Maria Signorelli
Barbara Belotti

Dongni Wei

 

Lo spazio teatrale le fu familiare fin da piccola. Maria Signorelli aveva pochi anni quando assistette allo spettacolo del ballerino Vaslav Nijinski in tournée a Roma insieme al resto della compagnia dei Balletti Russi di Sergej Djagilev. Al termine dell’esibizione Nijinski si inchinò al pubblico e la piccola, evidentemente colpita dall’atmosfera magica della serata, con brevi tratti lo immortalò tra due tendaggi rossi. Non a caso in famiglia la chiamavano affettuosamente “il pittorino”. Maria era nata a Roma il 17 novembre 1908 da Angelo, medico radiologo, tisiologo nonché cultore d’arte e fine collezionista di opere di tutti i tempi, e Olga Resnevič, anch’ella medica ‒ una delle prime in Italia ‒, appassionata di ogni forma di cultura, traduttrice, filantropa e biografa di Eleonora Duse (https://vitaminevaganti.com/2023/05/13/via-xx-settembre-n-68-qui-visseolga-resnevic-signorelli/). Olga, che nella successiva tournée dei Balletti Russi tra il 1916 e il 1917 divenne medica della compagnia di Djagilev, strinse una sincera amicizia con gli scenografi Michail Larionov e Natalia Goncharova presto habitué della sua famiglia https://vitaminevaganti.com/2023/07/08/via-xx-settembre-n68-il-salotto-internazionale-di-olga-resnevic-signorelli/).

Come ha ricordato la stessa Maria, nonostante la giovane età riuscì a seguire da vicino la realizzazione delle scenografie che i due artisti stavano realizzando per Djagilev e il ricordo rimase indelebile nella sua mente: «Ciò che più mi colpì oltre al fatto che, dipingendo, camminavano sui coloratissimi tappeti delle loro scenografie, furono gli enormi pennelli che a me piccina sembravano scope». Goncharova e Larionov donarono alla piccola e curiosa Maria alcuni barattoli di colore, gli stessi che usavano per lavorare, in modo che si cimentasse con materiali migliori rispetto a quelli per l’infanzia. Un dono prezioso che la ragazzina conservò gelosamente per anni.

Maria Signorelli è la seconda a sinistra con gli occhiali

La sua immaginazione era straordinaria: amava accompagnare con immagini disegnate i racconti e le composizioni in versi che scriveva, costruiva e decorava personaggi di carta cercando anche di renderli mobili, utilizzava quello che trovava in casa per dare corpo a piccoli pupazzi con cui intratteneva, come in un vero teatro, le sorelle più piccole e le compagne di gioco. Il suo era un destino segnato. Infatti, terminati gli studi, decise di iscriversi all’Accademia di Belle Arti, assecondata nelle sue scelte da entrambi i genitori che approvarono anche l’opportunità di seguire il corso di scenografia del Teatro Reale dell’Opera di Roma tenuto dallo scenografo russo Nicola Alexandrovich Benois e dall’italiano Camillo Parravicini, durante il quale si cimentò pure nella realizzazione dei costumi di scena. Mentre studiava, Maria ebbe modo di frequentare il Teatro degli Indipendenti, punto di riferimento delle avanguardie artistiche italiane fondato e diretto da Anton Giulio e Carlo Ludovico Bragaglia, il cui medico era il padre di Maria, Angelo Signorelli. Gli studi all’Accademia di Belle Arti e il perfezionamento al Teatro Reale dell’Opera cominciarono a rendere solida la preparazione della giovane che, già nel 1928, divenne assistente alla scenografia nel teatro di Bragaglia in via degli Avignonesi, negli ambienti di quelle che erano state le terme romane di Settimio Severo; l’anno seguente creò il suo primo lavoro per la messa in scena dello spettacolo di Francis Edward Faragoh dal titolo Ingranaggi.

Virgilio Marchi, La scena del Teatro degli Indipendenti

Per Maria Signorelli il teatro era una dimensione totale e, oltre all’impegno di scenografa e costumista, coltivò un’altra passione, quella di costruire i fantocci, un mix tra l’interesse per il corpo umano e le novità delle avanguardie artistiche. Anche i fantocci avevano un legame con l’infanzia quando, con pochi mezzi e molta fantasia e inventiva, Maria costruiva e decorava bambolette apprezzate pure da Sergej Djagilev (https://vitaminevaganti.com/2023/06/10/via-corsini-n-12-la-casa-di-maria-signorelli/). I fantocci piacquero tanto ad Anton Giulio Bragaglia che, nel ’29, le mise a disposizione gli ambienti della sua Casa d’arte per allestire la sua prima personale dal titolo Figurini plastici.

