Calendaria 2021 - Kaiti Paparriga Kostavara

Kaiti Paparriga Kostavara

Chiara Ryan


Viola Gesmundo

Avvocata, femminista, sociologa e scrittrice, Katy Paparriga Kostavara (1930-2015) è stata una figura di spicco all’interno dei movimenti per la promozione della parità di genere, della dignità individuale, della giustizia sociale e dei diritti umani. Ha partecipato alla formazione dell’attuale realtà sociale greca ed europea. Estremamente attiva negli ambiti sociali e politici, era una donna dai molteplici talenti, dinamica e vivace, un’intellettuale con una forte bussola morale e un radicato senso del dovere, con uno sguardo stoico e vigoroso di fronte alle sofferenze, alle sfide e alle difficoltà che ha dovuto affrontare. Katy Paparriga Kostavara ha vissuto una vita piena. Lasciò la città in cui era cresciuta, Volos — nella Grecia centrale — all’età di 17 anni per andare a studiare Giurisprudenza all’Università di Atene e poi continuare gli studi di specializzazione in Diritto comparato e penale presso l’Istituto di Studi Europei di Torino e successivamente, all’Università di Jussieu a Parigi, dove ha conseguito un dottorato in Sociologia. Una volta tornata e stabilitasi, ad Atene, iniziò a lavorare con suo marito, Theodoros Kostavaras anche lui avvocato, nonché forte sostenitore del suo lavoro. Ben presto, rispetto agli standard stereotipici greci dell’epoca, iniziò a mettere in pratica tutto ciò che sosteneva, riuscendo a combinare la sua attività professionale con i propri ideali politici e sociali e al contempo, mettendo su famiglia. Come avvocata, dal 1953 fino alla fine degli anni ’90, è stata una risoluta sostenitrice del movimento delle donne, un movimento, da lei considerato rivoluzionario. Con una fama internazionale da pioniera e da radicale, Katy Paparriga Kostavara è stata un personaggio di spicco, sia nell’ambito delle rivendicazioni di parità di genere, sia in quello della giustizia sociale, in Grecia come in Europa. Concentrando i suoi sforzi nella battaglia contro le violenze di genere in tutti i suoi aspetti, qualunque essi fossero: stupro, molestie sessuali o traffico umano. Al cuore del suo femminismo scientifico vi erano le idee di “companionship” e del rispetto del genere altrui. «Noi donne» era solita dire «non siamo una categoria, siamo l’altra metà della popolazione…». Nel 1974, all’indomani della caduta della Dittatura dei Colonnelli — durata sette anni — ricoprì un ruolo decisivo per la formazione del movimento femminista, il quale, in quel periodo, dovette affrontare innumerevoli dilemmi relativi al ruolo da svolgere all’interno degli sviluppi sociali, al rapporto con la Sinistra e gli altri partiti politici. Se è vero che il movimento femminista, da un lato, dimostrava il legame tra la vita privata e quella politica, dall’altro metteva sotto i riflettori le contraddizioni tra vita pratica e teoria politica, infatti il movimento sottolineava le incoerenze tra le scelte che le femministe prendevano in ambito famigliare e l’azione collettiva delle donne. A tal riguardo Maria Stratigaki — l’intellettuale ed ex Segretaria Generale per l’uguaglianza presso il Ministero degli interni Ellenico, nonché Vice sindaca di Atene — ha affermato che Katy Paparriga Kostavara da presidente dell’ONG Movimento delle Donne Democratiche, pur mantenendo la sua autonomia di pensiero, «è andata oltre le divisioni, arrivando al cuore della questione utilizzando tutte le potenzialità delle istituzioni nazionali ed europee, adottando soluzioni globali che hanno formato gli atteggiamenti femministi e gli obiettivi personali […] La scelta della violenza di genere come oggetto primario del lavoro accademico, di ricerca e politico di Katy Paparriga Kostavara è dovuta al modo in cui si è adattata ai suoi obiettivi e alla sua pratica professionale; un adattamento che è riuscita a raggiungere con grande abilità. La violenza di genere è un aspetto fondamentale del patriarcato, nonché un ambito politico che necessitava, da decenni, un quadro legislativo adeguato. Ambito nel quale la Grecia è rimasta in ritardo rispetto ad altri paesi».

Parità inter-famigliare tra donna e uomo:

