Calendaria 2023 - Christiane Nüsslein – Volhard

Christiane Nüsslein – Volhard
Julia Vegro






Caori Murata

 

Christiane Nüsslein-Volhard è una biologa tedesca, vincitrice del Premio Nobel per la Medicina nel 1995, insieme a Edward Bok Lewis e Eric Wieschaus, «per le scoperte sul controllo genetico delle fasi precoci dello sviluppo embrionale». Il loro lavoro ha aiutato a risolvere uno dei grandi misteri della scienza: in che modo i geni in un ovulo fecondato arrivano a formare un embrione.

Christiane nasce il 20 ottobre 1942 a Magdeburgo, in Germania. Secondogenita di cinque fratelli, vive un’infanzia felice, nonostante il periodo del dopoguerra, grazie agli stimoli e al sostegno da parte dei genitori Rolf Volhard, architetto, e Brigitte Hass, che incoraggiano figli e figlie a interessarsi a molte attività e ad amare le arti in generale. Fin dall’infanzia emerge la propensione della ragazza verso l’osservazione di piante e animali. Nel 1964, dopo gli studi liceali, si iscrive alla facoltà di Biologia di Francoforte. Nel 1969 completa gli studi specializzandosi in biochimica, per poi iscriversi al Max Planck Institute for Virus Research gestito da Heinz Schaller. Lavorando per il suo dottorato di ricerca, ha contribuito a migliorare i metodi di Schaller per purificare l’Rna polimerasi, un enzima essenziale che avvia la trascrizione dell’Rna dal Dna.

Ottenuto il dottorato in Biologia molecolare nel 1973, si occupa poi della morfogenesi dello sviluppo, ovvero il processo che porta un organismo ad assumere una determinata forma. Interessata ai geni che controllano lo sviluppo degli embrioni, vuole applicare la genetica a qualcosa di più dei semplici virus. La dottoressa Nüsslein-Volhard chiede a Walter Gehring di poter entrare nel suo laboratorio al Biozentrum di Basilea, dove stava studiando la Drosophila, o moscerino della frutta – organismo già da molto tempo utilizzato come modello negli studi genetici in laboratorio, sia per il breve ciclo vitale che per le dimensioni ridotte. Nel 1978, dopo diversi anni di studi sul gene bicaudale negli embrioni di Drosophila, Nüsslein-Volhard entra a far parte del Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare di Heidelberg (Embl), dove continua il suo lavoro fino al 1980. Lì incontra l’uomo che diventerà il suo partner nella ricerca premiata con il Nobel: il biologo statunitense Eric Wieschaus (South Bend, 8 giugno 1947). Dal 1981 insegna presso l’Istituto Max Planck di Tubinga, dove, quattro anni più tardi, dirige il Dipartimento di Genetica, carica che ricoprirà fino al 2014. Nel 1986 ha ricevuto il Premio Leibnitz dall’importante Istituto Deutsche Forschungsgemeinschaft (Dfg), che in Germania rappresenta la più alta onorificenza per la ricerca. Nel 1991 vince il Premio Lasker per la ricerca medica di base. Dal 2001 è membro del Nationaler Ethikrat (Consiglio Etico Nazionale di Germania). Nel 2005 ha conseguito la laurea honoris causa all’Università di Oxford.

