Mary Davenport–Engberg
Laura Bertolotti




Carola Pignati

 

 I coniugi Cornwall forse non avevano idea che la loro piccola Mary, nata su un carro coperto, mentre erano in viaggio dalla California alla ricerca di un posto migliore per vivere, sarebbe diventata una valente violinista, compositrice e la prima direttrice d'orchestra del suo Paese. Alla nascita della loro bambina, il 15 febbraio 1881, il reverendo John Cornwall e la moglie Mary si stabilirono a Spokane, nello Stato di Washington, cittadina che di lì a poco più di un anno sarebbe stata raggiunta e collegata dalla ferrovia, e quando poi fu investita dal gold rush, la famosa "corsa all'oro", pervenne a un maggiore sviluppo quanto ad abitanti ed economia. Ma queste vicende interessarono solo parzialmente la piccola Mary, la cui infanzia venne segnata tristemente dalla morte della madre. Per motivi vari, su cui le fonti storiche non scendono in particolari, fu adottata dai coniugi Santell Davenport, di Mount Hope, che si trasferirono presto a Bellingham, un'altra località dello Stato di Washington, già a quel tempo importante snodo ferroviario e commerciale, che dista novanta miglia da Seattle.

Piuttosto ignara del contesto geografico in cui si trovava, Mary, che era cugina della pianista Ethel Newcomb (1875-1959) e aveva in sé, come lei, il talento per la musica, aveva già stupito gli insegnanti per la sua predisposizione a questa arte. A soli diciassette anni, l'8 agosto 1898, sposò Henry Christian Engberg, anch'egli originario di Bellingham, e con lui si trasferì in Europa dove studiò violino prima a Copenhagen, con Anton Svendsen e Christian Sandby, e poi in Germania. Tenne il suo primo concerto nel 1903 proprio a Copenhagen, a cui seguì una tournée in Europa con diverse tappe, tra cui Londra; nel 1904 si esibì a New York, ma il suo debutto da solista avvenne il sabato pomeriggio del 3 dicembre 1908 con la Seattle Symphony Orchestra al Moore Theatre della città. La coppia tornò quindi a Bellingham nel 1912 dove Mary insegnò alla locale State Normal School. Mary era nata in un periodo in cui si cominciava ad accettare il violino come strumento adatto alle donne perché nell'Ottocento le musiciste potevano esibirsi solo con strumenti che permettessero loro di mantenere una postura aggraziata e decorativa, come il pianoforte. Tuttavia la violinista francese Camilla Urso (1842-1920) cominciò a minare questo stereotipo con il suo tour negli Stati Uniti del 1852 e Maud Powell (1867-1920) non fu da meno. La strada non era del tutto spianata però Mary era almeno in buona compagnia. Inoltre per le musiciste era anche piuttosto frequente, ancora all'inizio del Novecento, riscontrare problemi di inserimento nelle orchestre, perciò Mary ebbe l'idea di formare un'orchestra mista, quanto a genere, di ottantacinque elementi, con tutti gli strumenti rappresentati, a parte oboe e fagotto, che all'occorrenza venivano ingaggiati altrove. Fu un’impresa non da poco perché, come ebbe a dire lei stessa in un articolo del maggio 1917 sulla testata The Etude, prima del suo arrivo a Bellingham esistevano solo quindici musicisti in città. Dopo il suo infaticabile lavoro, gli/le studenti di musica e in particolare di violino divennero molto più numerosi di prima.

Mary Davenport–Engberg in piedi con il suo violino
Mary Davenport–Engberg fotografata nel 1927

Nell'articolo citato, a sua firma, dal titolo Come fondare un'orchestra sinfonica locale, si legge nel sottopancia:

«Nel NordOvest degli Stati Uniti si trova Bellingham, città di trentamila abitanti. In otto anni M.me Davenport-Engberg ha istruito un'orchestra che sta attirando l'attenzione nazionale. Ella ha perciò il distintivo orgoglio di essere la prima direttrice d'orchestra sinfonica del mondo».

E Mary così scrive: «Fu come sentire una chiamata sotto il cielo e raccoglierla senza perdere tempo [...]. La nostra comunità aveva bisogno di un'orchestra e io mi diedi da fare per trovare il modo di fondarne una [...]. È mia ferma convinzione che in ogni comunità si nascondano persone con cui sviluppare e costruire un'orchestra [...]. I talenti nascosti aspettano solo il tocco magico per venire alla luce. Due sono gli elementi necessari per svilupparli, l'entusiasmo e la determinazione. Con un opportuno equilibrio tra loro, gli ostacoli spariscono e si dissolve la possibilità di fallire nell'impresa». traduzione a cura della scrivente]

Così nel 1914 Mary Davenport diresse il primo concerto della Bellingham's Symphony Orchestra, diventando perciò la prima direttrice d'orchestra sinfonica del suo Paese, se non del mondo. La svolta per allargare gli orizzonti della sua carriera musicale avvenne nel 1920 quando i coniugi Davenport decisero di trasferirsi a Seattle. La locale orchestra era segnata da problemi organizzativi e finanziari e si esibiva sporadicamente, così sembrò una bella sfida per Mary prenderne la conduzione radunando decine di musicisti tra studenti, amatori e professionisti, per un totale di novanta elementi, e formare la Seattle Civic Symphony Orchestra. L'orchestra completamente rinnovata debuttò, sotto la sua guida, il 24 aprile 1921 al Metropolitan Theatre di Seattle e si guadagnò recensioni favorevoli quanto a "livello di eccellenza sorprendentemente alto" e continuò ad esibirsi nei tre anni successivi con un buon risultato di pubblico e con il completo favore dei musicisti. Poi qualcosa cambiò dopo l'ultima esibizione del 4 maggio 1924 e i giornali dell'epoca registrarono persino commenti sfavorevoli sulla sua conduzione, ma non ci sono riferimenti che facciano pensare a preoccupazioni in tal senso da parte di Mary. Dopo una pausa di due anni, sotto la guida di Karl Krueger e il nuovo nome di Seattle Symphony Orchestra, ripresero le esibizioni. Dato il cambio di denominazione, sorsero alcune dispute storiche intorno alla facoltà di inserire Mary Davenport a pieno titolo fra i suoi direttori. Gli ultimi sviluppi di questa intricata vicenda vedono però nel 2003 la compilazione di un elenco che parte dal 1903, cioè dalla fondazione, e in quella lista, tra John Spargur, che finì il suo incarico nel 1921, e Karl Krueger, che subentrò nel 1926, si attesta saldamente la direzione da parte di Mary Davenport-Engberg, tra il 1921 e il 1924.

Mary Davenport–Engberg al pianoforte
Mary Davenport–Engberg mentre suona il violino

Intanto Mary aveva avuto e cresciuto due figli, aveva fondato e si era esibita con il Davenport-Engberg Quintet, fu cofondatrice della Seattle Civic Opera Association nel 1932 e continuò a insegnare alla sua Engberg School of Music (al n.1702 di Belmont Avenue a Seattle's Capitol Hill) fino alla morte avvenuta il 23 gennaio 1951, a Seattle. Gli importanti obiettivi che raggiunse e il suo impegno a favore delle musiciste furono di riferimento per tutto il XX secolo e segnarono un importante passo avanti per le pari opportunità in campo musicale.


Traduzione francese

Guenoah Mroue

Les époux Cornwall n’avaient peut-être aucune idée que leur petite Mary, née sur un char couvert, voyageant depuis la Californie à la recherche d’un meilleur endroit pour vivre, deviendrait une violoniste, compositrice et première chef d’orchestre de son pays. À la naissance de leur fille, le 15 février 1881, le révérend John Cornwall et sa femme Mary s’installèrent à Spokane, dans l’État de Washington, une petite ville qui, à un peu plus d’un an, serait rejointe et reliée par le chemin de fer, et quand elle fut frappée par la ruée, la fameuse "ruée vers l’or" aboutit à un plus grand développement en termes d’habitants et d’économie. Mais ces événements ne touchèrent que partiellement la petite Mary, dont l’enfance fut tristement marquée par la mort de sa mère. Pour des raisons diverses, sur lesquelles les sources historiques ne descendent pas en particulier, elle fut adoptée par les époux Santell Davenport, de Mount Hope, qui s’installèrent bientôt à Bellingham, une autre localité de l’État de Washington, déjà à cette importante jonction ferroviaire et commerciale, C’est à 100 km de Seattle.

Plutôt ignorante du contexte géographique dans lequel elle se trouvait, Mary, qui était la cousine de la pianiste Ethel Newcomb (1875-1959) et avait, comme elle, le talent pour la musique, avait déjà étonné les enseignants de sa prédisposition à cet art. À seulement dix-sept ans, le 8 août 1898, elle épouse Henry Christian Engberg, également originaire de Bellingham, et avec lui, elle s’installe en Europe où elle étudie le violon d’abord à Copenhague, avec Anton Svendsen et Christian Sandby, puis en Allemagne. Elle donne son premier concert en 1903 à Copenhague, suivi d’une tournée en Europe avec plusieurs étapes, dont Londres; en 1904, elle se produit à New York, mais ses débuts en solo ont eu lieu le samedi après-midi du 3 décembre 1908 avec l’Orchestre symphonique de Seattle au Moore Theatre de la ville. Le couple retourne ensuite à Bellingham en 1912 où Mary enseigne à la State Normal School. Mary était née à une époque où l’on commençait à accepter le violon comme instrument adapté aux femmes car au XIXe siècle, les musiciennes ne pouvaient jouer qu’avec des instruments qui leur permettaient de maintenir une posture gracieuse et décorative, comme le piano. Cependant, la violoniste française Camilla Urso (1842-1920) commence à saper ce stéréotype avec sa tournée aux États-Unis en 1852 et Maud Powell (1867-1920) n’est pas en reste. La route n’était pas complètement ouverte, mais Mary était au moins en bonne compagnie. De plus, au début du XXe siècle, les musiciens rencontraient souvent des problèmes d’intégration dans les orchestres, aussi Mary eut-elle l’idée de former un orchestre mixte de quatre-vingt-cinq éléments, avec tous les instruments représentés, à part le hautbois et le basson, qui étaient engagés ailleurs. Ce fut un exploit remarquable car, comme elle l’a elle-même dit dans un article de mai 1917 dans le journal The Etude, avant son arrivée à Bellingham, il n’y avait que quinze musiciens dans la ville. Après son inlassable travail, les étudiants en musique et en particulier en violon devinrent beaucoup plus nombreux qu’auparavant.

