Calendaria 2022 - Ana Asla

Ana Asla
Cristina Crocenau



Alessia Tzimas

 

Qual è il segreto dell’eterna giovinezza? A partire dagli anni Cinquanta del Novecento, la risposta sembrò essere racchiusa in un farmaco chiamato Gerovital H3, il primo medicinale anti-invecchiamento scoperto dalla dottoressa Ana Aslan, che ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca dei motivi che portano al processo di “invecchiamento cellulare”. Nata il 1° gennaio 1897 a Brăila, in Romania, Ana Aslan ha mostrato sin da piccola grande determinazione. In un primo momento, infatti, sembrò voler intraprendere la carriera da pilota, ma due avvenimenti furono cruciali per avvicinarla invece al mondo della medicina. Il primo fu la morte del padre avvenuta quando lei aveva 13 anni, in seguito a una lunga sofferenza. Il secondo è legato all’ultimo anno di liceo, durante il quale Ana studiò anatomia: rimase talmente tanto colpita da questa materia che si promise di non dedicarsi ad altro nella vita se non alla medicina. La sua decisione non fu però ben accolta dalla madre che, rimasta vedova con quattro figli, di cui Ana era l’ultima, vedeva in questa professione troppe difficoltà. Ana però non si lasciò scoraggiare: per tre giorni non mangiò e, solamente dopo una riunione di famiglia, la madre e i fratelli più grandi le permisero di iscriversi presso la facoltà di medicina di Bucarest, dove si laureò nel 1922. Iniziò quindi a lavorare al fianco del cardiologo Daniel Danielopolou che la seguì anche nella stesura della tesi di dottorato. Tra il 1945 e il 1949 fu professoressa presso la facoltà di medicina di Timişoara. Proprio in quel periodo sperimentò gli effetti della procaina, un anestetico locale, su un suo studente malato di artrosi. Vedendo i risultati positivi, Ana continuò le ricerche su un trattamento a base di questo farmaco testandolo anche su un centinaio di anziane e anziani con risultati soddisfacenti pure nel caso di malate e malati di Parkinson. È diventato famoso, infatti, il paziente di 110 anni che, dopo quattro anni di cure, è riuscito quasi a fermare il tremolio delle mani e della testa, ritrovando l’appetito oltre che uno stato psichico più soddisfacente. Ana Aslan voleva quindi migliorare la qualità della vita delle anziane e degli anziani poiché, affermava, «dobbiamo onorare e amare i nostri anziani perché loro sono parte del nostro patrimonio nazionale».

 

 