La legge 1329/1983, la quale prevedeva l’uguaglianza tra donne e uomini all’interno del nucleo famigliare e che ha comportato un radicale cambiamento dell’attitudine del Codice civile greco rispetto alle questioni familiari, è frutto del lavoro di Katy Paparriga Kostavara. La quale, grazie alle sue competenze legali, ha partecipato ai comitati di redazione legislativa sulla lotta alla violenza contro le donne (2000-2004) e su quelli sulla violenza di genere (2010-2012). Nel periodo tra il 1985 e il 1986 è stata membro del Comitato interministeriale per la preparazione e la redazione della legge sulla depenalizzazione dell’aborto. Tutti i principi, oggi considerati un diritto acquisito da parte delle giovani generazioni, hanno richiesto il duro lavoro di persone come Katy Paparriga Kostavara. Si noti, per esempio, come con la legge 1329/1983 l’uomo è passato a non essere più considerato il capofamiglia, ma i due coniugi hanno iniziato a essere considerati alla pari in termini di condivisione degli incarichi familiari, cure parentali, gestione dei beni, adulterio e divorzio. Le doti sono state abolite, i figli nati dentro e fuori il matrimonio per legge devono essere trattati in maniera equivalente e le mogli hanno mantengono il proprio cognome dopo l’unione matrimoniale. In tutti i processi più importanti di stupro avvenuti in Grecia tra il 1975 al 1999, Katy Paparriga Kostavara è stata a fianco delle vittime, lavorando pro bono come avvocato difensore. A riguardo di ciò dichiarò: «Solo nei processi di stupro la vittima ha bisogno di essere difesa per far condannare il suo stupratore. Negli altri procedimenti penali, sono solo gli imputati che devono difendersi». Katy Paparriga Kostavara è stata un membro fondante dell’Associazione greca delle donne giuriste, della Rete greca per combattere la violenza maschile contro le donne e socia dell’Associazione delle donne scientifiche greche. Era anche a capo dell’Osservatorio nazionale greco contro la violenza sulle donne e ha redatto il primo rapporto nazionale su tale argomento. Altrettanto importanti sono state le sue attività europee. È stata membro fondatore della European Women’s Lobby (EWL) con sede a Bruxelles, membro del Consiglio di Amministrazione (1990-2005) e Presidente della sezione greca, negli anni 90’ è diventata socia della sezione greca del Forum Europeo delle Femministe Socialiste. Ha lavorato presso il Consiglio d’Europa per diversi anni in qualità di esperta nazionale sulla violenza contro le donne e al contempo, ha partecipato al Comitato di ricerca dell’Unione Europea sulle molestie sessuali sul posto di lavoro. Ha redatto una serie di articoli in pubblicazioni collettive, tra cui Politiche di uguaglianza di genere (2008), La globalizzazione e il suo impatto sulle donne (2002), Violenza contro le donne — tolleranza zero (1999). Ha scritto anche per riviste, così come per la stampa greca e quella straniera, su temi di uguaglianza delle donne e su questioni giuridiche e sociali. Nel 2007 è uscito il suo libro Stupro. Il crimine, il processo e le percezioni sociali, frutto delle sue esperienze acquisite in qualità di avvocata, femminista e scrittrice. Tutti aspetti della sua vita che sono confluiti gli uni negli altri. A riguardo, l’accademica Niki Kaltsogia Tournaviti, si è espressa dicendo «Il libro di Katy Paparriga Kostavara è un importante contributo alla teoria femminista sulla posizione delle donne, perché mette in evidenza in modo specifico quei valori presenti nella nostra cultura che perpetuano il dominio aggressivo degli uomini sulle donne, la cui forma più estrema e ripugnante è lo stupro. Attraverso un’analisi approfondita degli attori coinvolti in quattro processi emblematici di stupro (che sono stati processati davanti a tribunali greci), Katy Paparriga Kostavara sfata i miti che esprimono i valori e le istituzioni della nostra cultura; miti che sono al servizio della conservazione e della riproduzione dell’ideologia sociale, su cui poggia anche l’ideologia dello stupro. Tuttavia, si tratta di valori che le donne hanno interiorizzato attraverso i fattori di socializzazione: famiglia, scuola assieme ad altri. Lei rovescia il mito della virilità che include la violenza maschile; il mito della femminilità, il quale è usato per giustificare e perpetuare lo status sociale e psicologico delle donne in una posizione inferiore, e infine il mito della sessualità, che ha sviluppato un codice etico a doppio taglio, permettendo agli uomini di fare ciò che alle donne è vietato»

Katy Paparriga Kostavara fondamentalmente credeva che la società potesse essere cambiata e trasformata tramite l’educazione. Con questa finalità ha organizzato numerosi corsi, insegnando alla Scuola Nazionale di Amministrazione Pubblica per formare professionisti, così da dare loro gli strumenti necessari per occuparsi delle vittime di violenza. Tra i suoi studenti si annoverano avvocati, ufficiali pubblici, giudici, pubblici ministeri, poliziotti, psicologi, dottori e proprietari di piccole e medie imprese, in relazione al ruolo della paternità nel contesto del “miglioramento della qualità della vita” attraverso la “cooperazione di genere in ambiti famigliari lavorativi”. Persona straordinariamente modesta, lavorò instancabilmente con grande vitalità, dinamismo e determinazione con l’intento di liberare le donne. Era questa la sua unica ambizione. Non ha mai utilizzato l’immensa quantità di lavoro svolto per cercare posizioni di potere o di ricchezza, ha sempre rifiutato di entrare in politica, anche se veniva corteggiata da un cospicuo numero di partiti politici. Diceva «se entri in un partito devi seguire la sua linea» e lei preferiva essere indipendente. È sempre stata una combattente. Durante l’occupazione nazista greca, la giovane Katy superava le linee nemiche nascondendo bombe dentro al suo cesto di vimini, e messaggi segreti per i partigiani, scritti sulla carta delle sigarette, che nascondeva tra i suoi ricci. «Non ho mai provato paura». Era questa la frase che la caratterizzava, anche quando le fu diagnosticato nel 1974, la prima delle quattro volte, un tumore. «Può aspettare» disse «Ho tre figli da crescere… Ho molto da fare».

Al momento della sua morte, se pur afflitta da straziante dolore, era in pieno possesso delle sue facoltà cognitive ed era sempre aggiornata sugli sviluppi politici e sociali del suo paese ed esteri. Con il suo sorriso, la sua cortesia, il suo grande cuore — e leggendo fino all’ultimo suo minuto — ha lasciato in eredità a tutti noi le sue ultime parole: «Non so come rinunciare».