Mary Davenport–Engberg marchant avec son violon
Mary Davenport–Engberg photographiée en 1927

Dans l’article cité, à sa signature, intitulé Comment fonder un orchestre symphonique local, on peut lire dans la souabe:

«Dans le nord-ouest des États-Unis se trouve Bellingham, ville de trente mille habitants. En huit ans M.me Davenport-Engberg a instruit un orchestre qui attire l’attention nationale. Elle a donc la fierté d’être la première chef d’orchestre symphonique du monde».

Et Mary écrit ainsi : «Ce fut comme entendre un appel sous le ciel et le recueillir sans perdre de temps [...]. Notre communauté avait besoin d’un orchestre et j’ai travaillé dur pour trouver un moyen d’en fonder un [...]. Je suis fermement convaincu que dans chaque communauté se cachent des personnes avec lesquelles développer et construire un orchestre [...]. Les talents cachés n’attendent que la touche magique pour sortir. Deux éléments sont nécessaires pour les développer, l’enthousiasme et la détermination. Avec un juste équilibre entre eux, les obstacles disparaissent et la possibilité de faire faillite dans l’entreprise se dissout». traduction par l’auteur].

En 1914, Mary Davenport dirige le premier concert de l’Orchestre symphonique de Bellingham, devenant ainsi la première chef d’orchestre symphonique de son pays, voire du monde. Le tournant pour élargir les horizons de sa carrière musicale a eu lieu en 1920 lorsque les époux Davenport ont décidé de déménager à Seattle. L’orchestre local était marqué par des problèmes organisationnels et financiers et se produisait sporadiquement, il semblait donc un beau défi pour Mary d’en prendre la direction en réunissant des dizaines de musiciens entre étudiants, amateurs et professionnels, pour un total de quatre-vingt-dix éléments, et former le Seattle Civic Symphony Orchestra. L’orchestre entièrement rénové a fait ses débuts, sous sa direction, le 24 avril 1921 au Metropolitan Theatre de Seattle et a reçu des critiques favorables quant au "niveau d’excellence étonnamment élevé" et a continué à se produire dans les trois années suivantes avec un bon résultat du public et avec la faveur complète des musiciens. Ensuite, quelque chose a changé après la dernière exposition du 4 mai 1924 et les journaux de l’époque ont même enregistré des commentaires défavorables sur sa conduite, mais il n’y a aucune référence à des préoccupations de Mary à cet égard. Après une pause de deux ans, sous la direction de Karl Krueger et le nouveau nom de Seattle Symphony Orchestra, les représentations reprennent. En raison du changement de nom, des disputes historiques ont éclaté autour de la faculté d’inclure Mary Davenport à part entière parmi ses directeurs. Les derniers développements de cette histoire complexe voient cependant en 2003 la compilation d’une liste qui part de 1903, c’est-à-dire de la fondation, et dans cette liste, entre John Spargur, qui a terminé son mandat en 1921, et Karl Krueger, qui a succédé en 1926, Mary Davenport-Engberg assure la direction entre 1921 et 1924.

Mary Davenport–Engberg au piano
Mary Davenport–Engberg jouant du violon

Pendant ce temps, Mary a eu et élevé deux enfants, a fondé et joué avec le Quintet de Davenport-Engberg, a cofondé la Seattle Civic Opera Association en 1932 et a continué à enseigner à sa Engberg School of Music (au nº1702 de l’avenue Belmont à Seattle) jusqu’à sa mort le 23 janvier 1951 à Seattle. Les objectifs importants qu’elle a atteints et son engagement en faveur des musiciennes ont été de référence tout au long du XXe siècle et ont marqué une avancée importante pour l’égalité des chances dans le domaine musical.


Traduzione inglese

Syd Stapleton

Mr. and Mrs. Cornwall may have had no idea that their little Mary, born in a covered wagon while traveling from California in search of a better place to live, would become a talented violinist, composer and her country's first female conductor. Upon the birth of their child, on February 15, 1881, Reverend John Cornwall and his wife Mary settled in Spokane in Washington State, a town that within a little more than a year would be reached and connected by the railroad. When it was later hit by a famous "gold rush," it reached greater development as far as its population and economy were concerned. But these events only partially affected little Mary, whose childhood was sadly marked by the death of her mother. For various reasons, on which the historical sources do not go into detail, she was adopted by Mr. and Mrs. Santell Davenport, of Mount Hope, who soon moved to Bellingham, another locality in Washington State, already at that time an important railroad and commercial hub, ninety miles north of Seattle.

Rather oblivious to her geographical surroundings, Mary was a cousin of pianist Ethel Newcomb (1875-1959), who had, like her, a talent for music. Mary had already astonished her teachers by her aptitude for the art. When she was only seventeen, on August 8, 1898, she married Henry Christian Engberg, also a native of Bellingham, and with him she moved to Europe where she studied violin first in Copenhagen, with Anton Svendsen and Christian Sandby, and then in Germany. She gave her first concert in 1903 in Copenhagen, which was followed by a tour of Europe with several stops, including London. In 1904 she performed in New York, but her solo debut came on a Saturday afternoon, December 3, 1908, with the Seattle Symphony Orchestra at the city's Moore Theatre. The couple then returned to Bellingham in 1912, where Mary taught at the local State Normal School. Mary was born at a time when the violin was just beginning to be accepted as a suitable instrument for women, because in the 19th century female musicians could only perform on instruments, such as the piano, that allowed them to maintain a graceful and decorative posture. However, French violinist Camilla Urso (1842-1920) began to undermine this stereotype with her 1852 tour of the United States, and Maud Powell (1867-1920) was no different. The road was not entirely paved, but at least Mary was in good company. Still in the early twentieth century, it was also quite common for female musicians to encounter problems finding a way into into orchestras, so Mary had the idea of forming a gender-mixed orchestra, of eighty-five players, with all instruments represented except oboe and bassoon, which were hired elsewhere when necessary. This was no small feat because, as she herself had said in a May 1917 article in The Etude newspaper, there were only fifteen musicians in the city before her arrival in Bellingham. After her tireless work, the students of music and particularly of violin became much more numerous than before.

Mary Davenport–Engberg standing with her violin
Mary Davenport–Engberg photographed in 1927

In the article under her signature mentioned above, entitled How to Start a Local Symphony Orchestra, we read in the introduction:

"In the Northwest of the United States is Bellingham, a city of thirty thousand inhabitants. In eight years Madame Davenport-Engberg has instructed an orchestra that is attracting national attention. She therefore has the distinctive pride of being the world's first female symphony orchestra conductor."

And Mary writes, "It was like hearing a call from heaven and taking it up without wasting time [...]. Our community needed an orchestra, and I set out to find a way to establish one [...]. It is my firm belief that in every community there are hidden people with whom to develop and build an orchestra [...]. Hidden talents are just waiting for the magic touch to come to light. Two elements are needed to develop them, enthusiasm and determination. With an appropriate balance between them, the obstacles disappear and the possibility of failure in the undertaking vanishes."

Thus in 1914 Mary Davenport conducted the first concert of Bellingham's Symphony Orchestra, becoming the first female symphony orchestra conductor in her country, if not the world. The turning point for broadening the horizons of her musical career came in 1920 when Mr. and Mrs. Davenport decided to move to Seattle. The local orchestra was marked by organizational and financial problems and was performing sporadically, so it seemed quite a challenge for Mary to take over its conducting by gathering dozens of musicians including students, amateurs and professionals, a total of ninety players, and form the Seattle Civic Symphony Orchestra. The completely revamped orchestra debuted, under her leadership, on April 24, 1921 at Seattle's Metropolitan Theatre and earned favorable reviews as to a "surprisingly high level of excellence" and continued to perform over the next three years to public acclaim and complete favor with the musicians. Then something changed after her last performance on May 4, 1924, and newspapers of the time even recorded unfavorable comments about her conducting, but there are no references to suggest any such concerns on Mary's part. After a two-year hiatus, under the leadership of Karl Krueger and with a new name, The Seattle Symphony Orchestra, performances resumed. Given the name change, some historical disputes arose around whether Mary Davenport could be fully included among its directors. The latest developments in this tangled affair, however, saw in 2003 the compilation of a list starting in 1903, i.e., the founding, and in that list, between John Spargur, who ended his tenure in 1921, and Karl Krueger, who took over in 1926, Mary Davenport-Engberg's directorship between 1921 and 1924 is firmly attested to.

Mary Davenport–Engberg on piano
Mary Davenport–Engberg playing the violin

Meanwhile, Mary had and raised two children, founded and performed with the Davenport-Engberg Quintet, co-founded the Seattle Civic Opera Association in 1932, and continued to teach at her Engberg School of Music (at 1702 Belmont Avenue in Seattle's Capitol Hill district) until her death on January 23, 1951, in Seattle. The important goals she achieved and her commitment to women musicians were a landmark throughout the 20th century and marked an important step forward for equal opportunity in music.


Traduzione spagnola

Vanessa Dumassi

Quizá el Sr. y la Sra. Cornwall no tuvieran ni idea de que su pequeña Mary –nacida en un carro cubierto mientras viajaban desde California en busca de un lugar mejor donde vivir– se convertiría en una violinista de talento, compositora y primera directora de orquesta de su país. Cuando nació su hija, el 15 de febrero de 1881, el reverendo John Cornwall y su esposa Mary se establecieron en Spokane (Washington, USA), ciudad a la que poco más de un año más tarde llegaría el ferrocarril, y que, al verse afectada por "la fiebre del oro", alcanzó un mayor desarrollo en cuanto a habitantes y economía. Pero estos acontecimientos sólo afectaron parcialmente a la pequeña Mary, cuya infancia estuvo tristemente marcada por la muerte de su madre. Por distintas razones, sobre las que las fuentes históricas no entran en detalles, fue adoptada por el Sr. y la Sra. Santell Davenport, de Mount Hope, que pronto se trasladaron a Bellingham, otra localidad del estado de Washington, ya por entonces un importante nudo ferroviario y comercial, a noventa millas de Seattle.