Christiane, con il collega Wieschaus, ha introdotto in biologia il concetto di «Grande Scienza» con un ambizioso progetto di mutagenesi, l’insieme dei processi chimico-fisici che portano a una mutazione, condotto su larga scala. In precedenza, la biologia molecolare era basata per lo più su esperimenti su piccola scala che dimostravano principi o che fornivano esempi di significato generale. Le ricerche che portano Nüsslein-Volhard a vincere il Nobel avevano lo scopo di identificare i geni responsabili della formazione degli embrioni della Drosophila melanogaster, il soggetto sperimentale scelto. Con Eric Wieschaus, la scienziata elabora il metodo della mutagenesi di saturazione, tramite il quale si producono mutazioni nei geni degli esemplari adulti per osservare l’impatto sulla prole. Questi geni sono stati trovati producendo mutazioni casuali nei moscerini e sottoponendoli a incroci di ibridazione. Utilizzando questo processo e verificando i difetti di sviluppo, è stato possibile identificare con esattezza quali geni sono interessati dalle mutazioni indotte e rilevare quelli specifici e cruciali per il processo evolutivo della Drosophila. Esaminando sistematicamente la composizione genetica dei campioni con un doppio microscopio, Nüsslein-Volhard e i suoi collaboratori identificano 20.000 geni nei cromosomi dei moscerini della frutta; ad alcuni di questi sono assegnati nomi specifici (come hedgehog). Gli studi successivi dei mutanti e delle loro interazioni condussero alla comprensione dei meccanismi di sviluppo dei segmenti corporei. In particolare, le cosiddette sequenze homeobox (Hox) sembravano svolgere un ruolo essenziale nello sviluppo embrionale dei moscerini della frutta. Successivamente è stato riscontrato che il gene homeobox è presente in tutte le specie animali. Questi risultati hanno portato anche a ipotizzare la presenza di un antenato ancestrale comune per i protostomi e i deuterostomi, e hanno contribuito ad aumentare le conoscenze sui meccanismi di regolazione della trascrizione cellulare.

La fondamentale scoperta, pubblicata nel 1980, ha implicazioni enormemente importanti sia per la determinazione dei processi di sviluppo nella Drosophila, sia perché geni analoghi sono presenti in altri organismi multicellulari, compreso l’essere umano. Dunque la studiosa ha contribuito ad aumentare notevolmente la comprensione dello sviluppo embrionale, aprendo la strada alla conoscenza delle cause di mutazioni e malformazioni in relazione alla riproduzione umana. A Nüsslein-Volhard viene attribuita inoltre la scoperta del gene toll, che ha portato alla successiva identificazione dei recettori toll-like, che svolgono un ruolo importante nel nostro sistema immunitario. Conseguito il Premio Nobel, Christiane ha rivolto le sue specifiche ricerche al pesce zebra. Oltre a essere una scienziata straordinaria, coltiva molti interessi: nel tempo libero porta avanti con passione il suo amore per la musica e per la cucina. Si approccia alla biologia con il dovuto rigore scientifico, ma anche con la sensibilità di un'artista: ritiene infatti che comprendere la natura è un vero e proprio atto creativo e che in un laboratorio la combinazione di diversi metodi e sistemi fornisce una base unica per comprendere più a fondo lo sviluppo della vita di una qualsiasi creatura.

Negli anni, in qualità di docente e ricoprendo il ruolo di mentore, ha formato nel suo laboratorio molti/e scienziati/e che oggigiorno svolgono autonomamente la loro attività di ricerca. Nel 2004 ha creato la Fondazione che porta il suo nome per supportare le donne più promettenti che decidono di dedicarsi alla carriera scientifica, consentendo loro di bilanciare gli obblighi familiari con i doveri lavorativi, per poter coltivare al meglio i propri progetti.


Traduzione francese

Guenoah Mroue

Christiane Nüsslein-Volhard est une biologiste allemande, gagnante du prix Nobel de médecine en 1995, avec Edward Bok Lewis et Eric Wieschaus, «pour les découvertes sur le contrôle génétique des phases précoces du développement embryonnaire». Leur travail a aidé à résoudre l’un des grands mystères de la science : comment les gènes d’un ovule fécondé arrivent à former un embryon.

Christiane est né le 20 octobre 1942 à Magdebourg, en Allemagne. Deuxième fille de cinq frères, elle vit une enfance heureuse, malgré la période d’après-guerre, grâce aux encouragements et au soutien de ses parents Rolf Volhard, architecte, et Brigitte Hass, qui encouragent leurs fils et filles à s’intéresser à de nombreuses activités et à aimer les arts en général. Dès l’enfance, la jeune fille a tendance à observer les plantes et les animaux. En 1964, après ses études secondaires, elle s’inscrit à la faculté de biologie de Francfort. En 1969, elle termine ses études en biochimie puis s’inscrit au Max Planck Institute for Virus Research dirigé par Heinz Schaller. En travaillant pour son doctorat, elle a contribué à améliorer les méthodes de Schaller pour purifier l’Arn polymérase, une enzyme essentielle qui déclenche la transcription de l’Arn à partir de l’Adn.