Invito per la mostra di Maria Signorelli alla Casa d’Arte Bragaglia, Roma Archivio Signorelli

Il successo della mostra romana aprì a Maria le porte di Parigi dove i suoi ingegnosi personaggi di stoffa, nastri, fili e altro materiale occasionale furono esposti nella galleria Zak e presentati da Giorgio De Chirico. Dopo la parentesi parigina, visse per un paio d’anni un’importante esperienza di formazione artistica e culturale a Berlino frequentando la scuola-teatro del regista Max Reinhardt, tra i principali innovatori del teatro e della drammaturgia tedesca che seppe aprire anche verso nuove dimensioni scenografiche. Rientrata in Italia, nel 1934 Maria partecipò con Carlo Rende alla realizzazione del Pluriscenio M, un progetto di palcoscenico in grado di presentare contemporaneamente sette ambienti, che aveva l’ardito compito di proporre in teatro la dinamicità del cinema e che ottenne lusinghieri apprezzamenti da parte di Marinetti e di Bragaglia. Negli anni a seguire nella Capitale fu impegnata in allestimenti per il Teatro dell’Università, per il Teatro delle Arti e per il Teatro dell’Opera di Roma, spostandosi in altri teatri italiani, dalla Scala di Milano al Teatro Regio di Torino, a quello sperimentale del Guf (Gruppo Universitario Fascista) di Messina.

Maria Signorelli, Roma Archivio Signorelli

Durante gli anni del Secondo conflitto mondiale decise di riunire le sue molteplici esperienze e competenze teatrali organizzando allestimenti di spettacoli di burattini, in un primo momento tenuti in casa e con i pochi mezzi che il clima di guerra metteva a disposizione. Ma la maestria e l’ingegnosità di Maria Signorelli, la sua fantasia e il desiderio di offrire un po’ di gioia e serenità alle sue figlie Giuseppina e Maria Letizia e alle/ai loro amichetti fecero veri miracoli che, nel dopoguerra, si concretizzarono nell’Opera dei Burattini, divenuta in breve tempo celebre in tutto il mondo. Non si trattava di un’esperienza avulsa da quanto fatto fino ad allora per il teatro, le rappresentazioni per piccole spettatrici e piccoli spettatori non erano forme di drammaturgia “minore”. Ogni spettacolo era pensato e realizzato come fosse un vero allestimento teatrale “d’attore”, con registe/i, coreografe/i, scenografe/i, musiciste/i. Lavorarono per lei e per la sua Opera dei Burattini personalità prestigiose come Prampolini o Toti Scialoja per i fondalini delle scene, Lina Wertmüller in alcuni spettacoli dei primi anni Cinquanta, Roman Vlad per la composizione delle musiche.

Minuetto di Boccherini, 1952, Roma Archivio Signorelli

Nella sua lunga carriera Maria Signorelli diede vita a cinquanta spettacoli di danza per burattini, facendosi aiutare da ballerini e coreografi professionisti, utilizzando musiche colte, concentrando le sue ricerche sul rapporto tra colori e ritmo, includendo nel suo pubblico anche le persone adulte e non solo il mondo dell’infanzia. Trentuno gli spettacoli con testi classici e moderni, dalla trasposizione di Re cervo di Gozzi al poema di Cesare Pascarella La scoperta dell’America, da Arlecchino servitore di due padroni di Goldoni all’opera La Tempesta di Shakespeare, all’Antigone di Brecht, a Furori e poesia della Rivoluzione francese di Ceronetti.

Maria Signorelli

Per l’infanzia creò e realizzò settantotto spettacoli basati sulle favole, da quelle popolari a quelle d’invenzione, protagonisti sempre i burattini mossi dalla mano umana. Morì a Roma il 9 luglio 1992.