 

Traduzione francese
Joelle Rampacci

L'avocate, féministe, sociologue et écrivaine Katy Paparriga -Kostavara (1930 - 2015) était une figure de proue des mouvements pour la promotion de l'égalité des sexes, de la dignité individuelle, de la justice sociale et des droits de l'homme. Elle a participé à la formation de la réalité sociale actuelle grecque et européenne. Extrêmement active dans les sphères sociales et politiques, elle était une femme aux multiples talents, dynamique et vivante, une intellectuelle avec une forte boussole morale et un sens du devoir profondément enraciné, avec un regard stoïque et vigoureux face à la souffrance, aux défis et difficultés auxquelles elle a dû faire face. Katy Paparriga - Kostavara a vécu une vie bien remplie. Elle a quitté la ville où elle avait grandi, Volos - dans le centre de la Grèce - à l'âge de 17 ans pour aller étudier le droit à l'Université d'Athènes puis poursuivre ses études de troisième cycle en droit comparé et pénal à l'Institut d'études européennes de Turin. et plus tard, à l'Université de Jussieu à Paris, où elle a obtenu un doctorat en sociologie. Une fois revenue et installée à Athènes, elle a commencé à travailler avec son mari, Theodoros Kostavaras, qui était également avocat et un fervent défenseur de son travail. Bientôt, par rapport aux normes grecques stéréotypées de l’époque, elle a commencé à mettre en pratique tout ce qu'elle soutenait, parvenant à combiner son activité professionnelle avec ses propres idéaux politiques et sociaux et en même temps à fonder une famille. Comme avocate, de 1953 à la fin des années 90, elle a été une ardente partisane du mouvement des femmes, un mouvement qu'elle considérait comme révolutionnaire. Avec une réputation internationale de pionnière et de radicale, Katy Paparriga Kostavara a été une figure de proue, tant dans le domaine des revendications d'égalité hommes-femmes que dans celui de la justice sociale, en Grèce comme en Europe. En focalisant ses efforts sur la lutte contre la violence fondée sur le genre sous tous ses aspects, quels qu'ils soient: viol, harcèlement sexuel ou traite des êtres humains. Au cœur de son féminisme scientifique se trouvaient les idées de “companionship”(camaraderie) et de respect du genre d’autrui. "Nous [les femmes]”, disait-elle souvent "nous ne sommes pas une catégorie, nous sommes l'autre moitié de la population ...". En 1974, au lendemain de la chute de la dictature des colonels - qui dura sept ans - elle joua un rôle décisif dans la formation du mouvement féministe qui, à cette époque, dût faire face à d'innombrables dilemmes liés au rôle à jouer dans les développements sociaux, à la relation avec la gauche et les autres partis politiques. S'il est vrai que le mouvement féministe, d'une part, a démontré le lien entre vie privée et politique, d'autre part il a mis en évidence les contradictions entre vie pratique et théorie politique, en fait le mouvement a mis l'accent sur les incohérences entre les choix que les féministes prenaient dans leur vie familiale et l'action collective des femmes. À cet égard, Maria Stratigaki, - l'intellectuelle et exsecrétaire générale pour l'égalité au ministère hellénique de l'intérieur, ainsi que l'adjointe au maire d'Athènes -, a déclaré que Katy Paparriga-Kostavara en tant que présidente de l'ONG Mouvement des femmes démocrates, tout en conservant son autonomie de pensée, "est allée au-delà des divisions, allant au cœur de la question en utilisant tout le potentiel des institutions nationales et européennes, en adoptant des solutions globales qui ont façonné les attitudes féministes et les objectifs personnels [...] Le choix de la violence fondée sur le genre comme objet principal de son travail universitaire, de recherche et politique de Katy Paparriga-Kostavara est dû à la façon dont elle s'est adaptée à ses objectifs et à sa pratique professionnelle; une adaptation qu'elle a réussi à réaliser avec une grande habileté. La violence sexiste ... est un aspect fondamental du patriarcat, ainsi qu'une sphère politique qui avait besoin, pendant des décennies, d'un cadre législatif adéquat. Domaine dans lequel la Grèce a pris du retard par rapport aux autres pays.“

Égalité intra-familiale entre les femmes et les hommes:

