May Morris
Maia Chiara Pulcini
Katarzyna Oliwia
Non è purtroppo raro che nel tessuto intricato della storia le donne siano messe in ombra dai loro parenti maschili. Per lungo tempo questo è stato il caso di Mary Morris, meglio conosciuta come May Morris, il cui contributo alla scena artistica inglese è stato oscurato dall’ingombrante figura paterna, il pittore William. Non meno famosa fu sua madre, Jane Burden, modella per eccellenza del movimento preraffaellita. Un’eredità con un peso non indifferente, di cui May si è mostrata più che degna diventando una delle più preminenti e rivoluzionarie ricamatrici d’Inghilterra.
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Nata il 25 marzo 1862 a Red House, a Bexleyheath, il giorno della Festa dell’Annunciazione, Mary, con sua sorella Jenny, impara a ricamare dalla madre e dalla zia materna Elizabeth “Bessie” Burden, dimostrando ben presto un eccezionale talento. Il 1862 è anche l’anno in cui il padre William fonda la Morris&Co, azienda che si occupa di produrre tessuti, carta da parati e vetrate colorate. La ragazza dunque cresce circondata dall’arte: nel salotto del maniero a Kelmscott, in West Oxfordshire, passano artisti preraffaelliti come Dante Gabriel Rossetti ed Edward Burne-Jones – di cui Morris sarà spesso una modella – e i più significativi rappresentanti del movimento Arts & Crafts. William ne era il maggiore esponente e si poneva l’obiettivo di combattere l’industrializzazione esaltando il lavoro artigianale, considerato l’unica vera espressione artistica umana, in grado, al contrario dei prodotti industriali, di durare nel tempo ed esser così testimonianza del nostro passaggio su questa terra.
Mary si iscrive alla Royal College of Art dove affina le proprie abilità e nel 1881 entra nella South Kensington School of Design; poco dopo viene a far parte della Socialist League, movimento rivoluzionario dichiaratamente di stampo socialista. A soli 23 anni diventa direttrice della sezione ricamo della Morris&Co, creando nuovi design e realizzando, da sola o con delle collaboratrici, prodotti complessi come arazzi e tovaglie per arredamenti domestici e altari. Seguendo i dettami dell’Arts & Crafts i suoi lavori sono caratterizzati da composizioni floreali riccamente decorate da fogliame e graziosi animali, in parte influenzate dall’arte medievale di cui riprende i disegni gotici e citazioni di versi antichi e moderni, mentre il punto direzionale viene usato per dare maggiore consistenza alla stoffa. Oltre che ricami Morris disegna anche carta da parati, mostrando un’abilità nel riprodurre scenari naturali in forma stilizzata non dissimile da quella paterna.
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| Copriletto disegnato da May Morris e ricamato dalla madre nel 1900, raffigurante la poesia The Tyger, dell'autore inglese William Blake |
Nel 1886 intreccia una relazione con Henry Halliday Sparkling, segretario della Socialist League: per potersi preparare alla vita con un uomo che ancora non ha un lavoro fisso e andando contro il parere materno, la giovane si “allena” a vivere con pochi scellini a settimana per mesi prima di sposarsi nel 1890 a Fulham, un sodalizio che però si scioglie dopo appena otto anni a causa dei tradimenti di lei. Dopo qualche altra effimera relazione Mary decide di mantenere il cognome da nubile e di non sposarsi più. Alla morte di William nel 1896, lascia il lavoro presso l’azienda di famiglia rimanendo però come consulente, e si dedica a raccogliere, editare e pubblicare gli scritti del padre per un totale di 24 volumi che poi promuove personalmente. Diventa anche una appassionata attivista per la conservazione del ricamo, arte antica che stava rischiando di scomparire a causa dell’industrializzazione. A partire dal 1888 è pure ospite fissa di tutte le mostre dell’Arts & Crafts, di cui è ormai uno dei membri più importanti, dove mostra i suoi pezzi unici. Nel 1893, con una solida reputazione di massima esperta del proprio campo alle spalle, pubblica Decorative Needlework, in cui mette nero su bianco il suo pensiero artistico: secondo Mary Morris, chi fa design deve studiare la natura per poterla degnamente riprodurre sulle proprie stoffe; aggiunge inoltre che non bisogna usare troppi punti e che l’obiettivo principale deve rimanere il far sembrare il proprio lavoro vivo. Critica poi come la struttura economica dell’epoca abbia portato il prezzo dei prodotti manuali al ribasso, impedendo che artigiani e artigiane ricevano un degno compenso.