Après avoir obtenu son doctorat en biologie moléculaire en 1973, elle s’occupe ensuite de la morphogenèse du développement, c’est-à-dire du processus qui conduit un organisme à prendre une forme déterminée. Intéressée par les gènes qui contrôlent le développement des embryons, elle veut appliquer la génétique à quelque chose de plus que de simples virus. Le Dr Nüsslein-Volhard demande à Walter Gehring d’entrer dans son laboratoire au Biozentrum de Bâle, où elle étudiait la drosophile, ou mouche des fruits - organisme depuis longtemps déjà utilisé comme modèle dans les études génétiques en laboratoire, tant pour le cycle de vie court que pour sa petite taille. En 1978, après plusieurs années d’études sur le gène bicaudal dans les embryons de Drosophila, Nüsslein-Volhard rejoint le Laboratoire Européen de Biologie Moléculaire de Heidelberg (Embl), où elle continue son travail jusqu’en 1980. Là, elle rencontre l’homme qui deviendra son partenaire dans la recherche récompensé par le prix Nobel : le biologiste américain Eric Wieschaus (South Bend, 8 juin 1947). Depuis 1981, elle enseigne à l’Institut Max Planck de Tübingen, où, quatre ans plus tard, elle dirige le Département de Génétique, poste qu’elle occupera jusqu’en 2014. En 1986, elle a reçu le Prix Leibnitz de l’important Institut Deutsche Forschungsgemeinschaft (Dfg), qui en Allemagne représente la plus haute distinction pour la recherche. En 1991, elle remporte le Prix Lasker pour la recherche médicale de base. Depuis 2001, elle est membre du Nationaler Ethikrat (Conseil Ethique National d’Allemagne). En 2005, elle obtient un doctorat honoris causa à l’université d’Oxford.

Christiane a introduit en biologie avec son collègue Wieschaus le concept de « Grande Science » avec un ambitieux projet de mutagenèse, l’ensemble des processus physico-chimiques conduisant à une mutation, menée à grande échelle. Auparavant, la biologie moléculaire était principalement basée sur des expériences à petite échelle qui démontraient des principes ou fournissaient des exemples de signification générale. Les recherches qui ont conduit Nüsslein-Volhard à gagner le prix Nobel visaient à identifier les gènes responsables de la formation des embryons de la Drosophila melanogaster, le sujet expérimental choisi. La scientifique élabore avec Eric Wieschaus la méthode de la mutagenèse de saturation, par laquelle des mutations sont produites dans les gènes des spécimens adultes pour observer l’impact sur la progéniture. Ces gènes ont été trouvés en produisant des mutations aléatoires chez les moucherons et en les soumettant à des croisements d’hybridation. En utilisant ce processus et en vérifiant les défauts de développement, il a été possible d’identifier exactement quels gènes sont affectés par les mutations induites et de détecter les gènes spécifiques et cruciaux pour le processus évolutif de la drosophile. En examinant systématiquement la composition génétique des échantillons à l’aide d’un double microscope, Nüsslein-Volhard et ses collaborateurs identifient 20000 gènes dans les chromosomes des moucherons du fruit; certains d’entre eux portent des noms spécifiques (comme hedgehog). Les études ultérieures des mutants et de leurs interactions ont conduit à la compréhension des mécanismes de développement des segments corporels. Les soi-disant séquences homeobox (Hox) en particulier, semblaient jouer un rôle essentiel dans le développement embryonnaire des moucherons des fruits. Par la suite, il a été constaté que le gène homeobox était présent chez toutes les espèces animales. Ces résultats ont également conduit à supposer la présence d’un ancêtre ancestral commun pour les protostomes et les deutéromomes, et ont contribué à accroître les connaissances sur les mécanismes de régulation de la transcription cellulaire.