Poco consciente del contexto geográfico en el que se encontraba, Mary, que era prima de la pianista Ethel Newcomb (1875-1959) y tenía, como ella, talento para la música, ya había asombrado a sus profesores con su aptitud para dicha arte. Con sólo diecisiete años, el 8 de agosto de 1898, se casó con Henry Christian Engberg, de Bellingham, y con él se trasladó a Europa, donde estudió violín primero en Copenhague, con Anton Svendsen y Christian Sandby, y luego en Alemania. Su primer concierto tuvo lugar en 1903 en Copenhague, al que siguió una gira por Europa con varias paradas, entre ellas Londres; en 1904 actuó en Nueva York, pero su primer estreno como solista tuvo lugar por la tarde del sábado 3 de diciembre de 1908 con la Orquesta Sinfónica de Seattle en el Moore Theatre de la ciudad. La pareja regresó a Bellingham en 1912, donde Mary empezó a enseñar en la Escuela Normal Estatal. Mary nació en una época en la que el violín empezaba a aceptarse como instrumento adecuado para las mujeres, ya que en el siglo XIX las músicas sólo podían tocar instrumentos que les permitieran mantener una postura grácil y decorativa, como el piano. Sin embargo, la violinista francesa Camilla Urso (1842-1920) empezó a desmentir este estereotipo con su tour de 1852 por Estados Unidos y Maud Powell (1867-1920) no fue menos. El camino no estaba libre de obstáculos, pero Mary al menos se encontraba en buena compañía. También era bastante común, a principios del siglo XX, que las mujeres tuvieran problemas para integrarse en las orquestas, así que a Mary se le ocurrió la idea de formar una orquesta mixta de ochenta y cinco músicos y músicas, en la que estuvieran representados todos los instrumentos, salvo el oboe y el fagot, que se reclutaban solamente cuando era necesario. No fue una hazaña sencilla porque, como ella misma dijo en un artículo de mayo de 1917 publicado en The Etude, antes de su llegada a Bellingham sólo había quince músicos en la ciudad. Tras su incansable labor, el número de estudiantes de música y, en particular, de violín aumentó mucho respecto al pasado.

Mary Davenport–Engberg de pie con su violín
Mary Davenport–Engberg fotografiada en 1927

En el subtítulo del artículo citado, firmado por ella, titulado Cómo fundar una orquesta sinfónica local, leemos:

«En el noroeste de Estados Unidos se encuentra Bellingham, una ciudad de treinta mil habitantes. En ocho años, Mme Davenport-Engberg ha formado una orquesta que atrae la atención nacional. Tiene el orgullo de ser la primera directora de orquesta sinfónica del mundo».

Y así lo escribe Mary: «Fue como oír una llamada bajo el cielo y atenderla sin perder tiempo [...]. Nuestra comunidad necesitaba una orquesta y trabajé duro para encontrar la manera de fundarla [...]. Creo firmemente que en cada comunidad hay personas con las que desarrollar y construir una orquesta [...]. Hay talentos ocultos esperando a que salga a la luz el toque mágico. Para desarrollarlos se necesitan dos elementos: entusiasmo y determinación. Con un equilibrio adecuado entre ellos, los obstáculos desaparecen y la posibilidad de fracaso se disuelve».

Así que en 1914 Mary Davenport dirigió el primer concierto de la Orquesta Sinfónica de Bellingham, convirtiéndose de este modo en la primera directora sinfónica de su país, mejor aún del mundo. El momento decisivo para ampliar los horizontes de su carrera musical llegó en 1920, cuando el Sr. y la Sra. Davenport decidieron trasladarse a Seattle. La orquesta local tenía problemas organizativos y financieros y actuaba esporádicamente, por lo que a Mary le pareció todo un reto asumir su dirección reuniendo a docenas de músicos y músicas entre estudiantes, aficionados/as y profesionales, hasta un total de noventa músicos y músicas, y formar la Orquesta Sinfónica Cívica de Seattle. La orquesta, completamente renovada, debutó bajo su dirección el 24 de abril de 1921 en el Metropolitan Theatre de Seattle y obtuvo críticas favorables por su "asombroso nivel de excelencia", y siguió actuando durante los tres años siguientes con el beneplácito del público y el favor absoluto de los músicos y las músicas. Algo cambió después de la última representación, el 4 de mayo de 1924: los periódicos de la época llegaron incluso a registrar comentarios desfavorables sobre su dirección, pero no hay referencias a ninguna preocupación de este tipo por parte de Mary. Tras un descanso de dos años, bajo la dirección de Karl Krueger y el nuevo nombre de Orquesta Sinfónica de Seattle, se reiniciaron las actuaciones. Dado el cambio de nombre, surgieron algunas disputas históricas sobre si Mary Davenport debía ser incluida entre los directores y las directoras. Sin embargo, los últimos acontecimientos en este enrevesado asunto vieron la recopilación en 2003 de una lista que comienza en 1903, es decir, desde su fundación, en la cual se pueden leer los nombres de John Spargur –que terminó su mandato en 1921–, Karl Krueger –que asumió el cargo en 1926–, hasta la dirección de Mary Davenport-Engberg que queda firmemente establecida entre 1921 y 1924.

Mary Davenport–Engberg al piano
Mary Davenport–Engberg tocando el violín

Mientras tanto, Mary había tenido y criado a dos hijos, fundado y actuado con el Quinteto Davenport-Engberg, cofundado la Asociación de la Ópera Cívica de Seattle en 1932 y siguió enseñando en su Escuela de Música Engberg (en el 1702 de Belmont Avenue, en el Capitol Hill de Seattle) hasta su muerte, el 23 de enero de 1951, en Seattle. Los importantes objetivos que alcanzó y su compromiso con las mujeres músicas marcaron un hito en todo el siglo XX y supusieron un importante paso adelante para la igualdad de oportunidades en la música.

 

Ethel Leginska
Elisa Pasqualotto




Carola Pignati

 

 Il riconoscimento del merito e dell’importanza artistica della musicista e direttrice d’orchestra Ethel Leginska si è sviluppato soprattutto negli anni successivi alla sua morte. Nel corso della vita la sua reputazione non rimase sempre alta, anzi fu spesso oggetto di forti critiche e venne relegata in un ruolo minore, anche per il suo essere donna in un ambito fino a quel momento destinato e dominato solo dagli uomini. Oggi, più di cinquant’anni dopo la sua dipartita, la sua storia è quasi dimenticata. Tuttavia, grazie al lavoro di appassionate, appassionati, e di altre e altri musicisti sta ricevendo il successo che in vita non ha potuto sperimentare completamente. Tra le più talentuose musiciste del XX secolo, Ethel Liggins nacque a Hull, nello Yorkshire, il 13 aprile 1886. La sua passione per la musica si incanalò nello studio del pianoforte, della composizione e della direzione d’orchestra. Il debutto pubblico avvenne all’età di soli dieci anni, quando arrivò a esibirsi al pianoforte sul palco della Queen’s Hall a Londra. Grazie all’aiuto economico della moglie di un ricco mercante e proprietario di navi, rimasta impressionata dalla bambina prodigio, Ethel frequentò il Conservatorio Hoch di Francoforte, dove studiò con i maestri più importanti di quel periodo: pianoforte con James Kwast, composizione con Bernhard Sekles e Iwan Knorr. A Vienna studiò con il pianista polacco Theodor Leschetizky, altrettanto significativo come esecutore e docente.

Nel 1906 assunse lo pseudonimo di Ehel Leginska per le sue performance in Europa, sotto consiglio di lady Maud Warrender, perché – in un’era in cui i migliori musicisti del mondo erano russi o polacchi – un nome del genere sarebbe risultato più accattivante e avrebbe portato vantaggi allo sviluppo della sua carriera; infatti tenne questo cognome per tutto il suo percorso artistico. L’associazione con il mondo della musica polacca e russa è evidente anche nel soprannome che le venne dato da parte della stampa in occasione del debutto negli Stati Uniti, “la Paderewski delle pianiste”. Anche questo però testimonia la poca presenza di figure femminili nell’ambiente e il continuo paragone con esecutori uomini. In quegli anni sposò Emerson Whithorne, un musicista che aveva conosciuto e frequentato a Vienna, durante i suoi studi. Con lui si esibì diverse volte, soprattutto in pezzi a quattro mani per il pianoforte composti da lei stessa. La storia tra i due non durò molto, tanto che nel 1910 si separarono e divorziarono ufficialmente nel 1916. In seguito, Leginska intraprese una lunga lotta per la custodia del figlio Cedric, che la portò a impegnarsi ancora di più nell’attivismo femminista. Si pronunciò sulle opportunità inadeguate date alle donne, che sacrificavano sé stesse e le proprie carriere per il «bene della famiglia», pronte ad arrendersi «con il corpo e con l’anima» al marito e ai figli. Osservò inoltre come gli uomini apprezzassero le donne di successo nell’ambito delle performance artistiche ma allo stesso tempo ripudiassero quelle stesse donne nel ruolo di mogli. Secondo Leginska, quindi, una donna non può realmente conciliare il ruolo di madre e moglie con una carriera, in quanto colei che svolge un’attività lavorativa e artistica non può essere «altruista» (unselfish in originale).

Fu soprattutto negli Stati Uniti che il suo successo e la sua popolarità raggiunsero livelli assai alti, anche grazie alla spettacolarità delle esibizioni. Il palco veniva allestito con molta cura e con una forte dose di creatività: le luci e le decorazioni erano poste e direzionate in modo da concentrare l’attenzione del pubblico sull’artista. Inoltre, a interessare ancora di più spettatori e spettatrici era l’anticonformismo di Leginska negli abiti, che preferiva di foggia maschile e che ben presto vennero emulati dalle sue fan più giovani. Il suo modo di vestire “eccentrico” per l’epoca era accentuato dalla sua apparenza minuta e giovanile, che contribuiva a impressionare pubblico e critica. Il suo obiettivo e il suo desiderio, dichiarò lei, erano quelli di farsi spazio in un mondo su misura per gli uomini. Indossando vestiti maschili, le donne in quel periodo modificavano le aspettative verso il ruolo che in teoria sarebbe stato loro assegnato. Questo si poneva in pieno contrasto con l’abbigliamento tipico delle artiste virtuose degli anni precedenti, che preferivano una moda che enfatizzava la loro femminilità. Invece Leginska fece sue le scelte di vestire di nero, quasi come se fosse un prolungamento del proprio strumento musicale, e di utilizzare abiti da uomo, come parte integrante dello spettacolo.

