Calendaria 2023 - Sigrid Undset

Sigrid Undset
Sara Balzerano




Dongni Wei

 

Premio Nobel per la letteratura «Principalmente per la sua imponente descrizione della vita nordica durante il medioevo»

Le terre e i cieli del Nord hanno imprigionate, sotto il velame di bruma, peste ataviche dalle forme eterne, tramandate, che scrivono e sono scritte nelle voci delle genti che lì abitano e hanno abitato. Indipendentemente dal tempo passato o presente, l’eredità di quei passi vive e parla, ricorda e costruisce, pulsa e respira, come il vento sul piano verticale di una scogliera che prova ad abbracciare il mare. Comprendere i sussurri e farsene carico significa divenire cantore e cantrice di quelle terre e di quei cieli, preservarne i remoti segreti, sussurrandoli alle orecchie dell’oggi e trascinarli nella contemporaneità. Si tratta di uno scavo archeologico nello strato oltre la storia, oltre il tempo, che include l’una e l’altro e che cuce insieme anche aspetti che in apparenza non potrebbero combaciare mai. E siccome la pagina scritta è il teatro del miracolo, dove i personaggi e le narrazioni si fanno beffa e giravolta del consueto e dell’ordinario, in essa la scrittrice Sigrid Undset diviene regista, sarta e ricercatrice di un mondo perfetto e rovesciato, in una scambievole casualità di effetti, mescolando il mito e la religione in un’impeccabile ricostruzione storica. Perché tra le sue opere, all’ambientazione ricca e puntuale fa da sfondo lo spirito degli albori norreni, di un’ineluttabilità del destino che è sempre presente, di un crepuscolo finale che incombe e che pesa sulle spalle di tutti e tutte. Nonostante i vecchi dèi siano morti e sia il nuovo Dio, ora, a regolare la vita delle donne e degli uomini, i personaggi corrono e si muovono come fa Sól, che ogni giorno trascina il sole nei cieli inseguita dal lupo Skǫll, consapevole che, alla fine, la divorerà.

Undset vince il premio Nobel nel 1928 “principalmente per le sue potenti descrizioni della vita del Nord durante il Medioevo”, unica scrittrice norvegese, dopo i due colleghi Bjørnson e Hamsun a esserne insignita. E potente — e imponente — la narrazione di Undset lo è davvero. Potente, secca ed evocativa, così da schiaffare il lettore e la lettrice nel suo raccontare, immergendoli completamente nell’età di mezzo che ella toglie dal passato portandola a nuova luce. Nulla è lasciato al caso: non lo stile, che molto riprende da quello delle saghe medievali islandesi, percorso da tutta una serie di formule fisse che anticamente avevano la funzione di ellissi narrativa e circonlocuzioni; non le ambientazioni storiche, ricche di dettagli preziosi sul cibo, la vita quotidiana, le usanze religiose, le norme morali. Undset è una profonda indagatrice e altrettanto profonda studiosa di ciò che la circonda e di ciò che le interessa. L'attenzione al dettaglio storico e alla ricerca puntuale li ha probabilmente ereditati dal padre, scienziato e archeologo, la cui morte, però, costringerà la figlia ad abbandonare gli studi che frequentava e ad iscriversi, adolescente, a scuole finalizzate alla formazione professionale. Si apre così la prima vita di Undset, una vita che la vede lavorare come segretaria, un impiego che detesta e maledice, perché anche lei, come i suoi personaggi, sente di avere un fato ineluttabile che la aspetta: la scrittura. E, con le notti come compagne di creazione letteraria, Undset corre incontro al suo destino.

Nel 1902 presenta un romanzo storico a un editore che lo rifiuta; nel 1907, riesce a pubblicare La signora Marta Oulie, un libro di genere sentimentale che ha un certo successo e che, trattando del tema dell’adulterio femminile, sconvolge la morale pubblica e le porta anche numerose critiche; nel 1911 esce Jenny e nel 1914 Vaaren. Sono romanzi di impronta prettamente femminista, realistici, nei quali la complessità umana è scrutata e descritta senza esser dimidiata delle sfaccettature che la caratterizzano. Queste opere, che pure le permetteranno di lasciare il lavoro da impiegata e di vivere di scrittura, sono però ancora l’embrione della grande penna che sarà in seguito. Tra il 1920 e il 1922 pubblica, infatti, in tre parti, Kristin, figlia di Lavrans. È il suo capolavoro, un’opera storica e monumentale che ripercorre la vita di una donna, Kristin, appunto, nella Norvegia del XIV secolo.