La découverte fondamentale, publiée en 1980, a des implications extrêmement importantes à la fois pour la détermination des processus de développement chez la drosophile et parce que des gènes similaires sont présents dans d’autres organismes multicellulaires, y compris l’être humain. Ainsi, la chercheuse a contribué à augmenter considérablement la compréhension du développement embryonnaire, ouvrant la voie à la connaissance des causes de mutations et de malformations en relation avec la reproduction humaine. On attribue également à Nüsslein-Volhard la découverte du gène toll, qui a conduit à l’identification ultérieure des récepteurs toll-like, qui jouent un rôle important dans notre système immunitaire. Gagnante du prix Nobel, Christiane a consacré ses recherches spécifiques au poisson zèbre. En plus d’être une scientifique extraordinaire, elle cultive de nombreux intérêts : pendant son temps libre, elle poursuit avec passion son amour de la musique et de la cuisine. Elle aborde la biologie avec la rigueur scientifique qui s’impose, mais aussi avec la sensibilité d’une artiste : elle estime en effet que la compréhension de la nature est un véritable acte créatif et que, dans un laboratoire, la combinaison de différentes méthodes et systèmes fournit une base unique pour mieux comprendre le développement de la vie de n’importe quelle créature.

Au fil des ans, en tant qu’enseignante et en tant que mentor, elle a formé dans son laboratoire de nombreux scientifiques et chercheurs indépendants. En 2004, elle a créé la Fondation qui porte son nom pour soutenir les femmes les plus prometteuses qui décident de se consacrer à la carrière scientifique, en leur permettant d’équilibrer les obligations familiales avec les devoirs professionnels, afin de mieux cultiver leurs propres projets.


Traduzione inglese

Syd Stapleton

Christiane Nüsslein-Volhard is a German biologist who won the 1995 Nobel Prize in Medicine, along with Edward Bok Lewis and Eric Wieschaus, "for discoveries on the genetic control of early stages of embryonic development." Their work helped solve one of the great mysteries of science - how genes in a fertilized egg come to form an embryo.

Christiane was born on Oct. 20, 1942, in Magdeburg, Germany. The second child of five siblings, she enjoyed a happy childhood, despite the postwar period, thanks to stimulation and support from her parents Rolf Volhard, an architect, and Brigitte Hass, who encouraged their sons and daughters to take an interest in many activities and to love the arts in general. From childhood, the girl's inclination toward observing plants and animals emerged. In 1964, after her high school studies, she enrolled in the Faculty of Biology in Frankfurt. In 1969 she completed her studies, majoring in biochemistry, and then enrolled at the Max Planck Institute for Virus Research run by Heinz Schaller. Working toward her PhD, she helped improve Schaller's methods for purifying RNA polymerase, an essential enzyme that initiates RNA transcription from DNA.

Earning her PhD in molecular biology in 1973, she then worked on developmental morphogenesis, the process that leads an organism to assume a certain shape. Interested in the genes that control embryo development, she wanted to apply genetics to more than just viruses. Dr. Nüsslein-Volhard asked Walter Gehring for access to his laboratory at the Biozentrum in Basel, where he was studying Drosophila, or fruit flies - an organism that had long been used as a model in laboratory genetic studies, both because of its short life cycle and small size. In 1978, after several years of studying the bicaudal gene in Drosophila embryos, Nüsslein-Volhard joined the European Molecular Biology Laboratory in Heidelberg (EMBL), where she continued her work until 1980. There she met the man who would become her partner in Nobel Prize-winning research, the U.S. biologist Eric Wieschaus (South Bend, Indiana, June 8, 1947). Since 1981 she has taught at the Max Planck Institute in Tübingen, where, four years later, she became head of the Department of Genetics, a position she held until 2014. In 1986 she received the Leibnitz Prize from the prominent Deutsche Forschungsgemeinschaft (DFG) Institute, which is the highest honor for research in Germany. In 1991 she won the Lasker Prize for basic medical research. Since 2001 she has been a member of the Nationaler Ethikrat (National Ethics Council of Germany). In 2005 she was awarded an honorary degree from Oxford University.

