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Antonietta Klitsche De La Grange

 (Roma, 1832 - Allumiere (RM), 1912)

Alla scrittrice sono dedicati un viale all’interno del parco pubblico di Villa Sciarra a Roma e una strada nella cittadina di Allumiere.

Una scrittrice prolifica

Barbara Belotti

La vita letteraria di Antonietta Klitsche De La Grange è stata scandita dalla pubblicazione di numerosi romanzi e racconti, spesso di carattere storico e religioso, molti dei quali pubblicati su giornali e riviste del tempo come romanzi d’appendice. Alcune fonti affermano che ne scrisse più di cento. Eppure non è facile trovare informazioni sulla sua vita e le scarne notizie biografiche ce la descrivono in maniera piuttosto sommaria, anche se con alcuni tratti curiosi.
Le sue sono nobili origini. Il padre, il barone Theodor Friedrich Klitsche de la Grange, era figlio naturale del principe Luigi Ferdinando di Prussia e della contessa Maria Adelaide de la Grange, vissuto a Roma a partire dagli anni Venti del XIX secolo prima come agente diplomatico per il Duca Ferdinando Federico di Anhalt-Köthen e in seguito come capitano nello stato maggiore pontificio di Pio IX.  Sua madre era la nobildonna romana Teresa Costanzi.
Antonietta la descrivono di struttura alta, vigorosa, con gli occhi e i capelli scuri. La sua vita sentimentale fu breve e dolorosa. Nell’ottobre 1867 il suo fidanzato, lo zuavo pontificio Emanuel de Fournel, morì combattendo contro le truppe garibaldine. Antonietta decise, da quel momento, di vestirsi a lutto, come fosse una vedova, e di rimanere fedele al ricordo del giovane per tutta la vita. Sentimentalmente legata a quel breve periodo amoroso, fu libera di dedicarsi all’altra passione della sua vita, la scrittura.
Di lei si ricorda un tratto particolare: Antonietta Klitsche De La Grange è stata la prima donna a scrivere sulle pagine dell’Osservatore Romano. Questa collaborazione editoriale ebbe inizio nel 1867, quando il giornale pontificio pubblicò a puntate il romanzo Un episodio della vita di Guido Reni, cui seguiranno i testi di Leone il muratore e de Il declamatore. Un romanzo fatale. Negli anni scrisse per molti periodici, compresa L'Arcadia sulle cui pagine firmava con il nome di Asteria Cidonia.
Alcune testimonianze derivano direttamente dalla sua famiglia, in particolare dalla nipote Daniella Annesi Klitsche che fu educata e avvicinata alla letteratura dalla zia scrittrice. In un ritratto letterario Daniella ricorda come i modi di Antonietta, nel corso degli anni, assunsero caratteri piuttosto mascolini, “si virilizzassero e come George Sand prendeva il vizio del sigaro”.
Molti romanzi e racconti di Antonietta Klitsche De La Grange hanno un taglio storico, non senza sfumature moraleggianti e riferimenti religiosi. Sembra ‒ è il pronipote Rodolfo Palieri a raccontarlo alla giornalista Silvia Guidi in un’intervista pubblicata sull’Osservatore Romano del 28 luglio 2011 ‒ che stendesse le pagine dei suoi testi dettando «al primo alfabetizzato che gli capitava a tiro o buttava giù i pensieri come venivano, considerando la rilettura una specie di menomazione, un’ammissione di incapacità».
i suoi personaggi appaiono “scolpiti” in maniera netta e privi di sfumature: i cattivi sono davvero perfidi e privi di scrupoli, le persone buone appaiono ingenue in maniera quasi esasperante, dedite così tanto alla rettitudine morale e materiale da spingersi fino a grandi sacrifici. Nelle ambientazioni Antonietta cerca di sostenere con veridicità storica i suoi racconti e imbastisce intorno alla finzione letteraria scenari spaziali e temporali verosimili.
Gran parte della sua vita la trascorse ad Allumiere, fra i monti della Tolfa, vicina alla famiglia del fratello Adolfo che in zona dirigeva le miniere per l’estrazione dell’allume. Qui, nel 1871, venne nominata Ispettrice delle Scuole Elementari femminili, incarico che le derivò, probabilmente dal successo letterario dei suoi racconti.
È ancora Daniella a raccontare della zia scrittrice. Nella prefazione al libro Resurrezione: un romanzo per signorine, scritto dalla figlia Giuliana Palieri Annesi nel 1932, scrive: «La sera del trapasso io lasciai la culla della mia bimba per correre nell’attigua stanza a raccogliere l’ultimo respiro della diletta Zia, e alla funebre bara Giuliana tese ignara le braccia quasi per invocare ed accogliere in sé qualche cosa della grande scomparsa». Sulla sua tomba Antonietta Klitsche De La Grange volle che fosse scolpito: «Visse nubile, scrisse molto, soffrì moltissimo, ora felice si riposa in Dio».

Elenco dei principali racconti e romanzi scritti da Antonietta Klitsche De La Grange:

Bernardo da Sarriano o il Castello di Celano (1895) 

Bruna (1898)

Il Cavaliere di Malta

Cesare Agrippa
Cesare o l’ebrea: scene romane

Cignale il muratore (1895)

Donne illustri

Il declamatore. Un romanzo fatale (1875)

Il denaro maledetto: racconto (1880)

Dimo: scene romane della vita di Traiano (1860)

Due cuori (1897)

Isa o occhi di zaffiro

Un episodio della vita di Guido Reni (1867)

Le figlie dell’impiccato o Andrea Vesalio (1882)

Le figlie di Pier delle Vigne o il Cavaliere del Toro

Guido Cavalcanti ossia le discordie civili fiorentine (1877)

La leggenda delle Gangalandi

Leone il muratore (1868)

La maledizione (1866)

Manuelle nero: racconto storico (1889)

Il Marchese di Monferrato (1908)

Il navicellaio del Tevere (1867)

Per vie occulte

Pomponio Leto (1871)

Ottavia

Il racconto del guardiano del cimitero

Lo spettro di Framoriale (1877)

La torre del corvo (1897)

Tribolata (1874)

Gli ultimi giorni di Gerusalemme (1869)

La Vestale (1865)

Vinegia

La vittoria: episodio della Guerra dei Trent’anni (1868)

Virtù

 

Fonti:

http://www.letteraturadimenticata.it/Klitsche.htm
https://sottoosservazione.wordpress.com/tag/antonietta-klitsche-de-la-grange/
https://de.wikipedia.org/wiki/Antonietta_Klitsche_de_la_Grange