Sigrid Undset si afferma come una tra le più grandi scrittrici contemporanee. Nel frattempo, nel 1912, durante un viaggio a Roma, conosce il pittore norvegese Anders Castus Svarstad, che sposa, lascia e dal quale ha due figli e una figlia. Come sempre avviene per le donne, la maternità mette a dura prova la professione di Under, che tornerà infatti a scrivere di notte, come quando era un’impiegata, ma lo farà, questa volta, con una consapevolezza maggiore, con una maturazione tale da pronunciarsi in maniera ferma e cristallina su tematiche come l’emancipazione femminile e la ricerca della realizzazione umana. Il divorzio, la guerra e la malattia della figlia la portano a una discussione e a una riflessione tutte intime e personali che sfoceranno, nel 1925, nella conversione al cattolicesimo, in una visione della religione molto personale. Nella Norvegia protestante è uno scandalo che le vale attacchi diretti e critiche violente, tutte cose che Undset riversa nelle sue opere traendone linfa e ispirazione. Quello che non ha fatto il bigottismo, lo compie il nazismo.

Da attenta osservatrice del mondo e del tempo, Sigrid Undset è tra le prime intellettuali a opporsi con ferocia alla deriva nazifascista europea, e lo farà apertamente, a viso aperto e penna schierata. Nel 1933, i suoi libri sono bruciati nel rogo di Berlino. Nel 1940, con l’invasione tedesca della Norvegia, è costretta a scappare: una fuga rocambolesca che, dalla Russia all’ oceano Pacifico, la porterà fino a New York, negli Stati Uniti. Nel frattempo, la sua casa viene occupata e suo figlio morirà in guerra, portando l’odio di questa donna verso il nazismo a divenire assoluto. Potrà tornare in patria solo nel 1945 e, nel 1949, vi morirà all’età di sessantasette anni. Sigrid Undset è una delle penne più fini e aggraziate dell’intero panorama letterario internazionale. La sua è una scrittura monumentale, vichinga, che scalpita ancora del rumore degli zoccoli di Sleipnir, il destriero di Odino. Come lui, corre veloce, a far incontrare mito e religione, fede e morale, storia e modernità, in quell’ambientazione prodigiosa che è la pagina di un libro.

Roma Lillehammer, Norvegia Oslo

Traduzione francese
Guenoah Mroue

Prix Nobel de littérature 1928 «Principalement pour son impressionnante description de la vie nordique au Moyen Âge»

Les terres et les cieux du Nord ont emprisonné, sous le voile de brume, peste atavique aux formes éternelles, transmises, qui écrivent et sont écrites dans les voix des peuples qui y habitent et y ont habité. Peu importe le temps passé ou présent, l’héritage de ces pas vit et parle, se souvient et construit, palpite et respire, comme le vent sur le plan vertical d’une falaise qui essaie d’embrasser la mer. Comprendre les murmures et s’en charger signifie devenir chantre et chanteuse de ces terres et de ces cieux, en préserver les secrets lointains, en les chuchotant aux oreilles du présent pour les entraîner dans la contemporanéité. Il s’agit d’une fouille archéologique dans la couche au-delà de l’histoire, au-delà du temps, qui inclut l’une et l’autre et qui recoupe également des aspects qui, en apparence, ne pourraient jamais correspondre. Et comme la page écrite est le théâtre du miracle, où les personnages et les récits se moquent et tournent autour de l’habituel et de l’ordinaire, l’écrivain Sigrid Undset y devient réalisatrice, couturière et chercheuse d’un monde parfait et renversé, dans une coïncidence réciproque d’effets, mêlant mythe et religion dans une reconstitution historique impeccable. Parce que parmi ses œuvres, le cadre riche et ponctuel sert de toile de fond à l’esprit de l’aube Norreni, d’une fatalité inéluctable du destin qui est toujours présent, d’un crépuscule final qui plane et qui pèse sur les épaules de tous et de toutes. Bien que les anciens dieux soient morts et que ce soit le nouveau Dieu, maintenant, qui réglemente la vie des femmes et des hommes, les personnages courent et se déplacent comme Sól, qui chaque jour entraîne le soleil dans les cieux poursuivi par le loup Skůll, conscient qu’il finira par le dévorer.