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| Lynn McClean, principale conservatrice tessile ed Emily Taylor, assistente curatrice, National Museums Scotland, ispezionano i ricami di May Morris. |
Con l’avvento del nuovo secolo si avvicina al nascente movimento femminista, guidata soprattutto dall’indignazione per come il lavoro delle donne sia spesso sminuito e svalutato rispetto a quello maschile: convinta che l’arte debba essere accessibile a tutti e, soprattutto, a tutte, nel 1907 fonda assieme all’amica e collaboratrice Mary Elizabeth Turner la Women’s Guild of Arts, di cui diviene presidente fino al 1935, in risposta al divieto della Art Worker’s Guild di accettare nelle sue fila le artiste della Arts & Crafts. A favore del diritto di voto alle donne, inizia a nascondere nelle proprie opere i simboli della lotta per l’uguaglianza e la libertà. Durante un tour in America per la promozione del suo lavoro e di quello del padre si avvicina ai movimenti sindacali e diventa convinta sostenitrice dell’idea che l’educazione sia l’unico modo per riformare una società sessista.
Nel 1914 perde l’adorata madre e inizia a passare molto più tempo nel maniero di Kelmscott. Qui finanzia e realizza grazie all’aiuto dell’architetto Ernest Gimson numerosi edifici dedicati ai genitori, come il nuovo municipio che porta il nome del padre, e due cottage che vanno ad ampliare il castello, che portano il nome della madre. Inoltre, sostiene le associazioni che supportano le donne durante la Grande guerra come la Women’s Land Army, di cui fa parte la sua amica Mary Lobb, che si occupa di aiutare la manodopera agricola femminile che sta sostituendo gli uomini impegnati al fronte. In questo periodo si appassiona alla realizzazione di gioielli: ispirata dallo stile dei coniugi Gaskin, Mary Morris crea personalmente il design e lavora il metallo prezioso su cui poi posa pietre finemente incise in taglio cabochon.
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Morris è inoltre una delle insegnanti della Royal School of Art Needlework e della Lcc Central School of Art, entrambe localizzate a Londra e che sono il frutto concreto dei suoi sforzi per preservare l’arte del ricamo, al punto che essa viene inserita nel curriculum di moltissime scuole anche dopo il suo ritiro, rimanendo comunque una preziosa consigliera per studenti e collaboratrici. Non rinnega mai i propri ideali: le paghe che dà alle lavoratrici sono molto più alte di quelle della concorrenza, in linea con l’idea che il lavoro debba essere fonte di un dignitoso sostentamento. Combatte poi lo stereotipo che vuole il ricamo come un’attività di dame annoiate dell’alta società, dimostrando come esso sia stato in realtà per molto tempo uno dei pochi modi che le donne hanno avuto nella storia di poter guadagnare dal proprio lavoro. May Morris si spegne a seguito di un’influenza il 16 ottobre del 1938.
Il suo contributo alla scena artistica inglese è enorme nonostante sia stato a lungo messo in ombra dal lavoro non meno pregevole del padre: la sua eredità continua a tessere il suo percorso attraverso il tempo. Le sue opere sono ancora ammirate per la loro bellezza e maestria tecnica, e molte sono esposte in importanti musei e collezioni private in tutto il mondo.
Traduzione francese
Paola Di Lauro
Il n'est malheureusement pas rare que, dans le tissu complexe de l'histoire, les femmes soient éclipsées par leurs parents masculins. Cela a longtemps été le cas de Mary Morris, mieux connue sous le nom de May Morris, dont la contribution à la scène artistique anglaise a été occultée par la figure paternelle imposante du peintre William. Sa mère, Jane Burden, modèle par excellence du mouvement préraphaélite, n'était pas moins célèbre. Un héritage d'un poids non négligeable, dont May s'est montrée plus que digne en devenant l'une des brodeuses les plus éminentes et les plus révolutionnaires d'Angleterre.
