Roma

 
TOTALE STRADE / VIE / PIAZZE / ETC.: 16449
INTITOLATE A UOMINI: 7856
INTITOLATE A DONNE: 729
   

 
 
Sante, beate, martiri:

Madonne (Immacolata, Beata Vergine, Santa Maria etc.):

Suore e benefattrici religiose, benemerite, fondatrici ordini religiosi e/o enti assistenziali-caritatevoli:

Benefattrici laiche, fondatrici enti assistenziali-caritatevoli:

Letterate / umaniste (scrittrici, poete, letterate, critiche, giornaliste, educatrici, pedagoghe, archeologhe, papirologhe...):

Scienziate (matematiche, fisiche, astronome, geografe, naturaliste, biologhe, mediche, botaniche, zoologhe...):

Donne dello spettacolo (attrici, cantanti, musiciste, ballerine, registe, scenografe...):

Artiste (pittrici, scultrici, miniaturiste, fotografe, fumettiste...):

Figure storiche e politiche (matrone romane, nobildonne, principesse, regine, patriote, combattenti della Resistenza, vittime della lotta politica / guerra / nazismo, politiche, sindacaliste, femministe...):

Lavoratrici / imprenditrici / artigiane:

Figure mitologiche o leggendarie, personaggi letterari:

Atlete e sportive:

Altro (nomi femminili non identificati; toponimi legati a tradizioni locali, ad es. via delle Convertite, via delle Canterine, via della Moretta, via delle Zoccolette; madri di personaggi illustri...):



Censimento controllato su S.I.To (Sistema informativo toponomastica del Comune di Roma)
da Barbara Belotti, Livia Capasso e Elisabetta Di Pietro (2012)
aggiornamento a cura di Barbara Belotti
(novembre 2023)

 

I Municipi

Guarda a schermo intero

 

 

di Maria Pia Ercolini


Divenuta capitale, Roma subisce un rinnovamento urbanistico in stile sabaudo che tenta di fondere i luoghi esistenti alle esigenze celebrative del nuovo Stato: piazze piemontesi nella struttura e nel nome (Vittorio e Cavour), ampi assi viari e ponti inneggianti al Risorgimento e alla casata regnante (via Nazionale, corso Vittorio Emanuele, viale del Re, oggi Trastevere, ponti Umberto I, Regina Margherita e Vittorio Emanuele II, progettato con gli altri ma inaugurato venticinque anni dopo). Gli attraversamenti tiberini favoriscono una contemporanea espansione periferica (Prati, Trastevere...), ma nuovi quartieri e rioni nascono a macchia d’olio tutt’intorno al nucleo centrale (Celio, Esquilino, Ludovisi, Nomentano, Testaccio...).
Ovunque poco, pochissimo spazio per le donne. Nel quartiere Prati, accanto alle figure risorgimentali, tutte maschili (Mazzini, Cavour...), compaiono blocchi di odonimi celebrativi dell’antica Roma, anch’essi esclusivamente maschili. Neppure una donna tra piazza Mazzini e piazza Cavour, collegate da tanti celebri protagonisti dei primi secoli. Nessuna donna all’Esquilino, tra letterati moderni, statisti, personaggi risorgimentali e Savoia, né al rione Ludovisi, a far compagnia a Crispi, Bissolati, Boncompagni, né al Celio, dove la via Annia, apparentemente di genere femminile, altro non è che un richiamo alla strada cisalpina creata da Tito Annio Rufo. Invisibili le donne sulle prime strade del quartiere operaio di Testaccio. Pochissime presenze femminili al Nomentano, tra archeologi, storici, eroi e personaggi illustri del Medioevo e rare le figure femminili laiche di Trastevere.

di Oria Gargano

Il romanista Giorgio Carpaneto ha raccolto i vicoli di Roma in un volume omonimo edito da Newton Compton nel 1986, e ristampato diverse volte. Ha voluto porre l'attenzione sui "vicoli" considerati nel significato originario di "viculus" (contrada, borgo, villaggio). Sono presi in considerazione soltanto quelli dell'antico assetto urbano, e non quelli creati dall'espansione urbanistica del secondo dopoguerra. È dunque interessante verificare la presenza delle donne nella toponomastica del passato.

Su 677 vicoli ricordati, alcuni dei quali scomparsi, i nomi direttamente riconducibili a donne sono 28.
Per la maggior parte, sante:
S.Agata, S. Agata dei Goti, Annunziata (scomparso), Annunziatella, S. Bonosa, S. Elena, Madonnella, S.Margherita, S.Maria in Cappella, S. Maria in Trastevere, S.Orsola, scomparso, mentre vicolo delle Orsoline ancora esiste, benché il convento non sia più lì. Vicolo di santa Passera ricorda una santa mai esistita (pare il nome derivi da una dialettizzazione del nome Abbas Cyrus, vero destinatario della targa).

Vicolo del Colle della strega ricorda la cattiva fama di un'abitante di centinaia di anni fa, mentre vicolo della Garbatella è dedicato a un'ostessa (per meglio dire un'oste) molto gentile, che elargiva a tutti i suoi favori. In margine, possiamo ricordare l’osteria della vedovella che stava vicino all’arco di San Calisto e che ricordava una donna la quale, morto il marito, non volle mai concedere i suoi favori a nessuno dei suoi tanti pretendenti. I costumi sessuali delle donne sono evidentemente sempre oggetto del giudizio e del discorso pubblico.
Un vicolo ricorda le lavandaie. Tra i 105 mestieri ricordati da altrettanti vicoli, questo è l'unico caso declinato al femminile.