Nel 1952, in seguito ai risultati positivi delle sue ricerche, Ana Aslan diede vita al farmaco Gerovital H3, sulla base del quale iniziò un programma i cui risultati furono presentati nel 1956 al Congresso europeo di Gerontologia che si tenne in Germania. Il medicinale suscitò però un diffuso scetticismo nella comunità scientifica internazionale poiché non sembrava possibile che un semplice anestetico locale potesse dare un contributo così grande al ringiovanimento cellulare. Questa reazione non fece che incoraggiare Ana a dimostrarne l’efficacia, continuando la ricerca con un numero di pazienti ancora più ampio (circa 10.00) e con esiti ancora più soddisfacenti. Nel 1985 questi risultati ottennero un’accoglienza ben diversa rispetto al primo Congresso, e il metodo della dottoressa Aslan fu riconosciuto dal professore Paul Luth «come procedura terapeutica più efficace nel periodo pregeriatrico (dai 45 ai 65) e geriatrico (oltre i 65), nella prevenzione di problemi e malattie croniche della vecchiaia». L’attività di Ana Aslan è sicuramente legata all’Istituto Nazionale di Geriatria e Gerontologia del quale fu la fondatrice oltre che la direttrice. L’Istituto è stato il primo al mondo con questo profilo e fu considerato dall’Organizzazione mondiale della sanità un vero e proprio esempio da seguire. Molte personalità importanti del tempo rimasero affascinate dall’idea di prevenire l’invecchiamento. Il nome di Ana Aslan si diffuse in fretta all’estero, e parecchie celebrità si recarono presso l’Istituto e si sottoposero alle sue cure. Tra loro emergono nomi come quelli di Pablo Neruda, Claudia Cardinale, Salvador Dalí, Charlie Chaplin, Charles de Gaulle, Indira Gandhi, Kirk Douglas, Aristotele Onassis, Jacqueline Kennedy e tanti altri ancora. La sua fama era dovuta non solo al trattamento, ma anche al rapporto di fiducia e discrezione che sapeva instaurare con i/le pazienti, e alla sua innata capacità di interagire con la stampa, con modi e parole sempre adeguate. Riceveva giornalmente decine di lettere che leggeva personalmente e che faceva sistemare in maniera ordinata alle sue cinque assistenti. La biblioteca di Ana Aslan conta infatti più di 130.000 lettere provenienti da tutto il mondo. I suoi collaboratori e collaboratrici la ricordano come una persona gentile, introversa, pacata, dedita alla scienza, oltre che estremamente meticolosa e amante dell’ordine. Nei suoi viaggi all’estero, veniva accolta in maniera trionfale, e non era raro che le venissero proposte collaborazioni con istituti di ricerca locali. In Giappone le venne chiesto di rimanere e di diventare direttrice di un laboratorio di ricerca, ma l’amore per la propria patria e soprattutto per il suo Istituto e per coloro che vi lavoravano la portò a declinare l’invito. Negli anni Settanta, migliaia erano le persone che si sottoponevano alle cure della dottoressa Aslan, e non erano rari i momenti in cui l’Istituto rimaneva senza alcun posto libero. È in una di queste occasioni che Ana lasciò che il suo ufficio diventasse una camera per poter ospitare la celebre cantante peruviana Yma Sumac.

 

 

Nel 1980, insieme alla farmacista Elena Polovrăgeanu, presentò un altro farmaco geriatrico chiamato Aslavital contro l’invecchiamento della pelle, da cui derivarono prodotti cosmetici sotto forma di creme e lozioni. La vita di Ana Aslan è stata segnata da successi raggiunti grazie soprattutto alla sua determinazione. Non pochi furono infatti gli ostacoli, e a tal proposito dichiarò: «Ho combattuto con i pregiudizi, in un'epoca in cui si credeva che la donna non può essere pari all'uomo; ho dovuto combattere con l'inerzia, con lo spirito conservatore, con la burocrazia. Mi ha molto interessato cosa poteva sentire una persona dopo una simile cura. Io credo che non avrei potuto lavorare quanto lavoro ora, non avrei potuto viaggiare tanto, tenere tante conferenze, rispondere a tante domande e visitare centinaia e migliaia di malati, se non avessi fatto io stessa per 22 anni il trattamento con il Gerovital e con l'Aslavital. La domanda che dobbiamo fare non è più quanto viviamo, ma come viviamo. Il prolungamento della vita in sé non significa nulla, anche se è auspicabile. Dobbiamo prolungare non solo la vita, ma anche la vitalità e l'attività. C'è un principio in base al quale dobbiamo aggiungere non anni alla vita, bensì vita agli anni». Non si contano i premi e i riconoscimenti a lei attribuiti né le persone che ha aiutato con i suoi trattamenti. Ana Aslan si spense all’età di 91 anni, nel 1988, a causa di un cancro incurabile in un appartamento allestito all’interno del suo Istituto. Non si è mai sposata e non ha mai avuto figli. La sua più grande passione è stata la scienza e il suo più grande obiettivo era quello di permettere alle persone anziane di vivere una vita migliore grazie alle sue scoperte. Ad Ana Aslan sono state intitolate diverse strade in alcune località della Romania compresa la sua città natale, Brăila, ma anche a Cluj-Napoca, Craiova, Piteşti e Alba Iulia.