Christiane, with colleague Wieschaus, introduced the concept of "Big Science" to biology with an ambitious project on mutagenesis, the set of chemical and physical processes that lead to mutation, conducted on a large scale. Previously, molecular biology was mostly based on small-scale experiments that demonstrated principles or provided examples of general significance. The research that led to Nüsslein-Volhard winning the Nobel Prize was aimed at identifying the genes responsible for embryo formation in Drosophila melanogaster, the chosen experimental subject. With Eric Wieschaus, the scientist developed the saturation mutagenesis method, by which mutations are produced in genes of adult specimens to observe the impact on the offspring. These genes were found by producing random mutations in the flies and subjecting them to hybridization crosses. By using this process and checking for developmental defects, it was possible to identify exactly which genes are affected by the induced mutations and detect those that are specific and crucial to the evolutionary process of Drosophila. By systematically examining the genetic composition of samples with a binocular microscope, Nüsslein-Volhard and her collaborators identified 20,000 genes in the chromosomes of fruit flies; some of these are assigned specific names (such as hedgehog). Subsequent studies of mutants and their interactions led to an understanding of the mechanisms of body segment development. In particular, the so-called homeobox (HOX) sequences appeared to play an essential role in the embryonic development of fruit flies. Subsequently, the homeobox gene was found to be present in all animal species. These findings also led to speculation about the presence of a common ancestral basis for protostomes and deuterostomes, and contributed to increased knowledge about the mechanisms of cellular transcriptional regulation.

The fundamental discovery, published in 1980, has enormously important implications both for determining developmental processes in Drosophila, and also because similar genes are present in other multicellular organisms, including humans. So, the scholar has contributed greatly to increasing the understanding of embryonic development, paving the way for knowledge of the causes of mutations and malformations in relation to human reproduction. Nüsslein-Volhard is also credited with the discovery of the toll gene, which led to the subsequent identification of toll-like receptors, which play an important role in our immune system. Having earned the Nobel Prize, Christiane turned her specific research to zebrafish. In addition to being an outstanding scientist, she cultivates many interests. In her free time, she passionately pursues her love of music and cooking. She approaches biology with scientific rigor, but also with the sensitivity of an artist. She believes that understanding nature is a truly creative act and that in a laboratory the combination of different methods and systems provides a unique basis for a deeper understanding of the development of the life of any creature.

Over the years, as a lecturer and by serving as a mentor, she has trained many scientists (female and male) in her laboratory, who nowadays carry out their research activities independently. In 2004, she created the foundation that bears her name, to support the most promising women who decide to pursue a scientific career, enabling them to balance family obligations with their work so that they can best develop their projects.


Traduzione spagnola

Francesco Rapisarda

Christiane Nüsslein-Volhard es una bióloga alemana, ganadora del Premio Nobel de Medicina en 1995, junto con Edward Bok Lewis y Eric Wieschaus, “ por sus descubrimientos sobre el control genético de las primeras etapas del desarrollo embrionario ”. Su trabajo ayudó a resolver uno de los grandes misterios de la ciencia: cómo los genes de un óvulo fertilizado llegan a formar un embrión.

Christiane nació el 20 de octubre de 1942 en Magdeburgo, Alemania. Segunda hija de cinco hermanos, vivió una infancia feliz, a pesar del período de posguerra, gracias a los estímulos y el apoyo de su padre Rolf Volhard, arquitecto, y su madre Brigitte Hass, que animaron a sus hijos e hijas a interesarse por muchas actividades y a amar las artes en general. Desde la infancia surgió la propensión de la niña hacia la observación de plantas y animales. En 1964, tras sus estudios en el instituto, se matriculó en la Facultad de Biología de Frankfurt. En 1969 completó sus estudios especializándose en bioquímica, y luego se matriculó en el Max Planck Institute for Virus Research, dirigido por Heinz Schaller. Trabajando para su doctorado, ayudó a mejorar los métodos de Schaller para purificar la ARN polimerasa, una enzima esencial que inicia la transcripción del ARN a partir del ADN.