Undset remporte le prix Nobel en 1928, seule écrivain norvégienne, après les deux collègues Bjłrnson et Hamsun à en être récompensée. Et puissant - et impressionnant - le récit d’Undset l’est vraiment. Puissante, sèche et évocatrice, de manière à écraser le lecteur et la lectrice dans son récit, en les plongeant complètement dans l’âge du milieu qu’elle enlève du passé en l’amenant à une nouvelle lumière. Rien n’est laissé au hasard : pas le style, qui reprend beaucoup de celui des sagas médiévales islandaises, parcouru par toute une série de formules fixes qui anciennement avaient la fonction d’ellipses narratives et circonlocutions; pas les lieux historiques, riches en détails précieux sur la nourriture, la vie quotidienne, les coutumes religieuses, les normes morales. Undset est une chercheuse profonde et tout aussi profonde de ce qui l’entoure et de ce qui l’intéresse. L’attention portée au détail historique et à la recherche ponctuelle les a probablement hérités de son père, scientifique et archéologue, dont la mort, cependant, forcera sa fille à abandonner ses études et à s’inscrire aux écoles de formation professionnelle. Ainsi s’ouvre la première vie d’Undset, elle travaille comme secrétaire, un emploi qu’elle déteste et maudit, car elle aussi, comme ses personnages, sent qu’elle a un destin inéluctable qui l’attend : l’écriture. Et, avec les nuits comme compagnes de création littéraire, Undset court à la rencontre de son destin.

En 1902, elle présente un roman historique à un éditeur qui le rejette ; en 1907, elle parvient à publier La Dame Marta Oulie, un livre de genre sentimental qui connaît un certain succès et qui, traitant du thème de l’adultère féminin, bouleverse la morale publique et lui apporte de nombreuses critiques; en 1911, Jenny sort et en 1914 Vaaren. Ce sont des romans d’empreinte purement féministe, réalistes, dans lesquels la complexité humaine est scrutée et décrite sans être négligée des facettes qui la caractérisent. Ces œuvres, qui lui permettront aussi de quitter le travail d’employée et de vivre de l’écriture, sont cependant encore l’embryon de la grande plume qui sera par la suite. Entre 1920 et 1922, elle publie en trois parties Kristin, fille de Lavrans. C’est son chef-d’œuvre, une œuvre historique et monumentale qui retrace la vie d’une femme, Kristin, précisément, dans la Norvège du XIVe siècle.

Sigrid Undset s’affirme comme l’une des plus grandes écrivains contemporaines. En 1912, lors d’un voyage à Rome, elle fait la connaissance du peintre norvégien Anders Castus Svarstad, qu’elle épouse et quitte par la suite et duquel elle a deux fils et une fille. Comme toujours pour les femmes, la maternité met à rude épreuve la profession d’Under, qui reviendra en effet à écrire la nuit, comme lorsqu’elle était employée, mais elle le fera, cette fois avec une plus grande conscience, avec une maturité telle qu’elle se prononce de manière ferme et limpide sur des thèmes tels que l’émancipation féminine et la recherche de la réalisation humaine. Le divorce, la guerre et la maladie de sa fille la conduisent à une discussion et à une réflexion toutes intimes et personnelles qui aboutiront, en 1925, à la conversion au catholicisme, à une vision de la religion très personnelle. Dans la Norvège protestante, c’est un scandale qui lui vaut des attaques directes et des critiques violentes, tout ce qu’Undset déverse dans ses œuvres en tirant sa sève et son inspiration. Ce que le fanatisme n’a pas fait, c’est le nazisme qui l’accomplit.

Observatrice attentive du monde et du temps, Sigrid Undset est parmi les premiers intellectuels à s’opposer farouchement à la dérive nazi-fasciste européenne, et elle le fera ouvertement, face ouverte et plume déployée. En 1933, ses livres sont brûlés dans le bûcher de Berlin. En 1940, avec l’invasion allemande de la Norvège, elle est contrainte de fuir : une fuite rocambolesque qui, de la Russie à l’océan Pacifique, la conduira jusqu’à New York, aux États-Unis. Pendant ce temps, sa maison est occupée et son fils mourra à la guerre, amenant la haine de cette femme envers le nazisme à devenir absolue. Elle ne pourra rentrer chez elle qu’en 1945 et, en 1949, elle y mourra à l’âge de soixante-sept ans. Sigrid Undset a l’un des stylos les plus fins et gracieux de tout le paysage littéraire international. Son écriture est une écriture monumentale, viking, qui exaspère encore le bruit des sabots de Sleipnir, le cheval d’Odin. Comme lui, elle court vite, à la rencontre du mythe et de la religion, de la foi et de la morale, de l’histoire et de la modernité, dans ce cadre prodigieux qui est la page d’un livre.

