LISBONA: NON SOLO FADO

“Io non sono mai stato a Lisbona (e, se ci andassi, m’ingozzerei di baccalà e cardo verde, non certo di pizza) ma mi sono arrivate queste due edificanti immagini di pizzerie italiane che mi hanno decisamente irritato.
Il problema non è tanto di immagine dell’Italia all’estero quanto di quella che, come al solito, si vuole dare delle donne. Non ne faccio una questione patriottica: mi sarei indignato anche se fossero stati ristoranti cinesi.
La Cantina Baldracca e la pizzeria La Puttana sono un esempio bieco e squallido ma pericoloso di sessismo.”

Questo post, scritto  da un uomo (grazie a Dio, o alle loro mamme, ce ne sono…) e corredato dalle foto che pubblichiamo, è comparso venerdì 12 febbraio sulla paginaFacebook di Toponomastica femminile. Che, per la sua particolare sensibilità a tutto ciò che riguarda la sfera simbolica e l’immagine femminile, sta dimostrando di prendere  a cuore il problema.

Già in precedenza, informa lo stesso post, è  stato contattato il consolato italiano a Lisbona, ma sembra che non abbia trovato la cosa interessante. Un atteggiamento diverso ha dimostrato invece la console portoghese in Italia, che, indignata quanto noi, ci ha subito assicurato che informerà la sua ambasciata.

Tra i commenti di varia natura che il post ha suscitato, ce n’è uno che fa notare come intitolazioni di questo genere facciano parte di un fenomeno più ampio, cioè la spettacolarizzazione della volgarità, della violenza e della delinquenza, e ricorda certe magliette inneggianti alla mafia o ai narcos. Ritengo che sia vero, e che sia anche fisiologico che l’indebolimento progressivo del principio di autorità, che in altri tempi abbiamo salutato come liberatorio, produca certe aberrazioni. Ma credo anche che sia sbagliato sottovalutarle, significherebbe dare per scontata l’accettazione di un generale capovolgimento di valori.

Non so come finirà questa vicenda dei due ristoranti di Lisbona che hanno creduto opportuno intitolarsi in questo modo squallido. Naturalmente mi auguro che si riesca a fargli cambiare nome, e che comunque intorno al problema si possa suscitare interesse e dibattito, in un ambito più vasto e non solo nel gruppo di Toponomastica femminile. La cosa peggiore sarebbe continuare con  l’indifferente accettazione che finora hanno rivelato  i cittadini e purtroppo anche le cittadine di Lisbona, e speriamo che sia avvenuto perché magari non si sono rese del tutto conto del valore che hanno quei due termini nella nostra lingua.