Una vez doctorada en Biología Molecular en 1973, se ocupó de la morfogénesis del desarrollo, es decir, el proceso que lleva a un organismo a adoptar una determinada forma. Interesada en los genes que controlan el desarrollo de los embriones, quiso aplicar la genética a algo más que simples virus. La doctora Nüsslein-Volhard le pidió a Walter Gehring que le permitiera acceder a su laboratorio en el Biozentrum de Basilea, donde estaba estudiando Drosophila, o mosca de la fruta – organismo ya desde hacía mucho tiempo utilizado como modelo en los estudios genéticos en aboratorio, tanto por l ciclo de vida corto como por su reducido tamaño. En 1978, tras varios años de estudios sobre el gen bicaudal en embriones de Drosophila, Nüsslein-Volhard se incorporó al Laboratorio Europeo de Biología Molecular de Heidelberg (Embl), donde continuó su trabajo hasta 1980. Allí conoció al hombre que se convertiría en su socio en la investigación galardonada con el Premio Nobel: el biólogo estadounidense Eric Wieschaus (South Bend, 8 de junio de 1947). Desde 1981 enseñó en el Instituto Max Planck de Tubinga, donde, cuatro años más tarde, dirigió el Departamento de Genética, cargo que ocupará hasta 2014. En 1986 recibió el Premio Leibnitz del importante Instituto Deutsche Forschungsgemeinschaft (Dfg), que en Alemania representa la más alta distinción para la investigación. En 1991 ganó el Premio Lasker de Investigación Médica Básica. Desde 2001 es componente del Nationaler Ethikrat (Consejo Nacional de Ética de Alemania). En 2005 obtuvo su título honoris causa en la Universidad de Oxford.

Christiane, con su colega Wieschaus, introdujo el concepto de “Megaciencia” en la biología, con un ambicioso proyecto de mutagénesis, el conjunto de procesos químico-físicos que conducen a una mutación, llevado a cabo a gran escala. Anteriormente, la biología molecular se basaba en su mayoría en experimentos a pequeña escala que demostraban principios o que proporcionaban ejemplos de significado general. Las investigaciones que llevaron a Nüsslein-Volhard a ganar el Premio Nobel tenían como objetivo identificar los genes responsables de la formación de los embriones de la Drosophila melanogaster, el sujeto experimental elegido. Con Eric Wieschaus, la científica elaboró el método de la mutagénesis de saturación, mediante el cual se producen mutaciones en los genes de los especímenes adultos para observar el impacto en la descendencia. Estos genes se encontraron produciendo mutaciones aleatorias en los mosquitos y sometiéndolos a cruces de hibridación. Utilizando este proceso y verificando los defectos de desarrollo, fue posible identificar con exactitud qué genes se ven afectados por las mutaciones inducidas y detectar los genes specíficos y cruciales para el proceso evolutivo de la Drosophila. Al examinar sistemáticamente la composición genética de las muestras con un doble microscopio, Nüsslein-Volhard y sus colaboradores identificaron 20.000 genes en los cromosomas de las moscas de la fruta; a algunos de ellos se les asignan nombres específicos (como hedgehog). Los estudios posteriores de los mutantes y sus interacciones condujeron a la comprensión de los mecanismos de desarrollo de los segmentos corporales. En particular, las llamadas secuencias homeobox (Hox) parecían desempeñar un papel esencial en el desarrollo embrionario de los mosquitos de la fruta. Posteriormente se encontró que el gen homeobox está presente en todas las especies animales. Estos hallazgos también llevaron a la hipótesis de la presencia de un antepasado ancestral común para los protóstomos y deuteróstomos, y contribuyeron a aumentar el conocimiento sobre los mecanismos de regulación de la transcripción celular.