Traduzione francese

Paola Di Lauro

L’univers théâtral lui était familier dès son plus jeune âge. Maria Signorelli n’avait que quelques années lorsqu’elle assista, à Rome, à un spectacle du danseur Vaslav Nijinski, en tournée avec les Ballets Russes de Serge Diaghilev. À la fin de la représentation, Nijinski s'inclina devant le public. La fillette, visiblement frappée par l'atmosphère magique de la soirée, l'immortalisa en quelques traits, entre deux rideaux rouges. Ce n’est pas un hasard si, dans la famille, on l’appelait affectueusement «la petite peintre ». Née à Rome le 17 novembre 1908, Maria était la fille d'Angelo, médecin radiologue et phthisiologue, amateur d'art et fin collectionneur d'œuvres de toutes les époques, et d'Olga Resnevič, également médecin (l'une des premières en Italie), passionnée par toute forme de culture, traductrice, philanthrope et biographe d'Eleonora Duse. Lors de la tournée suivante des Ballets Russes, entre 1916 et 1917, Olga devint médecin de la compagnie de Diaghilev et noua une amitié sincère avec les scénographes Mikhaïl Larionov et Natalia Gontcharova, qui devinrent bientôt des habitués du cercle familial.

Comme elle l'a elle-même rappelé, malgré son jeune âge, elle put suivre de près la réalisation des décors que les deux artistes créaient pour Diaghilev, et ce souvenir resta gravé dans sa mémoire : «Ce qui me frappa le plus, outre le fait qu'ils marchaient sur les tapis multicolores de leurs décors en peignant, ce furent les énormes pinceaux qui, pour la petite fille que j'étais, ressemblaient à des balais.» Gontcharova et Larionov offrirent à la jeune et curieuse Maria quelques pots de peinture, les mêmes qu’ils utilisaient pour travailler, afin qu’elle s’exerce avec des matériaux de meilleure qualité que ceux réservés aux enfants. Un présent précieux que la fillette conserva jalousement pendant des années.

Maria Signorelli est la deuxième à gauche avec des lunettes

Son imagination était extraordinaire : elle aimait accompagner ses récits et poèmes de dessins, construire et décorer des personnages en papier, cherchant même à les rendre mobiles, et utilisait tout ce qu’elle trouvait à la maison pour façonner de petites marionnettes avec lesquelles elle divertissait, comme dans un véritable théâtre, ses jeunes sœurs et ses camarades de jeu. Son destin semblait tout tracé. Après ses études, elle décida de s'inscrire à l'Académie des beaux-arts, soutenue par ses deux parents qui approuvèrent également l'opportunité de suivre le cours de scénographie du Théâtre royal de l'Opéra de Rome, dirigé par le scénographe russe Nicola Alexandrovich Benois et l'Italien Camillo Parravicini. Elle s'essaya également à la réalisation de costumes de scène. Pendant ses études, Maria fréquenta le Théâtre des Indépendants, lieu de référence des avant-gardes artistiques italiennes fondé et dirigé par Anton Giulio et Carlo Ludovico Bragaglia, dont le médecin était son père, Angelo.Sa formation à l'Académie et son perfectionnement au Théâtre royal de l'Opéra consolidèrent rapidement les compétences de la jeune artiste, qui devint assistante scénographe au théâtre Bragaglia, via degli Avignonesi, installé dans les anciens thermes romains de Septime Sévère, dès 1928. L’année suivante, elle créa son premier travail pour la mise en scène d'Ingranaggi (Gears) de Francis Edward Faragoh.

Virgilio Marchi, La scène du Théâtre des Indépendants

Pour Maria Signorelli, le théâtre était une expérience totale. Outre son travail de scénographe et de costumière, elle se consacra à une autre passion : la création de marionnettes, mélange de son intérêt pour le corps humain et des innovations des avant-gardes artistiques. Ce goût remontait à l'enfance, lorsque, avec peu de moyens et beaucoup de fantaisie, elle confectionnait et décorait de petites poupées qui plaisaient même à Sergej Diaghilev. Ces marionnettes plaisaient tellement à Anton Giulio Bragaglia qu’en 1929, il mit à sa disposition les locaux de sa Casa d’Arte pour qu'elle y organise sa première exposition personnelle, intitulée «Figurini plastici».