 

Traduzione francese
Joelle Rampacci

 

Quel est le secret de la jeunesse éternelle ? Dans les années 1950, la réponse semblait se trouver dans un médicament appelé Gerovital H3, le premier médicament anti-âge découvert par le Dr Ana Aslan, qui a consacré toute sa vie à la recherche des raisons du "vieillissement cellulaire".Née le 1er janvier 1897 à Brăila, en Roumanie, Ana Aslan fait preuve d'une grande détermination dès son plus jeune âge. Au départ, elle semble vouloir poursuivre une carrière de pilote, mais deux événements ont été déterminants pour la rapprocher du monde de la médecine. La première est la mort de son père lorsqu'elle a 13 ans, après une longue période de souffrance. La seconde est sa dernière année de lycée, au cours de laquelle elle étudie l'anatomie : elle est tellement impressionnée par cette matière qu'elle se jure de ne se consacrer à rien d'autre dans la vie qu’à la médecine. Cependant, sa décision n'est pas bien accueillie par sa mère qui, étant veuve avec quatre enfants, dont Ana est la dernière, considère cette profession comme trop difficile. Pendant trois jours, elle ne mange pas et ce n'est qu'après une réunion de famille que sa mère et ses frères et sœurs aînés lui permettent de s'inscrire à la faculté de médecine de Bucarest, où elle obtient son diplôme en 1922. Elle commence ensuite à travailler aux côtés du cardiologue Daniel Danielopolou, qui la supervise également dans la rédaction de sa thèse de doctorat. Entre 1945 et 1949, elle est professeur à la faculté de médecine de Timisoara. C'est à cette époque qu'elle teste les effets de la procaïne, un anesthésique local, sur un de ses étudiants souffrant d'arthrose. Voyant les résultats positifs, Ana poursuit la recherche d'un traitement basé sur ce médicament, le testant sur une centaine de femmes et d'hommes âgés avec des résultats satisfaisants même dans le cas de patients atteints de la maladie de Parkinson. En effet, le patient de 110 ans qui, après quatre ans de traitement, réussit presque à arrêter les tremblements de ses mains et de sa tête, retrouve l'appétit ainsi qu'un état mental plus satisfaisant, est devenu célèbre. Ana Aslan veut donc améliorer la qualité de vie des personnes âgées car, dit-elle, "nous devons honorer et aimer nos personnes âgées car elles font partie de notre patrimoine national".

 

 

En 1952, suite aux résultats positifs de ses recherches, Ana Aslan crée le médicament Gerovital H3, sur la base duquel elle lance un programme dont les résultats sont présentés en 1956 au Congrès européen de gérontologie en Allemagne. Cependant, le médicament suscite un scepticisme généralisé dans la communauté scientifique internationale, car il ne semble pas possible qu'un simple anesthésique local puisse apporter une contribution aussi importante au rajeunissement cellulaire. Cette réaction ne fait qu'encourager Ana à prouver son efficacité, et elle poursuit les recherches avec un nombre encore plus important de patients (environ 15 000) et des résultats encore plus satisfaisants. En 1985, ces résultats reçoivent un accueil très différent de celui du premier congrès, et la méthode du Dr Aslan est reconnue par le professeur Paul Luth "comme la procédure thérapeutique la plus efficace dans les périodes pré-gériatriques (45 à 65 ans) et gériatriques (plus de 65 ans), dans la prévention des problèmes chroniques et des maladies de la vieillesse”. Le travail d'Ana Aslan est certainement lié à l'Institut national de gériatrie et de gérontologie, dont elle est la fondatrice ainsi que la directrice. L’Institut est le premier au monde à présenter ce profil et est considéré par l'Organisation mondiale de la santé comme un exemple à suivre. De nombreuses personnalités de l'époque étaient fascinées par l'idée de prévenir le vieillissement. Le nom d'Ana Aslan se répand rapidement à l'étranger, et de nombreuses célébrités viennent à l'Institut et suivent son traitement. Parmi eux, Pablo Neruda, Claudia Cardinale, Salvador Dalí, Charlie Chaplin, Charles de Gaulle, Indira Gandhi, Kirk Douglas, Aristote Onassis, Jacqueline Kennedy et bien d'autres. Sa renommée est due non seulement à ses traitements, mais aussi à la relation de confiance et de discrétion qu’elle sait établir avec ses patients, et à sa capacité innée à interagir avec la presse, toujours avec les mots et les manières appropriés. Elle reçoit quotidiennement des dizaines de lettres, qu'elle lit personnellement et fait trier par ses cinq assistants. La bibliothèque d'Ana Aslan contient plus de 130 000 lettres provenant du monde entier. Ses collègues de travail se souviennent d'elle comme d'une personne aimable, introvertie, calme, scientifique, méticuleuse et ordonnée. Lorsqu'elle se rend à l'étranger, elle est accueillie avec triomphe, et il n'est pas rare qu'on lui propose de collaborer avec des instituts de recherche locaux. Au Japon, on lui demande de rester et de devenir directrice d'un laboratoire de recherche, mais son amour pour sa patrie et surtout pour son Institut et ceux qui y travaillent l'amène à décliner l'invitation. Dans les années 1970, des milliers de personnes sont traitées par le Dr Aslan, et il n’est pas rare que l'Institut soit à court de lieux de travail. C'est à cette occasion qu'Ana laisse son bureau devenir une chambre pour accueillir la célèbre chanteuse péruvienne Yma Sumac.