La loi 1329/1983, qui prévoyait l'égalité entre les femmes et les hommes au sein du noyau familial et qui a conduit à un changement radical d'attitude du Code civil grec à l'égard des questions familiales, est le fruit du travail de Katy Paparriga - Kostavara. Grâce à ses compétences juridiques, elle a participé à des comités de rédaction législative sur la lutte contre la violence à l'égard des femmes (2000 - 2004) et sur ceux sur la violence de genre (2010-2012). Entre 1985 et 1986, elle a été membre du Comité interministériel pour la préparation et la rédaction de la loi sur la dépénalisation de l'avortement. Tous les principes, désormais considérés comme un droit acquis par la jeune génération, ont nécessité le travail acharné de personnes comme Katy Paparriga - Kostavara. Il convient de noter, par exemple, comment avec la loi 1329/1983 l'homme est passé pour ne plus être considéré comme le chef de famille, mais les deux époux ont commencé à être considérés comme égaux en termes de partage des tâches familiales, de soins parentaux, de gestion des biens, adultère et divorce. La dot a été abolie, les enfants nés dans et hors du mariage doivent être traités de manière équivalente par la loi et les épouses conservent leur propre nom après le mariage. Dans tous les grands procès pour viol qui ont eu lieu en Grèce entre 1975 et 1999, Katy Paparriga-Kostavara s'est tenue aux côtés des victimes, bénévolement en tant qu'avocate de la défense. À ce propos, elle a déclaré: «Ce n'est que dans les procès pour viol que la victime doit être défendue pour faire condamner son violeur. Dans les autres procédures pénales, seul l'accusé doit se défendre ». Katy Paparriga -Kostavara était membre fondateur de l'Association grecque des femmes juristes, du Réseau grec pour la lutte contre la violence masculine à l'égard des femmes et membre de l'Association des femmes scientifiques grecques. Elle a également dirigé l'Observatoire national grec contre la violence à l'égard des femmes et a rédigé le premier rapport national sur ce sujet. Ses activités européennes ont été tout aussi importantes. Elle a été membre fondatrice du European Women's Lobby (EWL) ( Lobby européen des femmes (LEF) ) basé à Bruxelles, membre du conseil d'administration (1990-2005) et présidente de la section grecque, dans les années 90, elle est devenue membre de la section grecque du Forum européen des féministes socialistes. Elle a travaillé au Conseil de l'Europe pendant plusieurs années en tant qu'experte nationale sur la violence à l'égard des femmes et en même temps, elle a participé au comité de recherche de l'Union européenne sur le harcèlement sexuel sur le lieu de travail. Elle a écrit un certain nombre d'articles dans des publications collectives, notamment «la politique sur l’égalité des sexes» (2008), «la globalisation et l’impact sur les femmes» (2002), «La violence contre les femmes - Tolérance Zéro» (1999). Elle a également écrit pour des magazines, ainsi que pour la presse grecque et étrangère, sur des questions d'égalité des femmes et sur des questions juridiques et sociales. En 2007, son livre «Viol. Le crime, le procès et les perceptions sociales », fruit de ses expériences en tant qu'avocate, féministe et écrivaine. Toutes étant des aspects de sa vie qui se sont enchainés les uns aux autres. À cet égard, l’universitaire Niki Kaltsogia - Tournaviti, s’est exprimée en disant: «Le livre de Katy Paparriga - Kostavara est une contribution importante à la théorie féministe sur la position des femmes, car il met spécifiquement en évidence les valeurs présentes dans notre culture qui perpétuent la domination agressive des hommes sur les femmes, dont la forme la plus extrême et la plus répugnante est le viol. À travers une analyse approfondie des acteurs impliqués dans quatre procès emblématiques pour viol (qui ont été jugés devant les tribunaux grecs), Katy Paparriga - Kostavara dissipe les mythes qui expriment les valeurs et les institutions de notre culture; mythes qui sont au service de la préservation et de la reproduction de l'idéologie sociale, sur laquelle se fonde également l'idéologie du viol. Cependant, ce sont des valeurs que les femmes ont intériorisées à travers les facteurs de socialisation: la famille, l'école et d’autres encore. Elle [Katy Paparriga - Kostavara] renverse le mythe de la virilité qui inclut la violence masculine; le mythe de la féminité, qui sert à justifier et perpétuer le statut social et psychologique des femmes en position inférieure, et enfin le mythe de la sexualité, qui a développé un code d'éthique à double tranchant, permettant aux hommes de faire ce qui est interdit aux femmes».

Katy Paparriga - Kostavara croyait fondamentalement que la société pouvait être changée et transformée grâce à l'éducation. Dans ce but, elle a organisé de nombreux cours, enseignant à l’École Nationale d'Administration Publique pour former des professionnels, afin de leur donner les outils nécessaires pour faire face aux victimes de violence. Ses étudiants comprenaient des avocats, des fonctionnaires, des juges, des procureurs, des policiers, des psychologues, des médecins et des propriétaires de petites et moyennes entreprises, en relation avec le rôle de la paternité dans le contexte de ”l’amélioration de la qualité de vie" grâce à la “coopération des genres dans dans le travail familial". Personne extraordinairement modeste, elle a travaillé sans relâche avec une grande vitalité, dynamisme et détermination dans le but de libérer les femmes. C'était sa seule ambition. Elle n'a jamais utilisés immense travail accompli pour accéder à des postes de pouvoir ou de richesse, elle a toujours refusé d'entrer en politique, même si elle a été courtisée par un grand nombre de partis politiques. Elle a dit "si vous vous joignez à un parti, vous devez suivre sa ligne" et elle a préféré être indépendante. Elle a toujours été une combattante. Pendant l'occupation nazie grecque, la jeune Katy Paparriga - Kostavara a franchi les lignes ennemies en cachant des bombes dans son panier en osier, et des messages secrets pour les partisans, écrits sur du papier à cigarette, qu'elle cachait dans ses boucles. «Je n'ai jamais eu peur». C'était la phrase qui la caractérisait, même lorsqu'elle a reçu un diagnostic de cancer en 1974, la première des quatre fois. "Cela peut attendre", a-t-elle dit. "J'ai trois enfants à élever ... J'ai beaucoup à faire.”

Au moment de sa mort, bien qu'affligée d'une douleur atroce, elle était en pleine possession de ses facultés cognitives et était toujours au courant des développements politiques et sociaux de son pays et à l'étranger. Avec son sourire, sa courtoisie, son grand cœur - et sa lecture jusqu'à sa dernière minute - elle nous a légué à tous ses derniers mots: "Je ne sais pas comment abandonner".