Il suo aspetto ovviamente non suscitò solo reazioni positive. Per esempio, nel 1915 sul New York Press venne pubblicato un articolo il cui titolo recitava Energetic English Pianiste Tries Hard as She Can to Be Like a Man; Wears Short Hair, Mannish Suite with Long Sleeves. Nello stesso periodo il neurologo viennese Krafft-Ebing si pronunciò contrario a un tale comportamento, ritenendolo anormale e addirittura sintomo di un disordine mentale, paragonandolo, come versione femminile, ai cosiddetti “uomini effeminati”, definizione che descriveva in modo dispregiativo quei maschi che avevano atteggiamenti non propriamente in linea con le caratteristiche virili. Le idee di Leginska su capelli, vestiti e soprattutto sulla carriera riflettevano l’immagine tipica della “nuova donna” degli anni Dieci e Venti: una donna che preferiva alle regole imposte dalla moda la praticità e la comodità, che si batteva per l’indipendenza economica dai parenti uomini, che iniziava ad assumere comportamenti “non consoni alla figura femminile”, per esempio fumando o usando un linguaggio disinibito. Si espose su diverse questioni con opinioni apertamente femministe. A differenza di Fannie Bloomfield-Ziesler (pianista austriaca, naturalizzata statunitense), la quale “rassicurò” il pubblico che l’attività di musicista non avrebbe interferito con i suoi obblighi domestici di moglie, Ethel Leginska criticò fortemente l’educazione delle bambine, sempre costrette a dover rispettare il ruolo precostituito. Era invece necessario che già da piccole esse fossero spronate a seguire le proprie strade, con coraggio e audacia, in modo da abbandonare “i cammini già percorsi”, in cui le donne erano sempre rimaste in disparte.

La popolarità di Ethel Leginska era dunque legata non solo alle sue capacità di musicista e compositrice, ma pure alla sua personalità magnetica e affascinante. Anche come direttrice d’orchestra attirò molte attenzioni. I suoi studi in questo campo, iniziati nel 1923, vennero affrontati con Eugen Goossens e con Robert Heger, direttore della Bavarian State Opera a Monaco. Leginska iniziò a dirigere alcune tra le più grandi e importanti orchestre d’Europa: da Monaco a Parigi, da Londra a Berlino. Il debutto negli Stati Uniti avvenne nel 1925 con la New York Symphony Orchestra, alla Carnegie Hall. Già dal 1909, tuttavia, aveva iniziato a soffrire di crolli nervosi, tanto che nel 1926 prese la decisione di ritirarsi dai concerti come esecutrice e di concentrarsi invece solo sull’insegnamento, sulla composizione e sulla direzione.

Si distinse anche nel ruolo di organizzatrice: con energia e determinazione fondò la Boston Phillarmonic Orchestra, occupandosi sia della parte musicale, reclutando gli/le artisti/e, sia della parte economico-finanziaria, che rappresentò la fonte degli ostacoli più importanti alla sopravvivenza dell’orchestra. In quello stesso periodo, la Massachusetts State Federation of Women’s Club aveva fondato la Boston Women’s Symphony, un ensemble di musiciste tra i 14 e i 65 anni, che Ethel diresse. Dal 1926 e per tutti gli anni Trenta si occupò della direzione di molte orchestre, anche nel caso di opere liriche, come Madama Butterfly e Rigoletto. Il 23 novembre 1935 produsse e diresse una sua opera, Gale. Nelle carriere delle direttrici d’orchestra questa scelta di dedicarsi a un certo punto alle opere liriche è in realtà piuttosto comune: Judith Somogi ironicamente disse che il motivo era che in quel modo non venivano viste dal pubblico e non venivano giudicate.

Alla fine degli anni Trenta le sue opportunità di direzione iniziarono a diminuire. Decise quindi di tornare in Europa dove impartì lezioni di pianoforte a Londra e Parigi. Nel 1939 si trasferì a Los Angeles, in cui aprì una scuola di pianoforte e divenne un’insegnante affermata. Nel 1957 diresse di nuovo un’orchestra, che eseguì la sua prima opera lirica: The Rose and the Ring, scritta nel 1932. Continuò a insegnare pianoforte per tutto il resto della sua vita, fino al 26 febbraio 1970, quando morì a Los Angeles.


Traduzione inglese

Syd Stapleton

Recognition of the artistic merit and importance of musician and conductor Ethel Leginska developed mainly in the years following her death. In the course of her life, her reputation did not always remain high. On the contrary, she was often the subject of strong criticism and was relegated to a minor role, partly because of her being a woman in a field hitherto intended for and dominated only by men. Today, more than fifty years after her death, her story is almost forgotten. However, thanks to the work of female fans, enthusiasts, and other musicians she is achieving the success she was unable to fully experience in life. Among the most talented female musicians of the 20th century, Ethel Liggins was born in Hull, Yorkshire, on April 13, 1886. Her passion for music was channeled into the study of piano, composition and conducting. Her public debut came at the age of only ten, when she got to perform on the piano stage at Queen's Hall in London. Thanks to the financial help of the wife of a wealthy merchant and ship owner, who was impressed by the child prodigy, Ethel attended the Hoch Conservatory in Frankfurt, where she studied with the leading masters of that period: piano with James Kwast, composition with Bernhard Sekles and Iwan Knorr. In Vienna she studied with Polish pianist Theodor Leschetizky, who was equally significant as a performer and teacher.

In 1906 she assumed the pseudonym Ethel Leginska for her performances in Europe, on the advice of Lady Maud Warrender, because-in an era when the world's best musicians were Russian or Polish - a name like that would have been more appealing and would have benefited the development of her career. She kept this surname throughout her artistic career. The association with the world of Polish and Russian music is also evident in the nickname she was given by the press on the occasion of her debut in the United States, "the Paderewski of pianists." Even this, however, testifies to the small presence of female figures in the milieu and the constant comparison with male performers. In those years she married Emerson Whithorne, a musician she had met and frequented in Vienna during her studies. She performed with him several times, mostly in four-handed pieces for the piano composed by herself. The affair between the two did not last long, so much so that they separated in 1910 and officially divorced in 1916. Thereafter, Leginska waged a long struggle for custody of her son Cedric, which led her to become even more involved in feminist activism. She spoke out on the inadequate opportunities given to women, who sacrificed themselves and their careers for the "good of the family," ready to surrender "with body and soul" to their husbands and children. She also observed how men valued successful women in the sphere of artistic performance but at the same time repudiated those same women in the role of wives. According to Leginska, therefore, a woman cannot really reconcile the role of mother and wife with a career, as the one who performs work and art cannot be “unselfish”.

It was especially in the United States that her success and popularity reached very high levels, partly due to the spectacular nature of her performances. The stage was set up with great care and a strong dose of creativity. Lights and decorations were placed and directed in such a way as to focus the audience's attention on the performer. Of even greater interest to spectators and onlookers was Leginska's nonconformity in her clothes, which she preferred to be masculine in style and were soon emulated by her younger fans. Her "eccentric" way of dressing for the time was accentuated by her petite, youthful appearance, which helped to impress audiences and critics alike. Her goal and desire, she declared, was to make room for herself in a world tailored for men. By wearing men's clothes, women at that time were altering expectations toward the role that would theoretically be assigned to them. This stood in complete contrast to the typical attire of the virtuoso female artists of earlier years, who preferred fashion that emphasized their femininity. Instead, Leginska made her choices to dress in black, almost as if it were an extension of her musical instrument, and to use men's clothing as an integral part of the performance.

Her appearance obviously did not elicit only positive reactions. For example, in 1915 an article was published in the New York press whose headline read, “Energetic English Pianist Tries Hard as She Can to Be Like a Man; Wears Short Hair, Mannish Suite with Long Sleeves.” At the same time, the Viennese neurologist Krafft-Ebing spoke out against such behavior, deeming it abnormal and even a symptom of a mental disorder, comparing it, as a female version, to so-called "effeminate men," a definition that derogatorily described those males who had attitudes not quite in keeping with “manly” characteristics. Leginska's ideas about hair, clothes, and especially career reflected the typical image of the "new woman" of the 1910s and 1920s - women who preferred practicality and comfort to the rules imposed by fashion, who fought for economic independence from male relatives, and who began to engage in behaviors "not in keeping with the feminine figure," for example, smoking or using uninhibited language. She expounded on several issues with openly feminist views. Unlike Fannie Bloomfield-Ziesler (Austrian pianist, naturalized U.S. citizen), who "reassured" the public that her activity as a musician would not interfere with her domestic obligations as a wife, Ethel Leginska strongly criticized the upbringing of little girls, who were always forced to have to comply with the pre-established role. Instead, it was necessary that from an early age they be spurred on to follow their own paths, with courage and boldness, so as to abandon "the paths already taken," in which women had always remained on the sidelines.

Ethel Leginska's popularity was thus linked not only to her skills as a musician and composer, but also to her magnetic and charming personality. As a conductor, too, she attracted much attention. Her studies in this field, which began in 1923, were tackled with Eugen Goossens and Robert Heger, conductor of the Bavarian State Opera in Munich. Leginska began conducting some of the largest and most important orchestras in Europe: from Munich to Paris, from London to Berlin. Her U.S. debut came in 1925 with the New York Symphony Orchestra, at Carnegie Hall. As early as 1909, however, she had begun to suffer from nervous breakdowns, so much so that in 1926 she made the decision to retire from concerts as a performer and to concentrate instead only on teaching, composing and conducting. She also distinguished herself in the role of organizer: with energy and determination she founded the Boston Philharmonic Orchestra, dealing with both the musical side, recruiting the performers, and the financial side, which was the source of the most important obstacles to the orchestra's survival. At that same time, the Massachusetts State Federation of Women's Clubs had founded the Boston Women's Symphony, an ensemble of female musicians between the ages of 14 and 65, which Ethel directed. From 1926 and throughout the 1930s she was responsible for conducting many orchestras, including in the case of operas such as Madama Butterfly and Rigoletto. On November 23, 1935, she produced and conducted her own opera, Gale. In the careers of female conductors, her choice to devote herself at some point to operas was actually quite common - Judith Somogi ironically said the reason was that in that way they were not seen by the public and were not judged.