 

 

En 1980, avec la pharmacienne Elena Polovrăgeanu, elle présente un autre médicament gériatrique appelé Aslavital contre le vieillissement de la peau, dont sont issus des produits cosmétiques sous forme de crèmes et de lotions. La vie d'Ana Aslan est marquée par des succès obtenus en grande partie grâce à sa détermination. Les obstacles ont été nombreux dans sa vie, ce à quoi elle répond : "J'ai dû lutter contre les préjugés, à une époque où l'on pensait que les femmes ne pouvaient pas être égales aux hommes ; j'ai dû lutter contre l'inertie, contre un esprit conservateur, contre la bureaucratie. J'étais très intéressée par ce qu'une personne pouvait ressentir après un tel traitement. Je crois que je n'aurais pas pu travailler aussi dur que je le fais maintenant, je n'aurais pas pu voyager autant, donner autant de conférences, répondre à autant de questions et rendre visite à des centaines et des milliers de patients, si je n'avais pas moi-même été traité avec Gerovital et Aslavital pendant 22 ans. La question que nous devons nous poser n'est plus de savoir combien de temps nous vivons, mais comment nous vivons. Prolonger la vie en soi ne signifie rien, même si c'est souhaitable. Nous devons prolonger non seulement la vie, mais aussi la vitalité et l'activité. Il existe un principe selon lequel nous devons ajouter non pas des années à la vie, mais la vie aux années.” Le nombre de prix et de récompenses qu'elle a reçus et les personnes qu'elle a aidées grâce à ses traitements sont infinis. Ana Aslan est décédée à l'âge de 91 ans, en 1988, d'un cancer incurable, dans un appartement aménagé dans son Institut. Elle ne s'est jamais mariée et n'a jamais eu d'enfants. Sa plus grande passion était la science et son plus grand objectif était de permettre aux personnes âgées de vivre une vie meilleure grâce à ses découvertes. Plusieurs rues ont été baptisées du nom d'Ana Aslan dans plusieurs endroits en Roumanie, notamment dans sa ville natale de Brăila, mais aussi à Cluj-Napoca, Craiova, Piteşti et Alba Iulia.

 

Traduzione francese
Syd Stapleton

 