Traduzione inglese
John O’ Shea

Feminist lawyer, sociologist and writer Katy Paparriga -Kostavara (1930 - 2015) was a leading figure in the movement for the promotion of gender equality, individual dignity, social justice and human rights. She helped shape the current social reality of both Greece and Europe. A woman of diverse talents, extremely active in social and political terms, dynamic, effusive, intellectual, with a strong moral compass and deeply ingrained sense of duty, a stoic outlook and vigour in the face of the suffering, trials and tribulations she endured, she lived a full life in every sense. Having grown up in the city of Volos in Central Greece, she left at the age of 17 to go to study law at the University of Athens. She continued her postgraduate studies in comparative and criminal law at the Institute of European Studies in Turin and received her doctorate in sociology from the University of Jussieu, Paris. She then settled in Athens and worked with her husband Theodoros Kostavaras, also a lawyer, who was a staunch supporter of her work. Very early on by Greek standards of that age, she moved beyond divisive stereotypes and began putting into practice everything she was advocating, combining her professional, political and social activities while also starting a family. As a trial lawyer from 1953 to the end of the 1990s, she was a firm supporter of the women's movement; a movement she considered to be revolutionary. A radical and pioneer of international repute, she was a leading figure in demanding equality for women and social justice in Greece and Europe; one of her key focuses was combating gender violence in all its aspects, be it rape, sexual harassment, domestic violence, or human trafficking. At the heart of Katy Paparriga - Kostavara’s scientific feminism lies the idea of companionship and of one gender respecting the other. She would often use the phrase, “We [women] are not a category. We’re half the population...”. After the fall of the seven-year dictatorship of the Colonels in 1974 in Greece, she played a decisive role in the development of the feminist movement. It had to face numerous dilemmas about what role it was to play in social developments, its relationship with the Left and with political parties. While the movement, on the one hand, highlighted the unity between the political and the personal, it often exacerbated the contradictions between theory and practice, intensifying the contradictions between the family choices made by feminists and collective action/awareness raising among women. Maria Stratigaki, academic, former General Secretary for Equality and Deputy Mayor of Athens, pointed out that, in response to all that, as president of the autonomous NGO, the Movement of Democratic Women, for a number of years, Katy Paparriga-Kostavara, while retaining her autonomy of thinking, “went beyond the divisions, got to the heart of the issue, utilised all the potential of national and European institutions, adopting comprehensive solutions which shape feminist attitudes and personal goals”. She added: “The choice of gender-based violence as the primary object of Katy Paparriga-Kostavara’s scientific, research and political work is due to how it fitted into her own objectives and professional practice; a fit she managed to achieve with great skill. Gender violence...is a flagship feature of the patriarchy, as well as a policy area in which the appropriate legislative framework had been long overdue for decades, and Greece lagged far behind other countries".

Women and men equal within the family:

The radical amendment to how the Greek Civil Code regulated family matters brought about by Law 1329/1983, which provided for equality between women and men within the family, bears the hallmark of Katy Paparriga - Kostavara. As an expert she also participated in the legislative drafting committees on combating violence against women (2000 - 2004) and gender violence (2010 -2012). She was also a member of the Interministerial Committee for the preparation and drafting of the law on the decriminalisation of abortion (1985-1986). Everything that is now considered an acquired right by younger generations of women took the hard work of people like Katy Paparriga - Kostavara to ensure it became something self-evident. Note that, among other things, under Law 1329/1983 the man ceased to be considered to be the head of the family, the two spouses were considered to be equal and on a par in terms of sharing family burdens, parental care, managing assets, adultery and divorce. Dowries were abolished. Children born inside and outside of wedlock were treated as equivalent and the wife got to keep her own surname after marriage. Katy Paparriga -Kostavara served pro bono as defence counsel in all important rape trials in Greece from 1975 to 1999, at the side of the women victims. When no one was undertaking to defend them, she said, “Only in rape trials does the victim needs to be defended so that she can get her rapist convicted. In other criminal proceedings, it is only the defendants who need to defend themselves”. She was a founding member of the Greek Women Jurists Association, a member of the Greek Women Scientists Association, a founding member of the Greek Network to Combat Male Violence against Women. She also headed the Greek National Observatory on combating violence against women and drafted the first national report on the same topic. Equally important were her European activities. She was a founding member of the European Women’s Lobby (EWL) based in Brussels, a member of the Board of Directors (1990-2005) and president of its Greek chapter, and a member of the Greek chapter of the European Forum of Socialist Feminists in the 1990s. She served as a national expert on violence against women at the Council of Europe for several years, and participated in the European Union's Committee for research on sexual harassment in the workplace. She wrote a number of articles in collective works including “Gender Equality Policies" (2008), “Globalisation and its Impact on Women” (2002), “Violence against Women - Zero Tolerance” (1999) and in journals, as well as in the Greek and foreign Press on women's equality, as well as legal and social issues. She also wrote the book “Rape. The crime, the trial and social perceptions” (2007), as a result of her experiences gained as a practising trial lawyer, feminist and writer, which all fed into each other. As the academic Niki Kaltsogia - Tournaviti mentioned at the book launch, “Katy Paparriga - Kostavara’s book is an important contribution to feminist theory about the position of women, because it specifically highlights those values in our culture that perpetuate the aggressive dominance of men over women, one expression of which is rape, which is the most extreme and abhorrent form of violence against women. Through a thorough analysis of the players involved in four representative rape trials (which were tried before the Greek courts), ......, she dispels the myths that express the values and institutions of our culture; myths that are in the service of preserving and reproducing the social ideology, on which the ideology of rape also rests. However, these are values that women have come to internalise through the factors of socialisation: family, school and others. She overturns the myth of manhood, which includes male violence; the myth of femininity, which is used to justify and perpetuate the social and psychological status of women in an inferior position; and the myth of sexuality, which has developed a code of double - edged ethics, allowing men to do what is forbidden to women”.