Roma Lillehammer, Norvegia Oslo

Traduzione inglese
Syd Stapleton

Nobel Prize in Literature 1928, awarded «Primarily for her impressive description of Nordic life during the Middle Ages».

The lands and skies of the North have imprisoned, beneath the veil of mist, atavistic plagues of eternal, handed-down forms, which write and are written in the voices of the peoples who dwell and have dwelt there. Regardless of past or present time, the legacy of those steps lives and speaks, remembers and builds, pulses and breathes, like the wind on the vertical face of a cliff trying to contain the sea. To understand the whispers and to bring them to life is to become a cantor and singer of those lands and skies, to preserve their remote secrets, whispering them to the ears of today to drag them into contemporaneity. It is an archaeological excavation in the layer beyond history, beyond time, encompassing the one and the other and sewing together even aspects that on the surface could never fit together. And because the written page is the theater of the miracle, where characters and narratives make a mockery and turn of the usual and the ordinary, in this process the writer Sigrid Undset becomes the director, seamstress and researcher of a perfect, inverted world, in an exchange of chance effects, mixing myth and religion in an impeccable historical reconstruction. For among her works, the rich and timely setting is placed against the backdrop of the spirit of the Norse dawns, of an inevitability of fate that is ever-present, of a final twilight that looms and weighs on the shoulders of all and sundry. Although the old gods are dead and it is the new God who now regulates the lives of women and men, the characters run and move as Sól does, dragging the sun across the skies each day pursued by the wolf Skǫll, knowing that, in the end, he will devour her.

Undset won the Nobel Prize in 1928, the only Norwegian writer to be awarded it after her two colleagues Bjørnson and Hamsun. And powerful - and impressive - Undset's narrative is indeed. Powerful, dry and evocative, so that she slaps the readers into her narrative, immersing them completely in the Middle Ages that she removes from the past by bringing them into new light. Nothing is left to chance - not the style, which much echoes that of medieval Icelandic sagas, paced by a whole series of fixed formulas that anciently served the function of narrative ellipsis and circumlocutions - nor the historical settings, full of precious details about food, daily life, religious customs, and moral norms. Undset is a profound investigator and equally profound scholar of her surroundings and her interests. Attention to historical detail and timely research she probably inherited from her father, a scientist and archaeologist, whose death, however, would force his daughter to abandon her studies she and to enroll, as a teenager, in schools aimed at vocational training. Thus opened Undset's early life, a life that saw her working as a secretary, a job she loathed and cursed, because she too, like her characters, felt she had an inescapable fate awaiting her: writing. And, with nights as her companions in literary creation, Undset ran toward her destiny.

In 1902, she submitted a historical novel to a publisher, who rejected it. In 1907, she succeeded in publishing Martha Oulie, a book in the “romance” genre that had some success and which, dealing with the theme of female adultery, shocked public morality and also brought her much criticism. In 1911, Jenny was published, and in 1914 Vaaren. These are purely feminist, realistic novels in which human complexity is scrutinized and described without dimming the facets that characterize it. These works, although they allowed her to leave her clerical job and make a living from writing, were, however, still the embryo of the great pen she would later be. Indeed, between 1920 and 1922 she published, in three parts, Kristin Lavransdatter. It is her masterpiece, a historical and monumental work that traces the life of a woman, Kristin, in 14th-century Norway.

Sigrid Undset established herself as one of the greatest contemporary writers. Meanwhile, on a trip to Rome in 1912, she met Norwegian painter Anders Castus Svarstad, whom she married, left, and by whom she had two sons and a daughter. As is always the case with women, motherhood put a strain on Under's professional work. She returned to writing at night, as she did when she was a clerk, but she did so, this time, with a greater awareness, with a maturity such that she spoke firmly and with crystal clarity on such issues as women's emancipation and the quest for human fulfillment. Divorce, war and her daughter's illness led her to an all intimate and personal discussion and reflection that would result, in 1925, in her conversion to Catholicism, in a very personal view of religion. In Protestant Norway it was a scandal that resulted in direct attacks and violent criticism, all of which Undset poured into her works drawing nourishment and inspiration from them. What bigotry did not do, Nazism accomplished.