What is the secret of eternal youth? Starting in the 1950s, the answer seemed to be contained in the first anti-aging drug, called Gerovital H3, discovered by Dr. Ana Aslan. She devoted her entire life to researching the reasons behind the process of "cellular aging". Born on January 1, 1897 in Brăila, Romania, Ana Aslan showed great determination from an early age. At first, she seemed to want to pursue a career as a pilot, but two events were crucial to shifting her focus to the world of medicine. The first was the death of her father, following a long and painful illness, when she was 13 years old. The second was linked to her last year of high school, during which Ana she studied anatomy. She was so impressed by this subject that she promised herself to devote her life to medicine. Her decision, however, was not well received by her mother who, being widowed with four children, of whom Ana was the youngest, saw too many difficulties in this profession. But Ana was not discouraged. For three days she refused to eat and, after a family meeting, her mother and older brothers finally allowed her to enroll at the medical faculty of Bucharest, where she graduated in 1922. She then began to work alongside the cardiologist Daniel Danielopolou, who was also helpful in the drafting of her doctoral thesis. Between 1945 and 1949 she was a professor at the Faculty of Medicine in Timişoara. At that time, she experimented on the effects of procaine, a local anesthetic (also known as Novocain), on one of her students with osteoarthritis. Seeing positive results, Ana continued the research on a treatment based on this drug, also testing it on a hundred elderly people with satisfactory results - even in the case of patients with Parkinson's. A 110-year-old patient became famous, who, after four years of treatment, largely managed to stop the shaking of his hands and head, regained his appetite, and achieved a more satisfactory psychic state. Ana Aslan wanted to improve the quality of life of the elderly because, she said, "we must honor and love our elders because they are part of our national heritage."

 

 

In 1952, following positive results from her research, Ana Aslan created and introduced the drug Gerovital H3. Using the drug, she began a program whose results were presented at the European Congress of Gerontology, held in 1956 in Germany. However, the drug aroused widespread skepticism in the international scientific community, since it did not seem possible that a simple local anesthetic could make such a great contribution to cellular rejuvenation. This reaction only encouraged Ana to demonstrate its effectiveness, continuing her research with an even larger number of patients (some 15,000), with even more satisfactory results. In 1985 these results received a very different reception from that at the 1956 Congress, and Dr. Aslan's method was recognized by Professor Paul Luth "as the most effective therapeutic procedure in the pregeriatric (from 45 to 65) and geriatric (over 65) periods in the prevention of chronic problems and diseases of old age.” Ana Aslan's activities were very much connected to the (Romanian) National Institute of Geriatrics and Gerontology, of which she was the founder as well as the director. The Institute was the first in the world of its kind, and was considered by the World Health Organization as an important example to follow. Many well-kmown personalities of the time were fascinated by the idea of ​​preventing aging. Ana Aslan's name quickly spread abroad, and many celebrities went to the Institute and underwent her treatments. Among them were names such as Pablo Neruda, Claudia Cardinale, Salvador Dalí, Charlie Chaplin, Charles de Gaulle, Indira Gandhi, Kirk Douglas, Aristotle Onassis, Jacqueline Kennedy and many others. Her fame was due not only to the treatment, but also to the relationship of trust and discretion that she knew how to establish with her patients, and to her innate ability to interact effectively with the press. She received dozens of letters daily which she read personally, and which she had her five assistants file in an orderly manner. In fact, Ana Aslan's papers contain more than 130,000 letters from all over the world. Her collaborators remember her as a kind, introverted, calm person, dedicated to science, as well as extremely meticulous and a lover of order. On her travels abroad, she was welcomed triumphantly, and it was not uncommon for her to be offered collaboration with local research institutes. In Japan she was asked to stay and become director of a research laboratory, but her love for her homeland and especially for her Institute and for those who worked there led her to decline the invitation. In the 1970s, thousands of people placed themselves under the care of Dr. Aslan, and it was not rare that the Institute was left without vacancies. It was on one of these occasions that Ana let her office become an accommodation for the famous Peruvian singer Yma Sumac.

 

 

In 1980 she, together with the pharmacist Elena Polovrăgeanu, presented another geriatric drug called Aslavital. It was directed against aging of the skin, and cosmetic products in the form of creams and lotions were derived from it. Ana Aslan's life was marked by successes achieved thanks, above all, to her determination. She faced many obstacles, and in this regard she declared, “I fought with prejudices, in an era in which it was believed that women cannot be equal to men; I had to fight against inertia, against a conservative spirit, against bureaucracy. I was very interested in what a person could feel after such a cure. I believe that I would not have been able to work as much as I work now, I would not have been able to travel as much, hold so many lectures, answer so many questions and visit hundreds and thousands of sick people, if I had not done the treatments myself with Gerovital and Aslavital for 22 years. The question we have to ask is no longer just how long we live, but how well we live. Prolonging life in itself means nothing, even if it is desirable. We must prolong not only life, but also vitality and activity. There is a principle according to which we must add not only years to life, but life to years.” There’s no counting the awards and acknowledgments given to her by the people she helped with her treatments. Ana Aslan passed away in 1988, at the age of 91, in an apartment set up inside her Institute, due to an incurable cancer. She never married and never had children. Her greatest passion was science and her greatest goal was to enable older people to live a better life thanks to her discoveries.Several streets have been named after Ana Aslan in Romania including in her hometown, Brăila, but also in Cluj-Napoca, Craiova, Piteşti and Alba Iulia.

