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FOTO7.Bo Bardi

L’incanto dei ritratti di Rosalba Carriera (Venezia, 12 gennaio 1673 – 15 aprile 1757), pittrice squisita, appaga gli occhi e pacifica l’anima. Chi abita nella via a lei dedicata dalla città di Milano dovrebbe avere sempre un libro aperto sul tavolo con le immagini delle sue opere (“La ragazza con pappagallo”, “Caterina Sagredo Barbarigo”, “Allegorie degli Elementi Aria, Acqua, Terra, Fuoco”, le stagioni), per animare il salotto con la presenza di dame seducenti.


1.Callas

Se c’è una tipologia di artiste ben celebrate a Milano con targhe commemorative è quella delle cantanti, a cominciare dalle esponenti della lirica. Non sarà un caso: La Scala rappresenta l’incontestato tempio operistico nel mondo, senza timore di competizioni. Non esistono strutture al suo livello per fama e tradizione. Soprani, contralti, tenori, baritoni trovano qui la conferma del loro talento. E talvolta ne divengono l’icona.


2.milano-germana de stael

Ci sono donne con le quali sarebbe bello prendere un caffè e chiacchierare in modo informale di interessi comuni. Magari sedute ad un tavolino della Galleria Vittorio Emanuele II, con affaccio sul Duomo. Scatterebbero ricordi, nostalgie, propositi per il futuro. Di queste donne rimane traccia nella loro opera e nelle targhe che ne riportano i nomi.


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Milano è medaglia d’oro fra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione. E ne va fiera. Tale orgoglio si riflette nelle intitolazioni stradali, che anche quando celebrano figure risorgimentali, risalenti quindi a più di un secolo addietro, alludono a un perdurante spirito libertario e alla lotta contro l’oppressore straniero. I personaggi femminili non sono numerosi, ma la disparità fra nominativi maschili e femminili sta a poco a poco migliorando.


1.Pistoia_Manzini_MPErcolini.leggera

Pistoia è una città toscana che rimane, in ambito turistico, piuttosto defilata rispetto alle vicine città d’arte: Firenze, Prato, Siena, Lucca, Pisa; forse è più nota per l’industria meccanica, per la produzione di organi, per i vivai, i ricami, le tessiture piuttosto che per le bellezze che ospita. Eppure la sua piazza centrale è un unicum medievale perché raccoglie nello stesso ampio spazio la Cattedrale con il campanile e il Battistero, ma anche il Palazzo dei Vescovi, il Palazzo pretorio e il Palazzo comunale ed è da sempre luogo di mercato.


5.ViaIlariaAlpi_Parma_Foto_RitaAmbrosino

Ci si aspetterebbe che un itinerario al femminile della toponomastica di Parma prendesse le mosse dalla tanto amata Maria Luigia d’Austria, duchessa di Parma e Piacenza dal 1801 al 1847. Tuttavia è un altro il punto di vista che si è scelto di adottare per analizzare parte delle 99 “elette” che sono riuscite a conquistarsi un posto nella toponomastica parmigiana, sulle oltre 2000 strade cittadine, di cui circa 1200 dedicate ad uomini.


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Perugia propone un itinerario che ha come fil rouge il legame con il territorio e l’impegno. Le strade non sono contigue, perciò viaggeremo sulla città alla maniera del perugino Gerardo Dottori, l’aeropittore, ammireremo le vie e i paesaggi dall’alto, trasportati dalle ali del grifo, simbolo di Perugia, e delle nostre due colombe: Colomba Antonietti e la Beata Colomba da Rieti.


Foto 1 ridotta

La quasi totale assenza dei nomi femminili dalle intitolazioni di strade, monumenti, busti e statue crea un vuoto di riferimenti nell’immaginario collettivo: ben poche donne hanno superato l’invisibilità e l’oblio assurgendo a protagoniste di una strada, a Padova, come in gran parte delle nostre città.



1.Modena-Via Ada Negri-foto di Roberta Pinelli

A partire dagli anni Sessanta qualcosa cambia a Modena nei criteri adottati per le scelte odonomastiche e sarà forse per la nomina di una donna nella Commissione Toponomastica che nel 1961 furono dedicati a donne ben cinque toponimi: due letterate (Grazia Deledda e Ada Negri), una musicista (Cecilia Paini), una partigiana (Gabriella Degli Esposti), una donna di potere (Matilde di Canossa).

1.CHIOGGIA

Lucietta, Orsetta, Libera, Checca, Pasqua… Le protagoniste de Baruffe chiozzotte hanno regalato molta popolarità alle donne di Chioggia. La loro vitalità, esaltata dal Goldoni, non è però l’unica caratteristica del mondo femminile locale. La realtà cittadina è sfaccettata anche per quanto riguarda il sentire delle donne, in relazione alla posizione sociale, e quindi al ruolo e alla rappresentazione culturale. 

9. IOTTI_Ravenna_NildeIotti_Comune

Nuove intitolazioni femminili in vista per la città di Ravenna, che fa della toponomastica uno strumento di democrazia e parità. Due aree verdi di Ponte Nuovo saranno infatti dedicate a Domenica Rita Adriana Bertè (1947 – 1995), cantautrice di talento, più nota con il nome di Mia Martini, e a Libera Musiani (1903 – 1987) mosaicista e pittrice che ha partecipato ai restauri dei battisteri e delle basiliche cittadine.

