Dol's Magazine
Dol's Magazine si è occupata di Toponomastica femminile dagli esordi del gruppo, annunciandone la nascita il 20 gennaio 2012 e divulgandone poi le diverse iniziative.
A partire dal mese di luglio dello stesso anno, la rivista ospita una rubrica dedicata a Vie e disparità,
con approfondimenti sui diversi contesti toponomastici regionali, provinciali e comunali.
Raccogliamo in questo spazio tutte le pubblicazioni inerenti.
 
 

 Modotti

 

 

Sapevate che il personaggio di Diabolik è stato partorito dalla fantasia di due donne, le sorelle Giussani? E che il busto di Grazia Deledda sul Pincio a Roma è opera di una scultrice sarda, Amelia Camboni? E che Tina Modotti è stata la fotografa ufficiale del movimento muralista messicano? E Benedetta Cappa, detta Benny, non fu da meno del più famoso marito Filippo Tommaso Marinetti, che di lei disse “ Ammiro il genio di Benedetta, mia uguale non discepola”?

 

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A sud della Spagna, la città trimillenaria di Cadice, uno dei tanti gioielli del Mediterraneo, è da sempre un punto di scambi di culture, grazie alla sua posizione geografica privilegiata: collocata tra due mari e due continenti, è anche un punto importante per la partenza verso le Americhe. Lo stradario cittadino ha un carattere storiografico, la cui toponimia risuona in questa terra flamenca.

 

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Tutti ammiriamo i gioielli di corallo. Pochi sanno che tra donne e coralli c’è un rapporto speciale e che il corallo è stato per la donna un’occasione di emancipazione. Questa pietra è il prodotto di una comunità di piccoli polipi che costruiscono, intorno al proprio corpo molle, uno scheletro di carbonato di calcio con funzione protettiva, che poi si colora di rosso per l’ossido di ferro. La parola stessa “corallo” probabilmente deriva dal greco “koraillon”, che significa proprio “scheletro duro”. I polipi crescono uno accanto all’altro, cosicché le secrezioni di calcare si fondono tra loro formando le famose barriere coralline.

 

 Ascoli

  

Alla ricerca di strade femminili nella provincia di Ascoli Piceno: una ricerca di occasioni … perdute! Se le targhe delle vie e delle piazze dei centri urbani sono un osservatorio per conoscere di che “genere” di memoria storica e culturale ci nutriamo, la provincia marchigiana offre un panorama di assenze femminili. Ma procediamo con ordine. Il rilevamento ha coinvolto 33 comuni, sparsi in un territorio che, dai rilievi appenninici dei Monti della Laga e del gruppo dei Sibillini, raggiunge la costa adriatica.

 

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Mercoledì 17 aprile si è svolta nella sede del Consiglio comunale di Napoli la cerimonia di premiazione del concorso Tre strade, tre donne per l’otto marzo, rivolto alle scuole secondarie superiori di Napoli. L’intento principale promosso con Toponomastica dalla FNISM e dalla Consulta delle elette e dalla Commissione Pari opportunità del Comune di Napoli, era finalizzato a riscoprire e valorizzare le tracce delle presenze femminili nella storia e nella cultura della città...

 

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 … una strada per ricordarne l’impegno sociale

Ci piacerebbe leggere sulle nostre strade il nome di Giglia Tedesco, perché resti memoria del suo grande impegno istituzionale e politico che ha portato alla riforma del diritto di famiglia e dell’adozione, alla legge sul divorzio e sull’interruzione di gravidanza. Vorremmo che a ricordarla fosse Roma, dove è nata, ma anche il comune irpino di Andretta, da cui proveniva il suo ramo paterno e che le ha concesso la cittadinanza onoraria, e la Val d’Orcia, dove amava trascorrere le sue giornate estive.

 

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Si inaugura il giorno 11, presso la Biblioteca Nazionale Centrale della capitale, la mostra fotografica Le vie della parità. Le donne del Novecento sulle strade di Roma, risultato di un progetto scolastico condotto da Toponomastica femminile e Fnism, finanziato dalla Commissione delle elette del Comune di Roma.

 

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Storie di nomi e cognomi.

Intervista a Enzo Caffarelli.

Enzo, nel tuo ultimo libro appena uscito per Laterza, hai trovato il modo di parlare anche di toponomastica con un’ottica di genere?
Sì, perché ho dedicato un capitolo al destino dei cognomi, che fine fanno. Diventano nomi di persona, come Ricciotti o Menotti, Bixio e Dazeglio… Entrano nei nomi di paesi e città, come Andorno Micca, Grizzana Morandi, Grinzane Cavour, Bosisio Parini, Castelnuovo Don Bosco o Sasso Marconi… Nessuna donna che mi risulti...

 

RoseMontmasso

 

 

“Via della Costituente, Piazza della Repubblica, Corso Garibaldi, Via Roma, Via Cavour, Via Michelangelo, Piazza Dante, Via San Francesco. Le strade ci riconducono con i loro nomi, al comune patrimonio culturale, ricordandoci artisti, letterati, santi, politici, scienziati, etc… ed è giustamente impossibile ed inefficace stravolgere questo impianto, sia nel senso squisitamente tecnico che culturale. Tranne i casi delle sante e delle benefattrici (mai comunque paragonabili per numero agli uomini), le tracce delle donne si sono perse. E più i quartieri sono moderni e di recente costruzione, più – paradossalmente – si nota l’assenza di nomi di donne.