Invitation pour l’exposition de Maria Signorelli à la Casa d’Arte Bragaglia, Rome Archives Signorelli

Le succès de cette exposition romaine lui ouvrit les portes de Paris, où ses ingénieux personnages en tissu, rubans, fils et matériaux de récupération furent exposés à la galerie Zak et présentés par Giorgio de Chirico. Après cette parenthèse parisienne, elle vécut deux années d'enrichissement artistique et culturel à Berlin, où elle fréquenta l'école de théâtre du metteur en scène Max Reinhardt, l'un des principaux rénovateurs du théâtre et de la dramaturgie allemande, ouvert aux nouvelles dimensions scénographiques. De retour en Italie en 1934, elle participa avec Carlo Rende à la réalisation du Pluriscenio M, un projet de plateau capable de présenter simultanément sept espaces scéniques. Cette audacieuse tentative d'apporter la dynamique du cinéma au théâtre obtint les éloges de Marinetti et Bragaglia. Dans les années suivantes, elle travailla pour le Théâtre de l'Université, le Théâtre des Arts et le Théâtre de l'Opéra à Rome, tout en collaborant avec d'autres théâtres italiens, de la Scala de Milan au Théâtre Royal de Turin, en passant par le théâtre expérimental du GUF (Groupe Universitaire Fasciste) de Messine.

Maria Signorelli, Rome Archives Signorelli

Pendant la Seconde Guerre mondiale, elle décida de mettre à profit ses multiples expériences et compétences théâtrales pour organiser des spectacles de marionnettes, d'abord chez elle, avec les maigres moyens dont elle disposait en temps de guerre. Mais la maîtrise, l’ingéniosité, la fantaisie et le désir de Maria Signorelli d'apporter un peu de joie et de sérénité à ses filles, Giuseppina et Maria Letizia, ainsi qu’à leurs camarades, firent des miracles. Après-guerre, ces miracles se concrétisèrent dans l’Opera dei Burattini (l’Opéra des Marionnettes), bientôt célèbre dans le monde entier. Ce n'était pas une activité détachée de son travail pour la scène : les spectacles pour enfants n'étaient pas pour elle un art mineur. Chaque spectacle était conçu et réalisé comme une véritable production théâtrale « d'acteurs », avec des metteurs en scène, des chorégraphes, des scénographes et des compositeurs. Des personnalités prestigieuses ont collaboré à son œuvre, telles que Prampolini et Toti Scialoja pour les toiles de fond, Lina Wertmüller pour certains spectacles du début des années 1950, et Roman Vlad pour la composition musicale.

Menuet de Boccherini, 1952, Rome Archives Signorelli

Au cours de sa longue carrière, Maria Signorelli a monté cinquante spectacles de danse pour marionnettes, avec l'aide de danseurs et chorégraphes professionnels, en utilisant des musiques savantes, en se concentrant sur le rapport entre couleurs et rythme, et en s'adressant aussi aux adultes. Trente-et-une de ses productions étaient basées sur des textes classiques et modernes, allant du Roi cerf de Gozzi au poème La Découverte de l'Amérique de Cesare Pascarella, en passant par Arlequin serviteur de deux maîtres de Goldoni, La Tempête de Shakespeare, Antigone de Brecht ou encore Fureurs et poésie de la Révolution française de Ceronetti.

Maria Signorelli

Pour le jeune public, elle créa soixante-dix-huit spectacles inspirés de contes populaires ou originaux, mettant toujours en scène des marionnettes animées par la main humaine. Elle est morte à Rome le 9 juillet 1992.


Traduzione spagnola

Laura Cavallaro

El espacio teatral le fue familiar desde niña. Maria Signorelli tenía pocos años cuando asistió al espectáculo del bailarín Vaslav Nijinski en una gira por Roma junto con el resto de la compañía de los Ballets Rusos de Serguéi Diáguilev. Al final de la función, Nijinski hizo una reverencia al público y la pequeña, evidentemente impresionada por la atmósfera mágica de la velada, lo inmortalizó con unos pocos trazos entre dos cortinajes rojos. No es casualidad si en su familia la llamaban cariñosamente "la pintorcita". Maria nació en Roma el 17 de noviembre de 1908, hija de Angelo, médico radiólogo y tisiólogo, así como amante del arte y refinado coleccionista de obras de todas las épocas, y de Olga Resnevič, también médica –una de las primeras en Italia–, apasionada de toda forma de cultura, traductora, filántropa y biógrafa de Eleonora Duse (https://vitaminevaganti.com/2023/05/13/via-xx-settembre-n-68-qui-visseolga-resnevic-signorelli/). Olga, quien durante una gira posterior de los Ballets Rusos entre 1916 y 1917 se convirtió en médica de la compañía de Diáguilev, entabló una sincera amistad con los escenógrafos Mijaíl Lariónov y Natalia Goncharova, que pronto se convirtieron en habituales en su hogar (https://vitaminevaganti.com/2023/07/08/via-xx-settembre-n68-il-salotto-internazionale-di-olga-resnevic-signorelli/).

