Donne, diritti dei lavoratori e migranti in “Camicette bianche”

altPubblicato su "La Gazzetta Palermitana", 22 aprile 2014
 

Primo libro italiano che ricorda l’incendio della Triangle Waist del 1911 a New York in cui persero la vita 38 donne italiane. Anteprima a Palermo il 23 aprile. In tutte le librerie dal 9 maggio 2014

Mercoledì 23 aprile alle ore 18:30 verrà presentato in anteprima Camicette bianche. Oltre l’8 marzo di Ester Rizzo (Navarra Editore), nella Sala Magna dello Steri di Palermo. Si tratta della prima pubblicazione in Italia che fa luce sulle 146 vite, tra cui 126 donne e ben 38 lavoratrici italiane, scomparse nel rogo della Triangle Shirtwaist Company di New York il 25 marzo 1911.
Dal testo nasce la petizione “Ridiamo dignità alle donne vittime dell’incendio della TriangleWaist” lanciata dal Gruppo Toponomastica Femminile, nella persona del suo presidente Maria Pia Ercolini, e cogestita con l’editore Navarra, affinché venga restituita memoria alle operaie italiane che persero la vita nel rogo della fabbrica.
 
L’obiettivo della petizione è di chiedere ai comuni che hanno dato i natali alle vittime l’intitolazione di un luogo di interesse pubblico per ciascuna di queste donne a cui nel tempo non è stata dedicata sufficiente coscienza. La petizione potrà essere firmata il giorno della presentazione, sabato 23 aprile allo Steri di Palermo, ed è disponibile online sulla piattaforma change.org (CLICCA QUI )
 
All’incontro interverranno l’editore Ottavio Navarra, l’autrice Ester Rizzo eGiuseppina Tripodi, scrittrice, membro CdA della Fondazione Levi-Montalcini Onlus e autrice della prefazione al libro. Modera la giornalista Silvana Polizzi. Porteranno la loro testimonianza, inoltre, due parenti delle vittime: Salvatore Cirone, di Casteldaccia, nipote di una delle due vittime di questo paese, Provvidenza Bucalo Panno; eLiliana La Magra di Castrofilippo, lontana parente di Calogera (detta Lilla) Baio, vittima che tutt’oggi non è stata ufficialmente identificata e per la quale rimane una tomba senza nome. Sarà presente, infine, il sindaco del Comune di Sambuca di Sicilia,Leonardo Ciaccio che ha preannunciato la propria volontà di accogliere l’appello e intitolare una via del paese a Rosa e Caterina Bona, due sorelle originarie di Sambuca morte insieme nell’incendio. L’evento è inserito nella rassegna “Pasqua cultura consapevole”, promossa dall’Università degli Studi di Palermo.
 
A distanza di un secolo, Ester Rizzo tesse la trama di quelle esistenze il cui epilogo fu infelice: si raccontano storie di sfruttamento, storie di migrazione e di abbandono della propria terra alla ricerca di una più fortunata concretezza che invece si trasforma in morte. Camicette bianche. Oltre l’8 marzo mira a scuotere la nostra coscienza nazionale: su 146 vittime ben 38 erano italiane. Lo era Clotilde Terranova proveniente da Licata, che emigrò insieme al fratello Ignazio per raggiungere la sorella minore Rosa, già a New York da anni. Clotilde lavorava al decimo piano della fabbrica quando le fiamme divamparono e, presa dal panico, si gettò nel vuoto.
 
Da Clotilde parte la ricerca dell’autrice che percorre le vie dei paesi siciliani, così come della Puglia, della Campania e della Basilicata, dove nacquero quelle donne per rendere dignità alle loro vite spezzate, dare loro dei nomi e dei volti, scoprire i motivi di quel viaggio della speranza andato incontro alle fiamme. Ester Rizzo recupera dall’oblio un avvenimento che è stato sotterrato nel complessivo ricordo dell’8 marzo. Sotto quell’unica data convenzionale, in cui si festeggia la Giornata Internazionale della Donna e che raccoglie in sé vari eventi collegati alla lotta per l’emancipazione delle donne, si è persa la memoria di quel tragico episodio e le storie delle donne che ne rimasero vittime.
 
«Questo libro nasce, dunque, da un atto d’amore. – scrive in una nota al libro Ester Rizzo – Amore verso le giovani vite spezzate che trovarono la morte in modo così terribile e quasi del tutto dimenticate. Amore per i migranti di tutti i tempi e di tutti i mari per ricordare che i confini sono solo delle “invenzioni umane” e che la Terra appartiene a tutti. Amore per tutte le donne che hanno lottato con tenacia per migliorare il mondo. Amore per tutti quelli che alimentano la fiamma del ricordo affinché il passato possa servire per migliorare il presente. Amore per la giustizia ma anche amore per il perdono, affinché l’odio non prevalga mai e non soffochi la nostra umanità. Amore per tutte le donne ultime fra gli ultimi, vittime di quotidiana violenza e discriminazione.»