 

Traduzione spagnola
Lizet Ángulo

 

¿Cuál es el secreto de la eterna juventud? A partir de los años Cincuenta de Mil Novecientos, la respuesta parecía estar encerrada en un fármaco llamado Gerovital H3, el primer medicamento anti-envejecimiento descubierto por la doctora Ana Aslan, quien dedicó toda su vida a la búsqueda de los motivos que conducen al proceso del “envejecimiento celular”. Ana Aslan, nacida el 1° de enero de 1897 en Brăila, Rumanía, mostró desde pequeña una gran determinación. Efectivamente, en un primer momento pareció querer emprender la carrera de piloto, pero dos acontecimientos cruciales la acercaron al mundo de la medicina. El primero fue la muerte de su padre, cuando ella tenía 13 años, después de un largo sufrimiento. El segundo está relacionado con el último año de estudios superiores, durante el cual Ana estudió anatomía: se quedó talmente impresionada por esta asignatura que se prometió a sí misma no dedicarse a otra cosa en la vida que no fuera medicina. Pero su decisión no fue bien recibida por su madre que, una viuda con cuatro hijos de los cuales Ana era la última, veía en esta profesión demasiadas dificultades. Sin embargo Ana no se dejó desanimar: no comió por tres días y, solo después de una reunión familiar, su madre y sus hermanos mayores le permitieron inscribirse en la facultad de medicina de Bucarest, donde se graduó en 1922. Empezó a trabajar al lado del cardiólogo Daniel Danielopolou que también la siguió en la redacción de la tesis de doctorado. Entre 1945 y 1949 fue profesora en la facultad de medicina de Timişoara. Justo en aquel período experimentó los efectos de la procaína, un anestésico local, en un estudiante suyo enfermo de artrosis. Viendo los resultados positivos, Ana continuó su investigación sobre un tratamiento a base de este fármaco probándolo incluso en un centenar de personas ancianas con resultados satisfactorios, incluso en el caso de enfermedad de Parkinson. En efecto, se hizo famoso el paciente de 110 años que, después de cuatro años de tratamiento, consiguió casi detener el temblor de las manos y de la cabeza, recuperando el apetito, además de un estado psíquico más satisfactorio. Ana Aslan quería por lo tanto mejorar la calidad de vida de las personas ancianas ya que, afirmaba, "debemos honrar y amar a nuestros ancianos porque ellos forman parte de nuestro patrimonio nacional”.

 

 

