MARIA MONTESSORI

La prima e unica donna italiana a cui è stata dedicaa una banconota

Chiaravalle (AN) 31.08.1870 - Noordwijk (Olanda) 06.05.1952

 

Innumerevoli strade portano il nome di Maria Montessori, in Italia e in altri paesi europei; sul territorio nazionale, inoltre, le sono state intitolate centinaia di scuole e istituti. Le hanno dedicato anche dei francobolli: nel 1970 da Italia, India, Pakistan, in seguito dallo Sri Lanka e, nel 2007, un’altra emissione dallo Stato italiano. Nel 1985 il suo nome è stato attribuito a un cratere del pianeta Venere. Nel 2007 la RAI le ha dedicato uno sceneggiato e nel 2012 il terzo canale radiofonico ha trasmesso la lettura integrale del suo testo fondamentale “La scoperta del bambino”.

 

Maria Tecla Artemisia Montessori nacque nelle Marche, a Chiaravalle, il 31 agosto 1870 da una famiglia medio borghese che l’avrebbe voluta casalinga, come quasi tutte le donne della sua generazione. Ma la sua ostinazione e il suo desiderio di studiare emersero fino da giovanissima e la portarono a iscriversi a Roma alla facoltà di Medicina e Chirurgia dove si laureò nel 1896 con una tesi in psichiatria. Diventò così una delle prime donne laureate in Medicina.

A quei tempi gli ambienti professionali erano dominati dagli uomini, molti dei quali non esitarono a prendersi gioco di lei: ciò la spinse a decidere di escluderli dalla sua vita, tanto che non si sposò mai e dette in affidamento l'unico figlio, Mario, che prese con sé solo adolescente.

Maria, già dai primi anni della sua carriera, iniziò a interessarsi dei bambini e delle bambine disabili e, intorno al 1900, avviò un lavoro di ricerca presso un manicomio romano dove, tra le persone adulte malate di mente, si trovavano anche piccoli e piccole pazienti con difficoltà o turbe del comportamento, trattati alla pari degli altri malati mentali adulti e, quindi, in uno stato di grave abbandono affettivo. Grazie alla sua sensibilità, si rese ben presto conto che il metodo di insegnamento utilizzato con i bambini e le bambine non era corretto e adeguato alle loro esigenze e alle loro capacità.

Dopo anni di osservazioni e prove sul campo, Maria Montessori arrivò così a elaborare un nuovo rivoluzionario metodo di istruzione. Il concetto basilare si fondava sulla constatazione che i bambini e le bambine hanno fasi di crescita differenziate, durante le quali sono più o meno propensi a imparare alcune cose per trascurarne delle altre. Da qui allora la necessità di differenziare i piani di studio e di apprendimento elaborandoli sulla base delle reali possibilità di ciascuno.

Invece dei metodi tradizionali che includevano lettura e recita a memoria, Maria istruiva bambine e bambini disabili attraverso l'uso di strumenti concreti: la memorizzazione non doveva più essere un processo di assimilazione, ma andava veicolata attraverso l'uso empirico dei sensi che comporta, ovviamente, toccare e manipolare gli oggetti.

Secondo le sue tesi, i bambini e le bambine con gravi deficit andavano aiutati con procedimenti educativi e non con trattamenti medici; i tradizionali metodi pedagogici a suo avviso erano irrazionali e improduttivi perché, anziché fare emergere e in seguito sviluppare le potenzialità dell’infanzia, le reprimevano.

Cominciò allora a domandarsi se i bambini e le bambine normali potessero trarre profitto dallo stesso metodo e giunse alla conclusione che la loro educazione, allo stesso modo di quella degli individui portatori di handicap o di deficit, doveva far leva sulla sensibilità. Ecco quindi la necessità di educare i sensi come momento preparatorio per lo sviluppo dell'intelligenza.

