Anna Maria Francesca di Sassonia-Lauenburg

Anna Maria Francesca, duchessa di Sassonia, principessa e contessa palatina.  E’ stata lei l’ ultima granduchessa di Toscana che però non mise mai  piede a Firenze.

Nel ritratto che la raffigura accanto alla sorella Sibilla Augusta, Anna Maria Francesca di Sassonia rivolge lo sguardo verso il pittore mentre con gesti delicati sembra sistemare i fiori di una rigogliosa composizione posta sul tavolo. L’abito scollato è ricco di ricami e trine, come voleva la moda del tempo. Colei che ci sta guardando è un’elegante nobildonna sicura del suo ruolo e del suo prestigio, come effettivamente deve essere stata Anna Maria Francesca, duchessa di Sassonia, principessa e contessa palatina; il dipinto sembra invece contraddire ciò che su di lei si tramanda: la tendenza verso una vita sobria e frugale nella quale, però, sembra fossero ammessi i piaceri della buona tavola, del buon bere e l’amore per la caccia.

È stata lei l’ultima granduchessa di Toscana.
Nata nel 1672 a Neuhaus an der Elbe in Germania, figlia maggiore del duca Giulio Francesco di Sassonia-Lauenburg e della principessa palatina Edvige del Palatinato-Sulzbach, all’età di quattro anni si trasferì con la famiglia in Boemia dove trascorse l’infanzia; la madre morì quando lei e la sorella Sibilla Augusta erano ancora piccole e il padre decise di non risposarsi.
Anna Maria Francesca invece si sposò due volte. La prima, nel 1690, con il principe e conte palatino Filippo Guglielmo Augusto di Neuburg. Fu un matrimonio molto breve perché il giovane morì improvvisamente all’età di 24 anni, lasciandola vedova e con una bambina, Maria Anna Carolina.

In genere la condizione vedovile costituiva una sorta di limbo per le donne che, soprattutto se ancora giovani, erano spinte a nozze successive. Non tanto per aiutare la cognata, quanto per risolvere la questione della sua dinastia sull’orlo dell’estinzione, Anna Maria Luisa de’ Medici ebbe un ruolo non di secondo piano nel tessere nuove trattative nuziali. La figlia di Cosimo III guardò con favore alle nozze tra suo fratello Gian Gastone e la discendente della casa di Sassonia-Lauenburg nella speranza di veder nascere il tanto agognato erede maschio per il granducato di Toscana. Nella sua posizione di consorte del principe elettore Giovanni Guglielmo II di Wittelsbach-Neuburg, cognato della giovane vedova, Anna Maria Luisa de’ Medici poteva manovrare all’occorrenza, suggerire al padre lontano, esercitare qualche pressione; la necessità di garantire la sopravvivenza del casato fiorentino prevalse su ogni altra considerazione e spinse verso questo accordo che, al contrario, non diede alcun frutto sperato.


Le nozze fra Anna Maria Francesca e Gian Gastone, secondogenito di Cosimo III e Marguerite Louise d’Orleans, si celebrarono nel 1697 a Düsseldorf e l’introverso cadetto di casa Medici dovette trasferirsi nei lontani possedimenti della moglie nella fredda Boemia: una volta tanto non era una donna a lasciare i luoghi familiari per un Paese straniero e una famiglia non sua. Gian Gastone, che viene descritto come un uomo schivo, solitario ma colto, dedito agli studi di ornitologia e botanica, poco amante degli ambienti di Palazzo Pitti e più a suo agio negli spazi verdi di Boboli, non riuscì mai ad ambientarsi nella nuova dimora coniugale. Tanto era il disagio che si diede al gioco d’azzardo e al bere, preferendo alle montagne boeme la città di Praga.

Il testo è tratto dalla ricostruzione storica pubblicata su “Memorie” nel sito www.toponomasticafemminile.com

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