di Barbara Belotti

I nomi delle vie e delle piazze italiane e straniere sono maschili nella maggioranza dei casi.
Roma non sfugge a questa realtà. Su migliaia e migliaia di aree di circolazione pubblica, ponti, giardini ecc. alle donne vanno poche centinaia di intitolazioni.

I nomi delle vie e delle piazze italiane e straniere sono maschili nella maggioranza dei casi. Roma non sfugge a questa realtà.
Su migliaia e migliaia di aree di circolazione pubblica, ponti, giardini ecc. alle donne vanno poche centinaia di intitolazioni. Un vuoto nella toponomastica che riguarda non tanto un’assenza dalla storia delle figure femminili, quanto il mancato riconoscimento, la scarsa memoria e l’evidente disattenzione nei confronti dei ruoli da loro avuti in ogni tempo.
A Roma, nel XII Municipio, c’è un luogo che apparentemente sembra ribaltare ogni discorso sul sessismo nell’odonomastica. È il parco pubblico di Villa Pamphili. Scenari bellissimi, natura solenne e passeggiate di genere.
Viale Maria Callas confluisce in viale Natalia Ginzburg dal quale diparte, alla fine, viale Elvira Pajetta. Da Viale Maria Callas si può passare a Viale Barbara Allason. Poco distante ci sono anche Viale Ada Gobetti, Viale Rosa Luxembourg, Viale Anna Kuliscioff. Ci sono anche viali intitolati alle sorelle Bronte, a Simone De Beauvoir, a Carla Capponi, a Camilla Cederna, a Dolores Ibarruri e Lavinia Mazzucchetti; e si può continuare con Viale Clara Wieck Schumann e Viale Vittoria Nenni. Da qui pochi passi ancora e ci si trova in "Viale 8 marzo Festa della donna". Sono solo alcuni dei percorsi interni al parco.
I nomi si susseguono senza che sia possibile rintracciare una tematica comune che unisca tante figure femminili così diverse fra loro. Sono messe lì tutte insieme, senza un filo conduttore logico, se non quello di essere passate nella storia e nel mondo con molta forza, determinazione e impegno, ricevendo in cambio minore attenzione degli uomini.
È evidente che in questo angolo verde di Roma si è cercato di rimediare ai molti silenzi e alle molte omissioni.
Ci sono donne italiane e straniere impegnate in politica, scrittrici di epoche diverse, una pianista del XIX secolo, la "divina" Callas, la cantautrice di musica popolare sarda Maria Carta, Florence Nightingale fondatrice della moderna ed efficiente istruzione infermieristica, fino alla piccola Anna Frank, che nella vita non ha fatto in tempo a entrare.
Esiste anche una Via dei Curie: eppure è stata Marie, e non il marito, a vincere due premi Nobel in discipline diverse (per la fisica e per la chimica).
Fino ad alcuni anni fa a Roma non esisteva una strada che fosse intitolata ad Artemisia Gentileschi. La notizia è emblematica perché Artemisia non è un personaggio minore, né nella storia dell’arte né nella storia della città. Le è stato intitolato nel 2003 un ponte moderno, Ponte Artemisia Gentileschi Lomi, che passa sopra via Leone XIII e unisce in questo modo le due aree separate di Villa Pamphili, da Viale Anna Kuliscioff a viale Selma Lagerlof.
La maggior frequenza di intitolazioni dei percorsi interni al parco risale alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, ma si potenzia dai primi anni del Duemila fino al 2008.
Nel 2007 viene intitolato ad Anna Politkovskaja un largo alla confluenza di Viale Maria Carta, Viale Florence Nightingale e Viale George Eliot. In deroga alle disposizioni che vogliono trascorsi almeno dieci anni dalla scomparsa, la Giunta Comunale di Roma delibera che l’omicidio della giornalista russa non possa passare sotto silenzio e prende posizione rispetto alla logica della politica nazionale che celebra il presidente Putin come un “grande amico”. Nelle motivazioni si può leggere “Anna Politkovskaja. Giornalista russa testimone di libertà e attivista dei diritti umani (1958 – 2006)”.
L’ultima intitolazione all’interno di Villa Pamphili risale al 2014. L’amministrazione comunale nel giugno di quell’anno delibera di dedicare un viale, poco distante da viale 8 Marzo, alla giornalista, scrittrice e politica Miriam Mafai, scomparsa due anni prima. A tutt’oggi, per cavilli burocratici e pareri contrari di alcuni uffici competenti, l’intitolazione ha ancora un carattere di provvisorietà e, infatti, non è stata ancora apposta alcuna targa.
Nonostante ciò, passeggiare fra gli alti pini del parco offre un’interessante prospettiva di genere ed è utile occasione per ricordare o scoprire figure di donne importanti, ma un fatto rimane incontrovertibile. Queste strade hanno il sapore di un tardivo risarcimento.