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Née le 25 mars 1862 à Red House, à Bexleyheath, le jour de la fête de l'Annonciation, Mary, avec sa sœur Jenny, apprend la broderie auprès de sa mère et de sa tante maternelle Elizabeth « Bessie » Burden, démontrant très tôt un talent exceptionnel. 1862 est également l'année où son père William fonde Morris&Co, une entreprise qui produit des tissus, du papier peint et des vitraux. La jeune fille grandit donc entourée d'art : dans le salon du manoir de Kelmscott, dans l'ouest de l'Oxfordshire, défilent des artistes préraphaélites tels que Dante Gabriel Rossetti et Edward Burne-Jones - dont Morris sera souvent le modèle - et les représentants les plus importants du mouvement Arts & Crafts. William en était le principal représentant et s'était fixé pour objectif de lutter contre l'industrialisation en exaltant le travail artisanal, considéré comme la seule véritable expression artistique humaine, capable, contrairement aux produits industriels, de durer dans le temps et d'être ainsi le témoignage de notre passage sur cette terre.
Mary s'inscrit au Royal College of Art où elle perfectionne ses compétences et, en 1881, elle entre à la South Kensington School of Design ; peu après, elle rejoint la Socialist League, un mouvement révolutionnaire ouvertement socialiste. À seulement 23 ans, elle devient directrice de la section broderie de Morris&Co, créant de nouveaux designs et réalisant, seule ou avec des collaboratrices, des produits complexes tels que des tapisseries et des nappes pour l'ameublement domestique et les autels. Suivant les préceptes de l'Arts & Crafts, ses œuvres se caractérisent par des compositions florales richement décorées de feuillages et d'animaux gracieux, en partie influencées par l'art médiéval dont elle reprend les dessins gothiques et les citations de vers anciens et modernes, tandis que le point directionnel est utilisé pour donner plus de consistance au tissu. Outre la broderie, Morris dessine également des papiers peints, démontrant une habileté à reproduire des scènes naturelles sous une forme stylisée qui n'est pas sans rappeler celle de son père.
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| Couverture de lit dessinée par May Morris et brodée par sa mère en 1900, représentant le poème The Tyger de l’auteur anglais William Blake. |
En 1886, elle entame une relation avec Henry Halliday Sparkling, secrétaire de la Ligue socialiste : afin de se préparer à la vie avec un homme qui n'a pas encore d'emploi fixe et allant à l'encontre de l'avis de sa mère, la jeune femme s'« entraîne » à vivre avec quelques shillings par semaine pendant des mois avant de se marier en 1890 à Fulham, une union qui se dissout cependant après seulement huit ans en raison de ses infidélités. Après quelques autres relations éphémères, Mary décide de conserver son nom de jeune fille et de ne plus se marier. À la mort de William en 1896, elle quitte son emploi dans l'entreprise familiale, mais reste consultante, et se consacre à la collecte, à l'édition et à la publication des écrits de son père, pour un total de 24 volumes qu'elle promeut ensuite personnellement. Elle devient également une militante passionnée pour la préservation de la broderie, un art ancien qui risquait de disparaître en raison de l'industrialisation. À partir de 1888, elle est également invitée régulière de toutes les expositions des Arts & Crafts, dont elle est désormais l'un des membres les plus importants, où elle expose ses pièces uniques. En 1893, forte d'une solide réputation d'experte dans son domaine, elle publie Decorative Needlework, dans lequel elle couche sur papier sa pensée artistique : selon Mary Morris, ceux qui font du design doivent étudier la nature afin de pouvoir la reproduire dignement sur leurs tissus ; elle ajoute également qu'il ne faut pas utiliser trop de points et que l'objectif principal doit rester de donner vie à son travail. Elle critique ensuite la structure économique de l'époque qui a fait baisser le prix des produits artisanaux, empêchant ainsi les artisans et artisanes de recevoir une rémunération décente.