As a keen observer of the world and the times, Sigrid Undset was among the first intellectuals to fiercely oppose Europe's Nazi-fascist drift, and she did so openly, with an open voice and an outspoken pen. In 1933, her books were burned in Berlin. In 1940, with the German invasion of Norway, she was forced to flee - a daring escape that, from Russia to the Pacific Ocean, will take her all the way to New York, USA. Meanwhile, her home was occupied and her son died in the war, leading this woman's hatred of Nazism to become absolute. She was only able to return to her homeland in 1945 and, in 1949, died there at the age of sixty-seven. Sigrid Undset is one of the finest and most graceful pens on the entire international literary scene. Hers is monumental, Viking-like writing, still pounding like the sound of the hooves of Sleipnir, Odin's steed. Like him, it runs fast, bringing together myth and religion, faith and morality, history and modernity, in the marvelous setting that is the page of a book.

Roma Lillehammer, Norvegia Oslo

Traduzione spagnola
Federica Agosta

Premio Nobel de Literatura 1928 «Principalmente por su majestuosa descripción de la vida nórdica durante la Edad Media».

Las tierras y los cielos del Norte tienen aprisionadas, bajo el velo de la niebla, calamidades atávicas con formas eternas, transmitidas, que escriben y se escriben en las voces de la gente que allí vive y ha vivido. Independientemente del tiempo pasado o presente, la herencia de aquellos pasos vive y habla, recuerda y construye, pulsa y respira, como el viento en el plano vertical de un arrecife que intenta abrazar el mar. Comprender los susurros y hacerse cargo de ellos implica llegar a ser cantor y cantora de esas tierras y cielos, preservar sus remotos secretos, susurrarlos a los oídos de hoy para llevarlos a la contemporaneidad. Se trata de una excavación arqueológica en los estratos más allá de la historia, más allá del tiempo, que incluye a unos y a otros, y que hilvana también aspectos que aparentemente nunca podrían acoplarse. Y como la página escrita es el teatro del milagro, donde los personajes y las narraciones se burlan y dan la vuelta a lo habitual y ordinario, en ella la escritora Sigrid Undset se convierte en directora, costurera e investigadora de un mundo perfecto e invertido, en una recíproca casualidad de efectos, que mezcla el mito y la religión en una impecable reconstrucción histórica. Porque entre sus obras, la ambientación rica y exacta tiene como telón de fondo el espíritu de los albores nórdicos, de una inevitabilidad del destino siempre presente, de un crepúsculo final que incumbe y pesa sobre los hombros de todos y todas. Aunque los antiguos dioses están muertos y sea el nuevo Dios, ahora, quien regula la vida de las mujeres y los hombres, los personajes corren y se mueven como lo hace Sól, que cada día lleva el sol por los cielos perseguida por el lobo Skǫll, consciente de que, al fin, terminará por devorarla.

Undset gana el Premio Nobel en 1928, única escritora noruega en recibirlo tras sus dos connacionales Bjørnson y Hamsun. Y potente –e imponente– la narración de Undset lo es realmente. Potente, seca y evocadora, para arrastrar al lector y a la lectora dentro de su narrativa, sumergiéndolos completamente en la edad media que ella toma del pasado, llevándola a una nueva luz. Nada se deja al azar: ni el estilo, que toma mucho prestado de las sagas medievales islandesas, atravesado por toda una serie de fórmulas fijas que en la antigüedad tenían la función de elipsis narrativa y circunloquios; ni los escenarios históricos, ricos en detalles minuciosos sobre la comida, la vida cotidiana, las costumbres religiosas, las normas morales. Undset es una profunda investigadora al mismo tiempo que una profunda estudiosa de lo que la rodea y de lo que le interesa. Probablemente heredó de su padre la atención al detalle histórico y a la investigación puntual, un padre científico y arqueólogo, cuya muerte, sin embargo, obligó a su hija a abandonar los estudios que seguía y a matricularse, adolescente, en escuelas destinadas a la formación profesional. Así comienza la vida temprana de Undset, una vida que la ve trabajar como secretaria, un empleo que detesta y maldice, porque ella también, como sus personajes, siente que le espera un sino ineludible: la escritura. Y, con las noches como compañeras de creación literaria, Undset corre hacia su destino.