Katy Paparriga - Kostavara believed that through education society could be changed and transformed. With that in mind she organised numerous courses, teaching at the National School of Public Administration to train professionals in dealing with victims of violence. This included training for lawyers and public officials, judges, prosecutors, police officers, psychologists, doctors and owners of small and medium-sized enterprises, in relation to the role of paternity in the context of “improving the quality of life” through “gender cooperation in the family and at work”. A particularly modest person, she worked tirelessly with a great deal of vitality, dynamism and determination to set women free. That was her only ambition. She didn't capitalise on the immense amount of work she did by seeking positions of power or wealth, and consistently refused to get into politics even though all parties approached her about this. She would say that “if you join a party you need to tow its line”. And she preferred to be independent. She was a fighter throughout her life. As a young girl during the German Occupation, she used to carry hand grenades for the Greek partisans hidden inside her basket under the fig leafs or messages written on cigarette paper inside her curls, and that's how she got past the German blocks. “I never felt fear”. She said the same about the cancer which struck her four times from 1974 onwards. “It can wait. I have three kids to raise ... I have a lot to do," she said.

When she eventually left us, she was in full possession of her faculties and up to date about the current political and social developments in Greece and abroad despite the unbearable pains she was in. With her smile, courtesy, large heart - and reading right up to the last minute - she left us a few parting words as her legacy, “I don't know how to give up".

Traduzione greca
Katerina Kapernarakou

Η φεμινίστρια νομικός, κοινωνιολόγος και συγγραφέας Καίτη Παπαρρήγα - Κωσταβάρα (1930 - 2015) υπήρξε κορυφαία προσωπικότητα για την ισότητα των δυο φύλων, την αξιοπρέπεια του ατόμου, την κοινωνική δικαιοσύνη και τα ανθρώπινα δικαιώματα. Συνδιαμόρφωσε τη σημερινή κοινωνική πραγματικότητα στην Ελλάδα και την Ευρώπη. Πολυσχιδής γυναίκα - πρότυπο με πλούσια κοινωνική και πολιτική δράση, μαχητική, πληθωρική, διανοούμενη, με ηθική ακεραιότητα, με υψηλή αίσθηση του καθήκοντος, στωϊκότητα και σθένος απέναντι στα δεινά και τις δοκιμασίες, έζησε μία ζωή παλλόμενη σε όλο της το εύρος. Δεκαεπτά ετών έφυγε από την πόλη του Βόλου στην Κεντρική Ελλάδα, όπου μεγάλωσε, και σπούδασε Νομικά στο Πανεπιστήμιο Αθηνών. Συνέχισε τα μεταπτυχιακά της στο Συγκριτικό και στο Ποινικό Δίκαιο στο Ινστιτούτο Ευρωπαϊκών Σπουδών στο Τορίνο και έλαβε το διδακτορικό της στην Κοινωνιολογία από το Πανεπιστήμιο Jussieu του Παρισιού. Εγκαταστάθηκε μόνιμα στην Αθήνα, όπου και εργάστηκε με τον επίσης δικηγόρο σύζυγό της Θεόδωρο Κωσταβάρα, ο οποίος ήταν ένθερμος υποστηρικτής του έργου της. Σε μία πολύ πρώϊμη για τα κοινωνικά δεδομένα εποχή, υπερέβη τα διχαστικά στερεότυπα και εφάρμοσε πιστά όσα πρέσβευε, συνδυάζοντας την επαγγελματική, πολιτική και κοινωνική της δράση με τη δημιουργία οικογένειας. Στις επάλξεις της μάχιμης δικηγορίας από το 1953 έως τα τέλη της δεκαετίας του 1990, ήταν στρατευμένη στον αγώνα του γυναικείου κινήματος, που τον θεωρούσε επαναστατικό. Ριζοσπάστρια και σκαπανέας διεθνούς εμβέλειας, υπήρξε πρωτοπόρος με σειρά διεκδικήσεων για την ισονομία των γυναικών και την κοινωνική δικαιοσύνη στην Ελλάδα και την Ευρώπη με έμφαση στην καταπολέμηση της έμφυλης βίας σε όλες τις εκδοχές της (βιασμός, σεξουαλική παρενόχληση, ενδοοικογενειακή βία, τράφικινγκ). Στο επίκεντρο του επιστημονικού φεμινισμού της Καίτης Παπαρρήγα - Κωσταβάρα τίθεται η συντροφικότητα και ο σεβασμός του ενός φύλου προς το άλλο. ΄Ελεγε χαρακτηριστικά: “Δεν είμαστε κατηγορία. Είμαστε το μισό...”. Μετά την πτώση της επτάχρονης Δικτατορίας των Συνταγματαρχών το 1974 στην Ελλάδα, συμμετείχε καταλυτικά στην ανάπτυξη του φεμινιστικού κινήματος, που είχε να αντιμετωπίσει πολλά διλήμματα ως προς τον ρόλο του στις κοινωνικές εξελίξεις, τη σχέση του με την Αριστερά και τα πολιτικά κόμματα. Κι ενώ το εν λόγω κίνημα, από τη μία, ανέδειξε την ενότητα πολιτικού και προσωπικού, συχνά, όξυνε τις αντιφάσεις μεταξύ θεωρίας και πράξης, όξυνε τις αντιφάσεις μεταξύ οικογενειακών επιλογών των φεμινιστριών και της συλλογικής δράσης και συνειδητοποίησης των γυναικών. Απέναντι σε αυτά, ως -επί σειρά ετών- πρόεδρος της αυτόνομης ΜΚΟ Κίνησης Δημοκρατικών Γυναικών, η Καίτη Παπαρρήγα – Κωσταβάρα, διατηρώντας την αυτονομία της σκέψης της, «υπερβαίνει τους διχασμούς, εισχωρεί στην ουσία του θέματος, αξιοποιεί όλες τις δυνατότητες των θεσμών, εθνικών και ευρωπαϊκών, προκρίνοντας συνθετικές λύσεις, που διαμορφώνουν φεμινιστικές στάσεις και προσωπικούς στόχους», όπως επισήμανε η πανεπιστημιακός, πρώην Γενική Γραμματέας Ισότητας και Αντιδήμαρχος Αθηνών, Μαρία Στρατηγάκη. Και προσθέτει: «Η επιλογή της έμφυλης βίας ως πρωταρχικού αντικειμένου της επιστημονικής, ερευνητικής και πολιτικής δουλειάς της Καίτης Παπαρρήγα – Κωσταβάρα οφείλεται στη σύνθεση των στόχων και των πρακτικών της, την οποία η ίδια έκανε με μεγάλη μαεστρία. Η έμφυλη βία...αποτελεί εμβληματική έκφραση της πατριαρχίας, αλλά και τομέα άσκησης πολιτικής, στον οποίο εκκρεμούσε επί δεκαετίες το κατάλληλο νομοθετικό πλαίσιο και η Ελλάδα βρισκόταν σε μεγάλη απόσταση από τις άλλες χώρες».