Como recordaría la misma Maria, pese a su corta edad, logró seguir de cerca la realización de las escenografías que los dos artistas preparaban para Diáguilev y ese recuerdo quedó indeleble en su mente: «Lo que más me impresionó, además del hecho de que pintaban caminando sobre las coloreadísimas alfombras de sus decorados, fueron los enormes pinceles que a mí, tan pequeña, me parecían escobas». Goncharova y Lariónov regalaron a la curiosa y pequeña Maria algunos tarros de pintura, los mismos que usaban ellos, para que se ejercitara con materiales de mejor calidad que los destinados a los niños. Un regalo precioso que la niña conservó celosamente durante años.

Maria Signorelli es la segunda a la izquierda con gafas

Su imaginación era extraordinaria: le encantaba acompañar con imágenes dibujadas los cuentos y composiciones en verso que escribía, construía y decoraba personajes de papel tratando incluso de hacerlos móviles, usaba lo que encontraba en casa para dar forma a pequeños muñecos con los que entretenía, como en un auténtico teatro, a sus hermanas menores y a sus amigas de infancia. Su destino estaba marcado. De hecho, al terminar sus estudios, decidió inscribirse en la Academia de Bellas Artes, apoyada en sus elecciones por ambos padres, quienes también aprobaron la oportunidad de seguir el curso de escenografía del Teatro Real de la Ópera de Roma impartido por el escenógrafo ruso Nicola Alexandrovich Benois y el italiano Camillo Parravicini, durante el cual también se dedicó a la realización de vestuarios de escena. Mientras estudiaba, Maria tuvo la oportunidad de frecuentar el Teatro de los Independientes, referente de las vanguardias artísticas italianas fundado y dirigido por Anton Giulio y Carlo Ludovico Bragaglia, cuyo médico era el padre de Maria, Angelo Signorelli. Los estudios en la Academia de Bellas Artes y el perfeccionamiento en el Teatro Real de la Ópera comenzaron a consolidar la formación de la joven, que ya en 1928 se convirtió en asistente de escenografía en el teatro de Bragaglia en via degli Avignonesi, en los espacios de lo que habían sido las termas romanas de Septimio Severo; al año siguiente, creó su primer trabajo para la puesta en escena de la obra de Francis Edward Faragoh titulada Engranajes.

Virgilio Marchi, La escena del Teatro de los Independientes

Para Maria Signorelli, el teatro era una dimensión total y, además de su labor como escenógrafa y figurinista, cultivó otra pasión, la construcción de muñecos, una mezcla entre el interés por el cuerpo humano y las novedades de las vanguardias artísticas. También los muñecos estaban ligados a su infancia cuando, con pocos medios y mucha fantasía e inventiva, Maria construía y decoraba muñequitas que incluso fueron apreciadas por Serguéi Diáguilev (https://vitaminevaganti.com/2023/06/10/via-corsini-n-12-la-casa-di-maria-signorelli/). Los muñecos le gustaron tanto a Anton Giulio Bragaglia que, en 1929, le puso a disposición los espacios de su Casa de Arte para organizar su primera exposición individual titulada Figurines plásticos.

Invitación para la muestra de Maria Signorelli en la Casa de Arte Bragaglia, Roma - Archivo Signorelli

El éxito de la exposición romana abrió a Maria las puertas de París donde sus ingeniosos personajes hechos de tela, cintas, hilos y otros materiales ocasionales fueron expuestos en la galería Zak y presentados por Giorgio De Chirico. Tras el paréntesis parisino, vivió durante un par de años una importante experiencia de formación artística y cultural en Berlín, asistiendo a la escuela-teatro del director Max Reinhardt, uno de los principales innovadores del teatro y la dramaturgia alemana, quien supo abrirse también a nuevas dimensiones escenográficas. De regreso a Italia, en 1934 Maria participó junto a Carlo Rende en la realización del Pluriscenio M, un proyecto de escenario capaz de presentar simultáneamente siete ambientes, con la ambiciosa tarea de llevar al teatro la dinámica del cine y que obtuvo elogios de figuras como Marinetti y Bragaglia. En los años siguientes, en la capital estuvo involucrada en montajes para el Teatro de la Universidad, el Teatro de las Artes y el Teatro de la Ópera de Roma, trasladándose también a otros teatros italianos, desde La Scala de Milán hasta el Teatro Regio de Turín, y el teatro experimental del Guf (Grupo Universitario Fascista) de Mesina.