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| Lynn McClean, conservatrice principale des textiles, et Emily Taylor, assistante conservatrice, au National Museums Scotland, inspectent les broderies de May Morris. |
Avec l'avènement du nouveau siècle, elle se rapproche du mouvement féministe naissant, motivée principalement par l'indignation face à la façon dont le travail des femmes est souvent déprécié et dévalorisé par rapport à celui des hommes : convaincue que l'art doit être accessible à tous et, surtout, à toutes, elle fonde en 1907, avec son amie et collaboratrice Mary Elizabeth Turner, la Women's Guild of Arts, dont elle devient présidente jusqu'en 1935, en réponse à l'interdiction faite à l'Art Worker's Guild d'accepter dans ses rangs les artistes de l'Arts & Crafts. En faveur du droit de vote des femmes, elle commence à cacher dans ses œuvres les symboles de la lutte pour l'égalité et la liberté. Lors d'une tournée en Amérique pour promouvoir son travail et celui de son père, elle se rapproche des mouvements syndicaux et devient une fervente partisane de l'idée que l'éducation est le seul moyen de réformer une société sexiste.
En 1914, elle perd sa mère adorée et commence à passer beaucoup plus de temps dans le manoir de Kelmscott. Elle finance et réalise ici, avec l'aide de l'architecte Ernest Gimson, de nombreux bâtiments dédiés à ses parents, comme la nouvelle mairie qui porte le nom de son père, et deux cottages qui agrandissent le château, qui portent le nom de sa mère. Elle soutient également les associations qui viennent en aide aux femmes pendant la Grande Guerre, comme la Women's Land Army, dont fait partie son amie Mary Lobb, qui s'occupe d'aider la main-d'œuvre agricole féminine qui remplace les hommes engagés au front. À cette époque, elle se passionne pour la création de bijoux : inspirée par le style des époux Gaskin, Mary Morris crée elle-même les modèles et travaille le métal précieux sur lequel elle pose ensuite des pierres finement gravées en cabochon.
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Morris est également l'une des enseignantes de la Royal School of Art Needlework et de la Lcc Central School of Art, toutes deux situées à Londres, qui sont le fruit concret de ses efforts pour préserver l'art de la broderie, à tel point que celui-ci est inscrit au programme de nombreuses écoles même après son départ à la retraite, tout en restant une précieuse conseillère pour les étudiants et ses collaboratrices.Elle ne renie jamais ses idéaux : les salaires qu'elle verse à ses employées sont bien plus élevés que ceux de la concurrence, conformément à l'idée que le travail doit être une source de revenus décents. Elle combat également le stéréotype selon lequel la broderie serait une activité réservée aux dames ennuyées de la haute société, en démontrant qu'elle a en réalité longtemps été l'un des rares moyens dont disposaient les femmes dans l'histoire pour gagner leur vie grâce à leur travail. May Morris décède des suites d'une grippe le 16 octobre 1938.
Sa contribution à la scène artistique anglaise est énorme, même si elle a longtemps été éclipsée par le travail non moins remarquable de son père : son héritage continue de tisser sa route à travers le temps. Ses œuvres sont toujours admirées pour leur beauté et leur maîtrise technique, et beaucoup sont exposées dans d'importants musées et collections privées à travers le monde.
Traduzione spagnola
Erika Incatasciato
Desafortunadamente, en la compleja trama de la historia, no es raro que las mujeres se queden a la sombra de sus familiares varones. Por mucho tiempo, fue el caso de Mary Morris, más conocida como May Morris, cuya contribución en el panorama artístico inglés fue eclipsado por la corpulenta figura paterna, el pintor William Morris. Su madre no fue menos famosa, modelo por antonomasia del movimiento prerrafaelita. Un legado con un peso notable del cual May demostró ser más que digna, convirtiéndose en una de las más destacadas y revolucionarias bordadoras británicas.