En 1952, después de los resultados positivos de sus investigaciones, Ana Aslan dio vida al fármaco Gerovital H3, en base al cual comenzó un programa cuyos resultados fueron presentados en 1956 al Congreso Europeo de Gerontología que tuvo lugar en Alemania. El medicamento, sin embargo, suscitó un escepticismo generalizado en la comunidad científica internacional ya que no parecía posible que un simple anestésico local pudiera dar un aporte tan grande al rejuvenecimiento celular. Esta reacción no hizo más que animar a Ana a demostrar su eficacia, continuando con la investigación con un número aún mayor de pacientes (cerca de 15 000) y con resultados aún más satisfactorios. En 1985 estos resultados obtuvieron una acogida muy diferente a la del primer Congreso, y el método de la doctora Aslan fue reconocido por el profesor Paul Luth “como procedimiento terapéutico más eficiente en el periodo pre-geriátrico (da 45 a 65) e geriátrico (más de 65), en la prevención de problemas y enfermedades crónicas de la vejez”. La actividad de Ana Asla está sin duda vinculada al Instituto Nacional de Geriatría y Gerontología del cual fue fundadora y directora. El Instituto fue el primero en el mundo con este perfil y fue considerado un auténtico ejemplo a seguir por la Organización Mundial de la Salud. Numerosas personalidades importantes de aquel período quedaron fascinadas por la idea de prevenir el envejecimiento. El nombre de Ana Aslan se difundió rápidamente en el extranjero, y varias celebridades fueron al Instituto y se sometieron a sus tratamientos. Entre ellos destacan los nombres de Pablo Neruda, Claudia Cardinale, Salvador Dalí, Charlie Chaplin, Charles de Gaulle, Indira Gandhi, Kirk Douglas, Aristóteles Onassis, Jacqueline Kennedy, entre otros. Su fama no solo se debía al tratamiento, sino también a la relación de confianza y discreción que sabía establecer con sus pacientes, y a su capacidad innata para relacionarse con la prensa, con modos y palabras siempre adecuados. Diariamente recibía decenas de cartas que leía personalmente y que mandaba ordenar a sus cinco asistentes. La biblioteca de Ana Aslan cuenta con más de 130 000 cartas procedentes de todo el mundo.Sus colaboradores y colaboradoras la recuerdan como una persona amable, introvertida, tranquila y dedicada a la ciencia, además de ser extremadamente meticulosa y amante del orden. En sus viajes al extranjero era acogida de manera triunfante, y no era extraño que le propusieran colaboraciones con institutos de investigación locales. En Japón le pidieron que se quedara y se convirtiera en directora de un laboratorio de investigación, pero el amor por la propria patria y sobre todo por su Instituto y por los que allí trabajaban, la llevó a rechazar la invitación. En los años setenta, miles de persones se sometían a los tratamientos de la doctora Aslan, hasta el punto que en algunas ocasiones en el Instituto no había habitaciones libres. En una de estas ocasiones Ana dejó que su despacho se convirtiera en una habitación para poder hospedar a la famosa cantante peruana Yma Sumac.

 

 

En 1980, junto a la farmacéutica Elena Polovrăgeanu, presentó otro medicamento geriátrico contra el envejecimiento de la piel, llamado Aslavital, del cual derivan productos cosméticos en forma de cremas y lociones. La vida de Ana Aslan estuvo marcada por éxitos conseguidos sobre todo gracias a su determinación. De hecho, no fueron pocos los obstáculos, y declaró al respecto: “He luchado contra los prejuicios, en una época en la que se creía que la mujer no podía ser igual al hombre; he tenido que luchar con la inercia, con el espíritu conservador, con la burocracia. Me ha interesado mucho lo que podía sentir una persona después de semejante tratamiento. Creo que no podría trabajar cuanto trabajo ahora, no podría viajar, dictar tantas conferencias, responder a las numerosas preguntas y visitar a cientos y miles de enfermos, si yo misma no hubiera seguido durante 22 años el tratamiento con Gerovital y con Aslavital. La pregunta que tenemos que hacer no es cuánto vivimos sino cómo vivimos. El prolongamiento de la vida en sí no significa nada, aunque sea deseable. Debemos prolongar no solo la vida, sino también la vitalidad y la actividad. Hay un principio en base al cual debemos aumentar no los años a la vida, sino vida a los años”. Los premios y los reconocimientos que se le han atribuidoson innumerables, así como las personas que ha ayudado con sus tratamientos. Ana Aslan se apagó a la edad de 91 años, en 1988, debido a un cáncer incurable en un apartamento equipado dentro de su Instituto. Nunca se casó y nunca tuvo hijos. Su mayor pasión fue la ciencia y su mayor objetivo era el de permitir a las personas ancianas vivir una vida mejor gracias a sus descubrimientos. A Ana Aslan se le dedicaron varias calles en algunas localidades de Rumanía como en su ciudad natal, Brăila, y también en Cluj-Napoca, Craiova, Piteşti y Alba Iulia.