Γυναίκες και άνδρες ίσοι μέσα στην οικογένεια:

Η ρηξικέλευθη τροποποίηση του οικογενειακού δικαίου, που αποτυπώθηκε στο νόμο 1329 / 1983 και προβλέπει την ισότητα γυναικών και ανδρών εντός της οικογένειας, φέρει τη σφραγίδα της Καίτης Παπαρρήγα - Κωσταβάρα. Ως εμπειρογνώμονας συμμετείχε και στις νομοπαρασκευαστικές επιτροπές για την αντιμετώπιση της βίας κατά των γυναικών (2000-2004) και την έμφυλη βία (2010-2012). Συμμετείχε - ως μέλος - στην διϋπουργική επιτροπή μελέτης και επεξεργασίας σχεδίου νόμου για την αποποινικοποίηση των αμβλώσεων (1985-1986). Ό,τι λοιπόν σήμερα θεωρείται κεκτημένο δικαίωμα από τις νεότερες γενιές γυναικών χρειάστηκαν άνθρωποι, όπως η Καίτη Παπαρρήγα - Κωσταβάρα να το καταστήσουν αυτονόητο. Ενδεικτικά αναφέρεται ότι με τον 1329/1983, μεταξύ άλλων, παύει πλέον ο άνδρας να θεωρείται κεφαλή της οικογένειας, οι δυο σύζυγοι θεωρούνται ισότιμοι και ισόνομοι σε ζητήματα επιμερισμού οικογενειακών βαρών, γονικής μέριμνας, διευθέτησης περιουσίας, μοιχείας και διαζυγίου, καταργείται η προίκα, εξομοιώνονται τα τέκνα εντός και εκτός γάμου και η σύζυγος διατηρεί το επώνυμό της μετά το γάμο. Σε όλες τις σημαντικές δίκες βιασμών στην Ελλάδα από το 1975 έως το 1999 η κ. Καίτη Παπαρρήγα – Κωσταβάρα παρίσταται αμισθί ως δικηγόρος υπεράσπισης στο πλευρό των γυναικών θυμάτων. ΄Οταν κανένας δεν αναλαμβάνει την υπεράσπισή τους, εκείνη δηλώνει: «Μόνος στις δίκες των βιασμών το θύμα χρειάζεται υπεράσπιση για να μπορέσει να επιτύχει την καταδίκη του βιαστή της. Στις άλλες ποινικές δίκες υπεράσπιση χρειάζονται μόνο οι κατηγορούμενοι». Ήταν ιδρυτικό μέλος της Ένωσης Ελληνίδων Νομικών, μέλος του Συνδέσμου Ελληνίδων Επιστημόνων, ιδρυτικό μέλος του ελληνικού Δικτύου για την Καταπολέμηση της Ανδρικής Βίας κατά των Γυναικών. Επίσης, διετέλεσε επικεφαλής του Ελληνικού Εθνικού Παρατηρητηρίου για την αντιμετώπιση της βίας κατά των γυναικών και συντάκτρια της πρώτης εθνικής έκθεσης για το ίδιο θέμα. Εξίσου μείζονος σημασίας ήταν κι η ευρωπαϊκή δράση της. Υπήρξε ιδρυτικό μέλος του Ευρωπαϊκού Λόμπυ Γυναικών (EWL) με έδρα τις Βρυξέλλες, μέλος του Διοικητικού Συμβουλίου του (1990-2005) και πρόεδρος του Ελληνικού Τμήματος του (ΕΛΓ), καθώς και μέλος του ελληνικού τμήματος του Ευρωπαϊκού Φόρουμ Αριστερών Φεμινιστριών την δεκαετία του 1990. Διετέλεσε επί σειρά ετών εθνική εμπειρογνώμονας για θέματα βίας κατά των γυναικών στο Συμβούλιο της Ευρώπης, ενώ συμμετείχε στην Επιτροπή 'Ερευνας της Ευρωπαϊκής ΄Ενωσης για την σεξουαλική παρενόχληση στους χώρους εργασίας. Συμμετείχε με πλήθος άρθρων σε συλλογικούς τόμους, όπως, μεταξύ άλλων, «Πολιτικές Ισότητας των Φύλων (2008), «Η παγκοσμιοποίηση και οι επιπτώσεις της στις γυναίκες» (2002), «Βία κατά των γυναικών - Ανοχή Μηδέν» (1999) και σε περιοδικά, καθώς και στον ελληνικό και ξένο Τύπο για την ισότητα των γυναικών, αλλά και νομικά και κοινωνικά ζητήματα. Συνέγραψε το βιβλίο «Βιασμός. Το έγκλημα, η δίκη και οι κοινωνικές αντιλήψεις» (2007), αποτέλεσμα της αλληλοτροφοδοτούμενης δράσης της ως μαχόμενης δικηγόρου, φεμινίστριας και συγγραφέως. Όπως ανέφερε στην παρουσίαση του βιβλίου, η πανεπιστημιακός Νίκη Καλτσόγια – Τουρναβίτη, «το βιβλίο της Καίτης Παπαρρήγα - Κωσταβάρα αποτελεί μια σημαντική συμβολή στη φεμινιστική θεωρία για τη θέση της γυναίκας, γιατί σ΄ αυτό τονίζονται ιδιαίτερα εκείνες οι αξίες του πολιτισμού μας, οι οποίες διαιωνίζουν την επιθετική κυριαρχία του άνδρα πάνω στη γυναίκα, έκφραση των οποίων είναι και ο βιασμός, ο οποίος αποτελεί την πλέον ακραία και αποτρόπαιη μορφή βίας κατά των γυναικών. Μέσα από τη διεξοδική ανάλυση των συντελεστών τεσσάρων αντιπροσωπευτικών δικών βιασμών (που εκδικάστηκαν από τα ελληνικά δικαστήρια), …… καταρρίπτει τους μύθους, οι οποίοι εκφράζουν τις αξίες και τους θεσμούς του πολιτισμού μας, οι οποίοι βρίσκονται στην υπηρεσία της συντήρησης και αναπαραγωγής της κοινωνικής ιδεολογίας, που στηρίζει και την ιδεολογία του βιασμού. Αξίες όμως τις οποίες έχει εσωτερικεύσει η γυναίκα, μέσα από τους παράγοντες κοινωνικοποίησής της: οικογένεια, σχολείο αλλά και άλλους. Καταρρίπτει το μύθο του ανδρισμού, στον οποίο περιλαμβάνεται και η ανδρική βία, το μύθο της θηλυκότητας, που χρησιμεύει για να δικαιολογήσει και να διαιωνίσει το κοινωνικό και ψυχολογικό καθεστώς της υποδεέστερης θέσης της γυναίκας, (και) το μύθο της σεξουαλικότητας, η οποία έχει διαμορφώσει έναν κώδικα διπλής ηθικής, επιτρέποντας στους άνδρες ό,τι απαγορεύει στις γυναίκες».

