Maria De Unterrichter Jervolino

Maria De Unterrichter Jervolino

Ossana (TN), 20/08/1902 - 27/12/1975
Laurea in Lettere; Insegnante

Mandati:

Assemblea Costituente
Camera I, II e III Legislatura

Progetti di legge presentati:
Divenuti legge:
Interventi:
Incarichi di governo:

30
3
104
3

25/06/1946 - 31/01/1948

19/07/1946 - 31/01/1948
Membro Assemblea Costituente
Gruppo democratico-cristiano 15/07/1946 - 31/01/1948
Membro Commissione per i trattati internazionali
08/05/1948 - 24/06/1953

11 /06/1948 - 24/06/1953
I Legislatura della Repubblica italiana (Camera)
Gruppo democratico-cristiano 01/06/1948 - 24/06/1953
Membro II Commissione (Affari esteri)
25/06/1953 - 11/06/1958

01/07/1953 - 11/02/1954
11/02/1954 - 06/07/1955
09/07/1955 - 19/05/1957
23/05/1957 - 01/07/1958
II Legislatura della Repubblica italiana (Camera)
Gruppo democratico-cristiano 21/07/1953 - 11/06/1958
Membro II Commissione (Affari esteri)
I Governo Scelba: Sottosegretario di Stato alla Pubblica istruzione
I Governo Segni: Sottosegretario di Stato alla Pubblica istruzione
I Governo Zoli: Sottosegretario di Stato alla Pubblica istruzione
12/06/1958 - 15/05/1963

12/06/1958 - 15/05/1963
29/07/1958 - 15/05/1963
III Legislatura della Repubblica italiana (Camera)
Gruppo democratico-cristiano 18/06/1958 - 15/05/1963
Membro III Commissione (Esteri)
Membro Commissione parlamentare per la vigilanza sulle radiodiffusioni

Grande studiosa e protagonista della vita politica italiana del secondo dopoguerra, Maria De Unterrichter, il cui cognome originale era von Rechtentahl prima che i fascisti ne imponessero il cambiamento, nacque il 20 agosto del 1902 a Fucine nel piccolissimo comune di Ossana, tra le montagne trentine, dove il padre Guido, Commissario superiore della Guardia di Finanza dell’Austria, era stato trasferito per motivi di lavoro. Allo scoppio della prima guerra mondiale, i de Unterrichter dovettero spostarsi ad Innsbruck e qui Maria, insieme al fratello Guido di un anno più piccolo, presso l’imperiale regio ginnasio intraprese gli studi classici che poi portò a termine al liceo classico Prati di Trento quando, a guerra terminata, era potuta rientrata in Italia con la famiglia.

Si iscrisse alla facoltà di Lettere a Roma e durante gli anni universitari curò la sua formazione cattolica nutrendosi degli stimoli derivanti dalle associazioni operanti nella capitale e dalla frequentazione con giovani laici di altri orientamenti politici. Il suo fu un cattolicesimo vivo, aperto; per lei la laicità non consisteva nel non credere, ma nella capacità di lasciare l’altro nella libertà di credere in modo diverso.

Iniziò presto ad interessarsi di politica, diventando Presidentessa della FUCI femminile prima e di quella nazionale poi; come delegata per l'Italia dell’associazione internazionale “Pax Romana”, da poco fondata, nel 1924 prese parte al Congresso di Budapest.

Conseguita la laurea, a Trento si dedicò all’insegnamento ed ottenne la direzione dell’Istituto femminile Notre Dame de Sion che lascerà nel 1930 per seguire a Napoli il marito Angelo Raffaele Iervolino, avvocato partenopeo, antifascista, rifugiatosi in Vaticano con la complicità di Papa Pio XII e ministro nel governo Badoglio.
Pur nelle difficoltà del periodo bellico, Maria trovò il capoluogo campano in pieno fermento sociale e culturale e da subito si avvicinò agli ambienti impegnati in opere sociali e di carità cristiana a favore delle donne e dei più bisognosi.
A Napoli forte era anche il fervore politico e si andavano ponendo le basi per la nascita della Democrazia Cristiana, il partito cattolico nel quale approdò insieme al marito. Furono entrambi eletti all’Assemblea Costituente nel 1946; Maria fu al fianco di De Gasperi nella Commissione per i Trattati Internazionali e per l’elaborazione dell’Accordo De Gasperi-Gruber con l’Austria sull’Alto-Agide, e prese parte anche alla Sottocommissione di inchiesta per la riforma della scuola.

Eletta deputata nel 1948 e poi nelle due legislature successive nella circoscrizione di Avellino-Benevento-Salerno, fu membro della Commissione Rapporti con l'Estero, compresi gli economici e Colonie; sottosegretario alla Pubblica Istruzione nei governi Scelba, Segni I e Zoli e presidentessa della Commissione ministeriale per l'elaborazione degli orientamenti delle attività educative nelle scuole materne statali.

Nel frattempo anche all’interno del partito otteneva importanti nomine come Responsabile dell'Ufficio problemi assistenziali della Democrazia cristiana, membro del comitato permanente per il Mezzogiorno e della Direzione Nazionale.

La sua attenzione ai problemi della scuola e dell’impegno sociale continuò anche dopo la sua attività parlamentare. Rifiutato l’invito del partito a ripresentarsi alle politiche del 1963, si dedicò da quel momento in poi allo studio e alle attività pedagogiche nelle libere organizzazioni, nell’UNESCO e soprattutto nell’OMEP, Organizzazione Mondiale Educazione Prescolastica, della quale presenziò dapprima il comitato italiano per poi venir eletta per 3 mandati vicepresidente mondiale, tra il 1968 ed il 1973.

Da sempre in prima linea anche nelle politiche di tutela della donna e della famiglia, entrò a far parte dell’Unione donne cattoliche e fondò insieme alle colleghe alla Costituente, Maria Agamben, Angela Guidi e Lina Merlin, il CIDD, Comitato Italiano Difesa Morale e Sociale della Donna per l’assistenza alle donne che riuscivano a lasciare la prostituzione, aiutandole nel reinserimento in società.

Appassionata sostenitrice del metodo educativo di Maria Montessori, fu proprio lei a riceverla all’Assemblea Costituente quando nel maggio del 1947 fece rientro in Italia dopo che ne era stata allontanata dal fascismo nel 1934, invitando tutte le donne italiane a vedere in lei “una geniale guida nei nostri nuovi compiti politici”. Da quel momento in poi le sue energie maggiori le spese nelle associazioni per la diffusione del metodo, l’AMI, Associazione Internazionale Montessori, e l’OMN di cui fu presidentessa per circa un trentennio.

Alcuni anni dopo la sua morte, avvenuta il 27 dicembre 1975, l’Opera Montessori istituì un premio in suo onore per le migliori tesi di laurea sul pensiero e l’opera della scienziata italiana.

Rita Ambrosino