In the late 1930s her directing opportunities began to diminish. She then decided to return to Europe where she gave piano lessons in London and Paris. In 1939 she moved to Los Angeles, where she opened a piano school and became an established teacher. In 1957 she again directed an orchestra, which performed her first opera, The Rose and the Ring, written in 1932. She continued to teach piano throughout the rest of her life, until February 26, 1970, when she died in Los Angeles.


Traduzione spagnola

Erika Incatasciato

El reconocimiento que merece y la importancia artística de la música y directora de orquesta Ethel Leginska creció principalmente tras su muerte. Durante su vida, su reputación no siempre se mantuvo alta, de hecho, fue objeto de fuertes críticas y fue relegada a un papel secundario, por ser mujer en un ámbito hasta entonces asignado a los hombres y dominado por ellos. Hoy, más de cincuenta años tras su muerte, su historia resulta casi olvidada. Sin embargo, gracias al trabajo de apasionadas y apasionados y de otras músicas y otros músicos, está cosechando el éxito que no pudo disfrutar plenamente en vida. Entre las más talentosas músicas del siglo XX, Ethel Liggins nació en Hull, en Yorkshire el 13 de abril de 1886. Su pasión por la música se canalizó en el estudio del piano, de la composición y la dirección de orquesta. Debutó públicamente a la temprana edad de diez años, cuando se exhibió con el piano en el escenario de Queen’s Hall en Londres. Gracias a la ayuda económica de la esposa de un magnate naviero, que se quedó impresionada por la niña prodigio, Ethel asistió al conservatorio Hoch en Frankfurt, donde estudió con los maestros más destacados de aquella época: estudió piano con James Kwast y composición con Bernard Sekles y Iwan Knorr. También estudió en Viena con el pianista polaco Theodor Leschetizky, igual de importante como intérprete y maestro.

En 1906 asumió el seudónimo Ethel Leginska en sus actuaciones en Europa, por sugerencia de Lady Maud Warrender, ya que –en la época donde los mejores músicos del mundo eran rusos o polacos– se creía que dicho nombre sería más atractivo y beneficiaría su carrera; por lo tanto, mantuvo este apellido a lo largo de su carrera artística. La asociación con el mundo de la música polaca y rusa también resulta claro con el apodo que la prensa le dio cuando debutó en los Estados Unidos «La Paderewski de las pianistas». Sin embargo, esto también testimonia la escasa presencia de figuras femeninas en el ámbito y la continua comparación con los intérpretes masculinos. En aquellos años se casó con Emerson Whithorne, un músico que conoció en Viena mientras estudiaba. A veces actuaban juntos y, sobre todo, interpretaban piezas para dos pianos compuestas por ella misma. Su relación no duró mucho, tanto que se separaron en 1910 y oficializaron su divorcio en 1916. Más tarde, Leginska llevó a cabo una larga lucha por la custodia de su hijo Cedric, lo que la llevó a involucrarse aún más en el activismo feminista. Se pronunció contra las oportunidades inadecuadas de las mujeres que se sacrificaban a sí mismas y sus carreras por el «bien de la familia» y que estaban dispuestas a entregarse con «cuerpo y alma» a sus esposos e hijos. También observó que los hombres apreciaban las mujeres exitosas en el ambiente de las artes escénicas, pero al mismo tiempo repudiaban a las mismas en el papel de esposas. Entonces, según Leginska, una mujer no puede realmente conciliar el papel de madre y esposa con su carrera, ya que quien ejerce una actividad laboral y artística no puede ser «abnegada».

Fue principalmente en los Estados Unidos donde su éxito y su popularidad alcanzaron niveles muy altos, también gracias a la espectacularidad de sus interpretaciones. El escenario se preparaba con mucho esmero y con una gran dosis de creatividad: las luces y las decoraciones se colocaban y dirigían de manera que focalizaban la atención del público en la artista. Además, lo que también atrajo público fue el inconformismo de Leginska que vestía con un estilo masculino que pronto fue imitado por sus seguidoras más jóvenes. Su modo de vestir «excéntrico» para la época fue marcado por su apariencia pequeña y juvenil, que contribuía a impresionar tanto al público como a la crítica. Ella afirmó que su propósito y su deseo era hacerse un hueco en un mundo adaptado a los hombres. Al vestir ropa masculina, las mujeres en aquella época desafiaban las expectativas del papel que teóricamente se les asignaba. Esto contrastaba fuertemente con el vestuario habitual de las virtuosas artistas de décadas anteriores, que preferían una moda que enfatizara la feminidad. En cambio, Leginska adoptó la decisión de vestir de negro, casi como si fuera una extensión de su proprio instrumento musical, y usar trajes de varón como parte integrante del espectáculo.

Claramente su aspecto no generó solo reacciones positivas. Por ejemplo, en 1915, en el New York Press se publicó un artículo titulado “Energetic English Pianiste Tries Hard as She Can to Be Like a Man; Wears Short Hair, Mannish Suite with Long Sleeves” (Una Pianista inglesa enérgica intenta con todas sus fuerzas parecerse a un hombre; lleva el pelo corto, traje masculino con manga larga). En la misma época, el neurólogo de Viena Krafft-Ebing se manifestó en contra de semejante conducta, que consideraba anormal e incluso como síntoma de un trastorno mental comparado, en su versión femenina, con los «hombres afeminados», cuyo término describía de forma denigrante a quienes tenían costumbres no del todo acordes con la virilidad. Lo que Leginska pensaba del pelo, de la ropa y, sobre todo, de la carrera reflejaba la imagen típica de «la mujer moderna» de los años Diez y Veinte: una mujer que prefería la comodidad a las reglas impuestas por la moda, que luchaba por la independencia económica de sus familiares varones, que empezaba a adoptar conductas “no adecuadas para la figura femenina”, como fumar o usar un lenguaje desinhibido. Se expuso en distintas cuestiones con sus opiniones abiertamente feministas; al contrario de Fannie Bloomfield-Ziesler (pianista de Austria, estadounidense de origen), quien “garantizó” al público que su actividad de música no interferiría con sus obligaciones domésticas. Ethel Leginska criticó fuertemente la educación de las niñas, quienes siempre estaban obligadas a respetar roles predefinidos. En cambio, consideraba crucial que desde la temprana edad se las animara a seguir su propio camino con valentía y audacia para abandonar «las sendas ya trilladas», en las que las mujeres siempre habían quedado al margen.

Así pues, la popularidad de Ethel Leginska fue vinculada no solo a sus habilidades como música y compositora, sino también a una personalidad magnética y fascinante. También como directora de orquesta atrajo mucha atención. Sus estudios en este campo, iniciados en 1923, fueron realizados con Eugen Goossens y Robert Heger, director de la Bavarian State Opera en Múnich. Leginska empezó a dirigir algunas de las orquestas más grandes e importantes de Europa: de Múnich a París, de Londres a Berlín. Debutó en los Estados Unidos en 1925 con la orquesta New York Symphony en la Carnagie Hall. Sin embargo, desde 1909 comenzó a sufrir de crisis nerviosas, así que tomó la decisión de retirarse de los conciertos como intérprete y concentrarse únicamente en la enseñanza, la composición y la dirección.También destacó en el papel de organizadora: con energía y determinación fundó la Orquesta Boston Phillarmonic, en la que se encargó tanto de la parte musical, al reclutar a los artistas, como de la parte financiera, que representaba la fuente principal de los obstáculos para la supervivencia de la orquesta. Al mismo tiempo, la Massachussetts State Federation of Women’s Club había fundado la Boston Women’s Symphony, un conjunto de músicas entre 14 y 65 años que Ethel dirigió. Desde 1926 hasta todos los años Treinta se ocupó de la dirección de muchas orquestas, incluso en el caso de óperas líricas como Madama Butterfly y Rigoletto. El 23 de noviembre de 1935, produjo y dirigió su ópera Gale. En realidad, era bastante común que, en algún punto de sus carreras, las directoras de orquestas se dedicaran a la ópera: Judith Somogi dijo irónicamente que de esa manera el público no podía verlas y no las juzgaba.

A finales de los años Treinta, su oportunidades de dirección comenzaban a reducirse. Por lo tanto, decidió regresar a Europa, donde impartió clases de piano en Londres y en París. En 1939 se trasladó a Los Ángeles donde abrió una escuela de piano y se convirtió en profesora ilustre. En 1957 dirigió nuevamente una orquesta que interpretó su primera ópera, escrita en 1932: The Rose and the Ring. Siguió enseñando piano durante el resto de su vida hasta el 26 de febrero de 1970, cuando murió en Los Ángeles.

Nadia Boulanger
Danila Baldo




Carola Pignati

 

Cresciuta in una famiglia di musicisti e musiciste – la madre, Raisa Myšeckaja, era una cantante russa, originaria di San Pietroburgo; il padre, Ernest-Henri-Alexandre, autore di molte opere teatrali e operette e dal 1871 insegnante di canto in Conservatorio – anche Nadia Boulanger studia al Conservatorio di Parigi, con i compositori e famosi concertisti Gabriel Fauré e Charles-Marie Widor. Nata a Parigi nel 1887, diviene ben presto una valida organista e compositrice: la musica è di casa e Nadia avvia alla composizione anche la sorella minore Lili, un talento naturale precocissimo (a sei anni era già in grado di leggere la musica), ricordata come prima donna a ricevere, nel 1913, il Prix de Rome di Composizione musicale, prestigioso premio francese risalente all'epoca di Luigi XIV, conferito dall'Académie des Beaux-Arts di Parigi. È chiamato così perché a chi vinceva era assegnata una borsa di studio che dava la possibilità di studiare per quattro anni presso l'Accademia di Francia a Roma, fondata da Jean-Baptiste Colbert nel 1666.