El descubrimiento fundamental, publicado en 1980, tiene implicaciones enormemente importantes tanto para la determinación de los procesos de desarrollo en la Drosophila, como porque genes análogos están presentes en otros organismos multicelulares, incluido el ser humano. Así que la estudiosa ha contribuido a aumentar considerablemente la comprensión del desarrollo embrionario, allanando el camino para el conocimiento de las causas de las mutaciones y malformaciones en relación con la reproducción humana. A Nüsslein-Volhard también se le atribuye el descubrimiento del gen toll, que condujo a la posterior identificación de los receptores toll-like, que desempeñan un papel importante en nuestro sistema inmunitario. Al obtener el Premio Nobel, Christiane dirigió sus investigaciones específicas al pez cebra. Además de ser una científica extraordinaria, cultiva muchos intereses: en su tiempo libre lleva adelante con pasión su amor por la música y la cocina. Se acerca a la biología con el debido rigor científico, pero también con la sensibilidad de un artista: de hecho considera que comprender la naturaleza es un verdadero acto creativo y que en un laboratorio la combinación de diferentes métodos y sistemas proporciona una base única para comprender más a fondo el desarrollo de la vida de cualquier criatura.

A lo largo de los años, como profesora y como mentora, ha formado en su laboratorio a muchos científicos que hoy en día realizan su actividad de investigación de forma autónoma. En 2004 creó la Fundación que lleva su nombre para apoyar a las mujeres más prometedoras que deciden dedicarse a la carrera científica, permitiéndoles equilibrar las obligaciones familiares con los deberes laborales, para poder cultivar mejor sus proyectos.


Traduzione ucraina

Alina Petelko

Крістіан Нюссляйн-Вольхард - німецький біолог, лауреат Нобелівської премії з медицини 1995 року разом з Едвардом Боком Льюїсом та Еріком Вішаусом "за відкриття в галузі генетичного контролю ранніх стадій ембріонального розвитку". Їх робота допомогла розгадати одну з найбільших загадок науки: як гени в заплідненій яйцеклітині формують ембріон.

Крістіан народилася 20 жовтня 1942 року в Магдебурзі, Німеччина. Друга дитина з п'яти братів і сестер, вона прожила щасливе дитинство, незважаючи на післявоєнний період, завдяки заохоченню та підтримці своїх батьків Рольфа Вольхарда, архітектора, та Бріджит Хасс, які заохочували сина та доньку цікавитися багатьма видами діяльності та любити мистецтво в цілому. З раннього дитинства у дівчинки проявився нахил до спостереження за рослинами і тваринами. У 1964 році, після закінчення середньої школи, вступила на біологічний факультет у Франкфурті-на-Майні. У 1969 році вона закінчила навчання за спеціальністю "біохімія", а потім вступила до Інституту Макса Планка з дослідження вірусів під керівництвом Хайнца Шаллера. Працюючи над докторською дисертацією, він допоміг удосконалити методи Шаллера для очищення РНК-полімерази, важливого ферменту, який ініціює транскрипцію РНК з ДНК.

Вона отримала ступінь доктора молекулярної біології в 1973 році і потім працювала над морфогенезом розвитку, процесом, який призводить до того, що організм набуває певної форми. Цікавлячись генами, які контролюють розвиток ембріона, вона хоче застосувати генетику не лише до вірусів. Доктор Нюссляйн-Вольхард попросив Вальтера Герінга надати доступ до його лабораторії в Біоцентрі в Базелі, де він вивчає дрозофілу, або плодову мушку - організм, який здавна використовувався як модель в лабораторних генетичних дослідженнях, як через короткий життєвий цикл, так і через малі розміри. У 1978 році, після декількох років вивчення бікаудального гена в ембріонах дрозофіли, Нюссляйн-Вольхард приєднався до Європейської лабораторії молекулярної біології в Гейдельберзі (Embl), де продовжував свою роботу до 1980 року. Там він познайомився з людиною, яка стане його партнером у дослідженнях, відзначених Нобелівською премією, - американським біологом Еріком Вішаусом (Саут-Бенд, 8 червня 1947 р.). З 1981 року викладав в Інституті Макса Планка в Тюбінгені, де через чотири роки очолив кафедру генетики, яку обіймав до 2014 року. У 1986 році отримав Лейбніцську премію Німецького товариства дослідників (Dfg), найвищу наукову нагороду Німеччини. У 1991 році отримав премію Ласкера за фундаментальні медичні дослідження. З 2001 року є членом Національної ради з етики Німеччини (Nationaler Ethikrat). У 2005 році отримав почесний ступінь Оксфордського університету.