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Nacida el 25 de marzo de 1862 en la Red House (Bexleyheath), el día de la Fiesta de la Anunciación, Mary, junto con su hermana Jenny, aprendió a bordar de su madre y su tía materna Elizabeth “Bessie” Burnen y pronto demostró su excepcional talento . El 1862 fue también el año en que su padre fundó la Morris&Co, una empresa dedicada a la producción de telas, papel tintado y vidrieras de colores. Así pues, la joven creció rodeada de arte: en el salón de la mansión en Kelmscott, West Oxfordshire, donde pasaban los artistas prerrafaelitas, como Dante Gabriel Rossetti y Edward Burne-Jones –para quienes a menudo Morris fue modelo– y los representantes más importantes del movimiento Arts & Crafts. William era su mayor exponente y tenía el objetivo de luchar contra la industrialización y exaltar la artesanía, considerada la única y verdadera expresión artística humana que, a diferencia de los productos industriales, era capaz de durar en el tiempo y ser así testimonio de nuestro paso en esta tierra.
Mary se matriculó en la Royal College of Art, donde perfeccionó sus propias habilidades y en 1881 ingresó en la South Kensington School of Design; poco después, se unió a la Liga Socialista, movimiento revolucionario abiertamente socialista. Con tan solo 23 años, se convirtió en directora de la sección de bordado de Morris&Co, en la que creó nuevos diseños y realizó, sola o con unas colaboradoras, productos complejos como tapices y manteles para la decoración del hogar y altares. Siguiendo el estilo de Arts & Crafts, sus trabajos se caracterizaban por ser composiciones florales, ricamente decoradas de follaje y mascotas amables, parcialmente influenciados por el arte medieval, del cual retoma los diseños góticos y citas de versos antiguos y modernos, mientras que se utilizaba dar una direccionalidad al bordado para aportar mayor conistencia al tejido. Además de bordados, Morris diseñó también papeles pintados, demostrando una habilidad en la representación de paisajes naturales de forma estilizada, no muy distinta de la de su padre.
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| Colcha diseñada por May Morris y bordada por su madre en 1900, que representa el poema The Tyger del autor inglés William Blake. |
En 1886, entabló una relación con Henry Halliday Sparkling, secretario de la liga socialista: para prepararse a la vida con un hombre que aún no tenía empleo estable y yendo en contra de la opinión de su madre, la joven se “entrenó” para vivir con pocos chelines por semana durante meses antes de casarse en 1890 en Fulham –un matrimonio que, sin embargo, se disolvió después de apenas ocho años a causa de infidelidades de ella. Tras unas cuantas relaciones efímeras, Mary decidió mantener su apellido de soltera y no volver a casarse. Tras la muerte de William en 1896, dejó su trabajo en la empresa de su familia, aunque permaneció como asesora y se dedicó a recopilar, editar y publicar los escritos de su padre en un total de 24 volúmenes, que luego promovió personalmente. También se convirtió en apasionada activista para la preservación del bordado, un arte antiguo que corría el riesgo de desaparecer debido a la industrialización. Desde 1888, fue también una invitada habitual de todas las exposiciones de Arts & Crafts, donde era ya uno de los miembros más importantes, donde mostraba sus piezas únicas. En 1893, gracias a una sólida reputación como mejor experta en su campo, publicó Decorative Needlework, en el que puso por escrito su pensamiento artístico: según Mary Morris, quien hacía diseño debía estudiar la naturaleza para reproducirla dignamente en sus propias telas; también afirmó que no hay que usar demasiados puntos y el objetivo principal siempre debería ser que su propio trabajo parezca vivo. Luego, criticó como la estructura económica de la época había llevado el precio de los productos manuales a la baja, impidiendo que artesanos y artesanas recibieran una retribución digna.
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| Lynn McClean, conservadora principal de textiles, y Emily Taylor, asistente de curaduría, en los National Museums Scotland, inspeccionan los bordados de May Morris. |
A inicios del nuevo siglo, se acercó al naciente movimiento feminista, sobre todo guiada por la indignación ante el hecho de que el trabajo de las mujeres fuese a menudo menospreciado y devaluado comparado con el los hombres: convencida de que el arte debía ser accesible para todos y, sobre todo, todas, en 1907, junto con su amiga y colaboradora Mary Elizabeth Turner, fundó la Women’s Guild of Arts, de la cual fue presidenta hasta el 1935, como respuesta a la prohibición de la Art Worker’s Guild de aceptar en su plantilla las artistas de Arts & Crafts. En favor del derecho de voto de las mujeres, comenzó a esconder en sus propias obras símbolos de la lucha por la igualdad y la libertad. Durante una gira en los Estados Unidos para la promoción de su trabajo y el de su padre, se acercó a los movimientos sindicales y se convirtió en firme defensora de la idea de que la educación era la única manera para reformar una sociedad sexista.