1.Pesaro.Mammolabella_ridotta.LindaZennaro.jpg.JPG

Pesaro è una graziosa cittadina sul mare, capoluogo, insieme a Urbino, della omonima provincia (PU). Il comune conta circa 95.000 abitanti e dopo Ancona è il più grande del territorio marchigiano. Su un totale di 1.295 strade, 536 sono dedicate a uomini e solo 26 a donne. L’indice di femminilizzazione, quindi, è del 4,85%, molto al di sotto della media italiana.

7.CittadelMessico_Elisa_Elvira.ridotta_SandraTrejo

La storia di Città del Messico è strettamente legata ai nomi delle sue vie.
La toponomastica conserva i ricordi di un passato quasi interamente distrutto: in molte strade permangono tracce indie (Cocolmeca, Cuaxomulco, Chiconautla, Huacalco, Mixcalco, Tecpan, Tepechichilco, Tepotzan, per citarne alcune), riaffiora la memoria di missionari francescani, domenicani e agostiniani sbarcati nel 1524, delle loro scuole e dei monasteri maschili e femminili ivi fondati (Chavarria de Vergara, Lopez, Alfaro, Ortega, Zuleta, di Alcomedo, Tiburcio, San Hipolito e San Juan de Dios, Concepción…), sopravvivono i titoli nobiliari in uso nella Nuova Spagna (Parque del Conde, la Marescialla, la Contessa…) e le corporazioni artigiane (Plateros, Tlapaleros, Conciatori, Chiquihuiteras, Cedaceros, Saddlers e Cordobanes).

Il gruppo di ricerca Toponomastica femminile vuole festeggiare il rientro di Samantha Cristoforetti dedicandole il reportage di questa settimana, tratto dalla mostra Toponomastica femminile: donne e lavoro, esposta fino al 3 maggio alla Centrale Montemartini di Roma. La mostra, prevedeva infatti una sezione su astronome, astrofisiche ed astronaute, di cui riportiamo immagini e testi, e alcuni pannelli fotografici sulle strade intitolate a donne di scienza.

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Collegate dal filo conduttore delle pari opportunità, sono state esposti in questi giorni, alla Centrale Montemartini di Roma, 71 pannelli provenienti da tutta Italia con immagini storiche, foto attuali e targhe stradali di donne che da sempre hanno agito nell’ombra e in piena luce, davanti a una metà del mondo che non ha mai avuto occhi per notarle.


1.Padova_Sulpicia_ridotta_NadiaCario

Nelle vie di Padova viene ricordata l’intellettuale del Quattrocento Isotta Nogarola vissuta nel periodo di maggiore espansione della Repubblica di Venezia. Verso la metà del Cinquecento, quando la città aveva poco più di 34.000 abitanti ed era sede di una ricca vita intellettuale, il suo Studio aveva i più famosi matematici e dottori in diritto civile e canonico, la facoltà di medicina vantava nomi altisonanti e l’Accademia degli Infiammati era frequentata tra gli altri da Pietro Aretino e Tiziano Vecellio. Di questo periodo troviamo poete come Gaspara Stampa e Veronica Franco.

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Leggiamo dal censimento operato da Toponomastica femminile nell’omonimo sito, che le strade, i larghi, le piazze a Cosenza sono 955, di cui appena 48 dedicate a donne, a cui si aggiungono un giardino in memoria di Matilde Serao e un parco per Grazia Deledda.

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Molte strade di Ascoli Piceno non si chiamano vie, ma rue. L’etimologia è molto incerta e discussa, ma sono la caratteristica del centro storico: strette, alcune tortuose, buie, rappresentano un pezzo di medioevo ancora vissuto intensamente. Nelle ruette non batte quasi mai il sole, d’estate sono un vero toccasana contro la calura.

1. Faenza_Umilta_ridotta

Quante volte avrò percorso le strade della mia città? Per anni ho guardato le stesse piazze, i corsi, i viali, le vie e i vicoli più reconditi del centro storico posando gli occhi sulle targhe di ceramica che contrassegnano questi luoghi. I nomi che si leggono, così per abitudine, restano nomi ma è quando ci si inizia a porre domande che diventano storia! Certo direte che non è poi questa grande scoperta, ma non crediate sia così facile. 

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Ci sono molti modi per conoscere una città. La prima cosa che facciamo quando dobbiamo visitare un nuovo territorio alla scoperta dei nostri punti di interesse è affidarci a uno stradario. Ma lo stradario non è uno strumento neutro che ci condurrà solo verso destinazioni ignote.

1.Milano.Donne_partigiane.NadiaBoaretto copia 2

Negli anni del secondo conflitto mondiale le italiane hanno messo in gioco le loro vite e capovolto un sistema di valori: chiamate a far fronte alle assenze maschili nelle attività quotidiane private e pubbliche, sono uscite di casa spalancando le porte al futuro.

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Le vie sono le arterie e le vene delle città, dove scorre la vita, in cui le storie dei propri abitanti s’intrecciano e si scambiano. Ogni via ha il suo protettore, la sua guardia che dall’alto della propria targa osserva questo fiume che scorre. Si tratta di personaggi più o meno illustri, locali o di fama più ampia, che onorano con il loro nome gli angoli e i muri della scenografia urbana.