«Il bambino va educato all'autocorrezione dell'errore da parte di se stesso e anche al controllo dell'errore senza che qualcuno debba intervenire per correggere. Il bambino è libero nella scelta del materiale con il quale vuole esercitarsi, quindi tutto deve scaturire dal suo interesse spontaneo.  Ecco quindi che l'educazione diviene un processo di auto-educazione ed auto-controllo». Insegnare al bambino e alla bambina a essere indipendenti li renderà adulti migliori e più sicuri delle loro capacità. E questo a prescindere dall’età: «nessuno è troppo piccolo per imparare e fare autonomamente delle cose».

I maestri devono vigilare affinché bambini e bambine non siano intralciati nella loro libera attività, osservando molto e parlando poco e, soprattutto, non evidenziandone le lacune e le difficoltà. E questo vale anche per i genitori: correggere i bambini e le bambine se fanno qualcosa nel modo sbagliato è bene, continuare a correggerli se fanno le cose a modo loro e non secondo la nostra idea, significa mortificarli inutilmente. Vanno lasciati anche liberi di sbagliare per poi far loro capire l'errore in modo da non commetterlo più. Non bisogna obbligare in alcun modo un bambino o una bambina perché ha i suoi tempi. Si deve prestare attenzione alle loro esigenze, soddisfare le loro curiosità, rispondere alle loro domande, insegnare a meravigliarsi e a essere leali. Sviluppare un ambiente scolastico a misura dell’infanzia, dove tutto sia adatto a loro e alla loro altezza li aiuterà a esprimersi al meglio e a imparare l’autonomia.

Maria Montessori si laureò anche in Filosofia e fu attenta ai problemi relativi all'emancipazione femminile.
Nel 1907 aprì la prima “Casa dei bambini” per mettere in pratica i suoi metodi pedagogici, divulgati in numerosi libri. Nel 1909 pubblicò Il metodo della pedagogia scientifica che, tradotto in numerosissime lingue, diede al metodo Montessori una risonanza mondiale. Ancora oggi oltre 22.000 scuole di ogni ordine e grado, in tutto il mondo, applicano i suoi metodi.

È morta il 6 maggio 1952 a Noordwijk, in Olanda, dove si era recata a lavorare nel secondo dopoguerra. Sulla sua tomba troviamo scritto: «io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo».

Durante gli anni Novanta il volto di Maria Montessori è stato raffigurato sulle banconote italiane da Mille Lire: prima e unica donna.

 

Annarita Alescio

 

Fonti: 
E. Roccella e L. Scaraffia (a cura di), Italiane, vol. I, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità, Roma, 2004
http://www.style.it/mamma/il-mondo-dei-piccoli/2015/06/17/metodo-montessori-principi-fondamentali-pedagogia-educazione-bambini.aspx
http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=262&biografia=Maria+Montessori
http://www.treccani.it/enciclopedia/maria-montessori_(Dizionario-Biografico)/
https://associazionemontessori.it/maria-montessori/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

CESARINA MONTI STELLA

La prima donna a ottenere una cattedra universitaria nel regno d'Italia

Arcisate (Varese) 16.08.1871 - Pavia 25.01.1937

La ricorda una piccola via periferica a Roma e per i suoi pregevoli studi di limnologia le è stato dedicato un laghetto antartico scoperto nel 1988 da una spedizione scientifica italiana. Recentemente la municipalità di Pavia ha intitolato a lei una strada cittadina e una scuola di Pallanza porta il suo nome. A Sassari il suo nome è stato inserito, da un gruppo locale, in un elenco di nomi femminili da proporre al Comune in vista di un riequilibrio toponomastico di genere.