Nadia Boulanger in età matura
 Nadia Boulanger

Nadia vi era arrivata seconda nel 1908, con la cantata La sirène, e in quell’occasione l’intervista del giornalista Camille de Sainte Croix per La petite République, intitolata Une jeune-fille moderne, la presenta come una donna moderna, indipendente e forte: «La più grande [tra le due sorelle], Nadia, è questa ragazza bella e grave che, da tre o quattro anni, attira l’attenzione del mondo musicale […] Nadia Boulanger, con la fede e l’energia dei suoi vent’anni, non fallirà. E non fallirà neanche nell’intraprendere una magnifica carriera di grande compositrice. [...] Oh! Nadia Boulanger appartiene alla sua epoca! Essa è certamente una di quelle persone raffinate, nate negli ultimi decenni del secolo XIX, la cui vocazione, nonché la cui educazione, uniscono ai più sinceri incanti femminili il beneficio delle conquiste morali raggiunte, in questo stesso tempo, dal loro sesso giustamente animato, sulla nostra umanità maschile!» La sua opera musicale più conosciuta è il ciclo di melodie Les Heures claires (Le ore chiare). La sua produzione comprende, oltre a varia musica vocale, sinfonica e da camera, l'opera La ville morte, composta nel 1911 con il pianista Raoul Pugno, suo maestro e grande amico di famiglia. Il sodalizio tra i due artisti sarà duraturo e intenso: comporranno e si esibiranno insieme fino alla morte di lui nel 1914.

Durante la Prima guerra mondiale, Nadia e la sorella Lili, preoccupate per le sorti dei loro colleghi arruolati e costretti ad abbandonare gli studi per entrare nell’esercito, organizzano un vero e proprio ente, il Comité Franco-Americain du Conservatoire Nationale de Musique et de Déclamation per ottenere supporti economici concreti. Mantengono i rapporti con i musicisti sul fronte e intrecciano una rete di contatti per aiutarli, grazie ad artisti e diplomatici anche americani. L’associazione aiuta diversi musicisti, tra i quali Albert Roussel, Jacques Ibert, Florent Schmitt e Maurice Ravel, inviando loro razioni di cibo e vestiti; ai soldati iscritti al Conservatorio spediscono anche la Gazette des classes de composition du Conservatoire. Il dolore per la morte dell’amata sorella Lili, scomparsa nel 1918 a soli 24 anni, porta Nadia Boulanger a dedicarsi sempre più all’insegnamento, in memoria del loro legame; dirige il Conservatorio Americano di Fontainebleau, dalla sua creazione, nel 1921; insegna all'École Normale de Musique e al Conservatorio di Parigi, e tiene corsi in importanti università americane. La sua reputazione di insegnante di grande prestigio si diffonde al punto che migliaia di studenti arrivano a Parigi dall'estero per assistere ai suoi corsi, conquistati dalla sua cultura, dalle sue capacità e dall’intensità della sua vita. È stata organista per la prima, nel 1925, della Sinfonia per organo e orchestra di Aaron Copland, il suo primo allievo americano, ed è apparsa come prima direttrice delle orchestre di Boston, New York Philharmonic e Filadelfia nel 1938. Era già diventata nel 1937 la prima donna a dirigere un intero programma della Royal Philarmonic di Londra.

Nadia Boulanger mentre dirige un’orchestra Nadia Boulanger al pianoforte

Il periodo della Seconda guerra mondiale la vede negli Stati Uniti, principalmente come insegnante al Washington (DC) College of Music e al Peabody Conservatory di Baltimora. Tornata in Francia, insegna nuovamente al Conservatorio di Parigi. La sua influenza come insegnante è stata sempre personale piuttosto che pedante: si è rifiutata di scrivere un libro di testo di teoria. Il suo scopo era quello di ampliare le comprensioni estetiche e sviluppare le doti individuali di chi studiava con lei. Nel suo libro Le direttrici d’orchestra nel mondo (a cura di Milena Gammaitoni, Zecchini Editore, 2023) Elke Mascha Blankenburg così la presenta: «Boulanger è stata una delle più importanti personalità del mondo della musica del XX secolo. Come insegnante di composizione e direttrice d’orchestra ha segnato profondamente sessant’anni della storia della musica recente. Boulanger non vedeva sé stessa come una direttrice di professione, anche se dirigeva orchestre famose come la Filarmonica di New York. “Preferisco quando si pensa in quest’ordine: 1. Musicista, 2. Insegnante, 3. Direttrice e 4. Donna”». E più avanti si legge: «Diventano famosi i “mercoledì” nel suo salotto privato di Parigi, un incontro settimanale per i suoi allievi e amici, in cui vengono eseguite e analizzate le opere dei suoi allievi, ma anche quelle di altri compositori moderni, allietato dal samovar e dai dolcetti preparati dalla madre, ormai un’anziana signora. “Mia madre riceveva i suoi amici ogni mercoledì alle cinque. Quando ho finito gli studi, ho deciso di invitare qui nello stesso giorno anche i miei allievi. Ho continuato a farlo, vivo sempre nello stesso appartamento e ho la sensazione che anche lei sia sempre lì”. […] Negli anni Trenta incontra la principessa Winnaretta de Polinac, che porta una svolta decisiva nella sua vita.

Nel salotto musicale della principessa, che ospita 250 posti a sedere e un organo Cavaillé-Coll, il 30 giugno 1933 dirige opere di Bach. Qui si esibisce ora regolarmente e tra il 1934 e il 1936 molti dei suoi concerti vengono trasmessi da Radio France. Nel 1934 dirige la Filarmonica di Parigi al Teatro degli Champs-Élysées con brani di Bach, Monteverdi e Schütz. Scrive Maurice Paléologue: “Era interessante tanto guardarla quanto ascoltarla. Quanta intelligenza, quanto fuoco fin nel più piccolo gesto!” […] Della cerchia dei suoi amici intimi fanno parte Paul Valéry, Jean Cocteau, André Gide e Igor Stravinskij, del cui Concerto in Mi Dumbarton Oaks è lei a dirigere la prima esecuzione a Washington nel 1938. La sua fama di direttrice è pionieristica per tutte le colleghe che vengono dopo di lei. Dirige senza bacchetta, talmente inusuale a quel tempo che quasi tutti i critici si sentono in dovere di raccontarlo». Morta nel 1979, è sepolta al cimitero di Montmartre, come sua sorella Lili.

Nadia Boulanger (sinistra) con la sorella Lili nel 1913 Nadia Boulanger

Premi e riconoscimenti

  • 1908 Secondo premio al Prix de Rome con la cantata La sirène
  • 1938 Laurea honoris causa al Washington College of Music
  • 1958 e 1962 Onorificenze dei college americani, fra i quali Yale, Newcastle, Smith College Northampton, membro del Royal College of Music di Londra
  • 1962 Laurea honoris causa alle Università di Oxford e Harvard, membro dell’American Academy of Arts and Sciences, Ordre des Arts e des Lettres, Orden Polonia restituta, Ordre St.Charles de Monaco, Ordre de la Couronne de Belgique, Commandeur de l’ordre souverain de Malta
  • 1977 Grand Officies de la Legion d’Honneur e Commander of the British Empire
  • 1977 Most Excellent Order of the British Empire per l’ambasciata inglese a Parigi
  • 1977 Medaglia d’oro dell’Académie des Beaux-Arts dell’Institut de France
    Nadia Boulanger (al centro) con i suoi avversari al Prix de Rome

Traduzione francese

Guenoah Mroue

Elle a grandi dans une famille de musiciens et de musicienness - sa mère, Raisa Myšeckaja, était une chanteuse russe, originaire de Saint-Pétersbourg; son père, Ernest-Henri-Alexandre, auteur de nombreuses pièces de théâtre et opérettes et professeur de chant au Conservatoire depuis 1871 - Nadia Boulanger étudie également au Conservatoire de Paris, avec les compositeurs et concertistes célèbres Gabriel Fauré et Charles-Marie Widor. Née à Paris en 1887, elle devient rapidement une organiste et compositrice : la musique est inée chez eux et Nadia commence à composer ainsi que sa sœur cadette Lili, un talent naturel très précoce (à six ans elle était déjà capable de lire la musique), considérée comme la première femme à recevoir, en 1913, le Prix de Rome de composition musicale, prestigieux prix français datant de l’époque de Louis XIV, décerné par l’Académie des Beaux-Arts de Paris. Elle est nommé ainsi parce que les lauréats ont reçu une bourse qui leur a permis d’étudier pendant quatre ans à l’Académie de France à Rome, fondée par Jean-Baptiste Colbert en 1666.

 Nadia Boulanger à l'âge mûr  Nadia Boulanger

Nadia y était arrivée deuxième en 1908, avec la cantate La sirène, et à cette occasion l’interview du journaliste Camille de Sainte Croix pour La petite République, intitulée Une jeune-fille moderne, la présente comme une femme moderne, indépendante et forte : «La plus grande [des deux sœurs], Nadia, est cette belle et grave jeune fille qui, depuis trois ou quatre ans, attire l’attention du monde musical [...] Nadia Boulanger, avec la foi et l’énergie de ses vingt ans, n’échouera pas. Et elle n’échouera pas non plus à entreprendre une magnifique carrière de grande compositrice. [...] Oh! Nadia Boulanger appartient à son époque! Elle est certainement une de ces personnes raffinées, nées dans les dernières décennies du XIXe siècle, dont la vocation et l’éducation unissent aux plus sincères charmes féminins le bénéfice des conquêtes morales atteintes, en ce même temps, par leur sexe justement animé, sur notre humanité masculine». Son œuvre musicale la plus connue est le cycle de mélodies Les Heures claires. Sa production comprend, outre une musique vocale, symphonique et de chambre, l’opéra La ville morte, composé en 1911 avec le pianiste Raoul Pugno, son maître et grand ami de la famille. L’association entre les deux artistes sera durable et intense : ils composeront et se produiront ensemble jusqu’à sa mort en 1914.