En 1902 presenta una novela histórica a un editor que la rechaza; en 1907, logra publicar La señora Marta Oulie, un libro de género sentimental que tuvo cierto éxito y que, al tratar el tema del adulterio femenino, escandalizó la moral pública y le causó también numerosas críticas; en 1911 se publica Jenny y en 1914 Vaaren. Se trata de novelas marcadamente feministas, realistas, en las cuales se examina y describe la complejidad humana sin atenuar sus facetas. Estas obras, que le permitirán dejar su empleo de secretaria para vivir de la escritura, sin embargo son todavía el embrión de la gran pluma que llegará a ser más tarde. Efectivamente, entre 1920 y 1922 publica, en tres partes, Kristin, hija de Lavrans. Se trata de su obra maestra, una obra histórica y monumental que recorre la vida de una mujer, Kristin, precisamente, en la Noruega del siglo XIV. Sigrid Undset se consolida como una de las mejores escritoras contemporáneas. Mientras tanto, en 1912, durante un viaje a Roma, conoce al pintor noruego Anders Castus Svarstad, con el cual se casa, del cual tiene dos hijos y una hija y al que deja. Como siempre les ocurre a las mujeres, la maternidad pone a prueba la profesión de Under, que de hecho volverá a escribir por la noche, como cuando era empleada, pero lo hará, esta vez, con una mayor consciencia, con una madurez que la hará pronunciarse con firmeza y sencillez acerca de temáticas como la emancipación femenina y la búsqueda de la realización humana. Su divorcio, la guerra y la enfermedad de su hija la llevaron a una reflexión y cuestionamiento íntimos y personales que desembocaron, en 1925, en su conversión al catolicismo, en una visión de la religión muy personal. En la Noruega protestante es un escándalo que le vale ataques directos y críticas violentas, todas ellas cosas que Undset vierte en su obra, obteniendo savia e inspiración. Lo que no hizo intolerancia católica, lo hizo el nazismo.

En cuanto aguda observadora del mundo y del tiempo, Sigrid Undset es una de las primeras intelectuales en oponerse ferozmente a la deriva nazi-fascista europea, y lo hace abiertamente, a cara descubierta y con una pluma alineada. En 1933, sus libros fueron quemados en la quema de Berlín. En 1940, debido a la invasión alemana de Noruega, se ve obligada a huir: una huida rocambolesca que, desde Rusia hasta el Océano Pacífico, la lleva a Nueva York, en Estados Unidos. Mientras tanto, su casa es ocupada y su hijo muere durante la guerra, lo que hace que el odio de esta mujer hacia el nazismo sea absoluto. Sólo pudo regresar a su patria en 1945 donde murió en 1949, a la edad de sesenta y siete años. Sigrid Undset es una de las plumas más finas y agraciadas de todo el panorama literario internacional. La suya es una escritura monumental, vikinga, donde resuena el sonido de los cascos de Sleipnir, el corcel de Odín. Como él, corre velozmente, para unir mito y religión, fe y moral, historia y modernidad, en esa ambientación prodigiosa que es la página de un libro.

Roma Lillehammer, Norvegia Oslo

Traduzione ucraina
Alina Petelko

Нобелівська премія з літератури 1928 «В основному за вражаючий опис нордичного життя в середні віки»

Землі й небеса Півночі ув'язнили під завісою туману атавістичну чуму з вічними формами, передані, які пишуться і записуються голосами людей, які там живуть і жили там. Незалежно від минулого чи теперішнього, спадщина тих кроків живе і говорить, пам’ятає і будує, пульсує і дихає, як вітер на вертикальній площині скелі, що намагається обійняти море. Розуміти шепіти і керувати ними означає стати співаком і співачкою тих земель і тих небес, щоб зберегти далекі таємниці, нашіптувати їх на вуха сьогодення, щоб перенести їх у сучасний світ. Це археологічні розкопки за межами історії, поза часом, якi зшивають воєдино аспекти, які, ніколи не могли б збігатися. А оскільки написана сторінка це театр дива, де персонажі та оповіді висміюють звичайне та буденне, у ньому письменниця Сіґрід Ундсет стає режисером, швачкою та дослідницею ідеального та перевернутого світу, змішуючи міф і релігію в бездоганній історичній реконструкції. Серед її робіт дух скандинавської зорі є фоном багатої та прискіпливої обстановки. Вона розповідає про неминучість долі, яка завжди присутня, про останні сутінки, які насуваються і які тяжіють на плечі кожного. Незважаючи на те, що старі боги мертві, і тепер новий Бог регулює життя жінок і чоловіків, персонажі бігають і рухаються, як Сол, яка щодня тягне сонце в небо, та за нею переслідує вовк Скалл, і вона усвідомлює, що зрештою він її з’їсть.