Крістіан разом зі своїм колегою Вішаусом ввели поняття "великої науки" в біологію, реалізувавши амбітний проект з мутагенезу - сукупності хімічних і фізичних процесів, які призводять до мутації, що проводяться у великих масштабах. Раніше молекулярна біологія здебільшого базувалася на дрібномасштабних експериментах, які демонстрували принципи або наводили приклади загального значення. Дослідження, які привели Нюссляйн-Вольхард до Нобелівської премії, були спрямовані на виявлення генів, відповідальних за формування ембріона у дрозофіли меланогастер, обраної в якості експериментального об'єкта. Разом з Еріком Вішаусом вчений розробив метод мутагенезу насичення, за допомогою якого в гени дорослих особин вносяться мутації, щоб спостерігати за впливом на потомство. Ці гени були знайдені шляхом створення випадкових мутацій у мошок і піддавання їх гібридизаційному схрещуванню. Використовуючи цей процес та перевіряючи дефекти розвитку, вдалося точно визначити, які саме гени уражаються індукованими мутаціями, та виявити ті з них, які є специфічними та вирішальними для еволюційного процесу дрозофіли. Систематично досліджуючи генетичний склад зразків за допомогою подвійного мікроскопа, Нюссляйн-Вольхард і його співробітники ідентифікували 20 000 генів в хромосомах плодових мушок; деякі з них отримали специфічні назви (наприклад, їжачок). Подальші дослідження мутантів та їх взаємодій привели до розуміння механізмів розвитку сегментів тіла. Зокрема, виявилося, що так звані гомеобоксні послідовності (Hox) відіграють важливу роль в ембріональному розвитку плодових мух. Згодом було встановлено, що ген гомеобокс присутній у всіх видів тварин. Ці знахідки також привели до гіпотези про наявність спільного предка для протостом і дейтеростом, і сприяли розширенню знань про механізми, що регулюють клітинну транскрипцію.

Фундаментальне відкриття, опубліковане в 1980 році, має надзвичайно важливе значення як для визначення процесів розвитку дрозофіли, так і тому, що подібні гени присутні в інших багатоклітинних організмах, включаючи людину. Таким чином, вона сприяла значному розширенню розуміння ембріонального розвитку, проклавши шлях до пізнання причин мутацій і вад розвитку стосовно репродукції людини. Нюссляйн-Вольхарду також належить відкриття гена toll, що призвело до подальшої ідентифікації toll-подібних рецепторів, які відіграють важливу роль в нашій імунній системі. Після отримання Нобелівської премії Крістіан присвятила свої дослідження саме зебрам. Окрім того, що вона є видатним науковцем, вона має багато інтересів: у вільний час пристрасно займається музикою та кулінарією. Вона підходить до біології з необхідною науковою строгістю, але також і з чутливістю художника: вона вважає, що розуміння природи є воістину творчим актом і що в лабораторії поєднання різних методів і систем забезпечує унікальну основу для більш глибокого розуміння розвитку життя будь-якої істоти.

За роки роботи в якості викладача та наставника вона підготувала у своїй лабораторії багато науковців, які зараз проводять свої дослідження самостійно. У 2004 році вона створила фонд, який носить її ім'я, для підтримки перспективних жінок, які вирішили присвятити себе науковій кар'єрі, надаючи їм можливість поєднувати сімейні зобов'язання з робочими обов'язками, щоб мати можливість розвивати свої проекти.