En 1914, su querida madre murió y comenzó a pasar mucho más tiempo en la mansión de Kelmscott. Allí, con la ayuda del arquitecto Ernest Gimson, financió y realizó numerosos edificios dedicados a sus padres, como el nuevo ayuntamiento que lleva el nombre de su padre y dos cabañas que ampliaron el castillo y llevan el nombre de su madre. Además, apoyó las asociaciones que respaldaban a las mujeres durante la Gran Guerra, como la Women’s Land Army, de la que formaba parte su amiga Mary Lobb, quien se encargó de ayudar a la mano de obra agrícola femenina que estaba reemplazando a los hombres movilizados en el frente. En esa época, se apasionó por la creación de joyas: inspirada por el estilo de los cónyuges Gaskin, Mary Morris creó personalmente el diseño y trabajó el metal precioso sobre el que luego colocó piedras de talla cabujón finamente grabadas.
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Además, Morris fue una de las profesoras de la Royal School of Art Needlework y de la Lcc Central School of Art, ambas en Londres, y esto fue el fruto concreto de sus propios esfuerzos para preservar el arte del bordado, hasta el punto en que fue incluida en el plan de estudio de muchísimas escuelas, incluso después de su retiro, mientras siguió siendo valiosa consejera para estudiantes y colaboradoras. Nunca renegó sus propios ideales: el salario que daba a las trabajadoras era mucho más alto frente a la competencia, de acuerdo con la idea de que el trabajo debía ser fuente de un sustento digno. Luego, combatió el estereotipo que consideraba el bordado como una actividad de damas aburridas de la alta sociedad, demostrando como, durante mucho tiempo, en realidad fue una de las pocas formas que tuvieron las mujeres en la historia de ganar dinero con su propio trabajo. May Morris falleció a causa de una gripe el 16 de octubre de 1938.
Su contribución en el panorama artístico inglés es enorme a pesar de que fue eclipsada durante mucho tiempo por la no menos valiosa obra del padre: su legado sigue tejiendo su camino a través del tiempo. Sus obras aún son admiradas por su belleza y su maestría técnica, y muchas de ellas se exponen en museos importantes y colecciones privadas de todo el mundo.
Traduzione inglese
Syd Stapleton
Unfortunately, it is not uncommon for women to be overshadowed by their male relatives in the intricate fabric of history. This was the case for Mary Morris, better known as May Morris, whose contribution to the English art scene was overshadowed by her imposing father, the painter William. No less famous was her mother, Jane Burden, the quintessential model of the Pre-Raphaelite movement. It was a considerable legacy, but May proved herself more than worthy of it, becoming one of the most prominent and revolutionary embroiderers in England.
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Born on March 25, 1862, at Red House in Bexleyheath, on the Feast of the Annunciation, Mary, along with her sister Jenny, learned to embroider from her mother and maternal aunt Elizabeth “Bessie” Burden, quickly demonstrating exceptional talent. 1862 was also the year her father William founded Morris & Co, a company that produced fabrics, wallpaper, and stained glass. The girl therefore grew up surrounded by art: the living room of the manor house in Kelmscott, West Oxfordshire, was frequented by Pre-Raphaelite artists such as Dante Gabriel Rossetti and Edward Burne-Jones—for whom Morris often modeled—and the most significant representatives of the Arts & Crafts movement. William was the movement's leading exponent and set himself the goal of combating industrialization by promoting craftsmanship, which he considered the only true form of human artistic expression, capable, unlike industrial products, of lasting over time and thus bearing witness to our passage on this earth.