 

Cesarina (Rina) Monti, nata in provincia di Varese ad Arcisate nel 1871, nel 1892 si laureò a pieni voti a Pavia in scienze naturali. All’ateneo pavese rimase una decina d’anni, impegnata nell’attività di ricerca, prima di ottenere un incarico per l’insegnamento di zoologia e anatomia comparata all’ateneo di Siena e di vincere in seguito una cattedra per la stessa disciplina a Sassari nel 1907, prima donna a raggiungere tale traguardo da quando si era costituito il Regno d’Italia. Erano gli anni in cui anche in Italia gruppi di suffragette scandalizzavano la società benpensante con le loro richieste, e soprattutto con manifestazioni pubbliche che sembravano provocazioni.
Lontana da questo stile, tanto riservata e schiva quanto determinata, la dottoressa Monti puntava sull’eccellenza dei suoi studi. Dopo la permanenza in Sardegna, si spostava prima a Pavia, quindi a Milano. Le prime brillanti ricerche avevano riguardato il sistema nervoso degli insetti, ma la sua strada era un’altra: l’idrobiologia.  Era un campo nuovo. Favorita da una preparazione vasta (le sue competenze andavano dalla mineralogia alla zoologia, alla fisiologia, all’anatomia, alla chimica) e dall’apertura mentale che era necessaria verso concetti e metodi innovativi, Rina Monti si lanciava nell’impresa con quella tenacia che certo non le faceva difetto. Non si tirava indietro davanti a escursioni impegnative per raggiungere laghi alpini ad alta quota, con una speciale imbarcazione smontabile per solcarne le acque e uno strumento inventato da lei (il Monti net tube) per prelevare i campioni da analizzare in laboratorio. 
Il lavoro, che lei viveva in modo quasi ascetico, e gli spostamenti frequenti non le impedirono una vita privata: ebbe anche il tempo di sposarsi con il geologo Augusto Stella ed allevare due figlie, una delle quali seguì le orme materne.
Morì a Pavia nel 1937.

 

Loretta Junck

 

Fonti: 
Brunella Danesi, Rina Monti Stella, in Rina, Rebecca e le altre. Voci femminili nell'Italia unita, Pisa, Edizioni ETS, 2012, pp. 66-79.
Ariane Dröscher, Monti Stella Cesarina, in Scienza a due voci. Le donne nella scienza italiana dal Settecento al Novecento, dizionario biografico delle "scienziate" italiane dell'Università di Bologna
Rachele Farina (a cura di), Dizionario biografico delle donne lombarde, Milano, Baldini e Castoldi,1995, pp. 755-757, s.v. "Monti Cesarina in Stella".
Livia Pirocchi, Rina Monti. In memoriam, in «Atti della Società italiana di scienze naturali», 1937, vol. 76, pp. 56-68.
S. Ranzi, Ricordo di Rina Monti Stella nel cinquantenario della sua scomparsa, in «Rendiconti dell'Istituto lombardo - Accademia di scienze e lettere», 1987, vol. 121, pp. 174-182.
Teresa Spano e Maria Pia Ercolini, Prime donne: Rina Monti  http://www.sardegnademocratica.it/culture/prime-donne-rina-monti-1.28108

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

SIGRID UNDSET

La prima donna norvegese a vincere il premio Nobel per la Letteratura

 

Kalundborg 20.05.1882 - Lillehammer 10.06.1949

Nella Sigrid Undsets Veg di Lillehammer, al numero 16, la casa in cui visse la scrittrice è diventato il Museo omonimo. Altre strade le sono state intitolate a Oslo, nei Paesi Bassi, in Germania e in Danimarca dove le è stata dedicata anche una scuola. In Italia la ricorda uno degli ampi viali del parco di Villa Pamphilj.
Alcuni Paesi hanno riportato la sua effigie su marche da bollo e francobolli: il Paraguay nel 1977, la Norvegia nel 1982 per il centenario della nascita, l’Italia nel 1995, la Svezia nel 1998. La Turchia, nel ’35, le ha dedicato la selezione completa di una serie di francobolli emessi per celebrare le donne insignite del premio Nobel.