Η Καίτη Παπαρρήγα – Κωσταβάρα πίστευε πως μέσω του εκπαιδευτικού μηχανισμού υπήρχε η δυνατότητα αλλαγής και μετασχηματισμού της κοινωνίας. Εξ ου και οργάνωσε πάμπολλα προγράμματα, στα οποία και συμμετείχε ως διδάσκουσα στην Εθνική Σχολή Δημόσιας Διοίκησης για την επιμόρφωση επαγγελματιών στην αντιμετώπιση θυμάτων βίας, όπως, μεταξύ άλλων, δικηγόρων και στελεχών Δημοσίου, δικαστών, εισαγγελέων, αστυνομικών, ψυχολόγων, ιατρών αλλά και μικρομεσαίων επιχειρηματιών αναφορικά με το ρόλο της πατρότητας στο πλαίσιο της «βελτίωσης της ποιότητας ζωής» μέσα από τη «συνεργασία των δύο φύλων στην οικογένεια και στην εργασία». ΄Ανθρωπος ιδιαίτερα σεμνός, εργάστηκε άοκνα με ιδιαίτερη ζωντάνια, μαχητικότητα και αποφασιστικότητα για την απελευθέρωση των γυναικών, η οποία ήταν και η μοναδική της φιλοδοξία. Δεν κεφαλαιοποίησε το μεγαλειώδες έργο της, διεκδικώντας θέσεις και πλούτο, ενώ αρνήθηκε σταθερά να πολιτευθεί, αν και την προσέγγισαν όλα τα κόμματα. 'Ελεγε, «πως αν μπεις σε ένα κόμμα, τότε θα πρέπει να ασπαστείς και τις γραμμές του» κι εκείνη προτιμούσε την ανεξαρτησία της. Υπήρξε μαχήτρια σε όλη της τη ζωή. Κορίτσι μικρό ακόμα, στην Κατοχή, μετέφερε σε ένα καλαθάκι, κρυμμένες κάτω από συκόφυλλα, χειροβομβίδες για τους αντάρτες και μηνύματα σε τσιγαρόχαρτα κρυμμένα μέσα στις μπούκλες της κι έτσι περνούσε τα γερμανικά μπλόκα. «Δεν ένιωσα ποτέ μου φόβο», έλεγε και το ίδιο είπε και στον καρκίνο, που την χτύπησε τέσσερις φορές από το 1974. «Ας περιμένει. Εχω τρία παιδιά να μεγαλώσω, έχω πράγματα να κάνω», ήταν τα λόγια της. Όταν μας αποχαιρέτισε είχε - παρά τους αφόρητους πόνους - πλήρη διαύγεια και παρέμενε ενήμερη για τις πολιτικές και κοινωνικές εξελίξεις εντός και εκτός Ελλάδας.

Με χαμόγελο, ευγένεια, μεγάλη καρδιά, διαβάζοντας έως την τελευταία στιγμή της, μας άφησε μία κουβέντα - παρακαταθήκη: «Δεν ξέρω πώς να παραιτούμαι».