Maria Signorelli, Roma Archivo Signorelli

Durante los años de la Segunda Guerra Mundial decidió reunir sus múltiples experiencias y competencias teatrales organizando montajes de espectáculos de marionetas, inicialmente presentados en casa y con los escasos recursos que el clima bélico permitía. Pero la maestría e ingenio de Maria Signorelli, su fantasía y el deseo de ofrecer un poco de alegría y serenidad a sus hijas Giuseppina y Maria Letizia, y a sus amiguitas y amiguitos, obró verdaderos milagros que, en la posguerra, se concretaron en la Ópera de los Títeres, que pronto se volvió célebre en todo el mundo. No se trataba de una experiencia ajena a su trayectoria teatral: las representaciones para niñas y niños no eran formas de dramaturgia “menor”. Cada espectáculo era concebido y realizado como una auténtica puesta en escena con actrices y actores, dirección, coreografía, escenografía y música. Colaboraron con ella y con su Ópera de los Títeres personalidades de renombre como Prampolini o Toti Scialoja para los telones de fondo, Lina Wertmüller en algunos espectáculos de principios de los años cincuenta, Roman Vlad en la composición de la música.

Minueto de Boccherini, 1952, Roma Archivo Signorelli

Durante su larga carrera, Maria Signorelli dio vida a cincuenta espectáculos de danza para títeres, contando con la ayuda de bailarines y coreógrafos profesionales, utilizando música culta, concentrando sus investigaciones en la relación entre color y ritmo, e incluyendo también al público adulto, no solo al mundo de la infancia. Realizó treinta y un espectáculos con textos clásicos y modernos, desde la adaptación de El Rey Ciervo de Gozzi hasta el poema El descubrimiento de América de Cesare Pascarella, desde Arlequín servidor de dos amos de Goldoni hasta La tempestad de Shakespeare, Antígona de Brecht y Furor y poesía de la Revolución Francesa de Ceronetti.

Maria Signorelli

Para la infancia creó y realizó setenta y ocho espectáculos basados en cuentos de hadas, desde los populares hasta los inventados, siempre protagonizados por títeres animados por la mano humana. Falleció en Roma el 9 de julio de 1992.


Traduzione inglese

Syd Stapleton

Theatrical space was familiar to her from an early age. Maria Signorelli was only a few years old when she attended a performance by dancer Vaslav Nijinski on tour in Rome with the rest of Sergei Djagilev's company of Ballets Russes. At the end of the performance Nijinski bowed to the audience and the little girl, evidently struck by the magical atmosphere of the evening, with brief strokes immortalized him between two red curtains. Not surprisingly, in her family they affectionately called her "the little painter." Maria was born in Rome on Nov. 17, 1908, to Angelo, a radiologist and a specialist in tuberculosis, as well as an art connoisseur and fine collector of works from diverse times, and Olga Resnevič, also a physician - one of the first female physicians in Italy - a lover of all forms of culture, translator, philanthropist and biographer of Eleonora Duse. (https://vitaminevaganti.com/2023/05/13/via-xx-settembre-n-68-qui-visseolga-resnevic-signorelli/) Olga, who on the subsequent tour of the Ballets Russes between 1916 and 1917 became a doctor in Djagilev's company, formed a sincere friendship with set designers Michail Larionov and Natalia Goncharova soon to be regulars in her family. (https://vitaminevaganti.com/2023/07/08/via-xx-settembre-n68-il-salotto-internazionale-di-olga-resnevic-signorelli/).

As Maria herself recalled, despite her early age she was able to closely follow the making of the sets that the two artists were creating for Djagilev, and the memory remained indelible in her mind: "What struck me most besides the fact that, while painting, they walked on the colorful carpets of their sets, were the huge brushes that looked like brooms to me as a little girl." Goncharova and Larionov gave the curious little Maria a few cans of paint, the same ones they used to work with, so that she could try her hand with better materials than those for children. A precious gift that the little girl jealously preserved for years. 