Abbastanza importante doveva essere la statua di "Madama Lucrezia" cui era intitolato un vicolo nel rione Pigna: la statua che lo dominava doveva essere di Faustina, moglie di Antonino Pio, o di Lucrezia moglie di Collatino, o, per altri, di Iside. Il nome Lucrezia ricordava l'inquilina Lucrezia d'Alagna ex favorita di Alfonso d'Aragona, E in quel vicolo, proprio appesi alla statua, che a buon diritto possiamo annoverare al "Congresso degli Arguti", insieme a quelle di Pasquino, Marforio, il Babuino, l'Abate Luigi e il Facchino, venivano appese le sarcastiche proteste anonime dei romani dette "pasquinate".
La Moretta, cui è dedicato un vicolo, è una ragazza nera effigiata nell’insegna di una farmacia del 1700.

Il vicolo Baciadonne stava a Trastevere ed era (pare) una strada talmente stretta che chi vi transitava poteva baciare le donne che stavano alla finestra, o che procedevano in senso contrario. Chissà qual è la verità.
Esistevano poi diversi vicoli che avevano nel nome la parola “Stufa”, intesa come piccolo centro termale, e ce ne erano due chiamati “della stufa delle donne” e “della stufa delle donne di Sant’Agostino”.
Altri vicoli ci forniscono informazioni interessanti: vicolo delle vedove ospitava un convento per le donne in quella condizione civile, vicolo della penitenza un istituto per donne dai cattivi costumi. Ma quanto a questo, adiacente all’antico convento del Buon Pastore, oggi Casa Internazionale delle donne, la studiosa Maria Paola Fiorensoli ha svolto, e sta svolgendo, una magnifica ricerca sulla monacazione e sulla detenzione delle donne per reati “morali” dal 1600.
Un’ultima suggestione: a vicolo delle grotte abitava Giuseppe Balsamo noto come Cagliostro con la moglie Lorenza Feliciani detta Serafina, conosciuta in una casa di tolleranza e sposata appena quattordicenne. Ebbene, di questa moglie i romani raccontano apparizioni sovrannaturali in certe notti, nei pressi del patibolo di piazza di Spagna in cui Cagliostro trovò la morte.
Un’altra donna fantasma a Roma è Olimpia detta la Pimpaccia, che scorrazza a Villa Pamphili. Come per diverse altre, sarebbe interessante censirle per capire se è vero che le donne, tenute ai margini dalla dimensione ufficiale, continuano però a dominare l’inconscio, il desiderio e la paura degli uomini...

di Barbara Belotti

Su 16357 strade e piazze romane, 7809 sono dedicate agli uomini, solo 702 alle donne, in un rapporto fra personaggi femminili e maschili pari al 9% circa. Le migliaia di vie, viali, piazze, corsi ecc. ricostruiscono un universo maschile composto di personaggi noti (alcuni stranoti) e anche di tantissimi "sconosciuti", i cui ruoli, la cui vita, il cui lavoro hanno interessato ogni categoria possibile e immaginabile: dagli eroi (reali o immaginari) ai matematici, dai tribuni romani agli atleti, dai viaggiatori agli attori...
Ma cosa restituiscono i nomi femminili?
Prima di tutto restituiscono l'immagine di un'assenza dal mondo della scienza, della politica, della cultura, dalla società in generale se 149 nomi su 702 sono dedicati alla figura della Madonna e di sante, beate e martiri cristiane. A queste si possono aggiungere più di una ventina di religiose che hanno dato vita a ordini o comunità. Questo vale, in termini percentuali  meno del 30%: non è certamente poco e esprime la volontà (almeno nel passato) di tracciare un profilo "ben segnato" degli ambiti in cui le donne possono emergere. Se a questo dato sommiamo un'altra porzione di nomi che ricordano figure leggendarie o mitologiche e divinità pagane e intitolazioni femminili particolari arriviamo a circa il 40%.
Il 4,3% ricorda figure di benefattrici, spesso donne aristocratiche che hanno speso la vita (e parte delle risorse finanziarie) per riportare sulla corretta via ragazze "perdute", aiutare ed educare ragazzi e ragazze senza genitori, redimere i carcerati. Per rendere meglio l'idea, il numero delle benefattrici è più numeroso di quello delle artiste, delle donne di scienza, di quelle presenti nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria o dello sport. Solo più recentemente sono comparse in maggior numero figure di sindacaliste, di donne impegnate nella politica, di protagoniste della storia.

di Mara Gasbarrone

roma-quadro-generale -


Delle 38 biblioteche vere e proprie, ve ne sono 10 intitolate a uomini di cultura (Ennio Flaiano, Enzo Tortora, Franco Basaglia, Gianni Rodari, Goffredo Mameli, Pier Paolo Pasolini, Raffaello, Aldo Fabrizi, Sandro Onofri e Renato Nicolini) mentre le altre 5 intitolazioni maschili risultano “indirette”, in quanto derivano dal luogo in cui si trova la biblioteca: Giordano Bruno in via Giordano Bruno; Guglielmo Marconi presso viale Marconi; Longhena (scultore e architetto veneziano del Seicento) in via Baldassarre Longhena; Penazzato (presidente delle Acli) in via Dino Penazzato; infine Rugantino (maschera tradizionale romana) in via Rugantino.

Una sola porta il nome di una donna: Elsa Morante.
Le altre biblioteche, in genere, prendono anch’esse il nome dal luogo in cui si trovano (es. Appia, Colli Portuensi, Flaminia, ecc.), ma si tratta di luoghi non intestati a esseri umani.
Le intitolazioni dei giardini e dei parchi sono inseriti nei censimenti dei municipi. Qui si riporta solo la nota relativa ai d
ue giardini con doppia intitolazione:

Giardino Marcella e Maurizio Ferrara (1920 -2002 scrittrice giornalista)
Giardino Mary e Hasib Begun (vittime dell'incendio in via Buonarroti il 13/01/2007)