Pendant la Première Guerre mondiale, Nadia et sa sœur Lili, préoccupées par le sort de leurs collègues enrôlés et contraints d’abandonner leurs études pour rejoindre l’armée, organisent un véritable organisme, le Comité franco-américain du Conservatoire national de musique et de déclamation pour obtenir des soutiens économiques concrets. Elles entretiennent des relations avec les musiciens sur le front et tissent un réseau de contacts pour les aider, grâce à des artistes et des diplomates aussi américains. L’association aide plusieurs musiciens, dont Albert Roussel, Jacques Ibert, Florent Schmitt et Maurice Ravel, en leur envoyant des rations de nourriture et des vêtements; aux soldats inscrits au Conservatoire ils envoient également la Gazette des classes de composition du Conservatoire. La douleur de la mort de sa chère sœur Lili, disparue en 1918 à seulement 24 ans, conduit Nadia Boulanger à se consacrer de plus en plus à l’enseignement, en mémoire de leur lien; elle dirige le Conservatoire américain de Fontainebleau depuis sa création en 1921; enseigne à l’École normale de musique et au Conservatoire de Paris, et donne des cours dans de grandes universités américaines. Sa réputation d’enseignant de grand prestige se répand au point que des milliers d’étudiants arrivent à Paris de l’étranger pour assister à ses cours, conquis par sa culture, ses compétences et l’intensité de sa vie. Tout d’abord elle a été organiste , en 1925, de la Symphonie pour orgue et orchestre d’Aaron Copland, son premier élève américain, et elle est apparue comme première directrice des orchestres de Boston, New York Philharmonic et Philadelphie en 1938. Elle était déjà devenue en 1937 la première femme à diriger un programme complet de l’Orchestre philharmonique royal de Londres.

Nadia Boulanger dirigeant un orchestre Nadia Boulanger au piano

Pendant la Seconde Guerre mondiale, elle enseigne principalement au Washington (DC) College of Music et au Peabody Conservatory de Baltimore. De retour en France, elle enseigne à nouveau au Conservatoire de Paris. Son influence en tant qu’enseignante a toujours été personnelle plutôt que professoral : elle a refusé d’écrire un manuel de théorie. Son but était d’élargir les compréhensions esthétiques et de développer les compétences individuelles de ceux qui étudiaient avec elle. Dans son livre Les chefs d’orchestre dans le monde (par Milena Gammaitoni, Zecchini Éditeur, 2023) Elke Mascha Blankenburg présente : «Boulanger a été l’une des personnalités les plus importantes du monde de la musique du XXe siècle. Comme professeur de composition et directrice d’orchestre a profondément marqué soixante ans de l’histoire de la musique récente. Boulanger ne se considérait pas comme une directrice de profession, même si elle dirigeait des orchestres célèbres comme l’Orchestre philharmonique de New York. "Je préfère quand on pense dans cet ordre : 1. Musicien, 2. Enseignant, 3. Directrice et 4. Femme"». Et plus loin on lit : «Les "mercredi" dans son salon privé à Paris, une réunion hebdomadaire pour les ses élèves et ses amis, où sont exécutées et analysées les œuvres de élèves, mais aussi ceux d’autres compositeurs modernes, égayé par le samovar et par les gâteaux préparés par la mère, désormais une vieille dame. "Ma mère recevait ses amis tous les mercredis à cinq heures. Quand j’ai fini mes études, j’ai décidé d’inviter mes élèves le même jour. J’ai continué à le faire, je vis toujours dans le même appartement et j’ai l’impression qu’elle aussi est toujours là». [... ] Dans les années 30, elle rencontre la princesse Winnaretta de Polinac, qui apporte un tournant décisif dans sa vie.

Dans le salon musical de la Princesse, qui peut accueillir 250 sièges et un orgue Cavaillé-Coll, le 30 juin 1933 elle dirige des œuvres de Bach. Ici, elle se produit maintenant régulièrement et entre le 1934 et 1936, plusieurs de ses concerts sont diffusés par Radio France. Dans le 1934 elle dirige la Philharmonie de Paris au Théâtre des Champs-Élysées avec des chansons de Bach, Monteverdi et Schütz. Maurice Paléologue écrit : "C’était intéressant la regarder autant que l’écouter. Combien d’intelligence, combien de feu jusque dans le plus petit geste!" [... ] Paul fait partie du cercle de ses amis proches Valéry, Jean Cocteau, André Gide et Igor Stravinsky. Elle dirigea elle même la première représentation du concert Mi Dumbarton Oaks à Washington en 1938. Sa réputation de directrice est pionnière pour toutes les collègues qui viennent après d’elle. Elle dirige sans baguette, si inhabituelle à cette époque que presque tous les critiques se sentent obligés de le raconter». Morte en 1979, elle est enterrée au cimetière de Montmartre, comme sa sœur Lili.

Nadia Boulanger (à gauche) avec sa sœur Lili en 1913 Nadia Boulanger

Prix et distinctions

  • 1908 Deuxième prix au Prix de Rome avec la cantate La sirène
  • 1938 Doctorat honoris au Washington College of Music
  • 1958 et 1962 Honneurs des collèges américains, dont Yale, Newcastle, Smith College Northampton, membre du Royal College of Music de Londres
  • 1962 Docteur honoris aux universités d’Oxford et de Harvard, membre de l’American Academy of Arts and Sciences, Ordre des Arts et des Lettres, Orden Polonia restituta, Ordre St.Charles de Monaco, Ordre de la Couronne de Belgique, Commandeur de l’Souverain de Malte
  • 1977 Grand Officies de la Légion d’Honneur et Commander de l’Empire Britannique
  • 1977 Most Excellent Order of the British Empire pour l’ambassade d’Angleterre à Paris
  • 1977 Médaille d’or de l’Académie des Beaux-Arts de l’Institut de France
    Nadia Boulanger (au centre) avec ses adversaires au Prix de Rome

Traduzione inglese

Syd Stapleton

Boulanger grew up in a family of musicians - her mother, Raisa Myšeckaja, was a Russian singer, originally from St. Petersburg, and her father, Ernest-Henri-Alexandre, was the author of many plays and operettas and, beginning in 1871, a singing teacher at the Paris Conservatory. Nadia Boulanger also studied at the Conservatory, with composers and the famous concert pianists Gabriel Fauré and Charles-Marie Widor. Born in Paris in 1887, she soon became an accomplished organist and composer. Music was part of her home and Nadia also initiated her younger sister Lili into composition. Lili was a precocious natural talent (at the age of six she was already able to read music), remembered as the first woman to receive, in 1913, the Prix de Rome for Musical Composition, a prestigious French prize dating back to the time of Louis XIV, awarded by the Académie des Beaux-Arts in Paris. The prize was called that because those who won were awarded a scholarship that gave them the opportunity to study for four years at the French Academy in Rome, founded by Jean-Baptiste Colbert in 1666.

 Nadia Boulanger in mature age  Nadia Boulanger

Nadia had come second there in 1908, with the cantata La sirène, and on that occasion journalist Camille de Sainte Croix's interview for La Petite République, entitled Une jeune-fille moderne, presented her as a modern, independent and strong woman: "The older [of the two sisters], Nadia, is this beautiful and serious girl who, for the past three or four years, has been attracting the attention of the musical world [...] Nadia Boulanger, with the faith and energy of her twenties, will not fail. Nor will she fail to embark on a magnificent career as a great composer. [...] Oh! Nadia Boulanger belongs to her era! She is certainly one of those refined people, born in the last decades of the 19th century, whose vocation, as well as whose education, unite the most sincere feminine enchantments with the benefit of the moral achievements attained, in this same time, by their rightly animated sex, on our male humanity!" Her best-known musical work is the cycle of melodies Les Heures claires (The Clear Hours). Her output includes, in addition to vocal, symphonic and chamber music, the opera La ville morte, composed in 1911 with pianist Raoul Pugno, her teacher and great family friend. The partnership between the two artists would be long-lasting and intense - they would compose and perform together until his death in 1914.

During World War I, Nadia and her sister Lili, concerned about the fate of their enlisted colleagues who were forced to abandon their studies to join the army, organized a group, the Comité Franco-Americain du Conservatoire Nationale de Musique et de Déclamation to obtain concrete economic supports. They maintained relations with musicians on the front and wove a network of contacts to help them, thanks to artists and diplomats, including American ones. The association helped several musicians, including Albert Roussel, Jacques Ibert, Florent Schmitt, and Maurice Ravel, by sending them food rations and clothing. They also sent the Gazette des classes de composition du Conservatoire to the soldiers enrolled in the Conservatoire. Grief over the death of her beloved sister Lili, who died in 1918 at the age of only 24, led Nadia Boulanger to devote herself increasingly to teaching, in memory of their bond. She directed the French Music School for Americans in Fontainebleau from its creation in 1921, taught at the École Normale de Musique and the Paris Conservatoire, and taught courses at leading American universities. Her reputation as a distinguished teacher spread to the point that thousands of students came to Paris from abroad to attend her courses, won over by her culture, her skills and the intensity of her life. She was organist for the premiere in 1925 of the Symphony for Organ and Orchestra by Aaron Copland, her first American student, and appeared as the first female conductor of the Boston, New York Philharmonic and Philadelphia orchestras in 1938. She had already become in 1937 the first woman to conduct an entire program of the Royal Philharmonic in London.

Nadia Boulanger conducting an orchestra Nadia Boulanger au piano

The period of World War II saw her in the United States, mainly as a teacher at the Washington D.C. College of Music and the Peabody Conservatory in Baltimore. Back in France, she again taught at the Paris Conservatory. Her influence as a teacher was always personal rather than pedantic. She refused to write a theory textbook. Her aim was to broaden the aesthetic understanding and develop the individual gifts of those who studied with her. In her book Le direttrici d'orchestra nel mondo (edited by Milena Gammaitoni, Zecchini Editore, 2023) Elke Mascha Blankenburg relates, "Boulanger was one of the most important personalities in the world of 20th-century music. As a teacher of composition and orchestra conductor, she made a profound mark on sixty years of the history of music. Boulanger did not see herself as a professional conductor, even though she conducted such famous orchestras as the New York Philharmonic. ‘I prefer it when you think in this order: 1. Musician, 2. Teacher, 3. Conductor, and 4. Woman.’" And further on we read, "Becoming famous are the ‘Wednesdays’ in her private salon in Paris, a weekly gathering for her students and friends, in which the works of her students as well as those of other modern composers, cheered by the samovar and sweets prepared by her mother, by then an elderly lady. ‘My mother used to receive her friends every Wednesday at five o'clock. When I finished my studies, I decided to invite my students here on the same day as well. I have continued doing so, I always have lived in the same apartment, and I have the feeling that she is also always there.’ [...] In the 1930s she met Princess Winnaretta de Polinac, which brought a decisive turning point to her life.