L’Accademia di Svezia nel 1928 conferì a Sigrid Undset il premio Nobel per la Letteratura «per le imponenti descrizioni della vita medievale norvegese»; anche se il manoscritto del suo primo romanzo era stato rifiutato dalla casa editrice, è considerata la migliore autrice di romanzi storici di tutta la letteratura norvegese e una delle donne protagoniste del Novecento. In Kristin, figlia di Lavrans, pubblicato negli anni Venti, riuscì a far rivivere al lettore l’epoca medievale con tutte le sue contraddizioni.
Nacque nello stesso anno di Virginia Woolf e tre anni prima di Karen Blixen e fece parte di quella generazione di donne tra i due secoli che si possono considerare emancipate.
Il padre era un archeologo di fama internazionale che viaggiò per le sue ricerche in molti paesi europei insieme alla moglie danese Charlotte, donna colta che parlava perfettamente il francese e il tedesco e condivideva con il marito l'interesse per la cultura nordica ed europea. In questo ambiente stimolante Sigrid, che era la primogenita di tre figlie, fin dall’infanzia approfondì i suoi studi di storia. Quando il padre morì, la famiglia fu costretta a vivere più modestamente, non potendosi permettere più una vita agiata. Sigrid fu così costretta a lavorare per contribuire all’economia familiare. Ottenuta una borsa di studio per scrittori, viaggiò in Europa, andò in Danimarca, in Germania e poi a Roma, dove sposò il pittore norvegese Ander Castus Svarstad. Restò però delusa dal matrimonio perché constatò come fosse costretta a subordinare il proprio talento artistico a quello del marito. Questi furono anni di cambiamenti per Sigrid: la vita familiare e la Prima guerra mondiale la resero diffidente, portandola a polemizzare, attraverso il suo saggio Punto di vista di una donna, anche con i nascenti movimenti femministi.
La sua opera comprende ben 36 pubblicazioni, dalle prime narrazioni di vita borghese ai romanzi di ambientazione medievale, a quelli contemporanei ambientati a Oslo, ma anche saggi letterari e articoli storici. Per la stesura dei suoi romanzi, studiò manoscritti e testi medievali e fece ricerche sulla tradizione pagana dei popoli scandinavi. Completò e tradusse diverse saghe islandesi in norvegese, diventando un’autorità nelle ricerche storiche. 
Nata e cresciuta in un ambiente luterano, Sigrid attraversò una forte crisi spirituale e si convertì alla Chiesa cattolico-romana. Per questa sua scelta venne criticata sia in patria che all’estero. Nella primavera del 1940, a causa dell’occupazione tedesca della Norvegia, fuggì in Svezia. Per la sua opposizione a Hitler, i suoi libri furono vietati in Germania. Durante il conflitto perse due figli e quando la sua casa fu occupata per dare alloggio agli ufficiali tedeschi, insieme all’ultimo figlio lasciò la Svezia per l’America. In questo periodo sostenne la causa della sua patria occupata scrivendo e tenendo discorsi. Ritornò in Norvegia nel 1945 e visse ancora per quattro anni senza però scrivere più. 
Tra i suoi scritti incentrati sull’indagine del mondo femminile ricordiamo L’orchidea selvatica, Il roveto ardente, La moglie fedele, Ritratti di personaggi di campagna.
Concluse il ciclo delle sue opere con Caterina da Siena, pubblicata postuma nel 1951.

Agnese Onnis

Fonti: 
J. Lescoffier, Histoire de la littérature norvégienne, Parigi, 1952 in http://www.sapere.it/enciclopedia/Norvegia.html
Letterature Scandinave 2, Università degli studi di Milano, ABC Tribe http://itit.abctribe.com/usweb/HomePage.asp
Cynthia Grenier: Reading Sigrid Undset,http://www.catholiceducation.org/articles/arts/al0008.htm
Iperborea, Autori Letteratura scandinava: http://iperborea.com
Sigrid Unset: il vincitore del premio Nobel
, http://leserglede.com/norwegian-author/sigrid-undset.html