Ундсет отримує Нобелівську премію в 1928 році, вона є єдиною норвезькою письменницею після двох своїх колег Бьорнсона та Гамсуна, яка отримала цю премію. І потужна і вражаюча, розповідь Ундсета справді є такою. Настільки потужна, суха та спонукальна, що повністю занурює читача та читачку у середній вік, який вона бере з минулого, виводячи його в нове світло. У її творах немає нічого випадкового: не стиль, який дуже натхненний ісландськими середньовічними сагами; не історичні сюжети, сповнені цінних подробиць про їжу, побут, релігійні звичаї, моральні норми. Ундсет є глибоким дослідником і настільки ж глибоким знавцем того, що її оточує і що її цікавить. Ймовірно, письменниця успадкувала увагу до історичних деталей і пунктуальність дослідження від свого батька, вченого й археолога, смерть якого, однак, змусить її покинути навчання, яке вона відвідувала. Так починається перше життя Андсет, у якому вона працює секретарем, роботу, яку вона ненавидить і проклинає, тому що вона також, як і її герої, відчуває, що на неї чекає невідворотна доля: писати. Та з ночами як супутниками літературної творчості Ундсет біжить назустріч своїй долі.

У 1902 році письменниця представляє історичний роман видавцеві, який його відхиляє; у 1907 році їй вдається опублікувати сентиментальну книгу Пані Марта Улі, яка має певний успіх і яка, торкаючись теми жіночої зради, засмучує суспільну мораль і викликає численні критики; Дженні виходить у 1911 році, а Ваарен у 1914 році. Це суто феміністичні, реалістичні романи, в яких людська складність розглядається та описується. Між 1920 і 1922 роками вона опублікувала Крістін, дочку Лавранса, у трьох частинах. Це її шедевр, історичний і монументальний твір, який простежує життя жінки, Крістін, у Норвегії 14-го століття. Сігрід Ундсет стає однією з найвидатніших сучасних письменниць. Тим часом у 1912 році під час поїздки до Риму вона знайомиться з норвезьким художником Андерсом Кастусом Сварстадом, з яким вона одружується, розлучається i народжує двох синів і дочку. Як завжди буває з жінками, материнство ставить професію Андер на випробування, яка фактично повертатиметься писати вночі, як коли вона була секретарем, але робитиме це, цього разу, з більшою усвідомленістю, з дозріванням, таким, щоб твердо та чітко висловлюватися щодо таких питань, як жіноча емансипація та пошук реалізації. Розлучення з чоловіком, війна та хвороба її доньки спонукали її до дискусій та роздумів, які були інтимними та особистими, що призвело до її навернення в католицизм у 1925 році, до дуже особистого бачення релігії. У протестантській Норвегії це скандал, який викликає прямі нападки та жорстоку критику, та усе це Ундсет вливає у свої роботи, черпаючи з них лімфу та натхнення. Чого не зробив фанатизм, зробив нацизм.

Письменниця Сігрід Ундсет є однією з перших інтелектуалок, які люто виступили проти європейського нацистсько-фашистського дрейфу, і вона зробить це відкрито. У 1933 році її книги були спалені на берлінському вогнищі. У 1940 році, після вторгнення Німеччини на Норвегію, вона була змушена тікати: смілива втеча з Росії до Тихого океану приведе її до Нью-Йорка, у Сполучених Штатах. Тим часом її дім окупований, а син загине на війні, що призведе її до абсолютної ненависті до нацизму. Лише в 1945 році вона зможе повернутися на батьківщину і в 1949 році помре там у віці шістдесяти семи років. Сігрід Ундсет одна з найкращих і найвитонченіших пер на всій міжнародній літературній сцені.

Roma Lillehammer, Norvegia Oslo