In the musical salon of the Princess, housing 250 seats and a Cavaillé-Coll organ, on June 30 June 1933 she conducted works by Bach. Here she then performed regularly, and between 1934 and 1936 many of her concerts were broadcast by Radio France. In 1934 she conducted the Paris Philharmonic at the Théâtre des Champs-Élysées with pieces by Bach, Monteverdi, and Schütz. Writes Maurice Paléologue, ‘It was as interesting to watch her as to listen to her. How much intelligence, how much fire right down to the smallest gesture!’ [...] The circle of her close friends included Paul Valéry, Jean Cocteau, André Gide and Igor Stravinsky, whose Concerto in E, Dumbarton Oaks she conducted for its first performance in Washington in 1938. Her reputation as a conductor is pioneering for all her colleagues who come after her. She conducted without a baton, so unusual at the time that almost all critics felt compelled to talk about it." She died in 1979 and is buried at Montmartre Cemetery, like her sister Lili.

Nadia Boulanger (left) with her sister Lili in 1913 Nadia Boulanger

Awards and honors

  • 1908 Second prize at the Prix de Rome with the cantata La sirène
  • 1938 Doctorat honoris au Washington College of Music
  • 1958 and 1962 Honors from American colleges, including Yale, Newcastle, Smith College, Northampton, member of the Royal College of Music in London
  • 1962 Honorary degrees from Oxford and Harvard Universities, member of American Academy of Arts and Sciences, Ordre des Arts e des Lettres, Orden Polonia Restituta, Ordre St.Charles de Monaco, Ordre de la Couronne de Belgique, Commandeur de l'ordre souverain de Malta
  • 1977 Grand Officies de la Legion d'Honneur and Commander of the British Empire
  • 1977 Most Excellent Order of the British Empire from the British Embassy in Paris
  • 1977 Gold Medal of the Académie des Beaux-Arts of the Institut de France
Nadia Boulanger (center) with her opponents at the Prix de Rome

Traduzione spagnola

Anastasia Grasso

 Criada en una familia de músicos y músicas –su madre, Raisa Myšeckaja, fue una cantante rusa originaria de San Petersburgo; su padre, Ernest-Henri-Alexandre, fue autor de numerosas obras de teatro y operetas y, desde 1871, profesor de canto en el Conservatorio, Nadia Boulanger estudió en el Conservatorio de París, con los compositores y famosos concertistas Gabriel Fauré y Charles-Marie Widor. Nacida en París en 1887, pronto se convirtió en una válida organista y compositora: la música formaba parte de su casa. Nadia también orientó a la composición a su hermana menor, Lili, que fue un talento natural precoz (a los seis años ya sabía leer música). Fue la primera mujer que recibió, en 1913, el Prix de Rome de composición musical, un prestigioso premio francés que se remonta a la época de Luis XIV, concedido por la Académie des Beaux-Arts de París. Se llama así porque el ganador obtenía una beca que le daba la oportunidad de estudiar durante cuatro años en la Academia Francesa de Roma, fundada por Jean-Baptiste Colbert en 1666.

Nadia Boulanger in età matura Nadia Boulanger

Nadia había quedado segunda en 1908, con la cantata La sirène, y en aquella ocasión la entrevista del periodista Camille de Sainte Croix para «La petite République», titulada Une jeune-fille moderne, la presentaba como una mujer moderna, independiente y fuerte: «La mayor [de las dos hermanas], Nadia, es esta chica guapa y seria que, desde hace tres o cuatro años, llama la atención del mundo musical [...] Nadia Boulanger, con la fe y la energía de sus veinte años, no fracasará. Tampoco dejará de emprender una magnífica carrera como gran compositora. [...] ¡Oh! ¡Nadia Boulanger pertenece a su época! Ella es ciertamente una de esas refinadas personas, nacidas en las últimas décadas del siglo XIX, cuya vocación, así como cuya educación, unen los más sinceros encantos femeninos con el beneficio de las conquistas morales logradas, en este mismo tiempo, justamente animado por su propio sexo, sobre nuestra humanidad masculina!». Su obra musical más conocida es el ciclo de melodías Les Heures claires (“Las horas claras”). Su producción incluye, además de música vocal, sinfónica y de cámara, la ópera La ville morte, compuesta en 1911 con el pianista Raoul Pugno, su maestro y gran amigo de la familia. La colaboración entre ambos artistas será intensa y duradera: compondrán y actuarán juntos hasta la muerte de este último en 1914.

Durante la Primera Guerra Mundial, Nadia y su hermana Lili, preocupadas por la suerte de sus colegas alistados que se vieron obligados a abandonar sus estudios para alistarse en el ejército, organizaron un verdadero organismo, el Comité Franco-Americain du Conservatoire Nationale de Musique et de Déclamation, para obtener un apoyo económico concreto. Mantuvieron relaciones con los músicos del frente y tejieron una red de contactos para ayudarles, gracias a artistas y diplomáticos, algunos estadounidenses. La asociación ayudó a varios músicos, entre ellos a Albert Roussel, Jacques Ibert, Florent Schmitt y Maurice Ravel, enviándoles raciones de comida y ropa; también enviaron la Gazette des classes de composition du Conservatoire a los soldados matriculados en el Conservatorio. El dolor por la muerte de su amada hermana Lili, fallecida en 1918 con sólo 24 años, llevó a Nadia Boulanger a dedicarse cada vez más a la enseñanza, en recuerdo de su vínculo; dirigió el Conservatorio Americano de Fontainebleau desde su creación en 1921; enseñó en la École Normale de Musique y en el Conservatorio de París, e impartió cursos en las principales universidades estadounidenses. Su reputación como profesora de gran prestigio se extendió hasta el punto de que miles de estudiantes iban a París desde el extranjero para asistir a sus cursos, conquistados por su cultura, sus habilidades y la intensidad de su vida. Fue organista en el estreno, en 1925, de la Sinfonía para órgano y orquesta de Aaron Copland, su primer alumno estadounidense, y se presentó como primera directora de las orquestas de Boston, Filarmónica de Nueva York y Filadelfia en 1938. Ya había sido la primera mujer en dirigir un programa completo de la Royal Philharmonic de Londres en 1937.

Nadia Boulanger dirigiendo una orquesta Nadia Boulanger al piano

Durante la Segunda Guerra Mundial permaneció en Estados Unidos, principalmente como profesora en el Washington (DC) College of Music y en el Conservatorio Peabody de Baltimore. De vuelta a Francia, impartió clases en el Conservatorio de París. Su influencia como profesora fue siempre más personal que pedante: se negó a escribir un libro de texto de teoría. Su objetivo era ampliar la comprensión estética y desarrollar el talento individual de quienes estudiaban con ella. En su libro Dirigentinnen im 20. Jahrhundert Portraits von Marin Alsop bis Simone Young (“Retratos de directoras de orquesta del siglo XX, de Marin Alsop a Simone Young”), Elke Mascha Blankenburg la presenta así: "«Boulanger fue una de las personalidades más importantes en el mundo de la música del siglo XX. Como profesora de composición y directora orquestal, dejó una profunda huella en sesenta años de historia de la música contemporánea. Boulanger no se consideraba una directora de orquesta profesional, aunque dirigió orquestas famosas como la Filarmónica de Nueva York. “Prefiero que se piense en este orden: 1. Música, 2. Docente, 3. Directora de orquesta y 4. Mujer”.» Y más adelante leemos: «Se hacen famosos los "miércoles" en su salón privado de París, una reunión semanal para sus alumnos y amigos donde se interpretan y analizan las obras de sus alumnos, pero también las de otros compositores modernos, animados por el samovar y los dulces preparados por su madre, ya anciana. “Mi madre solía recibir a sus amigos todos los miércoles a las cinco. Cuando terminé mis estudios, decidí invitar a mis alumnos el mismo día. Seguí haciendolo, siempre vivo en el mismo piso y tengo la sensación de que ella también está siempre allí”. [...] En los años 30 conoció a la princesa Winnaretta de Polinac, que dio un giro decisivo a su vida.

En el salón musical de la princesa, con capacidad para 250 personas y un órgano Cavaillé-Coll, el 30 de junio de 1933, dirigió obras de Bach. Allí actuaba con regularidad y entre 1934 y 1936, muchos de sus conciertos fueron retransmitidos por Radio France. En 1934 dirigió la Filarmónica de París en el Teatro de los Campos Elíseos con obras de Bach, Monteverdi y Schütz. Maurice Paléologue escribió: “Era tan interesante verla como escucharla. Cuánta inteligencia, cuánto fuego en el más mínimo gesto”. [Su círculo de amigos íntimos incluía a Paul Valéry, Jean Cocteau, André Gide e Igor Stravinsky, cuyo Concierto en Mi Dumbarton Oaks, dirigió en su primera interpretación mundial, en Washington, en 1938. Su reputación como directora de orquesta es precursora para todos los colegas que la sucedieron. Dirige sin batuta, algo tan inusual en su época que casi todos los críticos se sienten obligados a relatar este hecho.» Murió en 1979 y fue enterrada en el cementerio de Montmartre, al igual que su hermana Lili.

Nadia Boulanger (left) with her sister Lili in 1913 Nadia Boulanger

Premios y distinciones

  • 1908 Segundo premio en el Prix de Rome con la cantata La sirène.
  • 1938 Título honorífico del Washington College of Music.
  • 1958 y 1962 Reconocimientos de los colleges estadounidenses, entre ellos Yale, Newcastle, Smith College Northampton, miembro del Royal College of Music de Londres.
  • 1962 Doctor Honoris Causa por las Universidades de Oxford y Harvard, miembro de la American Academy of Arts and Sciences, Ordre des Arts e des Lettres, Orden Polonia restituta, Ordre St.Charles de Monaco, Ordre de la Couronne de Belgique, Commandeur de l’ordre souverain de Malta.
  • 1977 Grand Officies de la Legion d’Honneur y Commander of the British Empire
  • 1977 Most Excellent Order of the British Empire por la Embajada Británica en París
  • 1977 Medalla de Oro de la Academia de Bellas Artes del Instituto de Francia
Nadia Boulanger (centro) con sus oponentes en el Premio de Roma

 

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