Coesione e condivisione per una cittadinanza simmetrica

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Nella sala De Seta  dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo , dove alcune delle poltrone sono segnate dal cartello “Posto Occupato” , tra due file di fotografie di targhe toponomastiche femminili, colorate e  vibranti di storia asimmetrica ,   il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, apre i lavori del secondo Convegno  nazionale del gruppo  Toponomastica Femminile:  si torna a  parlare  di differenze e discriminazione di genere, di rimozione della memoria femminile, di recupero di altri punti di vista per  raccontare il mondo degli uomini e delle donne e le loro voci.  

Partecipano, insieme alle toponomaste -  docenti, artiste, scrittrici, donne delle amministrazioni e della politica   che da due anni conducono le attività civiche, didattiche del gruppo – le\i  rappresentanti delle istituzioni, del mondo dell’associazionismo femminile , delle Arti e della Cultura siciliana.  Ci sonole referenti dell’UDI e della Fidapa, della Finsm e dei Centri  antiviolenza con cui il gruppo Toponomastica femminile ha intessuto rapporti di collaborazione  e di condivisione di progetti ed  esperienze . E’  proprio  questa una delle ragioni della forza innovativa di Toponomastica femminile:  mentre  sollecita l’attenzione alla differenza, partendo dall’osservazione dell’assenza femminile nella toponomastica di ogni luogo d’Italia, e non solo, si apre ad ogni azione collaborativa che vada nella direzione comune del diritto e del riconoscimento del valore della differenza. 

Il Convegno ha inizio proprio con le parole delle scrittrici e delle registe: ed ecco scorrere un  mondo di scritture multiplo e dalle infinite corde, da    “Rosso Fuoco” di Sara Favarò e Grazia Alia, a  “La cugina Marisa” di Francesca Picone, a “La busacchinara” di Adriana Falsone . Poi Pina Mandolfo  e   Maria Grazia Lo Cicero presentano il documentario  video-lettera che hanno realizzato sul rapporto tra donne e mafia al Sud. Il secondo giorno , dopo la  passeggiata culturale-turistica nella Palermo delle donne, prendono   la parola  le autrici dei primi volumi di guide turistico-culturali di genere prodotte dal gruppo:  dalle prime, dedicate a Roma e curate dalla fondatrice del gruppo,  Maria Pia Ercolini,  alla guida della Versilia di Maria Grazia Anatra, alla neo-edita  “La Palermo delle donne “ curata da Claudia Fucarino . Ciascuna guida è diversa dalle altre, con una  specificità   che nasce soprattutto dalla diversa natura del territorio: la guida romana nasce dal mondo della  cultura multiforme,  stratificata nei secoli della storia  dei luoghi   di Roma , “città capitale della cultura, delle arti, del potere politico” , ma anche borgatara e vivacemente plebea; la guida  della Versilia racconta e descrive soprattutto il mondo dell’impresa; la guida palermitana è dedicata ai luoghi della  cultura femminile  di una Palermo aristocratica e popolana insieme.

La didattica, cavallo di battaglia del gruppo, domina il terzo giorno con il racconto delle esperienze realizzate da Roma a Piazza Armerina, da Catania ai Castelli romani, dalla Sicilia alla Lombardia: e dal racconto nasce la prospettiva di un ripensamento  complessivo e sistematico dei  saperi ,  in chiave di genere, base per il ripensamento di cui la scuola ha tanto bisogno, come osserva Gigliola Corduas, responsabile nazionale della Fnism. Si passa poi alle testate giornalistiche che collaborano con il gruppo, finestre aperte per raccontate i viaggi attraverso un mondo che si vorrebbe differente:  parlano  Serafina Ignoto de  “Il Carrettino delle idee”, diretto da Dino Sturiale, editore  generoso e coraggioso, Pina La Villa che ridà la parola alle voci femminili in DDF, Clelia Lombardo che descrive il foglio monografico di Luminaria dedicato ai percorsi del gruppo. Poi ancora si parla di donne nella storia e,  ad accompagnarci nei meandri delle storie delle artiste dimenticate,   è la grazia di una donna  colta e rigorosa:  Maria Antonietta Spadaro, vicepresidente dell’Anisa.   Rosanna Pirajno , coordinatrice di Mezzocielo, racconta le battaglie civili e sociali delle donne palermitane  e Giovanna Fiume apre uno squarcio sulla necessità di rilettura della Storia in ottica di genere e sulla relatività del racconto storico, partendo dalla presentazione del libro di Maria Sofia Messana   ”Il Santo Ufficio dell’Inquisizione”. Intenso l’intervento di Ester Rizzo che dà voce all’impegno delle donne per la pace.  Si torna all’impegno delle toponomaste e ai loro incontri con le amministrazioni. Giuliana Cacciapuoti e Nadia Cario raccontano la loro esperienza che ha portato alla revisione dei Comitati toponomastici a Napoli e a Padova, con l’introduzione di criteri pari nelle intitolazioni.

 Si chiude  ritornando alla didattica con Mila Spicola e all’impegno civile delle donne dell’associazionismo, Rosa Perupato e Maria Grasso,    contro il femminicidio ed i  due ambiti si legano nel riconoscimento della necessità di percorsi di educazione   alla relazione di genere, ai quali, ora in modo  esplicito  ora in modi impliciti ed indiretti , i percorsi di ricerca toponomastica femminile danno un contributo  fondamentale. Lo confermano anche  i testi poetici e i di scrittura creativa curati da Barbara Belotti e Mary Nocentini, Livia Capasso, i video realizzati a scuola nell’ambito delle attività di Toponomastica femminile   a Roma,  ai Castelli Romani, a Pistoia,  a Piazza Armerina,   a Vittoria, a Catania, a Lodi. Sono proprio le voci dei ragazzi e delle ragazze che confermano che siamo sulla strada giusta: raggiungere la società civile e parlare ai e alle giovani della cittadinanza asimmetrica per trovare insieme linguaggi e strade  di sviluppo e democrazia. Ed è   rivolto proprio ai ragazzi e alle ragazze delle scuole il Concorso nazionale che chiede di individuare itinerari di genere, nel proprio territorio: aspettiamo i loro lavori, ne parleremo l’anno prossimo al terzo Convegno nazionale di Toponomastica Femminile del quale vorremmo fossero  loro i protagonisti  e le protagoniste.