жінку-оратора. Артур, зі свого боку, допоміг заснувати у Відні Товариство захисту від антисемітизму. Також у Берліні подружжя заснувало Німецьке товариство миру. На Четвертому Всесвітньому конгресі миру, що проходив у Берні, він разом з Теодоро Монетою, майбутнім італійським лауреатом Нобелівської премії, виступає з доповіддю на тему: "Конфедерація Сполучених Штатів Європи". У 1896 році помер Альфред Нобель: у своєму заповіті він присудив премії з фізики, хімії, медицини, літератури та миру відповідно. У листі 1897 року Берта згадує заповіт Нобеля як подію надзвичайної важливості для руху за мир. Перед усім світом вперше було заявлено, що «братерство народів, скорочення армій і скликання мирних конгресів» може означати щастя всього людства.

У 1902 році помер її чоловік Артур, але Берта все ж активізувала свою діяльність, взявши участь у Всесвітньому конгресі миру в Бостоні, за яким послідувало тривале лекційне турне Сполученими Штатами, що повторилося в 1912 році. У Вашингтоні вона була прийнята президентом Рузвельтом. У 1905 році вона була нагороджена Нобелівською премією миру, але пізніше відійшла від так званого "збройного миру" Нобеля на користь повного роззброєння всіх націй, зі створенням третейського суду для кожного міжнародного конфлікту. Через кілька років він брав участь у Другій Гаазькій конференції, з якої народилася Постійна палата третейського суду. У 1910 році американський промисловець Андре Карнегі заснував Фонд Миру, натхненний Бертою фон Саттнер, а через три роки, на 20-му Всесвітньому конгресі в Гаазі, Палац Миру був урочисто відкритий завдяки щедрості Карнегі, який виділив землю, а інші держави зробили свій внесок в оздоблення будівлі та меблювання. Італія надала мармур для розкішного вестибюля, місто Гаага власним коштом виготовило парадні сходи, Німеччина - монументальні ковані двері, Австрія - великі золоті канделябри біля підніжжя сходів, Угорщина - порцелянові вази, Данія - фонтан, Англія - вітражі, японські гобелени "Мікадо", Бельгія - баштовий карильйон. Вже через рік, з початком Першої світової війни, письменникові кидають виклик. «Буржуазний пацифістський рух, - пише вона, - тут настільки млявий, що приречений на провал. Де молодь, сповнена енергії та ентузіазму? А біля керма - лише старенька бабця...» Дата смерті, 21 червня 1914 року, за тиждень до бомбардування Сараєво, по суті, є для неї порятунком. За її бажанням тіло кремують. Як свідчення її безперервної пацифістської діяльності, з введенням у 2001 році нової європейської валюти, її портрет було розміщено на монеті номіналом 2 євро австрійського карбування.

 

Її діяльність, окрім рис безперервності та послідовності, також поєднує ідеальну силу з політичним плануванням: Берта фон Саттнер завжди виступала за те, щоб знайти суверена або президента нейтральної держави, який виступав би в ролі посередника, таким чином, своєрідного міжнародного арбітражу. Її сучасність полягає в тому, що вона рано зрозуміла дволикість прогресу. Наскільки сучасні завоювання, такі як залізниця, телеграф і той самий динаміт, відкритий Альфредом Нобелем, були позитивними ознаками, настільки ж у застосуванні до війни вони виявилися ворогом самого прогресу. Нарешті, сучасність його письма: Берта хоче повчати, як сказали б у 19 столітті, захоплюючи; "Abbasso le armi!" в Італії вперше з'явилася в 1897 році у видавництві "Fratelli Treves" на основі видання 1892 року. Роман подається часом як явний фейлетон, який, однак, у підсумку перетворюється на майстерну літературну операцію, покликану через почуття наблизити читача до військово-політичної тематики.