Maria Signorelli is the second from the left wearing glasses

Her imagination was extraordinary. She loved to accompany with drawn images the stories and verse compositions she wrote, she built and decorated paper characters, trying also to make them mobile, she used what she found at home to create small puppets with which she entertained, as in a real theater, her younger sisters and playmates. Her fate was sealed. Having finished her studies, she decided to enroll in the Academy of Fine Arts, indulged in her choices by both her parents, who also approved of the opportunity to take a set design course at the Teatro Reale dell'Opera in Rome taught by Russian set designer Nicola Alexandrovich Benois and Italian Camillo Parravicini, during which she also tried her hand at making stage costumes. While studying, Maria had the opportunity to attend the Teatro degli Indipendenti, a landmark of the Italian artistic avant-garde founded and directed by Anton Giulio and Carlo Ludovico Bragaglia, whose doctor was Maria's father, Angelo Signorelli. Studies at the Academy of Fine Arts and further training at the Teatro Reale dell'Opera began to solidify the young woman's preparation, who, as early as 1928, became assistant set designer at Bragaglia's theater on Via degli Avignonesi, in the rooms of what had been the Roman baths of Septimius Severus. The following year she created her first work for the staging of Francis Edward Faragoh's play entitled Pinwheels.

Virgilio Marchi, The Stage of the Theatre of the Independents

For Maria Signorelli, theater was a total dimension, and in addition to her commitment as a set and costume designer, she cultivated another passion, that of building puppets, a mix between her interest in the human body and the novelties of the artistic avant-garde. Puppets also had a connection to her childhood when, with few means and a lot of imagination and inventiveness, Maria built and decorated dolls that were appreciated even by Sergei Djagilev. (https://vitaminevaganti.com/2023/06/10/via-corsini-n-12-la-casa-di-maria-signorelli/) The puppets pleased Anton Giulio Bragaglia so much that, in '29, he put the rooms of his Casa d'arte at her disposal to set up her first solo exhibition entitled Figurini plastici.

Invitation for Maria Signorelli's exhibition at the Casa d'Arte Bragaglia, Rome Signorelli Archive

The success of the Roman exhibition opened to Maria the doors of Paris where her ingenious figures made of cloth, ribbons, threads and other occasional material were exhibited in the Zak Gallery and presented by Giorgio De Chirico. After the Parisian interlude, she lived, for a couple of years, an important experience of artistic and cultural training in Berlin, attending the theater-school of director Max Reinhardt, among the main innovators of German theater and dramaturgy who also knew how to open up to new scenographic dimensions. Returning to Italy, in 1934 Maria participated with Carlo Rende in the creation of Pluriscenio M, a stage project capable of presenting seven environments at once, which had the daring task of proposing in the theater the dynamism of cinema and which won flattering praise from Marinetti and Bragaglia. In the years to follow in the capital she was engaged in productions for the Teatro dell'Università, the Teatro delle Arti and the Teatro dell'Opera in Rome, moving on to other Italian theaters, from La Scala in Milan to the Teatro Regio in Turin and the experimental Gruppo Universitario Fascista in Messina.

Maria Signorelli, Rome Signorelli Archive

During the years of World War II, she decided to bring together her many theatrical experiences and skills by organizing stagings of puppet shows, at first held at home and with the few means that the wartime climate made available. But Maria Signorelli's skill and ingenuity, her imagination, and her desire to offer some joy and serenity to her daughters Giuseppina and Maria Letizia and their little friends worked real miracles that, after the war, materialized in the Puppet Opera, which quickly became world-famous. This was not an experience divorced from what had been done up to that time for the theater - performances for small audiences were not "minor" forms of dramaturgy. Each performance was conceived and realized as if it were a true "actor's" theater production, with directors, choreographers, set designers, and musicians. Prestigious personalities such as Prampolini or Toti Scialoja worked for her and her Opera dei Burattini for the backdrops of the scenes, Lina Wertmüller in some shows in the early 1950s, and Roman Vlad for the composition of the music.

Boccherini's Minuetto, 1952, Rome Signorelli Archive

In her long career Maria Signorelli gave life to fifty dance shows for puppets, getting help from professional dancers and choreographers, using cultured music, focusing her research on the relationship between colors and rhythm, including in her audience also adults and not only the world of childhood. Thirty-one performances with classic and modern texts, from Gozzi's adaptation of Re Cervo to Cesare Pascarella's poem The Discovery of America, from Goldoni's Harlequin Servant of Two Masters to Shakespeare's The Tempest, Brecht's Antigone, and Ceronetti's Fury and Poetry of the French Revolution.

Maria Signorelli

For children she created and performed seventy-eight shows based on fairy tales, from popular to fictional, always starring puppets moved by the human hand. She died in Rome on July 9, 1992.