Dol's Magazine
Dol's Magazine si è occupata di Toponomastica femminile dagli esordi del gruppo, annunciandone la nascita il 20 gennaio 2012 e divulgandone poi le diverse iniziative.
A partire dal mese di luglio dello stesso anno, la rivista ospita una rubrica dedicata a Vie e disparità,
con approfondimenti sui diversi contesti toponomastici regionali, provinciali e comunali.
Raccogliamo in questo spazio tutte le pubblicazioni inerenti.
 
 

Messina.SMariadellArcoKettyBertuccelli520

 

In ogni processo di rinnovamento politico e sociale l’attenzione alla differenza di genere gioca un ruolo importante: come in un circolo virtuoso, da un lato la partecipazione femminile allarga gli orizzonti e le prospettive di sviluppo, dall’altro la volontà di democrazia ed equità apre le strade alla partecipazione femminile, anche attraverso la valorizzazione della cultura delle donne e la riscoperta del loro contributo allo sviluppo. Questo connubio virtuoso avviene ora a Messina, dove la cultura e la politica della democrazia dal basso si incontrano a un bivio su cui fiorisce anche l’interesse per la toponomastica femminile.

 

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Il secondo Convegno Nazionale di Toponomastica femminile avrà luogo a Palermo, nei giorni 31 ottobre, 1 – 2 – 3 Novembre 2013, ai cantieri culturali alla Zisa. II Convegno di Toponomastica femminile “Le strade: luoghi di memoria, non di violenza” Palermo, Sala De Seta – Cantieri Culturali della Zisa 1-3 Novembre 2013

 

Londra.FedericaSbaffo520

 

 

Il 2013 ha segnato il centenario dalla morte di Emily Davison, suffragetta rimasta uccisa durante una manifestazione di protesta al Derby di Epsom nel 1913, quando venne colpita dal cavallo di re Giorgio V. A lei è oggi intitolata una Emily Davison Drive proprio a Epsom, nel SurreyIl movimento per i diritti delle donne si sviluppò in Inghilterra a partire dal diciannovesimo secolo. Già nella seconda metà dell’Ottocento, iniziarono a formarsi i primi gruppi di emancipazione femminile e ad essere pubblicati i primi scritti a favore del diritto di voto alle donne.

 

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La città di Genova, femminile nel nome, non si discosta nel calcolo toponomastico dalla media nazionale, e forse internazionale: solo il quattro o il 5 per cento delle sue strade è intitolato a donne. Il suo centro storico, il più grande d’Europa, dove le strade sono spesso frammentate in vicoli e vicoletti, passaggi, scalinate, come accade in gran parte delle città omaggia madonne, sante e beate e lascia poco spazio a una memoria femminile laica.

 

Hammerfest logo400

 

 

Oltre il circolo polare artico troviamo Hammerfest, una delle città più a Nord del mondo: 5.000 abitanti, un agglomerato di case ordinate ai piedi di una collinetta, una cattedrale, un porto ed il Museum of Post-War Reconstruction for Finnmark. Se ci si passa in estate, quando il cielo è sempre chiaro e il sole non tramonta mai, è piacevole visitarla magari in attesa di imbarcarsi sul “postale dei fiordi”.

 

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Abitavo allora a Rende, periferia di Cosenza, espansione moderna del capoluogo calabrese. La notizia si diffuse in un baleno: il padre della ragazza era persona nota in città. Si erano perse le tracce di Roberta, mentre da Rende col suo motorino, attraverso la strada di Falconara, si dirigeva verso la costa tirrenica.

 

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L’isola di Sant’Antioco è speciale perché non è un’isola già da molti secoli, da quando i Romani costruirono un ponte (ancora visibile) per collegarla alla Sardegna. È poi unica in Italia (e paragonabile a Cipro nel Mediterraneo), perché divisa nettamente in due : da una parte, tutto proteso verso l’isola di San Pietro, si trova il comune di Calasetta, abitato da “tabarchini” di origine ligure che ne conservano il dialetto, le tradizioni, la gastronomia; dall’altra il comune di Sant’Antioco, sardo a tutti gli effetti.

 

 angelina520

 

 

Non c’è comune in Italia, piccolo o grande che sia, che non celebri le glorie del nostro Risorgimento, a cui va il merito di aver concepito e poi realizzato l’unità della penisola. Migliaia di corsi, viali, piazze portano i nomi di Mazzini, Cavour, Garibaldi, e tramandano la memoria dei reali di casa Savoia, che hanno favorito l’iniziativa e governato l’Italia unita fino a consegnarla nelle mani della Repubblica.