Mary enrolled at the Royal College of Art, where she honed her skills, and in 1881 she entered the South Kensington School of Design. shortly afterwards she joined the Socialist League, a revolutionary movement of an avowedly socialist nature. At the age of only 23, she became director of the embroidery department at Morris & Co, creating new designs and producing, either alone or with collaborators, complex products such as tapestries and tablecloths for home furnishings and altars. Following the dictates of the Arts & Crafts movement, her works are characterized by floral compositions richly decorated with foliage and graceful animals, partly influenced by medieval art, from which she borrowed Gothic designs and quotations from ancient and modern verses, while the directional stitch was used to give greater consistency to the fabric. In addition to embroidery, Morris also designed wallpaper, showing a skill in reproducing natural scenes in a stylized form not unlike that of her father.
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| Bedspread designed by May Morris and embroidered by her mother in 1900, depicting the poem The Tyger by the English author William Blake. |
In 1886, she began a relationship with Henry Halliday Sparkling, secretary of the Socialist League: in order to prepare for life with a man who did not yet have a steady job and going against her mother’s wishes, the young woman ‘trained’ herself to live on a few shillings a week for months before marrying in 1890 in Fulham, a union that ended after only eight years due to her infidelity. After a few other short-lived relationships, Mary decided to keep her maiden name and not marry again. When William died in 1896, she left her job at the family business but remained as a consultant, devoting herself to collecting, editing, and publishing her father’s writings, a total of 24 volumes, which she then promoted personally. She also became a passionate activist for the preservation of embroidery, an ancient art that was in danger of disappearing due to industrialization. From 1888 onwards, she was a regular guest at all the exhibitions of the Arts & Crafts movement, of which she was now one of the most important members, where she exhibited her unique pieces. In 1893, with a solid reputation as a leading expert in her field behind her, she published Decorative Needlework, in which she put her artistic thoughts down on paper: according to Mary Morris, designers must study nature in order to reproduce it worthily on their fabrics; she added that too many stitches should not be used and that the main objective should be to make the work look alive. She then criticized how the economic structure of the time had driven down the price of handmade products, preventing artisans from receiving fair compensation.
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| Lynn McClean, principal textile conservator, and Emily Taylor, assistant curator, at National Museums Scotland, inspect May Morris’s embroideries. |
With the advent of the new century, she became involved in the nascent feminist movement, driven above all by indignation at how women’s work was often belittled and devalued compared to that of men. Convinced that art should be accessible to everyone and, above all, to all women, in 1907 she founded the Women’s Guild of Arts with her friend and collaborator Mary Elizabeth Turner, becoming its president until 1935, in response to the Art Workers’ Guild’s ban on accepting female artists from the Arts & Crafts movement into its ranks. In favor of women’s right to vote, she began to hide symbols of the struggle for equality and freedom in her works. During a tour of America to promote her work and that of her father, she became involved with trade unions and was a staunch supporter of the idea that education was the only way to reform a sexist society.
In 1914, she lost her beloved mother and began to spend much more time at Kelmscott Manor. Here, with the help of architect Ernest Gimson, she financed and built several buildings dedicated to her parents, such as the new town hall named after her father and two cottages that extended the castle, named after her mother. She also supported associations that helped women during the Great War, such as the Women's Land Army, of which her friend Mary Lobb was a member, which helped female farm workers replacing men who had gone to the front. During this period, she became passionate about jewelry making: inspired by the style of the Gaskins, Mary Morris personally created the designs and worked the precious metal, setting finely engraved cabochon-cut stones into it.
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Morris was also a teacher at the Royal School of Art Needlework and the LCC Central School of Art, both located in London, which were the concrete result of her efforts to preserve the art of embroidery, to the point that it was included in the curriculum of many schools even after her retirement, while she remained a valuable advisor to students and colleagues. She never renounced her ideals: she paid her workers much higher wages than her competitors, in line with her belief that work should be a source of decent livelihood. She also fought against the stereotype that embroidery was an activity for bored upper-class ladies, demonstrating how it had in fact been one of the few ways women had been able to earn a living throughout history. May Morris died of influenza on October 16, 1938.
Her contribution to the English art scene is enormous, despite being long overshadowed by her father's equally impressive work: her legacy continues to weave its way through time. Her works are still admired for their beauty and technical mastery, and many are on display in important museums and private collections around the world.





